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Edoardo Catemario

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Tutti i contenuti di Edoardo Catemario

  1. Grazie Frederic, troppo buono! Merito della direzione artistica dell'Universal...
  2. Grazie Piero e Daria!! Siete gentilissimi come d'abitudine.
  3. Comunque ti sarai chiesto anche tu perchè, Edoardo, chissà come, quando intervieni in una discussione si crea sempre un clima negativo. Fiumi di parole, soprattutto da parte tua, e poca voglia di dialogare veramente, se non chiedendomi se io non abbia mai considerato l'illuminante idea, che tu generosamente mi rivolgi, di eseguire l'inizio del Capriccio diabolico con le ottave staccate in diminuendo. Capisco il tuo temperamento, ma qui mi vengono altri dubbi. Me lo sono chiesto. Credo che le accuse di poca disponibilità che tu rivolgi a me siano una situazione "shared". Ovvero non vedo maggiore disponibilità di quella che viene rimproverata a me da parte tua o di altri. Devo anche dire che i fiumi di parole non sono unilaterali, seguendo il costume di altri rispondo in maniera puntuale. A questo aggiungi che si alza sempre un coretto di commenti che non hanno contenuti musicali... Fa' un po' tu. In quanto alle idee "illuminanti" (ancora sarcasmo!), io ho solo detto che c'è scritto staccato. Volevi parlarne? Potevi farlo. Spiegare il significato profondo di una scelta diversa. Magari senza fare allusioni alle mie "scarse" capacità intellettive o il mio carattere "intemperante" come è costume di chi non ha altri argomenti. Questo è inaccettabile. A patto naturalmente che ti interessi alimentare una discussione basata sui contenuti musicali. In un ambiente "omologato", dove tutti sono d'accordo con tutti, non nasce alcuna polemica. La civiltà si dimostra quando qualcuno interviene dicendo la sua e gli altri non sono d'accordo. Si potrebbe parlare dell'argomento e verificare se esiste una soluzione intermedia o tornare tutti al silenzio fermamente convinti della bontà delle prorpie opinioni. Purtroppo, la tendenza a spostare ogni discussione in ambito formale o, peggio, personale rende lo scambio impossibile. Il risultato è che troppo spesso le discussioni degenerano in bagarre in cui la musica non c'entra. Mi sembra che stiamo dando un'immagine ben poco edificante dell'ambiente chitarristico. Probabilmente sbaglio a cercare qui un dialogo che, evidentemente, con me, non c'è. Non disturberò oltre. EC
  4. Veramente io non l'avevo esortata a fare proprio un bel niente. Non è compito mio e non mi interessa. Le avevo chiesto quale era la Sua posizione circa il testo in sede interpretativa (che è il mio specifico), giacchè da alcune Sue affermazioni non si capiva bene (pardon, io non lo avevo capito). Mi sono sentito ripetere fino allo sfinimento la lista dei lavori da Lei pubblicati e la loro "superiorità" rispetto alle copie date alle stampe prima della sua venuta, una piacevole digressione circa le abitudini di MCT di lasciare libertà alla sola categoria dei chitarristi ed una serie di osservazioni sulla virtualità dello strumento per cui MCT componeva. In questo estenuante topic, la domanda era molto semplice: data una successione di "oggetti interpretativi" (chi vuole se la va a leggere all'inizioo del topic) come ci si comporta? Se c'è scritto staccato si suona staccato o no? Se c'è scritto stringendo che si fa? In che modo questi segni diventano una esecuzione coinvolgente? Da qualche parte Lei ha affermato: Che è più o meno quanto il sottoscritto e la totalità dei musicisti che conosco considerano un dato di fatto acquisito sul quale poter incominciare un discorso sulla comprensione del testo e delle relative possibilità interpretative. Diciamo quindi che la conversazione è terminata dove avrebbe invece dovuto cominciare. La Sua tendenza ad infarcire i messaggi di risposta con allusioni alla scarsa comprensione del sottoscritto (ma per carità anche di altri), la pervicacia, la mancanza di stile ed altre amenità del genere rendono la conversazione estenuante e, per molti versi, inutile. Visto che le "poche" informazioni veramente utili annegano in un mare di considerazioni aliene alla musica. In considerazione di quei 500 (490, Lei è escluso) che potrebbero giovarsi del mio intervento ho sopportato pazientemente. Dubito però che nel marasma di polemiche e di "spezzettamenti" (che per inciso non hanno neanche il suffisso dell'intervento moderatorio, quindi io mi trovo autore di un topic che non ho iniziato con un nome appiccicato da altri) qualcuno ci possa più capire qualcosa. Incomincio a pensare che non ne valga la pena. Cordialmente EC
  5. Veramente Filippo è stato oggetto di minacce reiterate, non il contrario. Era lui che qualcuno voleva prendere a calci nel sedere e fargli anche di peggio... Ed in quanto a mettere in ridicolo le affermazioni altrui ce n'è più d'un esempio... Vorrei fare una piccola puntualizzazione. Non sarò certo io a mettere sotto esame alcunchì. L'affermazione di dralig "non accetto lezioni da nessun chitarrista" è unica in tal senso. Nè io nè, mi pare, altri abbiamo mai rifiutato una lezione da parte di chicchessia. Ho ringraziato ogni volta che mi è stata data una informazione (cortesia che molto spesso non mi viene ricambiata) ed ho molte volte sollecitato incontri e scambi di opinioni. Questo perchè, avendo a che fare con realtà meno avvelenate di quella chitarristica italiana, ho potuto notare che è possibile mettere insieme musicisti diversi e farli parlare in un clima piacevole e disteso anche quando sono su posizioni estetiche molto diverse.
  6. Filippo!! I calci non si danno mai. Nemmeno a chi avrebbe voluto darteli. Dimostrare rispetto solo a chi lo merita è facile. Rispettare anche chi sembrerebba non meritarlo è un'operazione che ci mette al riparo dal divenire ciò che non vogliamo. Cordialmente EC
  7. Lei parla di pacchianeria come cifra iscritta nell'anima e si arroga il diritto di arbitro dello stile degli altri assumendo come metro di paragone il Suo... Se questo è il Suo stile... Disponibile a parlare di musica. Non a volgarizzare una discussione spostandola sul piano personale. Le lascio volentieri (ed a tutti i nostri astanti) tutte le considerazioni sugli stili. EC
  8. Scusate, ma in questo forum quando si va OT? Non è un flame!!
  9. Nella mia esperienza di esecutore e didatta, quello che tu dici non trova alcun riscontro. Io di segni superflui non ne conosco. Conosco l'umiltà di chi si mette al servizio della musica e, quando i segni ci sono, li interpreta. E' troppo semplicistico fare "dietrologia" ed immaginare che potremmo non averne bisogno. Il fatto è che ci sono. Il resto sono chiacchiere... Io non ho mai detto di doverla mettere al bando. Siccome sono ben conscio di essere un musicista e la mia senilità non è ancora tanto avanzata da farmi credere un musicologo, ho detto che la lascio volentieri al di fuori del mio intervento. Questo accade già nelle sale da concerto, nei saloni, ovunque si ascoltino i miei dischi. Ma qui siamo su di un forum. Lei scrive, io scrivo. Lei passa le sue illuminate intuizioni, io le mie modestissime conoscenze proprio a quei cinquecento (e più, magari qualcuno non si è iscritto e legge solo) che frequentano questo forum. Lo faccio di tanto in tanto, quando mi pare che l'argomento possa beneficiare di un mio intervento e quando sono convinto di avere informazioni utili. O non dovrei? Vede, Angelo, siamo molto diversi. Michelangeli non rifuggiva il dire pubblicamente ciò che pensava, Celibidache nemmeno (potrei continuare la mia lista). Lungi da me suggerire "assonanze" comportamentali trovate più che cercate ma mi sembra che non vi sia alcunchè di eticamente scorretto nel pubblicare le proprie convinzioni. Questo sono io. Insinuare subdolamente dubbi senza prendermi alcuna responsabilità non è nel mio stile. Parlar male delle persone alle spalle non è nel mio stile. Sminuire il talento altrui non è nel mio stile. Io dico ciò che penso. Senza mezze misure. Lo dico anche a rischio di sembrare antipatico o carente di stile a chi magari confonde quest'ultimo con l'ipocrisia o il perbenismo. No, ho sentito però due famosissimi direttori confrontarsi per quasi una intera sera sulle varie accezioni del concetto di Adagio e commentare con esempi musicali e registrazioni ciò che si deve e ciò che non si deve fare. Ho ascoltato un altro famosissimo direttore d'orchestra correggere, punto per punto, una esecuzione di un suo collega (che - questo è stile- ha ringraziato). Ho avuto la possibilità di assistere a moltissimi incontri tra grandissimi musicisti, basati (partitura alla mano) sullo scambio di opinioni. Questo mi sembra nell'ordine naturale delle cose in un ambiente sano dove l'incontro non è costantemente uno scontro. Ma chi ha mai detto il contrario. Se fossi convinto di essere l'unico latore della verità, probabilmente ora sarei in una divisione neurologica di qualche ospedale. La prego, Angelo, non mi incolli addosso una prosopopea che non ho. Io sono allibito. L'uomo è una macchina per apprendere. La pacchianeria non è una cifra dell'anima è una cifra dell'educazione ricevuta. Non si nasce "bollati". Lascio a chi legge trarre le conclusioni su questa Sua affermazione. Cordialmente EC
  10. Il lavoro del musicologo è effettivamente essenziale per qualunque interprete degno di tale nome. Avere i testi a disposizione, poter scegliere, sulla base offerta da studiosi è il passo precedente a quello vero e proprio dell'interpretazione. Fra musicisti, su di un forum specialistico, si parla di musica. La musicologia la lascio volentieri a chi se ne occupa per mestiere e lo fa molto meglio di me. In tema di interpretazione, invece, le mie idee sono abbastanza chiare e, oltre ad essere suffragate da tutto l'apparato pubblico di dischi e concerti, sono accessibili per un eventuale confronto con chi ne sappia un po' di analisi interpretativa. Non si tratta di tracotanza ne di hybris, semmai di un atto di umiltà e disponibilità. Sarebbe interessante, messo da parte il musicologo (che in sede interpretativa serve solo come riferimento esterno e che, come ha lei stesso detto in precedenza non può entrare in questioni interpretative), cosa pensa il compositore (ed il didatta) dell'interpretazione del segno. Nello specifico, elementare, dello staccato sulle ottave, dei crescendo indicati in partitura. E' Sua cognizione che dove c'è scritto staccato si suoni staccato o le risulta diversamente? Ai suoi allievi queste cose le dice o preferisce che personalizzino loro, secondo libertà e talento, il testo di un brano? Ma allora sta dicendo quello che dico io da tempo! Confesso di essere sorpreso. Voglio immaginare che non eserciti la Sua dialettica per il puro piacere di polemizzare con me. In altri topic (troppi per citarli testualmente) e per molto tempo non ho fatto altro che ripetere questa frase. Lei ci aggiunge "deplorevole", "inaccettabile" e (altrove) "mente offuscata"... Suppongo che non volesse essere offensivo nei confronti dei deplorati, inaccettati ed offuscati? Che glie ne parrebbe di assumere che nel Suo caso (e, se vuole, nel mio) i termini che stiamo usando sono un'esortazione a fare un po' di attenzione al testo? E' inaccettabile una esecuzione in cui i segni non vengano rispettati! Semplice. E' un atto di amore farlo notare a chi potrebbe suonare molto bene ed invece continua ad appoggiarsi ad una tradizione consolidata di ascolto perdendo l'occasione di diventare un grande musicista invece di restare un semplice chitarrista come tanti. Io mi domando (probabilmente con una passionalità diversa dalla Sua, io sono napoletano) chi stabilisca il limite. Se non è disattenzione cambiare la quasi totalità delle indicazioni in partitura, mi spieghi cosa lo è. L'esempio che ho scelto (la prima pagina del capriccio) è pretestuoso. Le difformità che io ho notato (ma se ne accorge chiunque conosca un poco poco la partitura in oggetto) in quelle esecuzioni che io avevo bollate come "offuscate" (!) erano talmente tante e talmente pacchiane da farmi sorgere enormi dubbi sulle capacità di lettura degli interpreti in questione. Altro che devozione ermeneutica!! Sono perfettamente in grado di distinguere un'idea originale (plausibile e contestualizzata) da un errore di lettura (solfeggio, note, indicazioni dinamiche ed agogiche). Nel caso di idea originale o di genialità (e qui in più d'uno possono testimoniare) non sono certo parco di complimenti. Anzi. Sono estremamente interessato a quella (piccola o grande) differenza che intercorre tra più interpretazioni coerenti. Grazie per il ragguaglio. Resta comunque una indicazione metronomica passata anche al vaglio del correttore di bozze, giusto? Non ho la Segoviana di Milhaud in repertorio, prometto però (appena ho un attimo di tempo) di fare ammenda di questo brano e condividere (o controbattere) la Sua percezione del tempo indicato dal compositore. Cordialmente EC
  11. Mi scusi, Angelo, ma credo di non aver capito prima (e continuare a non capire) cosa c'entri la pubblicazione dell'urtext con quelle interpretazioni che bellamente se ne infischiano di quanto scritto da MCT (Urtext o Segovia). Si sta delineando una situazione che è veramente paradossale. Lei pubblica i testi, invita alla comprensione del testo e non esorta i concertisti ad eseguire con attenzione i segni espressivi indicati? Io ho il massimo rispetto dei suoi lavori musicologici ma, in tema di utilizzo interpetativo degli stessi, mi aspetto una posizione precisa riguardo l'importanza dei segni (tutti i segni) contenuti in una edizione a stampa e nel manoscritto. Questo lo avevo capito. Lei continua ostentatamente a mescolare musicologia e interpretazione come se la prima si identificasse con la seconda. Si ostina anche a identificare la mia semplice lettura del testo ("t'amo pio bove" etc) con la mia interpretazione. Io non ho mai detto di non preferire quelli che non suonano come me. Questo lo ha detto Lei (e se ne prende la responsabilità, sa che se non sapessi che è in buona fede penserei ad una "mala lingua"?). Io ho domandato, a più riprese, senza ottenere una risposta soddisfacente, se la "libertà" di cui parla MCT, delle cui dichiarazioni Lei è stato testimone, nella sua esperienza diretta, giustifica l'attitudine di molti chitarristi di ignorare i segni grafici di interpretazione. Ripeto, in che modo uno staccato, compreso profondamente, nella musica di MCT, diventa legato? A meno che non voglia dirmi che il manoscritto della prima pagina contiene questa indicazione. Spero mi scuserà se insisto su questa pagina, è un pretesto per parlare di qualcosa che dovrebbe essere comune ad entrambi. Un testo musicale. Riassumendo, MCT faceva una distinzione tra quelli che interpretavano i suoi segni? ho capito bene? E su che base? Vuoi vedere che al buon fiorentino sarebbero piaciuti interpreti che suonavano ciò che lui si era preso la briga di scrivere con tanta cura? Certo supponendo che alcuni esecutori non avessero la "mente offuscata" (termine che da oggi entrerà a far parte del mio vocabolario al posto del politicamente scorretto "cialtrone"). Io mi domando su che base Lei valuti il grado di "offuscamento". Visto che critica me per la mia idiosincrasia per le esecuzioni che non sono attinenti al testo nemmeno per i segni più elementari (come ho già detto, solfeggio, andamento, segni dinamici ed agogici etc). Ma perchè, Lei è convinto che Milhaud non sapesse cosa scriveva? Non era in grado di indicare con una certa approssimazione neanche l'andamento della sua propria musica? Saluti EC
  12. Caro Alfredo, la graduatoria dell'importanza dei segni, chi dovrebbe farla? A me, per esperienza, servono tutti, ma proprio tutti quelli che sono segnati in partitura. Potresti farmi un esempio, nella pagina appena citata, di quali segni ritieni superflui? Mi potresti anche dire in che modo un impoverimento del testo dovrebbe portare un esecutore ad una migliore comprensione dello stesso? Molti compositori, anche quelli molto dotati strumentalmente, compongono per uno strumento virtuale che esiste innanzitutto nella propria testa. Non conosco nessun compositore che scrive opere sinfoniche in grado di suonare tutti gli strumenti dell'orchestra. Ciononostante chi compone (se lo sa fare) è perfettamente in grado di scrivere musica strumentalmente attinente. Roberto De Simone, autore che (credo) non ha bisogno di introduzione, rispose al mio "sconcerto" circa la perfetta suonabilità del suo "I Racconti di Mamma Orca" con ingenuo candore: "Beh, sai Catemario, la parte di chitarra nella mia testa suona chitarra..." La precisazione di dralig, va a margine delle mie considerazioni circa la interpretazione del segno (sostituire un segno grafico con un suono, comprendere il significato del sistema di segni per restituire un'idea musicale). Considerazioni, queste semiologiche, assai secondarie (o perlomeno da affrontare in un momento successivo) rispetto alla semplice lettura del testo. Le considerazioni di tipo estetico-musicologico pongono l'ulteriore problema dello stile. Ma non vedo come possano giustificare la non osservanza di quanto scritto dal compositore. In parole povere, se il compositore scrive sostenuto e pomposo, ff, accentuato, ottave staccate, diminuendo, due accordi marcato e due ancora accentuati e poi una successione ascendente di arpeggi associata an un mf crescendo etc etc, su quali basi (di comune comprensione, non una semplice dissertazione autoreferenziale) la non osservanza dei semplicissimi segni della partitura dovrebbe significare una più corretta interpretazione? In che modo comprendere un segno (che so, mettiamo lo staccato) profondamente, dovrebbe portarmi alla convinzione che il compositore voleva invece un marcato o un legato? Mi faccia capire, vuole dire che MCT incoraggiava i chitarristi ad infischiarsene (mi consenta la parafrasi del suo "lasciare massima libertà") di quanto lui stesso scriveva in partitura? Ha conoscenza di altri compositori che la pensavano in maniera analoga? che so anche Henze, Britten, Walton o per andare un po' più indietro nel tempo, magari, Turina? Sa, io ho usato l'esempio della prima pagina del capriccio per analizzare lo scostamento dal testo (e la mia relativa inclinazione a definirla cialtronaggine) di molti presunti interpreti. Ho ascoltato, a sostegno della mancanza di attenzione al testo, le teorie più pittoresche (più o meno sacrosantamente basate sulla candida affermazione di libertà). Il trattamento tributato al buon MCT non è una eccezione. Mi è capitato di ascoltare "operazioni" analoghe su Walton, Henze, Ginastera, ma anche Sor, Giuliani... La musica di Milhaud io proverei a farla al tempo suggerito da Milhaud. Convinto che, probabilmente, sapesse cosa faceva e possedesse un metronomo e fosse conscio della "scala" che vuole un allegro più rapido di un Andante. Al di là della sua sensazione sulla semicomicità del risultato, è in possesso di informazioni che portino a credere che Milhaud si sia sbagliato? O che, mi correggo, volesse indicare un tempo diverso da quello da lui effettivamente indicato in partitura? Cordialità EC
  13. Nessuna parte del testo può a nessun titolo essere classificata come plusvalore. Qui, su di un forum specialistico, dei professionisti discutono del significato di questi segni. Ognuno di questi è importante. Tutti concorrono ad una comprensione profonda del testo. Tu (fortunato compositore in cammino invece che sventurato esecutore) sei di avviso opposto? Non trovi che la mancanza di attenzione ai segni, tutti i segni (a meno che non stiamo parlando di musica infantile o popolare), sia poco desiderabilei? cordialmente EC
  14. Eppure, Castelnuovo Tedesco che sapeva benissimo usare la parola accellerando (non serve che faccia la lista già alla fine della pagina c'è uno stringendo, ad esempio) non la usa in quelle ottave iniziali. Non solo, scrive espressamente staccato e diminuendo. Ottave discendenti staccato, arpeggio ascendente legato. Hai mai provato ad eseguire tutta la parte introduttiva esattamente come sta scritta? vedrai che il contrasto con la seconda idea (la cavatina) dal carattere lirico ne risulterà probabilmente ancora più incisiva. Quando ho usato provocatoriamente la parafrasi del Carducci ("T'odio empia vacca" non è uguale a "T'amo pio bove") mi riferivo proprio a questo. Io ho visto, nella mia carriera, un grande sfoggio di "personalità". Un uso smodato della parola "originalità" o "libertà" che nascondeva troppo spesso (non è certamente il tuo caso) la più completa ignoranza anche delle conoscenze più elementari del testo. Decidere di operare dei cambiamenti è, per un interpete serio, una cosa molto seria. In passato ho definito questa "ignoranza consolidata e fiera del suo operare": cialtroneria. Non sono mai riuscito a trovare una parola che meglio esprima il disagio che provo quando un testo viene bellamente stravolto. Per continuare nella nostra "favoletta" (così dralig non mi critica) sul Capriccio Diabolico, il modulo iniziale (ottave discendenti e arpeggio ascendente) viene riproposto due volte in un climax ascendente. La prima volta in re minore cominciando con l'ottava di la, la seconda volta in sol minore cominciando però una quarta sopra (ottava di re) per poi arrivare alla sezione di accordi ripetuti su di un modello molto più piccolo (solo quattro note) che presenta subito una mutazione. Si comincia con un do maggiore, poi si modula a mi bemolle maggiore e si presenta la prima idea accessoria. Quanti rispettano l'associazione primaria (ascendente/crescendo) e usano una dinamica a terrazze per connotare i due moduli (attava di la/su re minore - attava di re/su sol minore)? Sempre su questo cammino, il primo accordo del modulo (quattro battute/semifrase) è sempre un accentuato così come il terzo accordo della seconda battuta. Gli altri accordi sono presentati con un bel segno di marcato. Quante esecuzioni conosci con un suono diverso per i due segni (diversi) espressivi? La parte di arpeggi ascendenti contiene invece l'unica indicazione crescendo. Il secondo periodo comincia con una ripetizione ossessiva dello stesso frammento con l'indicazione di carattere F deciso. Il disegno ritmico è costante, tre crome staccate poi un accordo con un accento. Questo fino alle ultime quattro prima del 4/4. Di queste quattro crome la prima ha un accento (ancora!) e le altre nulla. L'indicazione su queste ultime tre crome è trattenuto. Questi tre accordi vengono usati per modulare. Stiamo approdando ad un'area di grande interesse, mi bemolle maggiore (II grado abbassato) per introdurre un frammento tematico della sezione successiva (il tema lirico che giustamente facevi notare) "meno mosso più dolce", mf, espressivo quasi recitativo, crescendo e poi diminuendo, poi sol minore con la terza al basso per risolvere attraverso una dominante discreta, appena presentita, al secondo tema ancora una volta presentato in tonica. Ora, questa rapida descrizione del materiale (parte!) della prima pagina dovrebbe servire ad un buon interprete a cercare il significato profondo che sicuramente era chiaro (questa è la premessa della musica classica, negando questa premessa non possiamo definirla tale) al compositore. Il compositore sapeva (eccome) dove mettere gli accenti, dove suggerire maggiore tensione e dove risolvere questa tensione. Forse nell'uso dello staccato delle ottave discendenti del primo modulo c'è una precisa volontà di togliere perso, alleggerire (confermato anche dal diminuendo) la tensione drammatica, suggerire la pompa con cui il grande virtuoso si presenta in pubblico. In questo la dedica "Omaggio a Paganini" dovrebbe essere illuminante. Il grande virtuoso non ha fretta, assapora ogni singola ottava ben sapendo l'effetto che esse produrrano sul pubblico. Cominciare con un rubato non scritto toglie probabilmente forza a quelle aree dove invece il rubato è richiesto dal compositore. Ora, io non dico che suonare esattamente come è scritto sia l'unico modo di restituire con la debita espressività il testo del compositore, però è sicuramente il modo più onesto di capire cosa quel compositore voleva. Negare questo processo cognitivo (analisi interpretativa) in base a teorie più o meno autoreferenziate io lo chiamo cialtroneria. Offrire alternative che parlino dell'interprete in misura uguale (o maggiore) di quanto non parlino del compositore è un'operazione senz'altro lecita che però mette l'interprete nella scomoda posizione di trovare un'alternativa "all'altezza" di quella suggerita dal compositore. Ai miei allievi faccio notare che i compositori che studiano sono, per lo più, già passati alla storia ed il loro talento è cosa risaputa ed indiscussa... di provare quindi ad eseguire il testo così com'è, provando ad estrarre tutte le informazioni di cui sono capaci per rendere "vera" e coinvolgente la loro esecuzione. Voglio scusarmi in anticipo se a qualcuno puo essere sembrato che voglio salire in cattedra. Non è questa la sede. Per una lezione seria c'è l'Accademia di Firenze o quella di Salisburgo. Cordialmente EC
  15. Ma quali accuse!! Suvvia! Ho chiesto, senza dare del cialtrone o del beota o dell'imbecille a Cristiano se esisteva un qualche pericolo di rivivere una situazione che abbiamo già vista. Non vedo come si possa considerare offensiva una domanda. Rispondeva pubblicamente di no, magari faceva una battuta ironica (se ne è capace) e la cosa finiva lì. Vi giuro che mi sento alle elementari. O peggio a Porta a Porta ad uno scambio di amenità (ooohh!) tra Sgarbi e Cecchi paone (io faccio Sgarbi naturalmente ).
  16. Per una volta siamo d'accordo sulla sostanza. Non credo che le nostre posizioni, su questo specifico, siano mai state molto dissimili. Saper parlare e saper intendere le parole attiene alla parola ed al ragionamento. Saper ragionare di musica, però, non vuol dire saperla fare o saperla insegnare. I discorsi intorno alla musica non possono in nessun modo sostituire la musica perchè non lo sono. Da qualche tempo un certo numero di "pedagoghi puri" (per citare il mio caro Neuhaus) ha cominciato a far trapelare la convinzione che per essere un buon pedagogo non ci sia alcun bisogno di essere uno strumentista, non dico ottimo, ma neanche appena decente. Ora, non so cosa ne pensi Lei, Angelo, a riguardo, però a me la cosa lascia non pochi dubbi. Ho anche sentito ripetere fino allo sfinimento la manfrina che un grande concertista solo di rado è un buon pedagogo. La cosa è falsa. Delle Vigne, Widmer, Widman, Ricci, Tsutsumi, Wibaut, Althoff, Dorenski, Battaglia, Amoyal (solo per citare a braccio alcuni dei miei colleghi alla SommerAkademie di Salisburgo) sono dei formidabili strumentisti, dei concertisti (la loro attività concertistica gli permette di vivere anche con un certo agio) e degli ottimi pedagoghi (ho ascoltato le loro lezioni e la quantità di ottimi strumentisti che escono dai loro corsi è davvero impressionante). Questo non significa necessariamente sminuire il lavoro di chi non ha raggiunto questi livelli. C'è chi fa ottime cose. Magari però, dando un'occhiatina in un ambito un po' più internazionale e non limitato alla chitarra, si riesce ad avere una visione un po' più ampia e restituire una dimensione più realistica alle realtà locali (ci sono realtà all'estero che hanno un livello incredibilmente alto: RAM, Bloomington, Belgrado, Leipsig etc che possono contare su staff altamente professionali sia per il precollege, che per gli studi superiori e di perfezionamento). Ora io non trovo corretto (anche se in parte ne capisco le motivazioni) insinuare dubbi in maniera sistematica sull'operato di chi la musica la fa. Non capisco neanche l'esigenza di stabilire in continuazione una gerarchia. Chi la musica la fa, evidentemente la può fare ed è felice così. Chi ha scelto altri modi di servire la musica è padrone e responsabile delle sue scelte. Personalmente ho scelto di fare musica suonata più che parlata, mi piace quello che faccio. Per una questione di profondo rispetto del mio interlocutore e delle sue conoscenze, quando posso, preferisco intavolare una discussione musicale basandola sulla lettura del testo e sulla sua interpretazione/esecuzione. Fra musicisti questa è una realtà ovvia che non ha bisogno di spiegazioni. Cordialmente EC Non mi scaldo, mi adeguo. In un altro topic per aver dato del "cialtrone" ad alcune esecuzioni (con evidenti errori di solfeggio, un fraseggio che se ne infischiava bellamente delle indicazioni del compositore, suono piatto e sciatto, dinamiche approssimative o improvvisate etc) sono stato oggetto in maniera anche personale ed offensiva di ogni tipo di argomentazione pseudo formale. Porqueddu, Selvafiorita, dralig (ma anche altri) si sono sentiti in dovere di farmi il "moralino" a prescindere dal fatto che loro alle eliminatorie del concorso di cui stavo parlando non c'erano. Partiture alla mano, avrebbe potuto diventare una discussione interessante: chi mi spiega, ad esempio, perchè le ottave discendenti dell'inizio del capriccio diabolico se vengono suonate accellerando e legato invece che- come indicato in partitura- "sostenuto e pomposo" e staccato non debbano essere considerate cialtrone? Ma c'era poco da inventare, dare del cialtrone ad una esecuzione era ingiurioso della persona che quella esecuzione aveva prodotto. OK, messaggio ricevuto. Oggi, invece, dire scemenze ed essere scemi è altro? Porqueddu, può darmi dello scemo e del "castrone" con buona pace di tutti? La mancanza di rispetto è lo stile di questo forum? in tal caso, temo di non potermi adeguare come hanno già fatto gli altri 500... Molto calmo EC
  17. Se è per questo, con buona pace dei grandi compositori da Lei citati, Angelo, ce ne sono una enorme quantità di completamente e meritatamente sconosciuti che, probabilmente, tali rimarranno anche a fronte di un lavoro di recupero musicologico che talvolta non va al di là dell'operazione commerciale. Magari potremmo fare una lista anche degli esecutori che una traccia infinitesimale l'hanno lasciata: Busoni (grande interprete oltre che compositore), Liszt (idem), Longo, Neuhaus, Gilels, Lipatti, Enescu,Oistrak, Heifez, Milstein, Segovia... I giudizi di alcuni di essi su presunti colleghi e presunte superiorità non è stato certo tenero. L'arroganza notata all'inizio è evidentemente una scelta ponderata, una filosofia. Se non causa imbarazzo a te, tanto meglio per te. Questa è casa tua. Non mia! Al momento io non ti ho ancora dato dell'imbecille, del cialtrone e del beota e non intendo farlo. Se nella mia "scemenza e castroneria" non sono in grado di rintracciare un messaggio è probabilmente colpa (oltre che della mia stupidità) della mia ignoranza. L'arroganza della risposta e la sgridata mi fanno temere per le tue doti di didatta. Se a me, che non conosco o non frequento abbastanza il tuo forum, dai dello scemo, ad un allievo a cui devi ripetere un consiglio, che fai, gli spari? Io temo che si scontrino due mondi inconciliabili. Io non riesco a scindere la persona reale da quella che scrive sul forum. Io sono veramente ciò che scrivo. La mia attività non è marginale a questo forum. Semmai il contrario (anche perchè con la mia attività io ci vivo). Ti ringrazio della cortesia usatami nel permettere a me ed alle persone che mi conoscono di parlare di me nel tuo spazio. Ti pregherei di avere un minimo di indulgenza nei confronti della mia persona e non immaginare sempre "a priori" che sia in guerra con te o con questo forum. Ho notato una sparizione, l'ho fatto notare, ho fatto notare quella che a me sembrava una discrepanza e l'ho associata ad una esperienza che fa parte del nostro passato. Avresti potuto rassicurarmi dicendomi che le mie impressioni erano campate in aria e che non vi era fondamento alcuno nei miei timori e scusarti del fatto che io abbia potuto avere una percezione così distorta della realtà. Io avrei pensato che che la libertà e la disponibilità di cui tanto si parla non sono solo sulla carta ma corrispondono ad un preciso intento etico ancor prima che formale. In altre parole mi sarei reso conto che sei un "signore". Darmi dello scemo o del "castrone" (permettimi la licenza) ti fa sentire meglio? Questo è il tuo stile? Vado a studiare Giuliani e Bacarisse, con buona pace di chi lascia tracce ( e che tracce) e chi, come me, no! Cordialità EC
  18. Il fatto che non abbia capito come funziona il sistema del forum, Edoardo, non ti autorizza a dire scemenze. Pubblicamente, peraltro. Prendi visione del messaggio in risposta alla domanda posta da Filippo (che invece ha postato nell'area corretta il suo dubbio): http://www.cristianoporqueddu.it/forumchitarraclassica/viewtopic.php?p=18578#18578 Quando un thread di un Forum specialistico come questo introduce un tema Off-Topic ma molto interessante è norma dei gestori spezzare l'argomento in un nuovo thread per consentire la consultazione e la ricerca in maniera più rapida. Per ritrovare il messaggio usate la funzione "Ultimi Messaggi" dal menù a sinistra Portale e tutto, per magia, sarà più chiaro: http://www.cristianoporqueddu.com/public/recent.php Capisco ed accetto la lezione da chi di scemenze ne sa certo più di me. Suppongo che Porqueddu volesse dire che non si sente assolutamente simile a Delcamp e che la sua fosse una dichiarazione di libertà. Che poi si sia espresso dandomi dello "scemo" è forse una dimostrazione del suo concetto di libertà. In più d'uno, come me, si perdono nei meandri della logica con cui i messaggi vengono classificati (e finiscono OT) in questo forum. Logica che, per quanto mi riguarda, resta un mistero. Un moderatore o un amministratore che rispondono con arroganza e supponenza non dovrebbero moderare nè amministrare. Se un topic viene spostato, se ne da pubblica notizia contestualmente. Se non è stato fatto in maniera tempestiva, si chiede scusa a quanti in qualche modo hanno percepito modi da polizia segreta. Voi che siete tanto attenti alle questioni formali, proprio voi non dovreste cadere in gaffes così pacchiane. Scusate ma non capisco perchè unicamente il topic di Filippo, senza darne notizia nel 3d in questione (perchè mai io, che sono scemo, dovrei andare a cercare quanto è stato sottratto alla mia attenzione altrove dovendo imparare preventivamente i luoghi giusti dove domandare e ricevere risposte?), nè perchè spezzarlo inserendo un titolo qualunque che non contenga neanche un prefisso (o suffisso) che denoti l'intervento moderatorio. Questo senza voler entrare nei criteri di moderazione che questo staff applica. Sotto il tetto di un padrone di casa vigono le regole di quel padrone. Nulla da dire. Un minimo di attenzione agli astanti ed un po' di civile rispetto mi sembrano comunque una richiesta minima. Sono totalmente d'accordo. Chi non suona (e studia o ricerca o compone o, talvolta, solo parla), vieppiù, non è in condizioni di guardare chi suona con atteggiamento di superiorità. Anzi, in genere, se è onesto, lavora a favore di chi suona ed (implicitamente) di chi ascolta. Si tratta di restituire con mutua comprensione i rispettivi meriti. E' una questione di onestà intellettuale. In quanto alle lezioni che ci impartisce la vita, un antico detto napoletano recita più o meno le parole del Maestro Gilardino: "nun te fa maje masto dint' a vita..." (non supporre di essere esempio di maestria ineguagliabile nella vita...). E' una questione di puro buonsenso. L'unico modo di dirlo senza rischiare di cadere nella "presunzione di maestria" è (a mio avviso) riportarlo come esempio di saggezza popolare. Diversamente rischia di sembrare un "delirio egotistico".
  19. Avevo visto questo post di Filippo anche nel topic inerente il LAGQ. Poi non l'ho più visto. Porqueddu sta mettendo forse in pratica i metodi che abbiamo già sperimentato su Delcamp? Facciamo scomparire i messaggi in base ad una "moderazione silenziosa"? Per quanto riguarda il tuo dubbio, ti consiglio di leggere il libro "L'arte del pianoforte" e "Riflessioni, memorie, diari" di Heinrich Neuhaus. Vi è un'interessante dissertazione sui "pedagoghi puri", sulla differenza tra analisi musicologica (e sua utilità) ed analisi interpretativa. C'è anche una graziosa dissertazione sui concorsi pianistici. Assolutamente imperdibile.
  20. Ma ci mancherebbe altro! La cosa deve assolutamente rimanere su toni di reciproca civiltà, pena l'impossibilità di qualunque argomentazione. Che poi, su questo forum, ci sia la tendenza a polemizzare più spesso su elementi formali che di contenuto, non è la prima volta che me lo senti dire e (ahimè vista anche la presente conversazione) probabilmente neanche l'ultima. Io parlo del video e di quello che mi ha restituito a livello emozionale. Mi è sembrato di cogliere da più d'uno, commenti circa il "diritto" intellettuale ad esistere del LAGQ in spregio ai risultati ottenuti in una ventennale carriera (centinaia di concerti, critiche entusiastiche, dischi, Grammy etc). Hanno influenzato, con il loro modo di suonare, una intera generazione di chitarristi. Negare i risultati artistici e "pratici" sulla scorta delle proprie uniche autoreferenziate convinzioni estetiche è pericoloso. E' ingiusto definire "accozzaglia" un lavoro di arrangiamento artigianalmente ben fatto, è irrispettoso (ancorchè insipido) definire "volgare imitazione" un pensiero musicale coerente presentato con onestà (sono un quartetto di chitarre, non d'archi, vestiti in maniera informale che presenta in maniera informale un brano estremamente godibile). Le chiacchiere che possiamo amenamente fare qui su questo forum fra amici, non scalfiranno minimamente (evvivadio!) la solida reputazione del LAGQ. Applicare parametri musicologici rigorosamente "classici" a chi invece ha fatto coerentemente da molti anni una scelta di segno opposto è un'operazione ottusa. Così come lo è pretendere che tutti quelli che non suonano le opere che noi reputiamo "degne" scompaiano dalla faccia della terra (questo non è ottuso, è pericoloso). Dal canto mio, come interprete, come direttore artistico e come maestro cerco di essere coerente con la cifra che ho scelto. Il pubblico è importantissimo. Mi domando solo come mai a fare pubblica esibizione di superiorità intellettuale in spregio ai risultati "numerici" sia sempre chi questo tipo di risultati non li ha mai ottenuti. Il video del LAGQ mi ha divertito. Grazie Butt!
  21. Gesù, Cristiano, io ho detto che mi piace il video. Mi sono divertito. Successivamente, ho aggiunto qualcosina in più circa ciò che io penso della loro esecuzione (so anche perchè mi piace) e di talune critiche, a mio avviso, gratuite. Comparare la loro performance ad un concerto per violino ed orchestra è un'operazione inutile (se in buona fede) o gretta (se in mala fede). Suonano molto bene, hanno fatto un arrangiamento originale, il pubblico ha gradito (un fatto), hanno vinto un Grammy (altro fatto), hanno una carriera alle spalle più che ventennale (altro fatto) e chi li critica adducendo argomentazioni pseudo accademiche, se vuole essere credibile, dovrebbe farlo argomentando partitura alla mano. Spiegando perchè ciò che hanno fatto è uno scempio e perchè quelli che, come me, si sono divertiti dovrebbero vergognarsi... Perchè, tu come le chiameresti? Prendono il canone e ne fanno una versione reggae, country, hip hop etc per finire con una rumba. Te ne eri accorto? Quanto alle chiacchiere da bar, sono importantissime (quando non sono vestite di accademia). Prova a chiederlo il lunedì mattina a qualunque tifoso di calcio... Se anche tu avessi vinto un Grammy, accetterei la tua obiezione con gratitudine. In buon ordine considererei la tua argomentazione "definitiva". Probabilmente mi sentirei anche un po' qualunquista. Intanto che ciò non accade, permettimi di considerare la tua posizione molto più qualunquista della mia. Supporre che ci sia qualcuno che ha lo stesso numero di conoscenze per argomentare differentemente non è come argomentare. E' un po' come quando da bambini si ricorreva al "ora chiamo mio fratello maggiore e ti faccio picchiare". Ancora una volta mi trovo a polemizzare su questioni formali. Quando finirà?
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