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monch

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  1. Certo, altro non si può fare. Nel mondo chitarristico, ma giusto per vedere il bicchiere mezzo pieno, nella mia piccola esperienza posso dire che i venditori di articoli dozzinali hanno contribuito non poco alla formazione di cui oggi vado, tutto sommato, fiero. Il loro operato è stato ed è tuttora spinta, propellente, consolidamento o rafforzamento degli ideali che porto dentro e che mai smetteranno di spingere per uscire.
  2. Ironia colta ovviamente, spero anche lei la mia. Ragionandoci un pò sopra mi viene da dire che quello che lei dice è spesso vero, ma mi scappano due considerazioni. La prima è che sembra che appunto ci sia un'iversione di tendenza tesa sempre più a valorizzare l'artista oggi e a dissacrarlo o peggio ancora dimenticarlo poi. Si vive sempre più in un mondo di veloce fagocitazione, dove l'artista viene sfruttato da vivo perchè fa immagine, fa moda, fa tendenza, poi appena è passato di moda finisce nel dimenticatoio (non stò assolutamente parlando di Lei, la prego di credere e aiutarmi se le và in questo generico ragionamento). In passato invece l'artista era tale perchè precursore, dipingeva o componeva spesso ciò che era al di là dell'attuale (forse qui si rivede un pò di più?), il genio non viene compreso dalla massa o comunque solo in parte, è così "avanti" da essere irraggiungibile per molti, e solo il tempo e i postumi gli renderanno valore e merito. Ci vuole prima la base culturale atta ad accoglierlo. Ma un artista che nasce oggi mi sembra più probabile che se non fa breccia nel presente, il futuro gli riservi solo un triste dimenticatoio... e ancora mi viene da pensare che è quasi impossibile che un artista venga apprezzato profondamente in tempi così brevi, serve una apertura ed elasticità mentale, into all'entusiasmo e tante altre belle cose da rendere da rendere rara anche questa persona. Spero di essere troppo pessimista e di sbagliarmi totalmente.
  3. Si triste, ma c'è da dire per fortuna che chiunque suoni con cuore e passione un suo pezzo è molto di più che portare fiori sulla sua tomba. Maestro non si demoralizzi così, tanti le vogliono bene, quindi può solo sperare in un'inversione di tendenza e prepararsi a rivoltarsi poi e laciare maledizioni a destra e manca.
  4. Del secondo ho provato un paio di chitarre, quindi troppo poco per esprimere un giudizio generale. Su ciò che ho provato posso dire che sono chitarre confortevoli, con un bel suono caldo ma decisamente poco potenti.
  5. Esiste una rivista musicale di qualità alla quale ci si può abbonare, che non tratta solo di chitarra ma di musica classica in generale, dove viene riportato l'elenco dei concerti in Italia di strumentisti e orchestre, ecc.? Grazie
  6. Quando questo cd uscì, gli stessi spagnoli ne rimasero stupefatti, fece davvero un gran clamore. Davvero un cd importante da possedere.
  7. Mmmm. Forse sono nati inutili malintesi, parte di ciò che il M° Catemario scrive, altro non era che una constatazione logica più che un giudizio personale. Quando ad es. scrive: Non da valenza alcuna, non dice che bisogna fare così, che sia bene o male, riporta un dato di fatto. Altro discorso è avere carattere musicale e la propria personalità chitarristica, che non vuol dire suonare bach così a casaccio come ci pare, ci vuole coscienza e conoscienza e ciò si lega sempre alla cultura e alla sensibilità personale. Dobbiamo inoltre ricordarci che siamo interpreti e non inventori, non inventiamo niente. Detto ciò sono d'accordo anche con il M° Diodovich che ricorda che il percorso di conoscienza è anche introspezione, ricerca interiore e qui mi pare che lo stesso M° Catemario fosse d'accordo, dicendo che per incarnare ciò che si vuole fare serve una profonda capacita di auto-ascolto. Forse questo è il passo finale che nella mia lista mancava da scrivere.
  8. Ho frequentato la scuola d'arte, dove mi sono diplomato, e mi ricordo un discorso che il mio professore di figura ci fece. La prima fase, quella iniziale per farci prendere confidenza con la matita e con le altre varie tecniche, era la copia. La copia è la partenza per "sgrezzarci", è la cultuta di base, ma tutto ciò era infatti cautamente calcolato. Il programma prevedeva infatti che già dopo il secondo anno, si iniziasse la sperimentazione ed una specie di superamento di ciò che si aveva imparato, stabilire le regole per poi infrangerle alla ricerca del "segno" personale. Poi c'è anche da dire ci sono persone dal carattere forte e persone che invece sono un pò in balia del vento, anche qui è difficile generalizzare. Poi ancora conta tanto l'insegnante e/o il percorso che si segue, insomma tante variabili. Personalmente almeno in questo mi sento fortunato e prendo i riferimenti stilistici come motivo di introspezione musicale e non come copia, come mezzo sviluppare la "critica", ma è una cosa spontanea, cosa quindi di cui non ho merito alcuno. ll confine come spesso accade è molto labile, bisogna sempre tenere tutte le cose sotto controllo... è un lavoraccio enorme fare musica seriamente, mica cotiche! Tanto di cappello a quegli insegnanti (come il M° Diodovich a quanto pare) che hanno molta attenzione su questo punto evitanto anche di imprimere la propria personalità all'alievo.
  9. Si sono perfettamente d'accordo, infatti è proprio per questo che mi sono posto il problema di come affrontare un brano con metodo ed intelligenza. La consapevolezza di ciò che si suona dovrebbe essere cosa normale ed invece mettendo un pò il naso nel mondo chitarristico ho notato che non è poi così comune come sembra purtroppo. E poi assumere il ruolo di "emulo" è quanto di più auto-limitativo ci possa essere.
  10. Per farla breve, quando decidi di imparare un pezzo come ti comporti? Lo metti sullo spartito e impari le note e basta? O segui un metodo di ricerca e approfondimento?
  11. Grazie per la risposta. In realtà ho dimenticato di dire che, se per motivi personali non ho potuto continuare (o intraprendere) lo studio pratico sullo strumento, l'ascolto e lo sviluppo di un ben definito carattere musicale è una cosa di cui non pecco. Quando non si può lavorare fisicamente si lavora intellettualmente, ed è ciò che quasi involontariamente ho fatto da sempre. Lo "studio silenzioso" credo che sia parte integrante e fondamentale del processo di apprendimento, mi capita spessissimo di studiare tutto il giorno una cosa e non vederne la fine, poi stacco la mente continua ad elaborare i dati ed a pensare a rifare quel passaggio centinaia di volte. Poi la mattina ti svegli tocchi lo strumento ed ecco che arriva il risultato. Ciò di cui vorrei discutere è l'approccio vero e proprio dello studio di un pezzo.
  12. Salve a tutti, vorrei aprire una discussione sul metodo di studio e di approccio ad un brano musicale, ed avere i vostri consigli, suggerimenti e tutto ciò che per la vostra esperienza avete trovato essere fondamentale e prezioso. Se questa domanda vi può sembrare strana e vi va di darmi una mano devo prima spiegarvi da dove nasce... Sono "nato" come chitarrista autodidatta, animato solo da tanta passione (anche troppa...) e, per varie vicissitudini, non sono mai riuscito a trovare un'insegnante o ad intraprendere la via del conservatorio. La musica l'ho imparata da un violinista di vecchia scuola. Seppur molto precoce (primo concertino solista a 12 anni) la mancanza di una guida chitarristica mi ha lasciato un gran vuoto, quando le basi mancano tutto è molto più difficile. A 18 anni (circa) non ho più potuto suonare, poi a 27 anni piano piano ho ripreso, l'oggi per me è un nuovo inizio. Da 2 anni sono seguito da Lorenzo Micheli, frequentando da prima lezioni private e poi l'accademia. Questo percorso è più di perfezionamento che di vero e proprio studio passo passo, e seppur Lorenzo si dice molto soddisfatto e le nostre lezioni passano discutendo ed analizzando i brani, la mancanza delle basi si fa a volte sentire ancora. Ecco che mi sono rimboccato le maniche e mi sono scervellato da prima sulla tecnica, di cui ora finalmente comincio ad esserne soddisfatto, e poi (ma diciamo parallelamente) sullo studio. Grazie a varie persone (chitarristi di buon cuore) ho cominciato a scoprire la filosofica verità che più si impara e più si scopre quanto c'è da imparare. Detto tutto ciò e chiusa la puntata di SuperQuark dedicata al lupo della steppa torno al post originario. Ecco il frutto delle mie elucubrazioni, se vi va integrate o proponete il vostro metodo. - Ascolto del brano - ricerca delle partiture, delle varie edizioni e se esiste dell'originale - collocamento storico, conoscenza dell'autore - scomposizione del brano nelle sue varie voci, e anche studio separato di queste, così da avere già un'idea anche di timbrica, dinamiche ecc. - pirma lettura (con lo strumento) e annotazione delle diteggiatura, basata sia sullo studio delle voci sia sulla risoluzione tecnica. - Non essendo un bravo lettore a prima vista (poca pratica) i brani di struttura difficile sono solito scomporli in blocchi, imparare il primo blocco prima di passare al secondo. - Tecnica: riuscire a suonare il tutto come si vuole con il minor sforzo possibile. - Interpretazione personale: quel fraseggio che senti dentro di te e a cui davvero non puoi non dare retta. A voi la palla.
  13. Fantastico grazie mille. Se hai bisogno di aiuto per la compressione (se ad es. lo vuoi il flv) e messa on-line dimmi pure. ciao
  14. Cristiano se ti chiedo di pubblicarla tutta su youtube è cosa fattibile?
  15. Per il preludio ho trovato questo "http://www.lastanzadellamusica.com/frmsetRicercaEd.htm" dice, revisione Segovia, può essere quello che cerco?
  16. Incredibile. Non riesco a capire il fatto che Ponce non prendesse posizione alcuna e lasciasse a Segovia una decisione del genere senza interferire, in fin dei conti era la sua musica.
  17. Gentilissimo Maestro, la ringrazio per la risposta, come sempre mi inchino al suo sapere. Potrebbe per favore, chiarirmi un passaggio che mi risulta ancora un pò incomprensibile? Da dove nasce l'attribuzione a Weiss di opere scritte da Ponce? Scusi l'ignoranza, ma i manoscritti non erano firmati? E nel caso siano andati persi, cosa che sembra imperdonabile almeno con il senno del poi, nessuna testimonianza a difesa dell'autore? O il tutto strizza l'occhio a Kafka?
  18. Il preludio è questo: http://www.amazon.com/gp/music/wma-pop-up/B00000J8K7001001/ref=mu_sam_wma_001_001/002-8811598-7893662
  19. Vorrei gentilmente chiedervi suggerimenti su che edizione cercare per i seguenti pezzi di PONCE: - Preludio (non ho altre specifiche a riguardo...) - Suite in D major - Suite in A minor Grazie.
  20. Grazie Butterfly, indagherò.
  21. Maestro presente e gentilissimo come sempre. Chitarra e piano è una strada che mi sento di percorrere, a mio parere può essere un accostamento da valorizzare. Oltre ai pezzi originali cercherò anche trascrizioni e più avanti ancora ne trascriveremo noi stessi.
  22. Vi sarei grado se mi aiutaste nella ricerca di repertorio trascritto od originale (se esiste) per chitarra e pianoforte. grazie
  23. E aggiungo, alcuni possono piacere su un repertorio e meno in un'altro, alcuni in solo alcuni momenti della propria carriera e così via, senza contare il fatto che bisognerebbe conoscere perfettamente tutti gli interpreti per dare un giudizio, e poi che giudizio sarebbe? E appunto a cosa serve?
  24. Quindi è opportuno anche (piccola parentesi nel post, spero non troppo OT) studiare il pezzo ed impararlo ignorando momentaneamente ciò che sentiamo dentro a livello interpretatito (rubato, fraseggio, ecc.), oppure se si ha già raggiunto un buon grado di consapevolezza musicale studiarlo da subito con quelle che sono le nostre scelte estetiche?
  25. Kai Nieminen, ma solo se vuoi immergerti nel suo simpatico e pazzo mondo! http://www.kainieminen.net/English/savelys_en.html
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