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I segni dinamici nei testi musicali del secolo XVII sono pochi. J.S. Bach, nella prima metà del sec. XVIII, ne fa un uso limitato. Nella musica antica, l'alternanza tra f e p ha in genere un carattere naturalistico (suono ed eco). Nel secolo XIX invece i segni dinamici si moltiplicano e si differenziano. Considerando anche gli organici orchestrali delle varie epoche, si può ragionevolmente concludere che la musica si arricchì dinamicamente nell'Ottocento, e che prima, pur essendo la dinamica parte sostanziale della pratica musicale, non aveva la stessa ampiezza e la stessa gradazione che trovò nel Romanticismo.

 

Tutto questo deriva tuttavia da osservazioni compiute sui documenti: la verità è che non sappiamo quale fosse il suono dell'Orchestre du Roi Soleil - la prima vera orchestra della storia della musica, che sorse intorno al 1670 a Versailles ad opera di Jean-Baptiste Lully e grazie alle casse di Luigi XIV - anche se le affascinanti ricostruzioni che ne sono state fatte, per esempio da Jordi Savall con l'ensemble "Les Concerts des Nations", con strumenti d'epoca, ci inducono a pensare che, in fatto di dinamica, la musique du Roi non scherzasse. Una composizione come la "Marche pour la Cérémonie Turque", strutturata ad accumulo di intensità, ci fa constatare come, pur senza adoperare crescendo e diminuendo, Lully fosse pienamente consapevole del valore espressivo del piano e del forte...

 

dralig

 

Prendo spunto da questo contributo del M.° Gilardino (e da una foto di un albero in autunno che ho visto nel suo live journal) per chiedervi una cosa: come funziona nella musica per chitarra il rapporto arte-natura?

 

Nelle arti figurative si è dibattuto a lungo sul concetto di imitazione della natura e sul suo rapporto con la perfezione irragiungibile d'essa o con lo svincolo totale dai suoi condizionamenti fisici e mentali.

E nella musica? Ci sono epoche in cui questo aspetto è stato più preso in considerazione che in altre? E in che modo, tenendo conto che la creazione musicale è poi mediata al fruitore da un altro soggetto ancora: il musicista...chi assume allora la relazione principale con il rapporto arte-natura: il compositore o l'interprete?

 

Butterfly

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Inviato

 

Prendo spunto da questo contributo del M.° Gilardino (e da una foto di un albero in autunno che ho visto nel suo live journal) per chiedervi una cosa: come funziona nella musica per chitarra il rapporto arte-natura?

 

Nelle arti figurative si è dibattuto a lungo sul concetto di imitazione della natura e sul suo rapporto con la perfezione irragiungibile d'essa o con lo svincolo totale dai suoi condizionamenti fisici e mentali.

E nella musica? Ci sono epoche in cui questo aspetto è stato più preso in considerazione che in altre?

Butterfly

 

La natura è stata presa come modello dagli artisti di diverse epoche, fintanto che è esistita. La manipolazione violenta dell'uomo ha stravolto la natura al punto tale che nessun artista, oggi, progetta di modellarsi sulla natura, e Schoenberg liquida la questione, proprio nelle prime righe del suo trattato d'armonia, affermando che soltanto al suo livello più basso l'arte imita la natura.

 

Il modello al quale si connette l'artista contemporaneo è un modello mentale, che può benissimo rievocare la natura, ma non più come presenza (dov'è?), bensì come immagine.

 

dralig


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Grazie. Avrei altre domande ma conosco troppo poco l'armonia come materia e rischierei di dire sciocchezze.

Solo una cosa: presumo che Schoenberg si riferisca specificatamente all'arte contemporanea.

Stavo pensando a Vivaldi...ma temo di essere l'unica qua dentro che non sa molto di queste cose... :oops:

Mi vorrei far consigliare un testo facile di armonia, ma proprio facile facile facile, ma non ho ancora finito tutte le note sulla tastiera....

 

 

 

Butterfly


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L'armonia non è una roba facile e di conseguenza non esiste un manuale facile.

 

Di manuali di armonia ne esistono migliaia, io ho studiato quello di Schoenberg e sono riuscito a farmi venire l'orticaria a causa della meticolosità teutonica dell'esposizione.

 

Non che non mi sia servito, ma fondamentalmente, dovessi comporre seguendo la logica di Schoenberg, (parlo ovviamente di logica nell'applicare le regole armoniche non dell'armonia in sè), mi verrebbe l'orticaria ogni volta che fisso un'idea sul pentagramma.

 

Le parti discorsive comunque sono molto interessanti e facilmente avvicinabili.


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A casa ne ho uno di Walter Piston, l'ho sfogliato un pochino, ma per ora sta lì nella libreria con la sua bellissima copertina che riproduce la carta veneziana pavonata... invece ho letto un capitolo intitolato "cenni di armonia" dentro a un altro manuale di teoria musicale ma non parla di queste cose.

Ho spesso il timore di sembrare troppo ansiosa di imparare, so che a volte gli studenti così irritano un po'. E' che la trovo una materia interessante.

 

 

Butterfly


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A casa ne ho uno di Walter Piston, l'ho sfogliato un pochino, ma per ora sta lì nella libreria con la sua bellissima copertina che riproduce la carta veneziana pavonata... invece ho letto un capitolo intitolato "cenni di armonia" dentro a un altro manuale di teoria musicale ma non parla di queste cose.

Ho spesso il timore di sembrare troppo ansiosa di imparare, so che a volte gli studenti così irritano un po'. E' che la trovo una materia interessante.

 

 

Butterfly

 

Il manuale di Piston è ottimo.

 

dralig


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Inviato

sì il Piston è davvero valido e lineare


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Il manuale di Piston è ottimo.

 

dralig

 

Grazie! Della stessa collana ho anche "Analisi musicale" di Ian Bent (ancora intonso :oops: ) e "La Chitarra" di cui anche Lei è autore e che invece ho già letto.

 

 

 

 

Butterfly


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sì il Piston è davvero valido e lineare

 

Grazie Giovanni!

 

 

 

 

Butterfly


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Grazie. Avrei altre domande ma conosco troppo poco l'armonia come materia e rischierei di dire sciocchezze.

Solo una cosa: presumo che Schoenberg si riferisca specificatamente all'arte contemporanea.

Stavo pensando a Vivaldi...ma temo di essere l'unica qua dentro che non sa molto di queste cose... :oops:

Mi vorrei far consigliare un testo facile di armonia, ma proprio facile facile facile, ma non ho ancora finito tutte le note sulla tastiera....

 

 

 

Butterfly

 

Libri di armonia da "leggere" come ha detto giustamente Alfredo Franco non c'è ne sono molti

ma forse per curiosare il testo di Marco De Natale, L'armonia classica e le sue funzioni compositive e il più "recente" Armonia di Leonard G. Ratner sono interessanti, anche per la più "aggiornata" terminologia che piace tanto alle nuove "scuole"...soprattutto di "analisi" ma sempre armonia rimane :D,

mentre ho trovato simpatico (personalmente) la lettura di De La Motte Manuale di armonia perchè credo sia l'unico testo che ne parla "storicamente" anche se usa però l'armonia funzionale, più in uso nei paesi di lingua tedesca...

altrimenti, forse, ora mi viene in mente .. un "ponte" tra Piston e questi che ho citato è il Manuale di Armonia di C. Marenco, utile sia per chi vuole iniziare l'armonia "complementare" che per chi intende curiosare .. poi.. oltre...

ecco forse questo è prorpio utile a pensarci (avendolo collaudato sui miei allievi per l'esame di licenza di armonia complementare...),

è uno stadio intermedio ma al tempo stesso interessante perchè non si limita a dare le quattro regolette... per fare bassi numerati e altro..

 

 

marcello

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