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Il valore complessivo di un musicista non viene sminuito dal fatto che non si condivida o risulti palesemente errata la sua proposta di interpretazione o esecuzione tecnica di un brano. Se in quella lezione Dyens ha pronunciato delle inesattezze, non si può ritenere una lezione positiva.

Ti faccio un altro esempio: uno studente viene interrogato e sbaglia tutto ma si giustifica dicendo "però l'argomento l'ho studiato tanto". Secondo te il suo lavoro è valutabile positivamente?

 

Mettiamola così, e poi concludi la tua discussione col M.° Gilardino (nella quale mi sono intromessa a causa della più classica e insopportabile tendenza femminile a intromettersi nelle discussioni altrui :D ), scrivi meno volte la parole "umile" ma prova a praticare questa virtù più spesso.

Uffa ;)

 

 

 

Butterfly

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Miglior contributo in questa discussione

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personalmente la ritengo inascoltabile....

 

Anche a me non piace propio.

Non che non sia brava per carità,pero' mi sembra tutto fatto con le mani e non con l'intelletto.

Il pezzo a mio umile avviso è orribile.

 

Tutto è partito dalla critica del M° Gilardino a questa sentenza - ingiustificata - di Emanuele.

Essendo ingiustificata, sarebbe bastato chiedere: Manu, perchè per te è orribile il pezzo ?

Ed è quello che io chiedo adesso a Manu, con tutta la umiltà di questo mondo : )


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Travestimenti o non travestimenti.... io non ci ho fatto neppure caso. Ho ascoltato Alfonsina y mar e mi sono gustato il video che a mio avviso ben si addattava alla musica suonata. Mi ha trasmesso delle sensazioni e questo mi basta.... in fondo questa è musica, o no?

 

Un secolo fa Barrios si presentava in scena con le piume del dio Tupa in testa. Pur non approvando questa messa in scena, nulla però ha tolto, secondo quanto riportato dai biografi, alla bellezza della musica da lui suonata in quei frangenti.

 

magic guitar


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Il valore complessivo di un musicista non viene sminuito dal fatto che non si condivida o risulti palesemente errata la sua proposta di interpretazione o esecuzione tecnica di un brano. Se in quella lezione Dyens ha pronunciato delle inesattezze, non si può ritenere una lezione positiva.

Ti faccio un altro esempio: uno studente viene interrogato e sbaglia tutto ma si giustifica dicendo "però l'argomento l'ho studiato tanto". Secondo te il suo lavoro è valutabile positivamente?

 

Mettiamola così, e poi concludi la tua discussione col M.° Gilardino (nella quale mi sono intromessa a causa della più classica e insopportabile tendenza femminile a intromettersi nelle discussioni altrui :D ), scrivi meno volte la parole "umile" ma prova a praticare questa virtù più spesso.

Uffa ;)

 

 

 

Butterfly

 

No Butterfly riguardo Dyens non è cosi'.

Io non intendevo che solo per il lavoro tecnico andava ammirato ma per il risultato tecnico avuto:per la limpidità sonora ,per la precisione dei movimenti e per l'abilità a togliere ogni tipo di rumore che è facile fare scivolando con le dita sulla tastiera.


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Bè, questa artista è dotata di una tecnica mica male no? Cominciamo a dire questo. E poi in questo repertorio ci può anche stare: è una scelta che sicuramente sarebbe in grado di giustificare anche culturalmente. Non si suona così solo studiando chitarra e basta, bisogna metterci dell'altro. A parte i vestiti of course


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personalmente la ritengo inascoltabile....

 

Anche a me non piace propio.

Non che non sia brava per carità,pero' mi sembra tutto fatto con le mani e non con l'intelletto.

Il pezzo a mio umile avviso è orribile.

 

Tutto è partito dalla critica del M° Gilardino a questa sentenza - ingiustificata - di Emanuele.

Essendo ingiustificata, sarebbe bastato chiedere: Manu, perchè per te è orribile il pezzo ?

Ed è quello che io chiedo adesso a Manu, con tutta la umiltà di questo mondo : )

 

Certo te lo dico subito perchè non mi piace l'esecuzione.

Mi sembra troppo appariscente, sembra quasi che si voglia ostentare qualcosa.Inoltre non vedo all'interno un ragionato lavoro di interpretazione.Riguardo l'ultima mia frase ti dico subito che mi riferisco esclusivamente al brano che interpreta che non gradisco affatto.

Tutto qui.


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Inviato
personalmente la ritengo inascoltabile....

 

Anche a me non piace propio.

Non che non sia brava per carità,pero' mi sembra tutto fatto con le mani e non con l'intelletto.

Il pezzo a mio umile avviso è orribile.

 

Tutto è partito dalla critica del M° Gilardino a questa sentenza - ingiustificata - di Emanuele.

Essendo ingiustificata, sarebbe bastato chiedere: Manu, perchè per te è orribile il pezzo ?

Ed è quello che io chiedo adesso a Manu, con tutta la umiltà di questo mondo : )

 

Certo te lo dico subito perchè non mi piace l'esecuzione.

Mi sembra troppo appariscente, sembra quasi che si voglia ostentare qualcosa.Inoltre non vedo all'interno un ragionato lavoro di interpretazione.

 

Non ti avevo chiesto questo, ma davvero grazie lo stesso per le delucidazioni.

 

Riguardo l'ultima mia frase ti dico subito che mi riferisco esclusivamente al brano che interpreta che non gradisco affatto.

Tutto qui.

 

Ecco, proprio questo ti avevo chiesto, e ancora non mi hai spiegato il perchè tu non gradisca il brano, che a tua detta trovi orribile.

Vedi, non c'è nulla di male nel trovarlo orribile. Ma, essendo una non piacevole (credo) sentenza per la mente musicale del compositore, credo che meriti quantomeno la parvenza di una necessaria motivazione, possibilmente valida.

Nel caso ci si dovesse rendere conto della mancanza di argomentazioni valide a sostegno della propria tesi, come ha detto il M° Gilardino, con umiltà, è molto meglio tacere.

 

Buona serata lazzarone : )


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Travestimenti o non travestimenti.... io non ci ho fatto neppure caso. Ho ascoltato Alfonsina y mar e mi sono gustato il video che a mio avviso ben si addattava alla musica suonata. Mi ha trasmesso delle sensazioni e questo mi basta.... in fondo questa è musica, o no?

 

Un secolo fa Barrios si presentava in scena con le piume del dio Tupa in testa. Pur non approvando questa messa in scena, nulla però ha tolto, secondo quanto riportato dai biografi, alla bellezza della musica da lui suonata in quei frangenti.

 

Mi sembra un confronto decisamente provocatorio, amico mio.


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Bè, questa artista è dotata di una tecnica mica male no? Cominciamo a dire questo. E poi in questo repertorio ci può anche stare: è una scelta che sicuramente sarebbe in grado di giustificare anche culturalmente. Non si suona così solo studiando chitarra e basta, bisogna metterci dell'altro. A parte i vestiti of course

 

Questo è il modo giusto per fare della critica seria. La grande scrittrice americana Flannery O'Connor, rispondendo a un editore che aveva sollevato obiezioni sul suo primo romanzo, risponde infuriata: "I suoi commenti mi sembrano indirizzati a una ragazzina leggermente idiota. Io sono disposta ad accettare critiche soltanto nell'ambito di quello che sto cercando di fare".

 

Che cosa vuol dire? Semplice: per fare della critica seria e utile, occorre per prima cosa comprendere l'artista, rendersi pienamente conto del suo modo di essere e della sua visione del mondo, di ciò che gli è proprio e peculiare: solo partendo da lì sarà possibile adoperare - con un diritto culturale e con qualche efficacia - lo strumento critico. Criticare, come aveva fatto l'editore, a partire da una posizione di incomprensione, di estraneità, di pregiudizio, è solo prova di pretenziosa ottusità, di pigrizia mentale, di stolto autoritarismo culturale: e giustamente, la scrittrice, per nulla intimorita dal fatto di star parlando al suo futuro editore, rifiuta con sdegno e irritazione la critica fasulla, e la rispedisce al mittente.

 

A che cosa serve criticare un'esecuzione di un brano di musica? E a chi?

Il chitarrista ignoto che da Calcutta manda un messaggio a un forum di colleghi dicendo che le esecuzioni del chitarrista di Aberdeen non gli piacciono fa della critica? A chi giova il suo "non mi piace"? Adduce qualcosa alla conoscenza dell'autore e della musica? Influisce in qualche modo su un qualsiasi processo culturale? Fa anche soltanto della pura e semplice - ma perlomeno utile - informazione? In quale modo, per quale strada? Quando si leggono le pagine dettate dai critici che sanno fare il loro mestiere, per prima cosa si trovano sempre le premesse che costituiscono i fondamenti della critica. Ci si occupa di un interprete? Bene, la prima cosa da fare è inquadrare il repertorio che suona, lo stato di questo repertorio nella storia già scritta delle esecuzioni esistenti (una cosa è incidere per l'ennesima volta il "Concierto de Aranjuez", altra è il registrare per la prima volta brani appena editi), e subito dopo è necessario dar prova di aver colto qual è, alla base, l'approccio dell'interprete a tale repertorio: si pone come una lettura innovativa o segue le orme già tracciate dagli interpreti precedenti? Se è un'interpretazione innovativa, in che cosa consiste l'innovazione, quali ne sono gli aspetti evidenti e reconditi, quale il potere di rivelazione nei riguardi della musica eseguita? Se invece l'interprete seguita un sentiero sul quale ci sono già delle orme, perché lo fa, con quale scopo, in che cosa, pur collocandosi nella scia de deja entendu l'esecutore di rende utile? Fatto questo, si può motivatamente esaminare la coerenza e la pienezza della realizzazione che l'interprete dà al suo progetto, e in questa fase si possono rilevare le eventuali debolezze, sempre facendo riferimento all'opera eseguita - della quale (è ovvio!) il critico dev'essere conoscitore profondo, altrimenti come può valutare servizi e disservizi resi dall'interprete alla musica?

 

Questo è critica. Il resto è pettegolezzo da ballatoio, chiacchiera, esibito per il puro piacere di mettere in mostra il proprio parere, per attribuirsi l'esercizio di una capacità di giudizio smentita in dal modo stesso con cui si parla e si scrive, per annettersi una ridicola imitazione dell'autorevolezza.

 

Certo, le carte costituzionali riconoscono ai cittadini il diritto di esprimere la loro opinione. Ma invocare siffatto diritto a proposito dell'esercizio della critica d'arte è intrinsecamente stupido: quando il privato cittadino va ad acquistare un CD in un negozio, esercita il diritto di opinione, compra ciò che gli piace (fosse anche un CD del più scalcagnato dei cantautori) e non gli passa per la testa di comperare ciò che non gli piace (fosse anche Mozart), poi incontra sul pianerottolo di casa un vicino al quale rivela con soddisfazione di essere un ammiratore del genio che ha inciso il CD: nessuno può aver nulla da ridire. Il signor Rossi del suo denaro fa quello che vuole ed esercita il suo diritto di opinione in campo musicale con le sue scelte sacrosante: l'indomani, però, non leggiamo i suoi giudizi sul "Corriere della Sera" o sul "Giornale della Musica", e il fatto che i suoi giudizi non vengano presi in considerazione dalla stampa specializzata non gli sembra lesivo del suo diritto di opinione e di espressione - già esercitato all'atto dell'acquisto del CD e sul pianerottolo di casa.

 

Il chitarrista di San Martino di Castrozza che si avventa in un forum contro il CD di un collega di St. Louis non sta facendo della critica: è solo un signor Rossi che, credendosi un critico, suppone di poter dare alle sue opinioni da signor Rossi una risonanza più ampia di quella del cortile del condominio dove abita. Nella migliore delle ipotesi, si rende ridicolo. In ipotesi meno indulgenti, invece, è solo un invidiosetto che cerca di sminuire il lavoro altrui, avvantaggiandosi (apparentemente) del fatto che chi suona, incide, compone, scrive, è esposto, mentre lui - il critico - non lo è, perché - oltre a proteggersi con un nom de plume - non fa assolutamente nulla, al di là di qualche stento esamino in qualche conservatorio (e magari con risultati non precisamente brillanti). La critica non c'entra niente. E' solo flatus vocis.

 

 

 

dralig


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[...]

cerca di sminuire il lavoro altrui, avvantaggiandosi (apparentemente) del fatto che chi suona, incide, compone, scrive, è esposto, mentre lui - il critico - non lo è

[...]

 

OT istantaneo, promesso:

 

"Chi non suona, compone.

Chi non compone, dirige.

Chi non dirige, insegna.

Chi non insegna fa il critico."

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