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Chitarra per mancino


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Premettendo che, sono convinto, non sia poi questo grosso sacrificio impostarsi nel suonare la chitarra nel modo classico, non è una questione di imposizione, ma di scelta. A suonare da mancini ci sono solo svantaggi: occorre trovare una chitarra nata mancina, (a invertirne una destra la chitarra non sarà mai intonata), non si potranno provare la stragrande maggioranza delle chitarre e la scelta del proprio strumento, per ovvi motivi, è molto più ristretta. Non solo, se uno arrivasse a livelli di eccellenza, potrà possedere ma non suonare chitarre storiche come vediamo fare a tantissimi maestri.

 

Scelta? Si, ma a partire da quale opzione? Ci viene offerta la scelta tra il nascere destrimani o mancini? La scelta viene posta in forma di aut-aut solo ai mancini che si ritrovano tali non certo per scelta: o ti adatti a suonare da destrimane, o avrai un sacco di problemi. A questo punto, il didatta onesto aggiunge: avrai un sacco di problemi, meno quello di andare contro la tua indole naturale di mancino.

 

dralig

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Ospite Neuland
Per piacere.....

 

Tanti macini in passato - e anche nel presente, come sembra - hanno incontrato ignoranza e inflessibilità da parte di chi non vuole vedere la grande differenza tra mancino e destrimane. Esempio piccolo: una mia amica mancina, costretto di scrivere con la destra da piccola, ne ha riportato problemi nella distinzione di destra e sinistra: ci mette sempre un pò di più di trovare il lato giusto (cosi mi dice lei).

 

In ogni caso mi sembra un pò medievale non riconoscere le diversità.

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Signori, non è questione di non riconoscere la diversità, io non parlo da destrimane, ma da mancino; imbracciare la chitarra da destrimane, oltre che per impostazione naturale (io ho iniziato a suonare la chitarra guardando mio padre, ottimo autodidatta), mi ha aiutato a sviluppare molto anche la mano destra, tant'è che non ho differenze sostanziali tra destra e sinistra, forse solo nello scrivere continuo a rimanere mancino, il resto posso tranquillamente farlo con entrambe le mani. Comunque, ribadisco, è una questione puramente discrezionale.

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Valery Brummel, forse il più grande saltatore in alto mai esistito, batteva di sinistro come la stragrande maggioranza dei saltatori; ebbe un incidente di moto e la sua gamba sinistra rimase fracassata. I medici si apprestavano già ad amputargliela quando arrivò trafelata un'infermiera e li informò su chi fosse la persona che si preparavano ad operare. Decisero allora di tentare di salvargli la gamba. Gliela salvarono, ma chiaramente non era più utilizzabile come gamba "di battuta". Dopo circa un anno Valery Brummel era di nuovo in gara, battendo con la destra, sulle stesse misure che otteneva prima dell'incidente.

 

Che rovesciamento terapeutico!

Bè, conoscendo le ASL italiane, anche in caso di semplice meniscopatia consiglio di presentarsi al ricovero muniti di medaglia olimpica ;)

 

 

 

Butterfly

 

 

P.S.: dopo la battutona, appena trovo il tempo, disquisirò un po' sui meccanismi neurologici compensativi

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Ciccio Matera, concordo pienamente con te.

 

Non so, Neuland, potrei ripetermi all'infinito, ma come si fa ad accostare lo studio di uno strumento che richiede EVIDENTEMENTE uno sforzo di entrambe le mani, come la chitarra, alla scrittura, è un bel mistero.

 

Tu dici che è più importante la mano che produce il suono, a me pare, e avevo spiegato il perché, una cosa priva di fondamento. Potrei sbagliarmi.

Rimango comunque dell'opinione che se due mani devono svolgere due compiti particolari, impegnativi e molto diversi tra loro, non ha più senso parlare di mano primaria.

 

Io sono mancino e non ho riscontrato nessun problema, ad esempio, ad imparare a guidare come un destro (ecco, la guida, questo mi pare un paragone più calzante). Anzi, ero più sveglio degli altri. Mi pare che nessun mancino abbia avanzato la pretesa di farsi costruire un'automobile "mancina". Anche perché con un po' di guide i problemi scompaiono, sia per il destrimane che per il mancino.

 

D'accordo. Allora, però, perché "noi destrimani" rimaniamo tali, visto che suonare da mancini non risulta effettivamente più difficile?

 

Ecco, questo finalmente è il punto: perché l'impostazione "standard" è quella che conosciamo?

Sinceramente non lo so! Bisognerebbe indagare tra quei popoli antichi che per primi hanno usato i famosi strumenti "antenati", ed io non ho certo le competenze per arrivare ad una conclusione.

Potrei però azzardare che il pizzicare la corda in quelle epoche sì che poteva costituire l'azione più importante, e magari l'eventuale derivazione dagli strumenti come lire e cetre può dimostrarlo. Fatto sta che poi storicamente l'impiego e l'impegno della mano in tastiera è aumentato esponenzialmente, fino a raggiungere, già ormai da secoli, pari dignità.

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Signori, non è questione di non riconoscere la diversità, io non parlo da destrimane, ma da mancino; imbracciare la chitarra da destrimane, oltre che per impostazione naturale (io ho iniziato a suonare la chitarra guardando mio padre, ottimo autodidatta), mi ha aiutato a sviluppare molto anche la mano destra, tant'è che non ho differenze sostanziali tra destra e sinistra, forse solo nello scrivere continuo a rimanere mancino, il resto posso tranquillamente farlo con entrambe le mani. Comunque, ribadisco, è una questione puramente discrezionale.

 

Non serve discutere sulla possibilità dei mancini già impostati da destrimani: se a loro sta bene, e se sono sicuri di rendere al massimo delle loro possibilità, come si dice, non c'è problema.

 

Serve invece domandarsi, da parte degli insegnanti, come fare con i mancini prima dell'impostazione, non dopo.

 

dralig

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D'accordo. Allora, però, perché "noi destrimani" rimaniamo tali, visto che suonare da mancini non risulta effettivamente più difficile?

 

Ecco, questo finalmente è il punto: perché l'impostazione "standard" è quella che conosciamo?

Sinceramente non lo so! Bisognerebbe indagare tra quei popoli antichi che per primi hanno usato i famosi strumenti "antenati", ed io non ho certo le competenze per arrivare ad una conclusione.

Potrei però azzardare che il pizzicare la corda in quelle epoche sì che poteva costituire l'azione più importante, e magari l'eventuale derivazione dagli strumenti come lire e cetre può dimostrarlo. Fatto sta che poi storicamente l'impiego e l'impegno della mano in tastiera è aumentato esponenzialmente, fino a raggiungere, già ormai da secoli, pari dignità.

 

Per la verità, noi non abbiamo documentazione su come si comportassero le popolazioni primitive e le antiche culture con i mancini suonatori di strumenti a corda. Le iconografie ci presentano figure destrimani per ovvie ragioni: allora come oggi la maggioranza degli esecutori era destrimane (Manet tuttavia ha dipinto un chitarrista mancino).

 

D'accordo sul fatto che non vi sia gerarchia tra le due mani adibite a funzioni diverse. Nel destrimane, la destra non è "più importante" della sinistra, è invece "primaria", cioè delegata alle funzioni che la mente individua come primarie in un'operazione complessa: il pizzicare le corde è primario rispetto al modificarne la lunghezza. La mente classifica l'azione primaria del pizzico come "naturale" e quella secondaria del modificarne la lunghezza come "artificiale", anzi, in mancanza di istruzioni, una mente ingenua non individua nemmeno la funzione artificiale, Si metta un bimbo di due anni davanti a una chitarra e lo si esorti genericamente a suonare: pizzicherà le corde (con la sua mano primaria: su questo non c'è dubbio), ma non gli verrà in mente di premere le corde sulla tastiera.

 

dralig

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Ospite Neuland

Ecco il dipinto di Manet. Abbigliamento e sujet fanno pensare ad un chitarrista gitano, comunque lontano ambiente borghese e di conseguenza lontano dalle scuole chitarristiche dell'800. Potrebbe esserci arrivato a suonare così essendo autodidatta.

 

La mia Bambina (3) assume spesso proprio questa posizione sul divano con la sua chitarrina e, tra l'altro, non sembra per ora preferire nessuna delle qui caldamente discusse varietà.

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