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Perché si dice che le suite BWV 996 e BWV 995 siano in stile francese e quindi si debbano suonare con il levare stretto?

L'articolazione del presto della 996 deve avere un'unica articolazione dall'inizio alla fine?


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Alla prima domanda non so rispondere se non così: suona Bach come vuoi. 
Non ho capito la seconda: cosa significa "unica articolazione"? 


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Ahahah credo che la mia esecuzione ideale di un pezzo di bach sia quella che segua lo stile dell'epoca e che faccia vedere il gusto dell'interprete nelle ornamentazioni.

2) per esempio staccare il battere del Presto BWV 996 dall'inizio alla fine senza eccezioni e differenze tra esposizione e divertimenti


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Esistono più stili nelle Suites barocche: inglesi, francesi e tedesche..e Bach, ovviamente ha scritto nelle diverse modalità: le suites inglesi e francesi adf esempio, per clavicembalo (famose), utili come riferimento per le "nostre" Suites per liuto, dallo stesso nome delle danze, si evince una prima informazione dell'eventuale stile.

Non è una questione di suonare con il levare stretto oppure.. ma..le articolazioni puntate subiscono un'interpretazione che non sempre corrisponde alla reale scrittura notata dell'epoca.

Esistono libri sugli abbellimenti in merito che possono aprire la mente, due su tutti, dal classico e sempre verde: "I segreti della musica antica", a cura di A. Geoffroy Dechaume, edito da Ricordi al più completo e interessante volume di Nunziata Bonaccorsi, L'ornamentazione ovvero l'arte d'abbellire in musica, edito da Armelin Musica, Padova.

 

m

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Alla prima domanda non so rispondere se non così: suona Bach come vuoi. 

 

 

Che cosa vuol dire? E la filologia?


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Che cosa vuol dire? E la filologia?

 

A mio avviso, la filologia del suonare Bach su una chitarra moderna va un po' a farsi benedire per definizione: filologica è un'esecuzione che parta dal liuto o dal Lautenwerke e su questi si realizzi. Se si accetta che la chitarra abbia un idioma differente, si accettano anche le conseguenze: qualcosa andrà adattato, e non solo nella diteggiatura. E' un ragionamento che guidò interpreti come Ferruccio Busoni e Glenn Gould i quali sicuramente non erano a digiuno di nozioni sull'arte interpretativa del periodo barocco, ma hanno intrapreso strade differenti giungendo a risultati straordinari.

Ci sono esempi mirabilissimi di esecuzioni non filologiche: per restare nella chitarra, mi pare il caso di citare Attademo che ha cercato (e trovato) un approccio decisamente personale nelle sue interpretazioni, personale e - dico io - piuttosto convincente.

 

EB

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Inviato

A mio avviso, la filologia del suonare Bach su una chitarra moderna va un po' a farsi benedire per definizione: filologica è un'esecuzione che parta dal liuto o dal Lautenwerke e su questi si realizzi. Se si accetta che la chitarra abbia un idioma differente, si accettano anche le conseguenze: qualcosa andrà adattato, e non solo nella diteggiatura. E' un ragionamento che guidò interpreti come Ferruccio Busoni e Glenn Gould i quali sicuramente non erano a digiuno di nozioni sull'arte interpretativa del periodo barocco, ma hanno intrapreso strade differenti giungendo a risultati straordinari.

Ci sono esempi mirabilissimi di esecuzioni non filologiche: per restare nella chitarra, mi pare il caso di citare Attademo che ha cercato (e trovato) un approccio decisamente personale nelle sue interpretazioni, personale e - dico io - piuttosto convincente.

 

EB

Non solo in Bach la filologia va a farsi benedire....basta pensare a tutto il repertorio ottocentesco suonato su strumenti moderni....la filologia va a farsi benedire anche qui.

Max

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Inviato

Ci sono elementi nella musica di J.S Bach (mi riferisco soprattutto al fraseggio) che andrebbero considerati in maniera oggettiva, parlo per esempio dei numerosi incisi che partono in levare (e che purtroppo molti continuano a suonare in battere al di là dello strumento utilizzato): non è questione di gusto personale o di scelte interpretative, ma è questione di riconoscere dal punto armonico e formale come è suddiviso il fraseggio, considerando che spesso in battere si conclude una frase su una cadenza, e che quindi poi sul levare riparte un nuovo elemento che non può essere fraseggiato partendo dal battere della battuta perchè altrimenti verrebbe meno il senso armonico e contrappuntistico.

Nella suite BWV 996, per esempio, l'inciso parte in levare e termina in battere sul terzo quarto della battuta da dove poi in levare riparte un nuovo inciso e cosi via, se non fosse cosi verrebbe meno la propulsione ritmica.

Per quanto il presto, ogni volta che torna il soggetto del fugato, va articolato nel medesimo modo, in quanto devono essere sempre chiare le varie entrate: anche qui si parte in levare per poi andare a riposo in battere (in quanto ci si trova a risolvere sull'accordo di tonica): fa#,si,si,la,sol e poi si riparte dal sol: viene un fraseggio sfasato tra le varie voci.

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