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La verità è che si parla sempre bene di chi sta male o soffre o muore.

 

A questa illuminante rivelazione della verità dobbiamo concedere almeno un'eccezione: Le assicuro che, se anche Lei si ammalasse o rendesse l'anima a Dio, in questo forum nessuno spenderebbe una parola buona per Lei. Come diceva d'Annunzio: ho quel che ho donato.

 

dralig


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Inviato
La verità è che si parla sempre bene di chi sta male o soffre o muore.

 

A questa illuminante rivelazione della verità dobbiamo concedere almeno un'eccezione: Le assicuro che, se anche Lei si ammalasse o rendesse l'anima a Dio, in questo forum nessuno spenderebbe una parola buona per Lei. Come diceva d'Annunzio: ho quel che ho donato.

 

dralig

 

 

Ma anche stando in buona salute, direi.

De Gustibus, stai esagerando...

 

 

 

Butterfly


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Ho alcune domande per il maestro Gilardino:lei conosceva Dinnigan? che opinione si è fatta di questo chitarrista britannico?come lo collocherebbe nel panaroma internazionale?

 

Grazie!


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Inviato
Ho alcune domande per il maestro Gilardino:lei conosceva Dinnigan? che opinione si è fatta di questo chitarrista britannico?come lo collocherebbe nel panaroma internazionale?

 

Grazie!

 

 

Io non osservo un panorama "internazionale", ma un panorama musicale e artistico, rispetto al quale le nazionalità non contano. Il chitarrista che Lei ammira - fa benissimo! - è stata una delle non poche personalità che si sono manifestate negli ultimi decenni nel campo della chitarra, e che poi si sono precocemente eclissate, a causa di situazioni critiche le più disparate: la DF non ha fermato solo lui, ma tanti altri, ugualmente promettenti e già molto bravi (tra i britannici, mi viene in mente Nicola Hall). Altri si sono fermati per cause apparentemente meno definite, ma ugualmente gravi: uno dei massimi chitarristi che l'Italia abbia mai avuto, al culmine della sua carriera, con in mano un contratto firmato con una multinazionale, una mattina si è alzato, ha preso la chitarra, l'ha chiusa nel fodero e deve ancora riaprilo adesso. Che cosa intendo dire? Che il motore dell'attività artistica, specialmente di un'attività così faticosa e divorante qual è quella del concertista solista, va avanti solo se si mantiene accesa e si rinfocola, nell'animo (o, se preferisce, nella psiche) dell'artista una particolare forma di energia (i romantici la chiamavano ispirazione), affine alla fede religiosa. Se quella si spegne, non c'è santo che tenga...Questa rottura, questa frana interiore, si può manifestare direttamente, e allora l'artista onesto con se stesso e con gli altri attacca la chitarra al chiodo; oppure, indirettamente, per vie traverse: una parte della mente seguita a credere e a dire di si, e un'altra parte non ci crede più e lavora contro: da questa dissociazione, nascono le inibizioni, inclusa la DF.

 

dralig


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Gentile Maestro, io non voglio contraddirla perchè la Sua esperienza nel campo della musica è sicuramente tale da farle affermare quanto scrive a ragion veduta...ma ho visto sul campo tante vittime della "dissociazione" di cui Lei parla e che a volte invece non sarebbe stato impossibile risolvere, con le corrette diagnosi e le opportune terapie e che non è da escludere che prima o poi lo siano...

 

L'animo di un artista è molto più misterioso del sistema nervoso e di tutte le cellule dell'universo ma anche la medicina a volte è estremamente ingannevole e proprio perchè non "comprende", a volte non "accetta" e preferisce incasellare ciò che non comprende (o non comprende ancora) in qualche nome che non intacchi la sua autorità e l'aurea di scienza massima sul potere di vita e di morte.

La migliore terapia per le frane interiori non è scritta sui libri della Facoltà di Ippocrate...

Per questo è triste che Simon Dinningam abbia abbandonato tutto e "nessuno sappia dove si trova ora".

Ma è un argomento che mi rende triste, in un modo particolare, e non vorrei aprire una discussione pericolosa, anche perchè nei forum si scrive ma c'è anche chi legge e la salute è un tema che non ammette superficialità di espressione.

 

Vorrei solo dire che le parole "mai" o "più" non si confanno a chi sa riempire con l'arte quel "cielo infinito" di cui anche Lei ha parlato...

 

 

 

Butterfly


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Gentile Maestro, io non voglio contraddirla perchè la Sua esperienza nel campo della musica è sicuramente tale da farle affermare quanto scrive a ragion veduta...ma ho visto sul campo tante vittime della "dissociazione" di cui Lei parla e che a volte invece non sarebbe stato impossibile risolvere, con le corrette diagnosi e le opportune terapie e che non è da escludere che prima o poi lo siano...

 

L'animo di un artista è molto più misterioso del sistema nervoso e di tutte le cellule dell'universo ma anche la medicina a volte è estremamente ingannevole e proprio perchè non "comprende", a volte non "accetta" e preferisce incasellare ciò che non comprende (o non comprende ancora) in qualche nome che non intacchi la sua autorità e l'aurea di scienza massima sul potere di vita e di morte.

La migliore terapia per le frane interiori non è scritta sui libri della Facoltà di Ippocrate...

Per questo è triste che Simon Dinningam abbia abbandonato tutto e "nessuno sappia dove si trova ora".

Ma è un argomento che mi rende triste, in un modo particolare, e non vorrei aprire una discussione pericolosa, anche perchè nei forum si scrive ma c'è anche chi legge e la salute è un tema che non ammette superficialità di espressione.

 

Vorrei solo dire che le parole "mai" o "più" non si confanno a chi sa riempire con l'arte quel "cielo infinito" di cui anche Lei ha parlato...

 

 

 

Butterfly

 

Non colgo il senso delle Sue osservazioni: da un lato afferma che, con opportune diagnosi e terapie, certe situazioni si potrebbero risolvere, dall'altro, invece, osserva che le terapie per le frane interiori non sono di competenza della medicina.

 

Io non ho né emesso diagnosi né proposto terapie: ho raccontato quello che ho visto con i miei occhi. Che il disagio interiore (o psichico) si manifesti attaccando organi e funzioni corporee, purtroppo è un'evidenza che non scopriamo oggi. Io non ho fatto che constatarne le manifestazioni nel campo in cui opero, quello musicale.

 

Non credo comunque che Mr Dinnigan si sia perso. Come ogni altro virtuoso appiedato dall DF avrà trovato una compensazione in qualche altra attività. Nicola Hall fa l'avvocato, Luigi Biscaldi è uno dei didatti più ricercati e una delle persone più serenamente equilibrate che io conosca, e potrei continuare con l'elenco di coloro che, usciti dal concertismo, hanno manifestato il loro talento e il loro amore per la vita in altri territori.

 

dralig


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Il senso delle mie osservazioni, sottolineando che non sono un medico ma sto spesso nella posizione di chi ne vede i successi e talvolta i palesi errori o i limiti (a volte umani a volte più determinati da superficialità e indifferenza) è che per alcuni degli aspetti che Lei citava le risorse di guarigione non sono prescrivibili in pillole, mentre in altri casi si etichetta con un disturbo psicosomatico una qualche condizione fisica reale ma non ancora chiaramente identificata nelle cause (e terapie) oppure apprezzabile nelle sue evidenze se non quando troppo tardi (ergo,ogni tanto c'è chi muore di infarto sulla soglia dell'ospedale dal quale è appena stato dimesso per sindrome ansiosa).

Non è una contraddizione, esprime solo la difficoltà di definire per ognuno le "cure" più appropriate se non con una visione un poco più olistica della medicina, assai poco praticata.

 

Vivere serenamente e trovare il proprio equilibrio, qualcunque "sorpresa" ci riservi il destino è indubbio segno di intelligenza e carattere, ma di Simon Dinningam non si sa ancora come l'abbia presa.

Se da un lato un artista trasfonde la sua anima in qualunque cosa a cui si dedica, a volte, come l'albatro di Baudelaire, può essere un poco ostacolato proprio dalle sue grandi ali.

Per questo mi farebbe piacere leggere che anche Simon Dinningam ha trovato un altro cielo in cui dispiegarle con convinzione. Questo volevo dire.

 

 

 

Butterfly

Ospite Matteo Pesle
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Ho alcune domande per il maestro Gilardino:lei conosceva Dinnigan? che opinione si è fatta di questo chitarrista britannico?come lo collocherebbe nel panaroma internazionale?

 

Grazie!

 

 

Io non osservo un panorama "internazionale", ma un panorama musicale e artistico, rispetto al quale le nazionalità non contano. Il chitarrista che Lei ammira - fa benissimo! - è stata una delle non poche personalità che si sono manifestate negli ultimi decenni nel campo della chitarra, e che poi si sono precocemente eclissate, a causa di situazioni critiche le più disparate: la DF non ha fermato solo lui, ma tanti altri, ugualmente promettenti e già molto bravi (tra i britannici, mi viene in mente Nicola Hall).

 

Io sono un grande ammiratore di Nicola Hall. Uno dei primi CD di chitarra che comprai fu il suo "Virtuoso Guitar Transcriptions'. Mi ha avvicinato allo studio dello strumento.

 

Sapevo che si era ritirata molto giovane dall'attività concertistica per fare l'avvocato, ma mi spiace sentire che anche lei è stata vittima della DF.

 

Matteo

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