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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Il mondo degli scacchi e il mondo della musica


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In una delle tante biografie in Internet di Josè Raul Capablanca, per chi non lo sapesse un campione famosissimo di scacchi detto anche il "Mozart degli scacchi" ,vi è scritto che forse la musica e gli scacchi sono due discipline in apparenza diverse. Nella realtà invece si tende spesso ad accostare uno stile di uno scacchista a quello di un musicista.

 

Sarà forse anche perchè la creatività o la tecnica sullo strumento è questione di strategia ?

 

C'è qualcuno amante degli scacchi qui dentro dato che siete tutti musicisti ?

 

Quali sono le vostre opinioni in merito ?

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In una delle tante biografie in Internet di Josè Raul Capablanca, per chi non lo sapesse un campione famosissimo di scacchi detto anche il "Mozart degli scacchi" ,vi è scritto che forse la musica e gli scacchi sono due discipline in apparenza diverse. Nella realtà invece si tende spesso ad accostare uno stile di uno scacchista a quello di un musicista.

 

Sarà forse anche perchè la creatività o la tecnica sullo strumento è questione di strategia ?

 

C'è qualcuno amante degli scacchi qui dentro dato che siete tutti musicisti ?

 

Quali sono le vostre opinioni in merito ?

 

Caruana sugli scacchi invece promette come Michele De Vincenti sulla chitarra

 

da http://www.cci-italia.it/let/rub26.htm

    (Cage e Duchamp).   “Cage offre a Duschamp segreti sui funghi e in cambio gli chiede di dargli lezioni di scacchi”. Così inizia il segnalibro di Nico Orengo di questa settimana che appare su “TTL, tuttolibritempolibero” (anno XXX, N. 1607, 1 aprile 2006, pag. 2) e che ci fa conoscere il libro “Un incontro casuale” di Rachel Cohen, appena pubblicato da Adelphi (traduzione di Stefano Manferlotti, pp. 502, €30,00).

    Un insolito saggio, come recita il risvolto di copertina, tra il biografico e la riflessione letteraria, un racconto di vite intrecciate di scrittori e artisti americani del secolo scorso. Da Mark Twain a Baldwin, da Lowell ad Avelon. Anche nella bella recensione che ha scritto Nicola Gardini su “Il Giornale” del 27 aprile 2006, a pag. 28, “James&Co., ritratti di signori. E l’America si mette in posa”, è citato un passo del libro che riguarda, inaspettatamente e ancora una volta, il gioco degli scacchi: “John Cage e la moglie di Duchamp si incontravano periodicamente per giocare a scacchi. Duchamp stava a guardare e ogni tanto, scuotendo la testa, diceva: «Come giocate male!».”

     E’ noto che John Cage, nel quale Duchamp vedeva l’erede del compositore francese Erik Satie, fu suo amico e compagno di scacchi. E’ leggendario il loro incontro avvenuto a Toronto, nel 1968 per una curiosa ed eccezionale partita a scacchi. Un memorabile “Sight-soundsystems”, sorta di concerto generato da una partita tra i due durante la quale la scacchiera modulava, in funzione delle mosse, le musiche eseguite da Tudor, Mumma, Behrman e Cross.

    Trovo, però, molto significativo che, in entrambe le recensioni, per parlare di un libro sulle figure umane di grandi artisti, sia messo in risalto il gioco degli scacchi e il fascino che questo gioco ha esercitato nel loro animo.

    Il saggio che Rachel Cohen, giovane accademica del “Sarah Lawrence College” di New York, ha scritto con tanta intensa passione e semplicità di stile, mi autorizza piacevolmente, inoltre, ad indicare un noto e generoso amico di tutti i soci del CCI e della intera comunità scacchistica, che gli è riconoscente per i suoi notevoli contributi e le sue puntuali traduzioni. Parlo del dr. Gianfelice Ferlito, il primo studioso, infatti, a mia memoria e citando una fonte autentica, a raccontare la circostanza dell’apprendimento degli scacchi di John Cage da parte di Duchamp.

    Al grande artista, con particolare attenzione alla sua passione per gli scacchi, Gianfelice ha dedicato, in diverse occasioni, approfondite e non dimenticate riflessioni. In particolare, in uno dei suoi tanti articoli, apparso sulla “storica” rivista “Scacco”, n. 5, Maggio 1991, pp. 218-220, “Marcel Duchamp. La passione per gli scacchi”, c’è un resoconto di un simposio, avvenuto alla Tate Gallery del 19 gennaio 1991, su «Arte e scacchi». Il richiamo, nella parte che ci interessa, suscita l’interesse di un’importante testimonianza che è raccontata così: “ Alla fine del Simposio John Cage, musicista americano e amico di Duchamp, venne invitato sulla pedana degli oratori e amichevolmente interrogato da Ray Keene e dagli altri partecipanti sui ricordi che poteva avere della sua lunga amicizia con Duchamp. Interessante notare che Duchamp insegnò a Cage come giocare a scacchi e sembra che si arrabbiasse alquanto perché Cage voleva di giorno dedicarsi all'attività creativa (leggi musica) e solo di sera all'attività ricreativa (leggi scacchi) mantenendo così la sua disposizione ludica separata almeno da orari ben fissati. Duchamp invece considerava gli scacchi una «serietà» o meglio «una sacrosanta serietà creativa» a cui dedicarsi totalmente. Questo non gli impedì nel 1963 di esibirsi e stupire i suoi amici e conoscenti in una partita a scacchi giocata al Museo d'Arte di Pasadena (sobborgo di Los Angeles) con una bella ragazza nuda (Eve Babitz). Duchamp è stato fotografato mentre gioca e questa deve essere probabilmente l'unica foto esistente al mondo di una partita a scacchi con donna nuda. Almeno fino ad oggi.”

    Il gioco degli scacchi non finisce mai di stupire, riteniamo. E ciò anche grazie alla passione di molti che, negli impegni quotidiani, riescono a dedicare un poco del loro tempo per conservare una memoria non superficiale del gioco, attenta alle sua penetrante e fascinosa radice culturale, letteraria ed artistica.

     (2. IV. 2006)

 

mdplaychess.jpg

Duchamp, Teeny, and Cage playing chess in a performance, Sightssoundsystems, a festival of art and technology in Toronto, 1968

© 2000 Succession Marcel Duchamp ARS, N.Y./ADAGP, Paris.

 

 

Sarà forse anche perchè la creatività o la tecnica sullo strumento è questione di strategia ?

 

 

vero

anche

ma non solo

il fine dell'arte non è solo la manifestazione di una tecnica...v.3d precedente...i primi esperimenti sull'intelligenza artificiale fecero l'errore, comprensibile, di confondere l'espressione di un pensiero intelligente identidificandolo esclusivamente con una sorta di "statistica" o di particolare strategia combinatoria neurale...il gioco degli scacchi fu preso a modello perchè ben rappresentava una certa idea della razionalità...tuttavia ci si accorse ben presto che sono le cose più semplici ad essere le più complesse, e che anche il comportamento razionale (contrariamente a quanto si crede) è profondamente influenzato da emozioni e sentimenti...che attualmente non sono computabili e sintetizzabili attraverso una complessa statistica

discorso lungo ma affascinante

bel3d

 

Bello questo topic .............................

Bravo Fabio !!!

 

Il gioco degli scacchi è il migliore, è un genio chi l'ha inventato.

 

Il mio "idolo" è Bobby Fisher !!! Chissà dov'è in questo momento !? è un tipo un po' così, magari si è iscritto al forum di Porqueddu e non lo sappiamo neanche !!! Bravo, cervellotico e imprevedibile !!!

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in fondo anche la tastiera della chitarra si presta alla metafora degli scacchi

è sui tasselli di questo mosaico che prendono forma complessi contrappunti

mi viene in mente lo studio ricercare sui mosaici di ravenna di Gilardino

 

 

Sono daccordissimissimissimissimissimissimo...

 

Anche le discussioni del forum e le polemiche presenti in esso sono un po' così, ognuno ha la sua mossa..........finchè qualcuno non da' scacco al re spaventando (sempre che si spaventi :lol::lol: ) l'avversario e portandolo alla momentanea difesa......ma quello che conta è il matto !!! :lol::lol::lol:

 

Maestro Gilardino sai giocare a scacchi ?

 

W LE GIOCATE DI FISCHER

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Io so giocare,sono arrivato 3° nazionale. La mia apertura preferita é l' italiana

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Ben volentieri, magari ci organizziamo i prossimi giorni.

 

Io non ho un apertura preferita, tutto cambia sempre a seconda della risposta dell'avversario. Ho una buonissima difesa.....

 

Il mio pezzo preferito è il cavallo !! perchè è il più pericoloso e imprevedibile..........

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Van Geet.

Cavallo in C3. Offre molte possibilità.

 

CavalloinC3.gif

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Un bravo scacchista è Roberto Masala (docente di chitarra al conservatorio di Sassari), che mi spiegava che uno scacchista vero sa già quali saranno le sue prime sette-otto mosse, indipendentemente da quelle dell'avversario.

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Questa è una mia pop art .......................... il titolo (che nella pop-art conta sempre molto....) è S--------"cacchiera" !!! gli ho tolto solo una S !!!

 

Prendetela sul ridere, il materiale utilizzato è finto !!! :lol::lol::lol:

:lol::lol::lol::lol:

post-508-134848577099_thumb.jpg

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