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Risposte pubblicato da Alfredo Franco
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Certo, i manuali di armonia
A. Schoenberg, W. Piston, D. de la Motte.
Per il contrappunto
T. Dubois, H.Owen (tr. Giacometti).-
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Devi conoscere le regole dell'armonia e della condotta delle parti.
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Nuova interpretazione ad opera di Cristiano Porqueddu della composizione per chitarra sola, Novembrina - The Anatomy of Melancholy.
Qui li link per l'ascolto:
e qui il link relativo allo spartito pubblicato da Curci/Bèrben:
https://www.edizionicurci.it/printed-music/scheda.asp?id=2453
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No, ma a volte le reminiscenze sanno anche fare a meno della consapevolezza.
Ho utilizzato un breve frammento al basso nella sezione in 6/8, modificandone i valori, prelevato da un brano del periodo berlinese, che con altri lavori sperimentali è il lato musicale che di Bowie mi interessa maggiormente.
Quello che ho voluto fare, nello scrivere questo pezzo, ha a che fare con certe atmosfere scure e melancoliche da Mitteleuropa post industriale.Grazie per l'apprezzamento!
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Nella stupenda e fantasmatica lettura di Alberto Mesirca, il "Tombeau for David Jones", scritto qualche mese fa dal sempre vostro affezionatissimo e sottoscritto.
Il brano sarà eseguito sabato 26 novembre al concerto che Mesirca terrà a Nuoro per la Stagione Concertistica 2016.
Buon ascolto!
Link | https://www.soundcloud.com/alfredo_franco/tombeau-for-david-jones
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Grazie per la risposta... è che io vorrei capire quali sono queste regole.
C'è un'unica soluzione: studiarle.
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Per esempio capire una musica che non rispetta le regole tonali.
Vorrei davvero tanto scoprire come comprendere e anche apprezzare.
Una musica che non rispetta le regole del sistema tonale tradizionale, rispetta però, necessariamente e nella semantica, regole di altro tipo.
La musica priva di regole non è data, anche il basilare rock'n roll di Chuck Berry ha le sue regole.
Certo, nasce il problema, davanti a certi linguaggi, della loro supposta incomprensibilità; mi limito però a far osservare come anche l'alfabeto che usiamo per scrivere,sia un sistema estremamente complesso su cui poggiano una grammatica ed una sintassi ancora più complesse.
Tuttavia non abbiamo alcuna difficoltà ad utilizzarlo, correttamente o meno, nè a comprenderlo, grazie alle gravose quanto tediosissime ore di studio consumate negli anni della nostra beata incoscienza.
Se si vuole comprendere almeno in parte la musica "contemporanea", diciamo quella da Debussy in poi (mi vengono i ghiaccioli alle ascelle nel pensare che musica scritta 100 anni fa, sia vista da molti con malcelato sospetto nel 2016, tanto da renderla, ontologicamente e suo malgrado, contemporanea), bisogna fare due cose: ascoltarne molta senza lasciarsi prendere dallo sconforto dopo 30 secondi, e leggere qualche testo che delinei l'estetica su cui poggia lo stile del compositore.
L'estetica in musica. poi, cos'è? Molto più della branca speculativa filosofica che annaspa nel descrivere l'ineffabile, è armonia, contrappunto, forma, orchestrazione.
E qui il discorso si complica, perchè non so quali siano le tue competenze nell'ambito della musica tonale, nè cosa ascolti, o per meglio dire, fin dove arrivano, storicamente, le tue esperienze d'ascolto.
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Bisogna prima capire cosa intendi per musica contemporanea, dato che il ventaglio di linguaggi e stili è decisamente ampio.
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A quanto ne so, no. Quelli sono appunto i tre rondò dell op.2, il suo miglior lascito chitarristico.
In quanto alla tecnica, è indubbiamente vero che si tratta di lavori altamente virtuosistici, che richiedono una perfetta padronanza di mezzi per potersi rivelare nella loro classica leggerezza.
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E' possibile suonare senza unghie, dei piedi ovviamente.
Battutacce a parte, mi riesce difficile immaginare come possa suonare gran parte della letteratura novecentesca senza unghie. Non si corre il rischio di livellare ulteriormente la tavolozza dinamica verso l'encefalogramma piatto?
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C'è sempre il mandolino.
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E' quello che abbiamo detto lungo le 6 pagine.
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Le opp. 7, 10, 30, 40, 52, 56 e 59.
Le motivazioni di questa cernita sono ovviamente personali, ma, credo, supportate da riflessioni a lungo elaborate.
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Nel catalogo di Fernando Sor le pagine notevoli non sono un'eccezione.
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Mi sembra sia un lavoro senza numero d'opera.
Comunque, ci sarebbero alcune cose da dire a proposito dell'impianto formale dell'opera in relazione ad altre Fantasie di Sor.
Bisogna però prendere in mano gli spartiti e leggere.
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Finalmente IL NOSTRO STRUMENTO avrà l'attenzione che merita!
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Se non erro registrò anche le Rossiniane 2 e 3, come per la prima facendo un collage di ciò che preferiva fra le 6...mi pare.
Comunque erano altri tempi e l'apporto più significativo di Bream alla chitarra non è certo quello riguardante la musica dell'800. Piuttosto, la sua figura è stata fondamentale per stimolare un gran numero di compositori a scrivere dei lavori totalmente avulsi dall'estetica segoviana, spesso di grandissimo pregio. Credo sia sufficiente citare Britten, Henze, Berkeley ( i primi che mi vengono in mente), per sostenere che la credibilità della chitarra deve moltissimo a Bream.
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Caro Marcello, penso che tu abbia messo il dito nella piaga.
I chitarristi che sanno suonare la musica dell'800 in maniera convincente sono pochi. Le ragioni credo siano quelle da te esposte. Mi è capitato più di una volta, in effetti, di ascoltare degli interpreti che, dignitosi in certa letteratura novecentesca, diventavano insostenibili nel suonare un brano classico.
In quanto al brano che hai postato, mi pare un ottimo esempio di carullata su tutta la linea.
Chiedo venia ma 'sti pedali sono insostenibili...
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La Sonata in Fa di Diabelli è uno dei migliori lavori del primo '800. Dalle soluzioni adottate risulta chiarissima la preparazione musicale del compositore.
Trascuratissima, ça va sans dire...
https://www.youtube.com/watch?v=EPxsEBA86mY
Off Topichttps://www.youtube.com/watch?v=L34LYVoHsOg
ma è un integrale di musiche di Giuliani,questa nel video? Ci sono altri cd che completano l'opera completa di Giuliani nel video,sempre della stessa casa editrice?
Si. Sul tubo trovi tutto il disco, che comunque è questo
http://www.maccaripugliese.com/Duo_Maccari-Pugliese/cd_Giuliani_orchestra.html -
Carulli avrebbe fatto carte false per scivere un pezzettino così...
https://www.youtube.com/watch?v=h1CCCl6A-rYSor rimane indubbiamente sopra gli altri, Giuliani segue in curva ma non arriva alla stessa profondità
Giuliani è sicuramente molto più ondivago in questo senso, perchè nella sua produzione ci sono pagine di pregevolissima fattura come altre legate ad occasioni decisamente più estemporanee.
Tuttavia nei suoi lavori cameristici (e nei concerti) ci sono cose che dimostrano quanto fosse versato nel cercare soluzioni timbriche che nella letteratura chitarristica del periodo sono avulse agli altri chitarristi-compositori
Ad esempio, questo episodio in LAb dal Rondò del Secondo Concerto (al min. 5:36), un gioiellino di scrittura...
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Se vogliamo compilare un catalogo della letteratura per chitarra poco eseguita in concerto ne viene fuori un volume corposo.
E' vero che una parte dei chitarristi si limita a riproporre le solite quattro cose, è però anche vero che ci sono altri interpreti il cui repertorio si aggira in territori decisamente meno esplorati e di grande qualità musicale.
Per quanto riguarda un confronto qualitativo Carulli/Sor, è sufficiente prendere in mano i loro lavori e confrontarne la scrittura, la forma, la condotta delle parti, la ricerca armonica, gli elementi contrappuntistici, per rendersi conto delle differenze.
Non si tratta, ovviamente, di fare una gara, quanto di analizzare in maniera oggettiva la diversa qualità delle loro composizioni aldilà dei gusti personali.
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Io penso questo,che l'utente di Arezzo in.fiore, che ha aperto la discussione,su Carulli, sia un amatore di Carulli . Da qui a dire che è un cieco a non capire la differenza tra un autore e un altro -Sor/Carulli- ,non lo so ,mi sembra un po troppo. Io non lo conosco,questo utente,ma forse voi sapete che l'utente di Arezzo, è un musicista professionista? Un dilettante,un amatore della chitarra? Uno studente?
Ho fatto una domanda relativa ad un'affermazione precisa "Sor ha il numero d'op. 60", affermazione priva di fondamento. Cosa centra il fatto di essere un amateur, un professionista, uno studente?
La cecità non è certo rivolta a lui, oltretutto, è circostanziata al mettere sullo stesso piano Sor e Carulli.
Mi sembra che tu stia facendo una confusione epocale, leggendo quello che ti va di leggere nelle parole scritte da qualcun'altro.
Un'ultima domanda, mi dai del voi come usava ai tempi dell'Impero mussoliniano?
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Ma cosa vuol dire "Sor ha il numero d'op. 60"?
La produzione didattica di Sor non ha eguali nella letteratura del primo '800, sia per l'arco strettamente tecnico abbracciato dai suoi studi, che vanno da lavori rivolti ai principianti a lavori che richiedono grande impegno strumentale, sia per quanto riguarda la coerenza stilistica con cui Sor ha sviluppato la sua ricerca.
Bisogna essere ciechi per non avvertire la differenza di scrittura tra le opere di Sor e quelle di Carulli, tanto è siderale la distanza stilistica che le separa! Diciamo le cose come stanno. Il confronto Sor/Carulli è improponibile.
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Artigianato non è un termine dispregiativo.
Bisogna pensare a questo tipo di produzione un po' come ai manufatti che uscivano dalle botteghe artistiche della Firenze dell'Umanesimo, dove accanto ai geni operavano degli abili artigiani.
Non producevano necessariamente arte, ma esaudivano richieste funzionali a qualcosa e a qualcuno, proprio come la produzione di Carulli o di Carcassi, che con il suo scopo didattico o ricreativo assolveva ad una serie di compiti specifici nella società del primo '800.
E' inutile darsi pena, questo tipo di letteratura non cela alcun tesoro nascosto in attesa di essere portato alla luce, semplicemente perchè ai suoi artefici non passava per la testa di tracciare nuove e folgoranti testimonianze artistiche.
Alfredo Franco - Fantasia n.5 su tre canzoni antiche
in Interpretazioni
Inviato
Il chitarrista finlandese Patrik Kleemola interpreta la Fantasia n.5 su tre canzoni antiche.