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Carulli sottovalutato


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Se vogliamo compilare un catalogo della letteratura per chitarra poco eseguita in concerto ne viene fuori un volume corposo.

 

E' vero che una parte dei chitarristi si limita a riproporre le solite quattro cose, è però anche vero che ci sono altri interpreti il cui repertorio si aggira in territori decisamente meno esplorati e di grande qualità musicale.

 

Per quanto riguarda un confronto qualitativo Carulli/Sor, è sufficiente prendere in mano i loro lavori e confrontarne la scrittura, la forma, la condotta delle parti, la ricerca armonica, gli elementi contrappuntistici, per rendersi conto delle differenze.  

Non si tratta, ovviamente, di fare una gara, quanto di analizzare in maniera oggettiva la diversa qualità delle loro composizioni aldilà dei gusti personali.

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Stamani quando ho aperto il forum , volevo scrivere le stesse cose,ma non volevo altre discussioni ,anche se poi i forum  sono di discussioni. Comunque Alfredo,condivido appieno quello che dici. Posso solo aggiungere,che suonare la musica ,è una cosa, sentire la musica , è una cosa, ma scriverla (anche se  io studio da solo composizione) la musica, è un altra cosa.

 

Raffaele, ma che intervento è? 

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non volevo ripetere le stesse frasi,ma è questo quello che volevo dire. 

 

Quando si è d'accordo con un concetto non è necessario scrivere come hai fatto, pur di riempire un post.

Puoi usare il pulsante blu "Mi Piace" in basso a destra del post e il gioco è fatto.

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Secondo quanto un chitarrista a suo modo illustre scrisse in una lettera privata, un certo giudizio mitigato sulle opere di Carulli era già diffuso all’epoca del compositore. In una lettera alla madre spedita da Londra nel 1841, Giuseppe Mazzini chiede alla madre di mandargli della musica di Giuliani, ma non di Carulli, “che scrive troppo facile”. Giudizio, a mio modo di vedere, da ascrivere alla lungimiranza di un vero padre della patria.     

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Non si tratta tanto di  sottovalutare Carulli rispetto agli altri autori come Giuliani, Sor ecc.

senza voler del resto, tenere conto che mentre Giuliani "arriva" a Vienna Beethoven sta componendo o ha appena terminato la Quarta sinfonia, il quarto concerto per pianoforte e quello per violino ecc.. (...)

 

Personalmente amo molto i Sei andanti op. 320 di Carulli.

 

Cito dal "Manuale di storia della chitarra, vol. 1 a cura di Mario Dell'Ara:

 

<< Carulli fu il più classico; il romanticismo sembra non sfiorarlo nell'ispirazione, ma la sua musica fu presa a modello della ricerca armonica che proprio il romanticismo andava esprimendo. Fu incline alla musica a programma (La Giraffa a Parigi, La presa d'Algeri, La rivoluzione di luglio ecc.) ma più per convenienza che per ideale adesione e sempre con schemi musicali ricalcati.

Nella sua musica emerge un forte senso timbrico di sapore orchestrale, ch'egli deriva dalla cultura della sua formazione giovanile napoletana e dalla consumata pratica della trascrizione (sempre fedelmente aderente all'originale). Il suo modello preferito fu Rossini, ma fu anche capace di trascrivere Beethoven e di far cantare alla sua chitarra melodie mozartiane. Solo alla fine della carriera Carulli svela la propria autenticità unendo la sapienza armonica della scuola napoletana alle più nuove idee europee maturate nell'ambiente parigino. Si vedano ad esempio i Sei andanti op. 320 (dedicati a Matteo Carcassi), un'opera pervasa da nobile patetismo e serenità di pensiero, che segna il punto più avanzato del romanticismo carulliano >>.

 

Credo che l'opera didattica di Carulli sia certamente più conosciuta delle sue opere da concerto, lacuna degli interpreti? ma del resto, personalmente, una semplice opera come gli studi facili di Diabelli o le sue sonate, si mostrano "leggermente" più interessanti e se consideriamo ad esempio che l'op. 48 di Giuliani è sicuramente più "famosa" e conosciuta tra i chitarristi rispetto alla bellissima (parere personale) opera 111, dove invece la forma musicale, il contenuto va oltre il "semplice" eserciziario dovrebbe far intuire anche le dinamiche che portano a tali risultati.

Diciamo che, vogliamo azzardare? anche i "grandi" dell'ottocento non erano insensibili al "fascino" delle "pubblicazioni" amatoriali e al facile guadagno sfornando partiture ad uso e costume dei gusti del pubblico.

Sor rimane indubbiamente sopra gli altri, Giuliani segue in curva ma non arriva alla stessa profondità e..Diabelli ci regala una  lezione di musica con un "semplice" fascicoletto"..guarda caso passato per lustri inosservato dai nostri "studenti".

 

buona giornata

m

 

p.s. su Mazzini e la chitarra, se non ricordo male fu pubblicato qualcosa sul "Fronimo".

questo (nel link allegato sotto) è un articolo a cura di Fabio Renato D'Ettorre pubblicato su Amadeus.

 

http://www.fabiorenatodettorre.it/publi/amadeus_002.pdf

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Carulli avrebbe fatto carte false per scivere un pezzettino così...

https://www.youtube.com/watch?v=h1CCCl6A-rY


 

Sor rimane indubbiamente sopra gli altri, Giuliani segue in curva ma non arriva alla stessa profondità

 

 

Giuliani è sicuramente molto più ondivago in questo senso, perchè nella sua produzione ci sono pagine di pregevolissima fattura come altre legate ad occasioni decisamente più estemporanee.

Tuttavia nei suoi lavori cameristici (e nei concerti) ci sono cose che dimostrano quanto fosse versato nel cercare soluzioni timbriche che nella letteratura chitarristica del periodo sono avulse agli altri chitarristi-compositori

 

Ad esempio, questo episodio in LAb dal Rondò del Secondo Concerto (al min. 5:36), un gioiellino di scrittura...

 

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=L34LYVoHsOg

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Si Alfredo.. l'esempio di Sor che hai inserito dimostra efficacemente la raffinatezza della scrittura di Sor (e probabilmente anche la differenza della cifra), un vero gioiello questo studio da vero "organista" o Kappelmeister"..

 

Tornando a Giuliani, senza voler uscire off-topic, quello che citi, sicuramente è un ottimo esempio ma torno a dire che probabilmente "loro" erano, tra i chitarristi, quelli più preparati nel "mestiere" dello scrivere (con tutti gli annessi: armonia, contrappunto, orchestrazione) e di conseguenza si sente la differenza. 

Del resto, un po' tutta la musica di quel periodo non è ancora "idiomatica" al cento per cento ma una "simulazione" di quelle che sono le forme e la modalità di scrittura dei compositori: musica da camera e per organici variabili. le stesse "sonate" di Mozart, Clementi (un po' meno) Beethoven..  altro non sono spesso che "orchestre da camera" in miniatura fino a che non accadrà di incontrare pagine come quelle di..Chopin?.. e del nostro Tarrega, Llobet ecc..ecc..

Carulli, diciamocelo ^__^ aveva un ottimo "mestiere" e sicuramente il suo talento ma..forse tra l'insegnamento, le pubblicazioni per il suo pubblico ha pensato un po' più ad "altro".. poi verso la "maturità" ha tirato fuori qualche pagina più densa e..guarda caso, i Sei andanti, di cui abbiamo già parlato, nonostante non siano opere "ampie" mostrano aspetti più interessanti..insomma, una cosa è indubbia, il mestiere di certo non gli mancava, del resto se pensiamo a Tarrega, salta subito fuori la sua preparazione non solo chitarristica no?..nel senso che la conoscenza di altre discipline si sente anche nei "piccoli" preludi".. ma Sor.. che piaccia o no, vola alto..

con buona pace dei fans di tutti gli altri autori maggiori minori..

 

p.s. io riscoprirei un po' di più Diabelli, le sue Sonate, studi e "Fughe".. meritano molto di più di quel che (non) si sente in giro, che ne dite?

 

m

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p.s. io riscoprirei un po' di più Diabelli, le sue Sonate, studi e "Fughe".. meritano molto di più di quel che (non) si sente in giro, che ne dite?

 

m

 

Mi sembra un suggerimento interessante! Ho letto recentemente proprio le sonate e gli studi, curioso di approfondire la mia - assai limitata, devo ammetterlo - conoscenza dell'Ottocento, e ne sono rimasto piacevolmente sorpreso. Dire che è un compositore trascurato è quasi esagerare: è sicuramente un mondo da scoprire e valorizzare, seppure anch'esso non esente da formule retoriche "non nuove" e, a mio parere, decisamente più ancorato a un certo manierismo rispetto ai già citati Sor e Giuliani.

EB

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La Sonata in Fa di Diabelli è uno dei migliori lavori del primo '800. Dalle soluzioni adottate risulta chiarissima la preparazione musicale del compositore.

 

Trascuratissima, ça va sans dire...

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=EPxsEBA86mY


Off Topic

 

https://www.youtube.com/watch?v=L34LYVoHsOg

 

ma è un integrale di musiche di Giuliani,questa nel video? Ci sono altri cd che completano l'opera completa di Giuliani nel video,sempre della stessa casa editrice? 

 

 

 

Si. Sul tubo trovi tutto il disco, che comunque è questo

http://www.maccaripugliese.com/Duo_Maccari-Pugliese/cd_Giuliani_orchestra.html

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Si Alfredo.. l'esempio di Sor che hai inserito dimostra efficacemente la raffinatezza della scrittura di Sor (e probabilmente anche la differenza della cifra), un vero gioiello questo studio da vero "organista" o Kappelmeister"..

 

Tornando a Giuliani, senza voler uscire off-topic, quello che citi, sicuramente è un ottimo esempio ma torno a dire che probabilmente "loro" erano, tra i chitarristi, quelli più preparati nel "mestiere" dello scrivere (con tutti gli annessi: armonia, contrappunto, orchestrazione) e di conseguenza si sente la differenza. 

Del resto, un po' tutta la musica di quel periodo non è ancora "idiomatica" al cento per cento ma una "simulazione" di quelle che sono le forme e la modalità di scrittura dei compositori: musica da camera e per organici variabili. le stesse "sonate" di Mozart, Clementi (un po' meno) Beethoven..  altro non sono spesso che "orchestre da camera" in miniatura fino a che non accadrà di incontrare pagine come quelle di..Chopin?.. e del nostro Tarrega, Llobet ecc..ecc..

Carulli, diciamocelo ^__^ aveva un ottimo "mestiere" e sicuramente il suo talento ma..forse tra l'insegnamento, le pubblicazioni per il suo pubblico ha pensato un po' più ad "altro".. poi verso la "maturità" ha tirato fuori qualche pagina più densa e..guarda caso, i Sei andanti, di cui abbiamo già parlato, nonostante non siano opere "ampie" mostrano aspetti più interessanti..insomma, una cosa è indubbia, il mestiere di certo non gli mancava, del resto se pensiamo a Tarrega, salta subito fuori la sua preparazione non solo chitarristica no?..nel senso che la conoscenza di altre discipline si sente anche nei "piccoli" preludi".. ma Sor.. che piaccia o no, vola alto..

con buona pace dei fans di tutti gli altri autori maggiori minori..

 

p.s. io riscoprirei un po' di più Diabelli, le sue Sonate, studi e "Fughe".. meritano molto di più di quel che (non) si sente in giro, che ne dite?

 

m

 

Carulli avrebbe fatto carte false per scivere un pezzettino così...

 

https://www.youtube.com/watch?v=h1CCCl6A-rY

 

 

Giuliani è sicuramente molto più ondivago in questo senso, perchè nella sua produzione ci sono pagine di pregevolissima fattura come altre legate ad occasioni decisamente più estemporanee.

Tuttavia nei suoi lavori cameristici (e nei concerti) ci sono cose che dimostrano quanto fosse versato nel cercare soluzioni timbriche che nella letteratura chitarristica del periodo sono avulse agli altri chitarristi-compositori

 

Ad esempio, questo episodio in LAb dal Rondò del Secondo Concerto (al min. 5:36), un gioiellino di scrittura...

 

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=L34LYVoHsOg

Marco Riboni nel suo libro su Giuliani,definisce bellissimo il duo per fortepiano e chit.op.86 di Carulli.Credo che sia un parere autorevole.Le arpiste,che sono in orchestra ma è come se non ci fossero dato il loro esiguo impiego, penso,che farebbero salti di gioia se avessero le opere di Carulli scritte con la mano destra.

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