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Che cosa è una "cadenza" in un concerto per chitarra?


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Volevo chiedere che cosa si intende per "cadenza" in un concerto per chitarra.
Grazie...



Butterfly

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Quello che si intende in un qualsiasi concerto: un momento riservato al solista (generalmente nel primo o nel terzo tempo),nel quale vengono riesposti e ulteriormente elaborati i temi, spesso declinati in un ottica molto virtuosistica.

 

Inizialmente la cedenza non era neppure scritta.

 

E' interessante prendere un concerto come il primo di Beethoven nelle interpetazioni di Rubinstein e di Gould e vedere quali cadenze lontanissime possano scaturire da due interpreti così geniali...

 

ps. Gould invece delle solite scalette ci scrive una piccola fuga...

 

:)

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Grazie Alfredo, stavo guardando uno spartito per capire questa cosa.

 

 

 

 

Butterfly

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Restando in ambito chitarristico, puoi trovare delle cadenze di carattere diverso nei concerti di Giuliani, qui la cadenza, ripetuta più volte, è breve ed ha una funzione di collegamento.

 

La cadenza propriamente detta è invece preparata da una cadenza dell'orchestra (scusa il gioco di parole, in questo caso cadenza indica il movimento armonico) che permette al solista di partire in quarta con una raffica di scale trascendentali.

 

:)

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Volevo chiedere che cosa si intende per "cadenza" in un concerto per chitarra.

Grazie...

 

 

 

Butterfly

 

La cadenza in un concerto per strumento (chitarra o qualunque altro strumento a cui venga affidata la parte solistica) è un momento, una parte nella forma del brano, in cui il solista non dialoga con l'orchestra, ma si effonde in un monologo (l'orchestra si ritira e tace, il direttore declina la bacchetta e osserva). In tale monologo, vengono rielaborati alcuni elementi tematici del pezzo, allo scopo di permettere al solista di esibire la propria bravura e allo strumento di risplendere al massimo delle proprie risorse. Questa finalità accessoria e ornamentale della cadenza può tuttavia elevarsi molto, fino a diventare essa stessa un aspetto importante dell'elaborazione formale del concerto. Alcuni concerti hanno la cadenza libera, cioè uno spazio ad libitum a disposizione del solista, che può improvvisare o eseguire una propria cadenza; altri concerti hanno invece la cadenza scritta dal compositore medesimo (ed è il caso di cadenza che assumono una dignità formale e una funzione elaborativa, oltre che ornamentale). Ci sono anche delle cadenze scritte da virtuosi, che poi sono diventate tradizionali: ad esempio, quella di Kreisler nel concerto per violino di Beethoven.

 

Cadenze esemplificative nel repertorio per chitarra: quella del secondo tempo del "Concierto de Aranjuez" di Rodrigo (originale dell'autore), quella del primo tempo del "Concierto del Sur" di Ponce, scritta da Ponce e ampiamente elaborata da Segovia. Cadenze libere (non scritte) sono invece quelle collocabili nei concerti di Giuliani - "scandalosa" quella dell'esecuzione dal vivo registrata in video (Guitart) da Biscaldi (diretto da Brouwer), che nel concerto di un tardo settecentista qual era Giuliani introduce il tapping.

 

dralig

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....

Cadenze libere (non scritte) sono invece quelle collocabili nei concerti di Giuliani - "scandalosa" quella dell'esecuzione dal vivo registrata in video (Guitart) da Biscaldi (diretto da Brouwer), che nel concerto di un tardo settecentista qual era Giuliani introduce il tapping.

 

 

dralig

Angelo, scusa ma non capisco, parli di Luigi Biscaldi? il tuo allievo e collega?

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Beh, io avevo sentito le Cadenze di un Concerto di Haydn elaborate da Stockhausen...

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....

Cadenze libere (non scritte) sono invece quelle collocabili nei concerti di Giuliani - "scandalosa" quella dell'esecuzione dal vivo registrata in video (Guitart) da Biscaldi (diretto da Brouwer), che nel concerto di un tardo settecentista qual era Giuliani introduce il tapping.

 

 

dralig

Angelo, scusa ma non capisco, parli di Luigi Biscaldi? il tuo allievo e collega?

 

Certo. Ex-allievo, collaboratore per le edizioni della collana "The Andrés Segovia Archive", e amico fraterno. Suonava nel concerto di Giuliani una cadenza di sua invenzione, molto spregiudicata.

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Ospite Matteo Pesle

Se non ricordo male la cadenza del Maestro Biscaldi era allegata a Guitart di qualche anno fa.

 

Per chi volesse darci un'occhiata, basta chiedere.... a Guitart, ovviamente.

 

 

Matteo

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La cadenza in un concerto per strumento (chitarra o qualunque altro strumento a cui venga affidata la parte solistica) è un momento, una parte nella forma del brano, in cui il solista non dialoga con l'orchestra, ma si effonde in un monologo (l'orchestra si ritira e tace, il direttore declina la bacchetta e osserva). In tale monologo, vengono rielaborati alcuni elementi tematici del pezzo, allo scopo di permettere al solista di esibire la propria bravura e allo strumento di risplendere al massimo delle proprie risorse. Questa finalità accessoria e ornamentale della cadenza può tuttavia elevarsi molto, fino a diventare essa stessa un aspetto importante dell'elaborazione formale del concerto. Alcuni concerti hanno la cadenza libera, cioè uno spazio ad libitum a disposizione del solista, che può improvvisare o eseguire una propria cadenza; altri concerti hanno invece la cadenza scritta dal compositore medesimo (ed è il caso di cadenza che assumono una dignità formale e una funzione elaborativa, oltre che ornamentale). Ci sono anche delle cadenze scritte da virtuosi, che poi sono diventate tradizionali: ad esempio, quella di Kreisler nel concerto per violino di Beethoven.

 

Cadenze esemplificative nel repertorio per chitarra: quella del secondo tempo del "Concierto de Aranjuez" di Rodrigo (originale dell'autore), quella del primo tempo del "Concierto del Sur" di Ponce, scritta da Ponce e ampiamente elaborata da Segovia. Cadenze libere (non scritte) sono invece quelle collocabili nei concerti di Giuliani - "scandalosa" quella dell'esecuzione dal vivo registrata in video (Guitart) da Biscaldi (diretto da Brouwer), che nel concerto di un tardo settecentista qual era Giuliani introduce il tapping.

 

dralig

 

Grazie. A dire il vero ho poche partiture di concerti (più per orchestra e pianoforte che per orchestra e chitarra) e lo spartito su cui cercavo di capire la "cadenza" era il Suo Concerto d'Estate per chitarra e quartetto di chitarre. Se non ho capito male, la cadenza inizia dove c'è l'indicazione "solo", dopo la parte introduttiva.

Ma cosa significa esattamente che la cadenza può essere scritta dal virtuoso e quanto ampi sono i limiti delle elaborazioni attuate dall'inteprete se sono previste anche cadenze non scritte? Come si mantiene la memoria storica di questi virtuosismi?

Ho anche la registrazione in vhs di Guitart del Concerto in La maggiore per chitarra e orchestra n. 30 di Mauro Giuliani, dove L. Brouwer dirige l'orchestra di Torino e il M.° Biscaldi.

Adesso ho capito meglio quel che ho visto e ascoltato. Un musicista straordinario che è anche uno straordinario insegnante.

 

 

 

Butterfly

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