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Ospite Piero Viti
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L'armonia lasciamola ai compositori, ragazzi!

 

Che impazziscano loro a trovare tutte le quinte parallere, a fare l'inventario degli accordi (vi sono almeno 100 specie diverse, lo sapevate?), a trovare false relazioni, enarmonie, scale modali, modulazioni, trasposizioni, pant, pant...

Gli strumentisti devono studiare soprattutto sui testi di analisi formale... è decisamente più utile.

Lo studio dell'armonia è mooolto noioso, non trovate? :D (e comunque io preferisco l'Alfredo De Ninno - edizioni Curci)

 

Concordo con te. Certamente per noi strumentisti è essenziale approfondire lo studio dell'analisi formale e non, ma per farlo comunque servono buone conoscenze di armonia, specialmente nel senso "storicistico" di Dralig, altrimenti ci troveremmo anche lì a saper analizzare con cognizione di causa solo la musica tonale (barocco-classica) e nient'altro!

 

Ciao

 

Piero Viti

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Inviato
L'armonia lasciamola ai compositori, ragazzi!

 

Che impazziscano loro a trovare tutte le quinte parallere, a fare l'inventario degli accordi (vi sono almeno 100 specie diverse, lo sapevate?), a trovare false relazioni, enarmonie, scale modali, modulazioni, trasposizioni, pant, pant...

Gli strumentisti devono studiare soprattutto sui testi di analisi formale... è decisamente più utile.

Lo studio dell'armonia è mooolto noioso, non trovate? :D (e comunque io preferisco l'Alfredo De Ninno - edizioni Curci)

 

Non sono piacevolmente d'accordo Francesco :)

(scusami se ti do del tu, non ci conosciamo direttamente ma..)

personalmente ho sempre creduto di più all'analisi dopo essersi "sporcati" le mani a tentare di.."imitare" i compositori..

con la sola analisi si rischia (a mio ) parere di parlare del profumo della cioccolata senza averla... assaggiata.. :)

 

il problema è che per noi strumentisti si tratta di sobbarcarci di lavoro in più.. ma temo che la muscia sia anche capire le sus strutture e.. l'armonia è una di quelle più importanti..

 

(ovviamente è una mia esperienza..non la verità assoluta..)

 

con simpatia

 

marcello


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con la sola analisi si rischia (a mio ) parere di parlare del profumo della cioccolata senza averla... assaggiata.. :)

 

Allora sono a posto. E' praticamente impossibile che mi capiti una cosa del genere :D

 

 

 

Butterfly


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Inviato
L'armonia lasciamola ai compositori, ragazzi!

 

Che impazziscano loro a trovare tutte le quinte parallere, a fare l'inventario degli accordi (vi sono almeno 100 specie diverse, lo sapevate?), a trovare false relazioni, enarmonie, scale modali, modulazioni, trasposizioni, pant, pant...

Gli strumentisti devono studiare soprattutto sui testi di analisi formale... è decisamente più utile.

Lo studio dell'armonia è mooolto noioso, non trovate? :D (e comunque io preferisco l'Alfredo De Ninno - edizioni Curci)

 

I musicisti degli altri strumenti cosa fanno, cioè chi studia chitarra studia anche queste materie con un approccio diverso oppure ogni tecnica strumentale condiziona in modo specifico anche la parte teorica da approndire maggiormente (al di là di essere strumentisti o compositori)?

 

Grazie!

 

 

 

 

 

Butterfly


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Certamente per noi strumentisti è essenziale approfondire lo studio dell'analisi formale e non, ma per farlo comunque servono buone conoscenze di armonia, specialmente nel senso "storicistico" di Dralig, altrimenti ci troveremmo anche lì a saper analizzare con cognizione di causa solo la musica tonale (barocco-classica) e nient'altro!

Ciao

Piero Viti

 

Direi che questa è diventata una vera e propria esigenza, già sentita da tantissimo tempo.

Non è un caso che anche nei conservatori, una delle discipline che più sono gettonate nei nuovi programmi degli unici corsi dove si è potuto inserire qualche elemento di novità (quelli di II Livello, insieme purtroppo a tante cose inutili) è proprio l'analisi.

E' obbligatoria, come tu dici, una buona conoscenza dell'armonia.

 

"Assediato da numerosi studenti di musica che vogliono imparare da lui i "segreti" della nuova tecnica compositiva, irritato, egli li disilluse subito, sottoponendoli ad un preliminare esame di armonia tradizionale; dopo di che li convince a ricominciare da capo, abbandonando i vicchi metodi (realizzare un basso numerato e armonizzare una melodia data) per intraprendere lo studio dell'armonia attraverso la sua evoluzione segnata nelle opere dei grandi maestri; e come esercizio li costringe spesso ad armonizzare corali e a scrivere contrappunti a quattro voci."

A.Schönberg: Funzioni strutturali dell'armonia" Il Saggiatore 44, introduzione di L.Rognoni.

 

Vorrei segnalare che recentemente nei conservatori è stata introdotta anche un'altra disciplina, a supporto dell'analisi stessa: "Storia dei sistemi di analisi". Potrebbe contenere ulteriori spunti interessanti di approfondimento.

LM


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dell'armonia i compositori sanno (o ricordano) solitamente ciò che serve unicamente a legittimare la propria prassi...)

 

 

E che altro dovrebbero ricordare, o Fabio? Quattro regolette cretine sulle quinte nascoste? Mi pare che Lei sappia benissimo - ma non lo dice - di aver toccato il punto: chi non riesce a liberarsi delle regole scolastiche (rimuovendole) le ha studiate inutilmente, e non si trova in una situazione molto migliore di chi non le ha mai imparate: questo è un compositore puzzone e naif, quello è un allievo istruito che non è riuscito a diventare un compositore. Sono decisamente malmessi tutti e due.

 

 

 

gente innocua

l'innocenza, poi, genera complessità...così è possibile dire che sono i compositori che fanno, inventano continuamente armonie

 

 

Fischio arbitrale e applausi a scena aperta, insieme. Primo: innocuo e innocente sono due stati diversi. Innocuo è chi non riesce a nuocere, innocente è chi non sa nuocere, perché il nocumento gli è estraneo. I compositori innocui cercano di nuocere, ma non ci riescono al di là della ristretta cerchia della loro clientela, perché il loro potere intellettuale è debole, e dunque innocuo. I compositori innocenti scrivono soltanto buona musica, e sono perciò stesso incapaci di scriverne di cattiva: per stare alla storia della musica recente, Niccolò Castiglioni era un compositore innocente, mentre la lista dei suoi coetanei innocui è molto lunga.

 

Applausi riguardo la faccenda dell'inventare armonie. E' facile osservare delle regole. Molto meno facile è creare qualcosa che, pervenendo allo stato di esistenza, crea una nuova regola. Il compositore degno di questo nome ha alle sue spalle una serie di manuali che deve aver imnparato e deve aver dimenticato, e per ogni cosa che fa aggiunge pagine a un nuovo manuale, che serve solo a lui. Ogni compositore autentico, per comporre, si avvale di una serie di procedimenti che la precettistica antecedente bolla come errori. Il punto è che senza quegli errori la sua musica non esisterebbe, e quindi deve scegliere tra il commetterli (voce del verbo essere) e il non commetterli (cioè, non essere). Non è mica scemo: sbaglia scelleratamente, e dopo di lui gli autori dei manuali aggiungono nuove regole, desumendole da quello che lui ha fatto.

 

 

 

cosa diversa sono i "teorici"dell'armonia, un poco più inquietanti...)

 

Ma no, sono innocui - loro si. Sono le uniche mezze tacche indispensabili nel mondo della musica. Servono a essere buttati via. Non c'è niente di più piacevole che gettare via un manuale. Se si potesse buttare nel cassonetto anche il suo autore, sarebbe bellissimo. Ma è un cittadino onorato, ha famiglia, etc etc.

 

dralig


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L'armonia lasciamola ai compositori, ragazzi!

 

Che impazziscano loro a trovare tutte le quinte parallere, a fare l'inventario degli accordi (vi sono almeno 100 specie diverse, lo sapevate?), a trovare false relazioni, enarmonie, scale modali, modulazioni, trasposizioni, pant, pant...

Gli strumentisti devono studiare soprattutto sui testi di analisi formale... è decisamente più utile.

Lo studio dell'armonia è mooolto noioso, non trovate? :D (e comunque io preferisco l'Alfredo De Ninno - edizioni Curci)

 

I musicisti degli altri strumenti cosa fanno, cioè chi studia chitarra studia anche queste materie con un approccio diverso oppure ogni tecnica strumentale condiziona in modo specifico anche la parte teorica da approndire maggiormente (al di là di essere strumentisti o compositori)?

 

Grazie!

L'armonia, il contrappunto, la forma, andrebbero studiati come scienze pure, non legate a nessuna logica strumentale. Nel momento in cui si inizia a comporre, subentra una logica strumentale che è, dev'essere, uno dei riferimenti fondamentali dell'operare artistico. Quindi, si adatta ciò che si è appreso in vitro alla realtà di ogni strumento e di ogni organico.

 

La chitarra è, in questo senso, uno degli strumenti che maggiormente impongono l'adattamento e il superamento delle regole pure. Ma guai a non conoscerle.

E guai a rimanerne sopraffatto.

 

dralig

 

 

 

 

Butterfly


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L'armonia lasciamola ai compositori, ragazzi!

 

Che impazziscano loro a trovare tutte le quinte parallere, a fare l'inventario degli accordi (vi sono almeno 100 specie diverse, lo sapevate?), a trovare false relazioni, enarmonie, scale modali, modulazioni, trasposizioni, pant, pant...

Gli strumentisti devono studiare soprattutto sui testi di analisi formale... è decisamente più utile.

Lo studio dell'armonia è mooolto noioso, non trovate? :D (e comunque io preferisco l'Alfredo De Ninno - edizioni Curci)

 

I musicisti degli altri strumenti cosa fanno, cioè chi studia chitarra studia anche queste materie con un approccio diverso oppure ogni tecnica strumentale condiziona in modo specifico anche la parte teorica da approndire maggiormente (al di là di essere strumentisti o compositori)?

 

Grazie!

L'armonia, il contrappunto, la forma, andrebbero studiati come scienze pure, non legate a nessuna logica strumentale. Nel momento in cui si inizia a comporre, subentra una logica strumentale che è, dev'essere, uno dei riferimenti fondamentali dell'operare artistico. Quindi, si adatta ciò che si è appreso in vitro alla realtà di ogni strumento e di ogni organico.

 

La chitarra è, in questo senso, uno degli strumenti che maggiormente impongono l'adattamento e il superamento delle regole pure. Ma guai a non conoscerle.

E guai a rimanerne sopraffatto.

 

dralig

 

 

 

 

Butterfly

Angelo, nel ripotare ciò che ho scritto, devi aver aggiunto involontariamente una frase di Butterfly che letta così (non me ne volere Butterfly) sembrerebbe scritta da me.

 

Comunque, sò bene che l'armonia andrebbe studiata approfonditamente, l'ho fatto per qualche annetto.

Dico solo, che ai fini di una corretta esecuzione di un brano strumentale, non vi trovo una stretta interdipendenza tra lo studio dell'armonia e la composizione da eseguire, come invece accade per l'analisi.

Il mio non era un invito a non studiarla, ci mancherebbe, ma solo a farlo senza l'illusione di trovarvi nascosti i segreti per una corretta interpretazione di un'opera.


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Sì, Francesco, figurati. E' solo una svista nella doppia citazione, puoi correggerla anche tu, inserendo un "

dopo la prima frase e un "
" prima della mia.

 

Ciao!

 

 

Butterfly


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Angelo, nel ripotare ciò che ho scritto, devi aver aggiunto involontariamente una frase di Butterfly che letta così (non me ne volere Butterfly) sembrerebbe scritta da me.

 

Comunque, sò bene che l'armonia andrebbe studiata approfonditamente, l'ho fatto per qualche annetto.

Dico solo, che ai fini di una corretta esecuzione di un brano strumentale, non vi trovo una stretta interdipendenza tra lo studio dell'armonia e la composizione da eseguire, come invece accade per l'analisi.

Il mio non era un invito a non studiarla, ci mancherebbe, ma solo a farlo senza l'illusione di trovarvi nascosti i segreti per una corretta interpretazione di un'opera.

 

Scusami Francesco - sono gli effetti della senescenza. D'accordissimo sul senso implicito nelle tue domande - infatti mi sembrava di aver risposto confermandolo, ma incomincio ad accusare défaillances...

 

dralig

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