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Manuale di scrittura musicale L. Ferrero


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Sono rimasto piacevolmente colpito dalla lettura del testo di L. Ferrero che a suo tempo Fabio segnalo in un topic su questo forum..

 

Incredibile! sapevo e immaginavo che esistevano oscuri meandri tra pollici, punti, cm, pica..e tutte le varie unità di misura che si utilizzano..

(tra l'altro io uso in Finale l'altrettanto oscura unità di misura in EVPUs trovandomi benissimo) ma sono rimasto impressionato dalla cura maniacale del posizionament di cose che apparentemente sembravano più o meno casuali (seppur intuivo che certo non si inserissero cosi..)

 

tra l'altro mi ha talmente incuriosito che ho iniziato a vedere alcune cose con occhi nuovi.. (certo senza perdersi nell'estetica dell'oggetto grafico) e dimenticando cosa si sta facendo davvero, anche perchè spesso le mie umili cose nascono quasi sempre con la matita e pentagramma a meno che abbia il mio amato portatile dietro...non per altro ma solletica il mio orecchio immaginare la musica senza ascoltare i suoni..(deformazione degli studi di armonia e contrappunto)..

 

comuque interessante davvero, ha provocato due reazioni, una la curiosità di trovare altri libri del genere (immagino non in italiano) ma in inglese conoscete altri testi?

e l'altra di curiosare anche in Sibelius che devo dire.. (non so in verità quanto sia fondamentale o importante la conoscenza acquisita in Finale prima, ho sempre e solo lavorato con lui dal'inizio dell'avventura della mia scrittura al computer..immagino che sia sicuramente servita) ma Sibelius, devo dire, che mi ha procurato grande.. simpatia istintiva.. è solo una mia sensazione averlo trovato più immediato..?...e per la simbologia chitarristica soprattutto mi è sembrato più immediato...ma non solo, anche le partiture orchestrali ad esempio, le parti estartte automaticamente già pronte ..! nel solo scrivere l partitura direttamente..

 

marcello

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Sono rimasto piacevolmente colpito dalla lettura del testo di L. Ferrero che a suo tempo Fabio segnalo in un topic su questo forum..

 

Incredibile! sapevo e immaginavo che esistevano oscuri meandri tra pollici, punti, cm, pica..e tutte le varie unità di misura che si utilizzano..

(tra l'altro io uso in Finale l'altrettanto oscura unità di misura in EVPUs trovandomi benissimo) ma sono rimasto impressionato dalla cura maniacale del posizionament di cose che apparentemente sembravano più o meno casuali (seppur intuivo che certo non si inserissero cosi..)

 

tra l'altro mi ha talmente incuriosito che ho iniziato a vedere alcune cose con occhi nuovi.. (certo senza perdersi nell'estetica dell'oggetto grafico) e dimenticando cosa si sta facendo davvero, anche perchè spesso le mie umili cose nascono quasi sempre con la matita e pentagramma a meno che abbia il mio amato portatile dietro...non per altro ma solletica il mio orecchio immaginare la musica senza ascoltare i suoni..(deformazione degli studi di armonia e contrappunto)..

 

comuque interessante davvero, ha provocato due reazioni, una la curiosità di trovare altri libri del genere (immagino non in italiano) ma in inglese conoscete altri testi?

 

 

Il compositore americano Gardner Read ha scritto un testo fondamentale sulla notazione (prima che nascessero i software). Si intitola "Music Notation/A Manual of Modern Practice" ed ha avuto diverse ristampe. Io ho l'edizione del 1964, Allyn and Bacon, Boston. 450 pagine fitte. Per quanto riguarda l'arte dell'incisoria musicale - cioè il mestiere di copiare la musica per la stampa - la Bibbia è il libro "The Art of Music Engraving and Processing" di Ted Ross (Hansen). Questi due libri rappresentano lo stato dell'arte dell'editoria musicale prima dell'avvento dei software. I quali ovviamente hanno mirato a emulare i risultati raggiunti nelle pagine dell'incisoria classica, specialmente quella tedesca. Non ci sono ancora riusciti, ma si stanno avvicinando. Se pensi che Ross dedica pagine e pagine all'inclinazione delle travi che collegano crome e semicrome, ti rendi conto di quanto complesso possa risultare, per un programma computerizzato, ottenere gli stessi "effetti".

 

 

e l'altra di curiosare anche in Sibelius che devo dire.. (non so in verità quanto sia fondamentale o importante la conoscenza acquisita in Finale prima, ho sempre e solo lavorato con lui dal'inizio dell'avventura della mia scrittura al computer..immagino che sia sicuramente servita) ma Sibelius, devo dire, che mi ha procurato grande.. simpatia istintiva.. è solo una mia sensazione averlo trovato più immediato..?...e per la simbologia chitarristica soprattutto mi è sembrato più immediato...ma non solo, anche le partiture orchestrali ad esempio, le parti estartte automaticamente già pronte ..! nel solo scrivere l partitura direttamente..

 

 

Imparare Sibelius a partire dalla conoscenza di Finale è facile. Non è facile il contrario. Sibelius ha un'interfaccia molto migliore di Finale. Alla fine, i due programmi si equivalgono, nel senso che puoi fare con entrambi le stesse cose, ma con Sibelius devi faticare meno a impararle.

Diciamo che, se vuoi proprio andare al nocciolo dei dettagli minimi e adattarli alle tue esigenze estetiche, Finale (i cui default sono semplicemente orribili, tutti i parametri vanno riprogrammati) ti dà qualche chance in più. L'ideale sarebbe una fusione tra i due programmi.

 

dralig

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Grazie Maestro

per la puntuale risposta,

si in effetti se penso alla mia "brutta copia" a.. matita :) ..

comunque davvero interessante.

 

Per Sibelius si, è come dici, ho avuto questa sensazione di fare di tutto in "pochissimo " tempo ma in effetti l'allenamento sofferto su Finale è sicuramente servito.

 

Una cosa simpaticissima che non usavo in Finale (ma che ooviamente esite anche se in modo molto diverso) è la funzione "Flexitime" di Sibelius che davvero mi ha strabiliato, in pratica la possibilità di suonare con una tastiera e adattare il tempo senza rovinare la quantizzazione della scrittura... comodo, molto comodo e veloce per i pianisti/cmpositori..

 

 

 

 

marcello

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Una cosa simpaticissima che non usavo in Finale (ma che ooviamente esite anche se in modo molto diverso) è la funzione "Flexitime" di Sibelius che davvero mi ha strabiliato, in pratica la possibilità di suonare con una tastiera e adattare il tempo senza rovinare la quantizzazione della scrittura... comodo, molto comodo e veloce per i pianisti/cmpositori..

 

marcello

 

Se scrivi e stampi per il fabbisogno personale, Flexitme va benissimo, ma se lavori per l'editoria, scòrdatelo: l'inserimento delle note devi farlo da tastiera pc o da mouse, altrimenti ti occorrerà più tempo per l'editing che per scrivere tutto a nuovo.

 

ag

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Una cosa simpaticissima che non usavo in Finale (ma che ooviamente esite anche se in modo molto diverso) è la funzione "Flexitime" di Sibelius che davvero mi ha strabiliato, in pratica la possibilità di suonare con una tastiera e adattare il tempo senza rovinare la quantizzazione della scrittura... comodo, molto comodo e veloce per i pianisti/cmpositori..

 

marcello

 

Se scrivi e stampi per il fabbisogno personale, Flexitme va benissimo, ma se lavori per l'editoria, scòrdatelo: l'inserimento delle note devi farlo da tastiera pc o da mouse, altrimenti ti occorrerà più tempo per l'editing che per scrivere tutto a nuovo.

 

ag

 

Si mi riferivo solo alla velocità di realizzare e catturare idee estemporanee, alla stregua di software come i sequencer,

improvvisando quasi,

certo per l'editoria hai perfettamente ragione..non si "scappa"..

 

m

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Me lo dovrò leggere pure io...però che tedio, una volta c'erano i copisti.

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Me lo dovrò leggere pure io...però che tedio, una volta c'erano i copisti.

 

Se è per questo, ci sono anche oggi: solo che copiano usando Score, Finale e Sibelius invece che la penna. E, ancora più dei copisti di una volta, amano farsi pagare!

 

dralig

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Giusto!

Quasi quasi mi faccio un master in copisteria musicale...

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