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Consigli per edizioni musica di Manuel Maria Ponce


monch

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Vorrei gentilmente chiedervi suggerimenti su che edizione cercare per i seguenti pezzi di PONCE:

- Preludio (non ho altre specifiche a riguardo...)
- Suite in D major
- Suite in A minor

Grazie.

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Vorrei gentilmente chiedervi suggerimenti su che edizione cercare per i seguenti pezzi di PONCE:

 

- Preludio (non ho altre specifiche a riguardo...)

- Suite in D major

- Suite in A minor

 

Grazie.

 

Il "Preludio" al quale Li si riferisce fu scritto nel 1931. Successivamente, come regalo di nozze per Segovia e la pianista Paquita Madriguera, sposatisi nel 1935, Ponce realizzò una versione arricchita per chitarra e clavicembalo. Segovia lo suonò a lungo, associandolo a un "Balletto" dello stesso 1931. I due pezzi furono attribuiti - come la Suite in La - a S.L. Weiss e, siccome nella corrispondenza tra Segovia e Ponce si parla di una Suite che il compositore avrebbe avuto in mente di costruire attorno al Preludio e al Balletto, si è pensato che anche una Courante, ritrovata tra le carte di Ponce, essendo scritta in mi, potesse far parte della Suite in mi. Ma sono soltanto ipotesi. L'unico testo attendibile è quello pubblicato da Miguel Alcazar nel volume "Obra completa para guitarra de Manuel M. Ponce". Circolano tuttora edizioni del Balletto come opera di Weiss...

 

La Suite in La fu scritta nel 1929 e attribuita a Weiss. Essendo andato perduto l'unico manoscritto, non esiste altra fonte che l'incisione di Segovia. Da quella, hanno attinto, copiando le note dal disco, tutte le edizioni commerciali esistenti (Bèrben, Transatlantiques, Symphonia Verlag, etc.) Sono tutte piuttosto traballanti, e nemmeno la versione Alcazar, inclusa nel volume suddetto, è impeccabile, però come punto di partenza per definire un proprio testo dall'ascolto del disco di Segovia, è la più raccomandabile.

 

Decisamente preferibile all'edizione commerciale (Peer) è il testo Alcazar per quando riguarda la Suite in Re, della quale il musicologo messicano ha potuto ristabilire la lettera consultando il manoscritto originale nell'archivio Ponce. Il lavoro è del 1931. Due movimenti (Preambolo e Gavotta) furono attribuiti da Segovia ad Alessandro Scarlatti.

 

dralig

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Gentilissimo Maestro, la ringrazio per la risposta, come sempre mi inchino al suo sapere.

 

Potrebbe per favore, chiarirmi un passaggio che mi risulta ancora un pò incomprensibile? Da dove nasce l'attribuzione a Weiss di opere scritte da Ponce? Scusi l'ignoranza, ma i manoscritti non erano firmati? E nel caso siano andati persi, cosa che sembra imperdonabile almeno con il senno del poi, nessuna testimonianza a difesa dell'autore? O il tutto strizza l'occhio a Kafka?

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Gentilissimo Maestro, la ringrazio per la risposta, come sempre mi inchino al suo sapere.

 

Potrebbe per favore, chiarirmi un passaggio che mi risulta ancora un pò incomprensibile? Da dove nasce l'attribuzione a Weiss di opere scritte da Ponce? Scusi l'ignoranza, ma i manoscritti non erano firmati? E nel caso siano andati persi, cosa che sembra imperdonabile almeno con il senno del poi, nessuna testimonianza a difesa dell'autore? O il tutto strizza l'occhio a Kafka?

 

L'attribuzione a S.L. Weiss di una intera Suite in stile barocco scritta da Manuel Ponce fu un'idea di Segovia, che voleva prendersi gioco dei critici, vendendo loro un falso magnificamente confezionato. Nessuno trovò nulla da obiettare. Nel 1936, Segovia, abbandonando precipitosamente il suo appartamento a Barcelona, per evitare l'arresto da parte di una squadra anarco-comunista (in realtà dei malviventi), non riuscì a radunare tutti i manoscritti che aveva in casa e a portarli con sé (scappò su una nave che lo portò a Genova insieme alla moglie). Strano a dirsi, tra i manoscritti perduti (non si sa quali e quanti) c'erano proprio quelli del suo compositore prediletto, Manuel Ponce. Di alcune delle composizioni perdute, Ponce aveva una copia, e fu possibile recuperarle. Di altre, non esisteva che un manoscritto, quello lasciato a Barcelona da Segovia. E sicuramente andarono perdute composizioni delle quali conosciamo soltanto il titolo, o nemmeno quello. Per fortuna, Segovia aveva già pubblicato nella sua collezione Schott parecchi pezzi di Ponce: e di quelli ci è pervenuta almeno il testo segoviano. La "Suite in La" non fu pubblicata appunto perché in quegli anni Segovia la stava gabellando come opera di Weiss. Però, non andò interamente perduta, perché, prima degli eventi del 1936, Segovia l'aveva incisa in dischi a 78 giri. Quelli rimasero l'unica fonte della composizione ponciana.

 

Da lì, ebbe inizio una storia senza fine. Chi fu il primo a "tirar giù" dai dischi di Segovia (che, perduto il manoscritto, non suonò più il pezzo) la Suite di Ponce? A quanto ne so, fu un (allora giovane) chitarrista britannico, che poi doveva diventare famoso come compositore: Reginald Smith Brindle. Che però si tenne il suo manoscritto per sé, o forse lo lasciò copiare a qualcuno (erano gli anni della guerra, e non esistevano fotocopie: si copiava a mano). Nel 1948, credo, l'editore Bèrben )non quello di oggi, ma il suo predecessore, un piccolo editore di Modena, Benedetto Berlini), pubblicò la Suite trascritta di Miguel Abloniz, un chitarrista greco di Alessandria d'Egitto, che viveva a Milano, dove faceva l'insegnante. Abloniz non disse qual era la sua fonte in modo diretto, ma lo dichiarò obliquamente, affermando che, senza i dischi di Segovia, quella trascrizione non sarebbe mai esistita. Naturalmente, il lavoro era pubblicato come opera di Weiss. Nel mentre, Ponce era morto, e Segovia non vide affatto di buon occhio quell'edizione. Gli diede fastidio, e reagì duramente contro Abloniz. Gli strascichi di quella sua irritazione si prolungarono negli anni, con conseguenze spiacevoli. Ne compare una qualche - se pur enigmatica - traccia in una successiva ristampa dell'edizione Bèrben, nella quale Abloniz si difende da qualcosa che il lettore non informato non riesce bene a capire che cosa sia. Nel frattempo, qualcuno, secondo lui, aveva plagiato la sua trascrizione, dichiarando, con indubbia faccia tosta, che la propria, nuova edizione era stata preparata sull'intavolatura originale di Weiss. Non mancarono nemmeno, del resto, insinuazioni sull'origine della trascrizione di Abloniz. Era stato proprio lui a "tirarla giù" dai dischi? Si era "aiutato" con una copia del ms. Brindle?

 

Nel 1958, o 1959, un allora giovanissimo chitarrista italiano, durante una lezione con Benvenuto Terzi, a Bergamo, ascolta la Giga eseguita dal maestro e poi sbotta: "Ma quale Barocco? Questo è Novecento. E anche abbastanza sfacciato". Terzi, persona timidissima, cerca di zittirlo. Per l'amor di Dio, chiudi quella boccaccia. Però, sorpreso dall'uscita dell'allievo e incapace di mentire, ammette: si, è di Ponce, me l'ha confessato Segovia, facendomi giurare di non dirlo a nessuno. Mi raccomando, stai zitto. Figurarsi. Una settimana dopo, lo sapeva mezza Italia.

 

Però si continuò per decenni a suonarla come opera di Weiss. Tra lgli esecutori ai quali la Suite piacque, ci fu nientemente che Arturo Benedetti Michelangeli. Ascoltati i dischi di Segovia, "tirò giù" le note e, a quanto lasciò detto Segovia, suonava la Suite per il proprio piacere.

 

L'edizione Alcazar - se pur non impeccabile nel testo musicale - ha comunque fatto giustizia.

 

Questa è la storia.

 

dralig

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Incredibile.

Non riesco a capire il fatto che Ponce non prendesse posizione alcuna e lasciasse a Segovia una decisione del genere senza interferire, in fin dei conti era la sua musica.

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Per il preludio ho trovato questo "http://www.lastanzadellamusica.com/frmsetRicercaEd.htm" dice, revisione Segovia, può essere quello che cerco?

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Segovia doveva tenere un recital con il grande violinista e compositore Fritz Kreisler e voleva fargli uno scherzo.Kreisler era solito mettere in programma dei pezzi di Corelli e altri che erano stati scritti da lui stesso ma sempre a nome di Corelli.Allora Segovia disse a Ponce «Quando io suonerò al concerto con Kreisler, tu scriverai per me una composizione nello stile di Bach da farmi suonare nel programma, ma useremo il nome di un altro compositore».

Segovia:Quando Kreisler ascoltò il pezzo venne da me ed esclamò «Dove hai trovato questi bellissimi brani?» e io gli dissi «Nello stesso posto in cui tu hai trovato alcuni dei tuoi pezzi di Corelli». «Ah! - disse lui - Capisco!»”.... e infine anche i critici la bevvero cosicché da allora ci fu una tutta una serie di brani che nei concerti (e poi anche nelle pubblicazioni) figurava col nome di Weiss,la suite antica, la suite in re, il preludio e il balletto.

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Per il preludio ho trovato questo "http://www.lastanzadellamusica.com/frmsetRicercaEd.htm" dice, revisione Segovia, può essere quello che cerco?

 

Il Preludio pubblicato con la revisione di Segovia (Edizione Schott) non è quello di cui si è parlato finora, ma un altro Preludio, più breve, da eseguire con la cejilla (capotasto).

 

dralig

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