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  1. Se i titoli prima del diploma non possono essere valutati, ciò va espressamente dichiarato negli allegati alle tabelle di valutazione. Mi pare sia stato così per il penultimo aggiornamento delle graduatorie d'istituto ma non per l'ultimo (2007). Staremo a vedere cosa succederà in futuro. E' vero che le commissioni spesso fanno quello che vogliono, infischiandosene dei parametri delle tabelle e decidendo arbitrariamente. E' ovvio che in quel caso va fatto ricorso.
  2. Salve a tutti! Vi chiedo gentilmente se sapete indicarmi quali sono, secondo voi, i migliori testi che riguardano le prassi esecutive e i criteri di approccio filologico in relazione alle diverse epoche. Vanno, ovviamente, benissimo anche i libri che parlano di epoche e stili specifici. A me, per esempio, interesserebbe moltissimo approfondire in tal senso l'epoca barocca. So che ildiscorso potrebbe cambiare molto da strumento a strumento, a me non interessa ora quello specifico della chitarra, o comunque interessa se inserito in un discorso più ampio. Grazie!
  3. Grazie mille per l'informazione!
  4. Grazie mille, anche per il fascicolo segnalato. Vedrò di ordinarlo al più presto!
  5. Potrei sapere quale chitarra suona il M° Porqueddu in quel video?
  6. Salve a tutti! Ho notato in Carcassi una propensione molto più forte, rispetto a molti compositori per chitarra coevi, a suggerire le dinamiche nel testo. Chiedo la vostra opinione in merito a questi segni più volte incontrati nell'op.60: il "pf" posto ad inizio frase vuol significare un crescendo graduale seguendo la frase? Oppure, visto che tali frasi sono quasi sempre ritornellate, indicano le dinamiche da cui le frasi devono partire rispettivamente nella prima e seconda volta, un po' come si usa fare oggi mettendo ad inizio frase ritornellata il "p" e il "f" uno sotto l'atro? Mi sembrerebbe molto logica musicalmente la prima ipotesi, ma a questo punto non è più indicato il "rinforzando", che Carcassi tra l'altro usa sempre all'interno degli stessi pezzi (credo che volesse intendere quello con il segno "rf")? Insomma, non mi son chiare del tutto le intenzioni dell'autore. Voi cose ne pensate? Grazie!
  7. Io credo che in conservatorio manchi del tutto, sullo strumento, un approccio "creativo". Non vedo perché piccole nozioni di improvvisazione e composizione non possano già essere date dai primi anni, senza grosse pretese, certo, ma almeno si fornisce un approcio più completo e aperto alla musica. Nel barocco c'erano numerosi metodi che si basavano sull'accompagnamento accordale dei brani cantati, l'attenzione per l'armonia applicata alla chitarra mi pare fosse materia di trattazione dei maestri dell'800 ed anche di quelli contemporanei. Anche perchè poi si fomenta nel ragazzo questa sorta di manicheismo in termini di "dignità" tra la musica da loro studiata e tutto il resto....che diviene per forza di cose "strimpellamento" (vedi post di kaba).
  8. Mi riferivo al caso posto dal M° Signorile (crome suddivise in gruppi da 3+3+2). E' stato comunque molto chiaro, La ringrazio. Mi chiedo se la scelta della metrica nelle musiche popolari possa rispecchiare quei fattori esterni (come il ballo) o la presenza di accentuazioni particolari che influenzano il pensiero di quei popoli. Vedo che ad esmpio nel trascrivere "compas" flamenchi, molti autori scrivono in 3/4, altri invece si attengono al modo particolare di "pensare" e di contare il tactus proprio dei flamenchisti (ad esempio nei tempi di bulerias) e di traslare questo pensiero anche nella scelta della metrica, che in questo caso sarà inevitabilmente 12/8 (e conterrà la famosa suddivisione 3+3+2+2+2)
  9. Nel caso in questione Lei come tradurrebbe il concetto e per quale soluzione, di conseguenza, opterebbe? Anche io in passato ho avuto dubbi se scrivere ritmiche di tango in 4/4 o in 8/8. Poi, per non sbagliare, mi sono attenuto al riferimento Piazziolliano (4/4)
  10. Davvero interessante, grazie mille per la segnalazione
  11. Tamayo, oltre alla tecnica anni luce davanti agli altri, sembra rendere al meglio questo capriccio di un momento: agile, svelto, tagliente, ironico...senza tanti fronzoli e giri di parole: un "volo" e via!!
  12. Facendo grossi sforzi si può vedere la dodecafonia ovunque: c'è chi l'ha (intra)vista persino in Mozart, Don Giovanni, discesa del Commendatore sulla terra, un cromatismo esagerato!
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