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monch

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  1. Ah... parole sante! Spesso quando sento parlare un "maestro" con queste parole non posso fare a meno di ricordare di quanto effettivamente conti l'insegnante nello sviluppo (in senso più ampio del termine) di un chitarrista, e quanta responsabilità un bravo insegnante si dovrebbe sempre sentire dentro. Non basta avere un potenziale, non basta affatto, l'insegnante (parlo sopratutto dei primi anni) ha davvero un ruolo decisivo, addirittura potrei dire che tanti bravi chitarristi e concertisti sono tali perchè hanno trovato gli insegnanti giusti e tanti magari molto dotati, non lo sono perchè viceversa non lo hanno trovato. Poi certo ci sono le eccezioni, i cosidetti "geni", ma sono casi a parte. Tutto questo senza assolutamente nella togliere a chi la fortuna ce l'ha dentro di se, ovvero che aveva la capacità propria di capire chi era un insegnante bravo e la forza di aver fatto sacrifici enormi per seguirli. Ma forse la parte più difficile è la prima.
  2. Non credo di aver mancato di rispetto a nessuno, ho solo voluto fare una distinzione ed esprimere il mio pensiero, non ho dato valenza negativa assoluta al M° Yamashita, dico che a mio parere spinge molto anche nella scelta dei brani sul suo essere virtuoso, forse non dico il vero? Parliamo di concertisti ad altissimi livello e non ho risposto per difendere un Micheli che non ne ha bisogno ma per puntualizzare un mio pensiero che va al di la dei nomi, ho scelto Micheli perchè è l'artista che meglio conosco tra i citati. Spero vivamente sia arrivato anche il significato del messaggio e che l'attenzione non sia stata posta solo sui nomi citati, altrimenti torniamo al discorso iniziale che si focalizza sulla cornice e non sul paesaggio. Non era un attacco nei suoi confronti ripeto che capisco l'uso dei paragoni per chiarire un pensiero. Mi sono probabilmente epresso male. Quello che non capisco era l'esempio specifico e se legge anche più avanti credo di portare a termine di spiegare il mio pensiero usando io stesso un paragone quindi cercando con lei un dialogo, non trova?
  3. Non capisco (riferimento ai post di Dralig) questa consuetudine di prendere esempi dai più disparati settori ed applicarli al mondo chitarristico, sicuramente serve a visualizzare il proprio concetto con maggiore chiarezza ma non credo sia così realmente applicabilea a livello reale, o perlomeno non sempre. Comunque stiamo al gioco: certo è verissimo che i poeti non parlano di grammatica, ma se proprio vogliamo fare il paragone con musicisti potremmo dire che nemmeno i musicisti discorrono del valore di una croma. La grammatica è immota, una croma è e sempre avrà lo stesso valore, la tecnica può essere in continuo movimento, come l'introduzione di scale a tre dita, come per l'appunto come si diceva nel post della sonata di paganini il trasporto di tecniche simili al violino, o altro. Gli scrittori discorrono di "stili" forse questo è più simile alla tecnica. Certo si può dire che non è l'argomento più interessante e credo sia raro sentire concertisti che discutono di tecnica, ma non lo trovo per niente sbagliato se capita e sopratutto se serve. Credo fermamente che tutti possono apprendere da tutti e non si arriva mai al livello in cui niente può migliorarci, o comunqe credo sia rarissimo e sicuramente limitativo e forse presuntuoso. Anche un concertista finito può aggiungere al proprio bagaglio tecnico una cosa nuova e quindi perchè no? Riferito al post del M° Diodovich. Io credo che occorre differenziare tra uno Yamashita e un Micheli, e scindere anche da chi si vuole imporre principalmenter per il proprio virtuosismo e viceversa chi vuole proporsi con altre doti più musicali e spostare l'attenzione in chi vede in un Micheli il virtuosismo come punto principale e non coglie invece il suo bellissimo fraseggio, l'aiuto della riscoperta di pezzi originali e tanto altro. Rispetto tutti i pareri per carità ma prendere il M° Micheli come esempio di virtuosismo sia peccare (a mio modestissimo avviso) di scarsa sensibilità musicale. Io stesso da piccolo, ignaro ed ingnorante, sentivo un Williams e mi impressionavo per la tecnica, però poi sentivo un Segovia e mi innamoravo. La crescita personale è per appunto personale, il punto di vista esterno deve essere ben distinto dal volere dell'artista. Crescendo vedo Williams in maniera diversa e capisco che sono io ad essere cambiato non lui. Distinguiamo quindi tra ciò che vuole esprimere l'artista da ciò che qualcuno può attribuirgli.
  4. Edizione S. 8494 Z. l'intavolatura non ho ancora avuto modo di procurarmela, nn saprei nemmeno dove cercarce ad essere sincero. Comunqe questo pezzo l'ho trovato in una raccolta della Zerboni di opere per liuto. Non so se da questi pochi dati riesci ad avere un riferimento preciso.
  5. C'è anche da valutare la chitarra che si suona, la mia è si un'esacorde ma è una chitarra molto particolare e la profondità dei bassi è tale da non sminuire minimamente la loro parte. Suonavo questo pezzo senza, poi il mio insegnante mi ha chiesto un'esecuzione con capotasto, abbiamo entrambi percepito un miglioramento armonico generale con capotasto in seconda posizione. Pietro P. B. concordo che non è un compositore profondo come un Dowland, ma a volte è proprio da questi compositori che nascono piccoli pezzi, che magari di struttura armonica non sono (sopratutto agli occhi di un compositore esperto) gran che, ma che nascondono per chi le vede e se le sente dentro frasi di bellezza inaspettata. Correggetemi se sbaglio ma a volte la musica, soprattutto quella di questa fattura, va letta certo, ma quello che c'è scritto è solo il 50% di quello che in realtà contiente. Ho spessissimo ascoltato pezzi liutistici eseguiti per chitarra, che risultano mortalmente noiosi perchè mancano di fraseggio e interpretazione, perchè nn viene scoperto nulla di quanto chiunque possa leggere meccenicamente sullo spartito. Poi acquisto lo spartito dello stesso e non vedo questa noia, vedo un mondo sommerso di colori e sonorità. Non essendo un chitarrista di esperienza ne avendo la cultura necessaria, devo poi parlarne con un buon maestro per collocare e capire quanto di tutto quello che sento e vedo rientra nella filologia del pezzo. Dico solo questo perchè nn sono una persona incline a catalogare autori come leggeri e non leggeri, certo si può fare, ma in questa maniera si rischia di sminuire anche il lavoro degli stessi che invece a volte va solo valorizzato. Anche su questo vorrei sapere come la pensate. Grazie
  6. Ah ecco. Mai visto nessuno gestire un forum così bene e con una presenza così efficace. Dato che non capita spesso ne approfitto per farti i complimenti per questo forum che stà diventando sempre più un punto di riferimento per tutti i chitarristi.
  7. Io come titolo del mio post lo leggo l'autore ora che ci faccio caso. Voi no?
  8. Scusate l'ho scritto nella descrizione ma non è uscito, uso mac e a volte non è compatibilissimo sembra. Pietro Paulo Borrono da Milano
  9. Tra i pezzi del suo genere è uno dei miei preferiti e lo suono sempre con rinnovato entusiasmo. Ho preferenza di suonarlo con il capotasto per ottenere il suono più liutistico. Se pur ho discusso più volte con il mio insegnante il pezzo vorrei approfondire sentento il vostro parere su pezzi liutistici come questo (se non questo in particolare). Non ho molta esperienza di questo repertorio. Dubbi come: - La durata delle note se è stato scritto per liuto alcune note erano evidentemente destinate a non durare per tutto il loro valore, parlo ad esempio delle legature di portamento, anche se sulla carta sono state scritte, e quindi come interpretarle? - Io adopero un fraseggio molto deciso e marcato, spezzando molto le frasi sia in dinamica del suono che in velocità, cosa ne pensate? - Polifonia e cambi timbrici. - L'accorod finale che spesso liutisticamento veniva spezzato e arpeggiato, suggerimenti? Grazie
  10. Certo è che riguarda una coordinazione che per la tecnica tradizionale è nuova e va studiata come tale. Riprendendo questa suonata ne approfitterò. Ora ho grazie a tutti voi le idee più chiare, studiare un pezzo in maniera approfondita, tenendo conto ti tutti gli aspetti possibili anche e sopratutto delle parti "in ombra", è una cosa che trovo entusiasmante, mi fa sempre sentire come un bambino il giorno di natale! Si sa ogni persona ha le sue piccole perversioni
  11. Ho visto un chitarrista (tra l'altro presente sul forum) dal vivo suonare (non ricordo più cosa) con questa tecnica e in effetti mi ha molto impressionato, anche a livello visivo è incredibile da vedere.
  12. D'accordo anch'io. Il digiuno dal mondo di tanto in tanto è la più salutare delle pratiche a mio parere.
  13. Innanzitutto voglio ringraziarvi, sopratutto il "riflessivo" dralig (che con questo nick la sua "riflessione" prende anche forma, anzi nome), siete sempre preziosi e disponibili. Ne approfitto: Ho sentito varie interpretazioni, la maggior parte delle volte eseguite a velocità davvero sostenute. Certo parliamo di paganini che è un virtuoso, ma non solo ed (in attesa di reperire le indicazioni "originali") essendo una sonata, dopo aver riflettuto sulle parole di dralig, mi viene da pensare che la strada più interessante e giusta sarebbe sacrificare un pò di virtuosismo che comunque abbonda in moltissime parti del pezzo nelle quali ci si può sfogare e, invece della caccia alla polifonia inesistente, fraseggiare molto. Cosa ne pensate? Insomma mi sembra davvero uno spreco leggere questo pezzo come un pezzo virtuoso e (quasi) basta, io ci leggo moltissime frasi bellissime che stuzzicano le dita, moltissime scale dove si può giocare con meno rigore e melodie da sviluppare con intensità maggiore.
  14. Grazie Cristiano sempre presente e gentile
  15. Salve a tutti, stò riprendendo questa sonata che avevo studiato da piccino, ora con il senno del poi volevo riprenderla con più testa, potreste consigliarmi buone edizioni? Oltre a questo, suggerimenti utili dal punto di vista interpretativo? Articoli scritti? Approfondimenti? Tutto ciò che sapete di questa sonata o che sapete si può reperire. Grazie. M
  16. monch

    Erasmus

    Ciao Frédéric. Hai ragione. Ma in alcuni casi mi è stato riferito che sono stati accettati anche alunni che frequentano io vecchio corso ordinamentale, periodo superiore (9° o 10° anno). Farò sapere a breve perché un mio alunno, che ha continuato il vecchio corso perché iscritto all'Università, ha fatto domanda per il progetto Erasmus. L Confermo ho conoscenze dirette che ne hanno usufruito pur non essendo iscritti al nuovo ordinamento triennio o biennio.
  17. Ciao monch. Non sono completamente d'accordo con quello che tu dici. La differenza tra un mp3 anche codificato a 320 kbps (se parliamo di iTunes, è il massimo che consente) ed un file a 44.1 KHz 16bit (giusto per dire lo standard CD) io la percepisco abbastanza bene. Come mia seconda attività sono ingegnere del suono (anche se ora molto sporadicamente) e ho registrato circa un centinaio di CD, oltre a collaborazioni varie (cito fra tutte quella che mi portò a realizzare gli effetti speciali usati da R.Muti per il Flauto Magico che inaugrò la stagione del Teatro alla Scala nel '95). Come cuffia uso una Stax elettrostatica che costa circa 1500 euro, collegata ad un impianto che non sto a descriverti ma che costa svariati milioni di vecchie lirette! Per non parlare del fatto che con ProTools oramai lavoro solo a 96 KHz 24 bit. La differenza, sopratutto se devi fare un qualsiasi prosessamento, è molto consistente! Ti dirò di più, noto una piccola differenza anche tra il codificatore di iTunes e quello di ProTools, se usati allo stesso 320 kbps. Certo dipende anche dal genere di musica che si ascolta e dove lo si ascolta. Con l'iPod ascolto musica nei posti più impensati, e devo dirti che non faccio molto caso alla qualità del suono. Se sto nel mio studio però l'iPod non lo prendo proprio in considerazione. Concordo pienamente con te quando dici che usando cuffie migliori, anche con l'iPod si ottengono risultati apprezzabilissimi. Un saluto, L Sicuramente l'acolto di un brano su un impianto sofisticato può scavare così a fondo da sentire davvero la differenza, un compressore per quanto buono è pur sempre un compressore e come tale deve togliere qualcosa per far diminuire il peso del file. Leggendo cosa hai scritto è chiaro che le nostre premesse sono diverse, io mi riferivo ad un buon ascolto tu ti riferivi ad un ascolto professionale. Con un buon impianto e buone casse (nulla di professinale) non credo che un orecchio normale colga davvero tante differenze tra un buon mp3 e un brano da cd audio, poi ovvio dipende dal genere di musica (come giustamente dici) e soprattutto da come è stato inciso. Se mi parli di incisioni fatte a regola d'arte ad un'orchestra intera, ascoltato il tutto su un super impianto con casse acustiche ad alta fedeltà... beh certo concordo con te appieno, la differenza si sente eccome, ma se ascoltiamo gli U2 tutto sommato può andare bene! A parte gli scherzi concordo con quello che scrivi Lucio.
  18. Il formato Mp3 se ben fatto ha una qualità assolutamente altissima. La qualità di riproduzione del suono degli mp3 player ho recentemente scoperto che non è dovuto al player stesso quanto alle cuffie. La rivista applicando se non erro testava vari modelli apple e non, con risultati diversi con le cuffie in dotazione ed assolutamente identici con un'unica cuffia testata su tutti i modelli. Quindi se siete amanti del suono di qualità, prendetevi un qualsiasi mp3 player di fascia anche media ed investite i soldini nelle cuffie, le migliori sono quelle fatte a cono che si inseriscono dentro all'orecchio. L'unica pecca è che hanno prezzi stratosferici ma la qualità si sente e quindi si paga anche. Poi se vi fate voi stessi gli mp3 testate il vostro software (ad es. i-tunes) su compressione al massimo formato e poi sfido chiunque a sentire la differenza. Se infine non vi piacciono tanto le cuffie come me, attaccate il vostro lettore allo stereo di casa o meglio ancora al Ds 5.1 del vostro lettore DVD da casa.
  19. Saludos compares, ciais ragiones, es Morao y oro e concordo con Habichuela, es troppos contaminados
  20. Ciao Lucio, è vero che la principale differenza si vede nel sistema operativo, ma anche l'architettura interna lo rendeva diverso (in senso positivo), come per i "case" sempre ideati nella forma e nel design così da renderli unici al mondo, per non parlare di quando apple ha iniziato ad usare la fire-wire mentre i pc andavano con la usb... Vero è che Mac OSX rimane ma diventando sempre più popolare e usato (anche grazie a questa scelta di avere un motore intel) rischia di diventare soggetto egli stesso di virus e altro perdendo parte dei suoi privilegi. Speriamo di no. ciao
  21. Moraito. Paco Serraco. Camaròn de la Isla. Paco peña ce ne sono una infinità di bravissimi. Però se vuoi un consiglio ascolta Moraito in particolare l'album "Moraito y Oro"
  22. Ebbene si anche il mac ha preso questa politica, peccato era così bello quando era anticonformista. Io credo mi terrò per ancora molto tempo il mio fido mac G4 compagno di mille lavori.
  23. Grazie a tutti per le risposte. x Vladimir: Lorenzo non ha mai registrato la suite di Tasman
  24. Come da oggetto, volevo chiedere se qualcuno ha da consigliarmi buone incisioni della "suite in modo polonico" di Tansman. Grazie
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