Paolo_ Inviato il April 21, 2007 Group: Membri Topic Count: 39 Content Count: 161 Reputation: 0 Joined: 03/07/2006 Status: Offline Share Inviato il April 21, 2007 Quali studi, pagine didattiche del repertorio Sette/Ottocentesco ritenete che un chitarrista debba "necessariamente" ,nei primi anni di studio, affrontare? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Angelo Gilardino Inviato il April 21, 2007 Group: Authors Topic Count: 89 Content Count: 2,241 Reputation: 99 Joined: 11/24/2005 Status: Offline Device: Macintosh Share Inviato il April 21, 2007 Quali studi, pagine didattiche del repertorio Sette/Ottocentesco ritenete che un chitarrista debba "necessariamente" ,nei primi anni di studio, affrontare? Quelle già consolidate nelle scuole nazionali della chitarra, cioè Sor e Aguado per la scuola spagnola, Coste per quella francese, Carulli, Carcassi, Giuliani per quella italiana. Questo, come fondamento. Da lì in poi, si possono aggiungere - a seconda delle qualità dell'allievo e del suo impegno - altri studi di altri autori. Bisogna inoltre considerare il fatto che molte pagine non scritte espressamente e dichiaratamente a fine didattico, si possono tuttavia impiegare efficacemente come studi: ad esempio i Ghiribizzi e le Sonate di Paganini, i Preludi di Tarrega... Naturalmente, ha molta importanza la scelta del repertorio didattico, ma ne ha ancora di più il modo con cui tale repertorio viene studiato. dralig Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Paolo_ Inviato il April 22, 2007 Group: Membri Topic Count: 39 Content Count: 161 Reputation: 0 Joined: 03/07/2006 Status: Offline Author Share Inviato il April 22, 2007 Quali studi, pagine didattiche del repertorio Sette/Ottocentesco ritenete che un chitarrista debba "necessariamente" ,nei primi anni di studio, affrontare? Quelle già consolidate nelle scuole nazionali della chitarra, cioè Sor e Aguado per la scuola spagnola, Coste per quella francese, Carulli, Carcassi, Giuliani per quella italiana. Questo, come fondamento. Da lì in poi, si possono aggiungere - a seconda delle qualità dell'allievo e del suo impegno - altri studi di altri autori. Bisogna inoltre considerare il fatto che molte pagine non scritte espressamente e dichiaratamente a fine didattico, si possono tuttavia impiegare efficacemente come studi: ad esempio i Ghiribizzi e le Sonate di Paganini, i Preludi di Tarrega... Naturalmente, ha molta importanza la scelta del repertorio didattico, ma ne ha ancora di più il modo con cui tale repertorio viene studiato. dralig Certo M°, per questi autori, di sicuro fra i più famosi, credo che tutti i chitarristi "siano passati"; tuttavia la mia domanda mirava a qualcosa di più specifico: a citare opere, di questi autori, più o meno fondamentali alla crescita di un chitarrista. Ad esempio credo che l'op.60 di Carcassi o gli studi Sor-Segovia siano stati una tappa importante per molti studenti.. Grazie Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Angelo Gilardino Inviato il April 22, 2007 Group: Authors Topic Count: 89 Content Count: 2,241 Reputation: 99 Joined: 11/24/2005 Status: Offline Device: Macintosh Share Inviato il April 22, 2007 dralig Certo M°, per questi autori, di sicuro fra i più famosi, credo che tutti i chitarristi "siano passati"; tuttavia la mia domanda mirava a qualcosa di più specifico: a citare opere, di questi autori, più o meno fondamentali alla crescita di un chitarrista. Ad esempio credo che l'op.60 di Carcassi o gli studi Sor-Segovia siano stati una tappa importante per molti studenti.. Grazie Sicuramente. Il progredire della conoscenza porta, anche nel repertorio didattico, a migliorare il modo di leggere e di studiare. Gli Studi di Sor-Segovia erano generalmente accettati come veicolo per il miglior approccio possibile a Sor. La conoscenza degli urtext ci porta invece a constatazioni diverse. Sor scrisse prima le due raccolte più complesse (op. 6 e op. 29), nelle quali manifestò al più alto grado di elaborazione la sua scienza di polifonista e di armonista - oltre che la sua arte chitarristica unica - e poi procedette "scendendo" di difficoltà - ma non di qualità musicale - con le raccolte successive: op. 31 e op. 35, op. 44 e infine - op. 60 - la raccolta più semplice (ma quanta bella musica in quei pezzetti). Ogni raccolta ha una coerenza, un'unità e una progressività, e va quindi studiata in blocco, oserei dire come se contenesse un pezzo solo. Solo così si riesce a coglierne la forma, la bellezza, il valore e l'utilità. E' importante anche comprendere il progetto didattico di ogni raccolta, implicato anche nelle gradazioni sinonimali dei diversi titoli: l quelli dell'op. 6 e dell'op. 29 (legati tra loro da una numerazione che unifica le due raccolte, da 1 a 24) sono Studi; l'op. 31 consta di "24 Lezioni progressive", l'op. 35 di "24 Esercizi molto facili" (mica tanto!), l'op. 44 di "24 Piccoli Pezzi progressivi" e infine l'op. 60 è una "Introduzione allo studio della chitarra", cioè il punto d'incontro tra il grande maestro e i principianti, creato da Sor alla fine della sua carriera: lui, compositore di opere e di balletti, e persino della marcia funebre per la morte dello zar, nel declinare della sua fortuna e della sua vita, s'intenerisce per gli studenti di chitarra alle prime armi e detta quelle pagine limpidissime, dense di sapienza musicale manifesta nella veste spoglia della semplicità! Tutto questo si perde nel servirsi delle selezioni antologiche (quella di Segovia o qualunque altra). E' bene risalire alla fonte - quando è disponibile, e cercare di comprendere, con l'aiuto del docente, l'ispirazione, l'intenzione, la metodologia dell'autore. Sor, in questo senso, è una miniera di ricchezze musicali e strumentali, il Clementi della chitarra. dralig Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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