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Maurice Ravel e il "cervello stonato"


Butterfly
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Non è un nuovo tipo di insulto forbito. ;)

Il "cervello stonato" può riconoscere diverse cause, congenite o acquisite e si manifesta con un disturbo delle abilità musicali, detto "amusia".

 

Già con la breve versione on line di un Test di discriminazione tonale e ritmica si può determinare un'eventuale amusia (se il punteggio è inferiore a 22).

 

Le neuroscienze cognitive studiano sia l'amusia congenita, che non permette di riconoscere melodie familiari o distinguere toni musicali diversi, sia le forme dovute a disturbi neurologici, come l'Afasia Progressiva Primaria, che possono compromettere anche abilità musicali estremamente sviluppate, come accadde per Maurice Ravel (1875-1937).

 

Il musicista francese accusò i primi sintomi intorno al 1927, quando durante un concerto manifestò difficoltà a leggere suonare un brano da lui stesso composto.

In pochi anni, nonostante fosse ancora in grado di comporre musica, divenne progressivamente incapace di scrivere, copiare e leggere sia frasi del linguaggio comune, sia spartiti di musica, tanto che smise di suonare il pianoforte.

Nonostante queste difficoltà, nel 1928 compose il celeberrimo Bolero.

I primi deficit neurologici si manifesterebbero proprio nelle caratteristiche di quest'opera, la cui semplice melodia di base è accompagnata da una notevole e complicata orchestrazione.

 

Infatti, mentre gli scienziati ritengono che la scrittura della melodia dipenda dall'emisfero cerebrale sinistro (proprio quello da cui provenivano i sintomi di Ravel), l'orchestrazione viene attribuita all'emisfero destro.

Nel Bolero si manifesterebbe perciò un tentativo di compensazione degli emisferi cerebrali.

 

Anche lo studio dell'amusia congenita si avvale di questa suddivisione delle funzioni musicali del cervello, così ipotizzata dai ricercatori:

 

- Emisfero sinistro: percezione ed elaborazione del ritmo; lettura e scrittura di note e melodie; comprensione del testo delle canzoni.

 

- Emisfero destro: produzione del ritmo; percezione di note e melodie; canto (con o senza parole); percezione ed elaborazione dei timbri.

 

Chi, già dalla nascita, risulta in possesso di un "cervello stonato, avrebbe difficoltà nel discrimare i semitoni musicali, da cui deriverebbe anche la difficoltà a seguire il ritmo corretto.

Questo deficit, tuttavia, non si manifesta nel linguaggio quotidiano o nel riconoscimento del materiale verbale naturale (versi di animali e suoni ambientali non musicali). Non si tratta quindi di una limitazione patologica.*

 

 

Butterfly

 

 

*Gli autori dello studio, del quale ho riassunto i punti principali, sono i proff. Francesca Allaria e Sergio Della Sala.

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Anche lo studio dell'amusia congenita si avvale di questa suddivisione delle funzioni musicali del cervello, così ipotizzata dai ricercatori:

 

- Emisfero sinistro: percezione ed elaborazione del ritmo; lettura e scrittura di note e melodie; comprensione del testo delle canzoni.

 

- Emisfero destro: produzione del ritmo; percezione di note e melodie; canto (con o senza parole); percezione ed elaborazione dei timbri.

 

non ho capito se ipotizzano questa suddivisione delle funzioni musicali del cervello come tipica dei soggetti affetti da amusia o se ipotizzano la suddivisione come un'a priori dell'esperienza musicale....

 

 

La suddivisione è ipotizzata in linea generale, al di là di qualunque situazione patologica e mi sembra rispecchi analoghi studi di neurofisiopatologia che si occupano piu' genericamente della specializzazione delle diverse aree cerebrali (es. linguaggio logico, sfera affettiva ecc.)

 

Questa ricerca mi ha fatto riflettere però su un altro aspetto, cioè se la dominanza di un emisfero rispetto all'altro possa in qualche modo influenzare anche lo stile compositivo o creativo in generale.

 

Esistono studi, per esempio, circa la predominanza di certi effetti cromatici nella pittura di determinati periodi storici, ma non sono così approfonditi dal punto di vista neuropsicologico e comunque mi piacerebbe saperne di piu' circa il campo musicale.

Esistono anche tanti luoghi comuni sulla presunta contrapposizione tra "mente matematica" e "mente artisto-letteraria" ecc.

E' una materia che non conosco approfonditamente, anche se ricordo con vivo interesse il volume che Ernst Gombrich dedicò a "Il senso dell'ordine" per quel che concerne l'arte decorativa (1979).

 

Chissà cosa ne pensano i musicisti-compositori ;)

 

 

 

Butterfly

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Grazie per l'indicazione, Fabio, ho a disposizione quell'opera. Ho trovato piu' che altro bibliografia specialistica anglosassone ma è anche vero che la neuroscienza sta conoscendo un recente sviluppo di ambiti applicativi e non manca sicuramente qualche testo piu' facilmente abbordabile.

 

Non sapevo tra l'altro della patologia di Ravel; avevo invece letto di un incidente che aveva provocato seri danni al musicista.

Sinceramente è un tema che mi fa anche un po' paura, però la conoscenza di certi meccanismi ha il suo fascino.

 

 

 

Butterfly

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