Angelo Gilardino Inviato 18 Settembre 2007 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 18 Settembre 2007 Questo argomento suscita tante discussioni solo quando si parla di chitarra e non sono certo i destrimani a fomentarle che fondamentalmente se ne infischiano. Negli altri strumenti (pianoforte, violino e a ben guardare anche nei fiati) tale argomento non esiste: l'impostazione è quella e non si discute. Per me i mancini che all'inizio non hanno avuto la pazienza di impostarsi nella posizione canonica ad un certo punto, quando ormai è troppo tardi, si accorgono di aver fatto una scelta sbagliata, che pagano quotidianamente, e cercano delle giustificazioni che non hanno. E' inutile cercare quale sia la mano preminente: nella chitarra, come in tutti gli strumenti così complessi e completi le mani sono assolutamente indipendenti. E allo stesso modo il cervello è abituato a leggere musica polifonica e ad inviare i comandi alle due manbi in forma indipendente.Se non ci credete, quando siete arrivati a un buon livello nella chitarra, provate a sedervi davanti ad un pianoforte: vi stupirete di quello che riuscirete a fare già dopo pochi minuti Il pianoforte non chiede alle mani due funzioni diverse, ma due funzioni identiche, entrambe primarie. La differenza sta solo nella ripartizione dei registri, ed è cosa ben diversa dalla differenza esistente tra la funzione della mano destra e della mano sinistra di chi suona uno strumento a corda. Non ho mai avuto che fare con un chitarrista mancino pentito della propria scelta di rimanere tale - pur nella consapevolezza degli svantaggi di tipo mercantile causati dal fatto che l'acquisto di una chitarra costruita ad hoc è praticamente a fondo perduto. Ho avuto invece diversi casi di mancini forzati destrimani che hanno pagato - e pagano - con un superlavoro il problema del loro assestamento in una funzione per loro innaturale. Esistono anche casi di mancini forzati destrimani che non si rendono conto del loro problema. dralig
Butterfly Inviato 18 Settembre 2007 Group: Membri Topic Count: 227 Content Count: 1196 Reputation: 0 Joined: 31/01/2006 Status: Offline Inviato 18 Settembre 2007 Sì, il campo di ricerca è affascinante e sicuramente destinato a nuove scoperte, ma di fatto quella che per molti può definirsi "la scintilla di Dio" resta indimostrabile da un punto di vista strettamente scientifico. Resta da chiedersi allora se è possibile, a priori, stabilire le implicazioni neurofisiologiche circa l'approccio strumentale migliore per un mancino, se non a livello soggettivo, anche se il comune livello esperenziale dimostra, in generale, la non opportunità di costringere una persona mancina a usare la mano destra come dominante. E' invece forse indagabile con più precisione (azzardo, perchè non ho competenze specifiche) quali possano essere le differenze a livello fisico e acustico di uno strumento che viene suonato in una direzione piuttosto che in un'altra e che per questo motivo viene anche costruito con tecniche leggermente diverse. Se a liuteria storica ha ormai fondato le sue basi sui modelli per i "destri", forse c'è ancora spazio per una storia della liuteria per i mancini. Butterfly
Vasaloppet Inviato 19 Settembre 2007 Group: Membri Topic Count: 0 Content Count: 23 Reputation: 0 Joined: 21/02/2007 Status: Offline Inviato 19 Settembre 2007 Il pianoforte non chiede alle mani due funzioni diverse, ma due funzioni identiche, entrambe primarie. La differenza sta solo nella ripartizione dei registri, ed è cosa ben diversa dalla differenza esistente tra la funzione della mano destra e della mano sinistra di chi suona uno strumento a corda. Non ho mai avuto che fare con un chitarrista mancino pentito della propria scelta di rimanere tale - pur nella consapevolezza degli svantaggi di tipo mercantile causati dal fatto che l'acquisto di una chitarra costruita ad hoc è praticamente a fondo perduto. Ho avuto invece diversi casi di mancini forzati destrimani che hanno pagato - e pagano - con un superlavoro il problema del loro assestamento in una funzione per loro innaturale. Esistono anche casi di mancini forzati destrimani che non si rendono conto del loro problema. dralig Poveri violinisti mancini, sono tutti affetti da tremende turbe psichiche e non lo sanno!
Angelo Gilardino Inviato 19 Settembre 2007 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 19 Settembre 2007 Il pianoforte non chiede alle mani due funzioni diverse, ma due funzioni identiche, entrambe primarie. La differenza sta solo nella ripartizione dei registri, ed è cosa ben diversa dalla differenza esistente tra la funzione della mano destra e della mano sinistra di chi suona uno strumento a corda. Non ho mai avuto che fare con un chitarrista mancino pentito della propria scelta di rimanere tale - pur nella consapevolezza degli svantaggi di tipo mercantile causati dal fatto che l'acquisto di una chitarra costruita ad hoc è praticamente a fondo perduto. Ho avuto invece diversi casi di mancini forzati destrimani che hanno pagato - e pagano - con un superlavoro il problema del loro assestamento in una funzione per loro innaturale. Esistono anche casi di mancini forzati destrimani che non si rendono conto del loro problema. dralig Poveri violinisti mancini, sono tutti affetti da tremende turbe psichiche e non lo sanno! Le turbe psichiche dei poveri violinisti sono un debole artificio retorico inventato da Lei in sostituzione di argomenti seri. Quando si ricorre agli effetti in sostituzione delle argomentazioni, discutere non ha più senso. Buongiorno. dralig
Cristiano Porqueddu Inviato 19 Settembre 2007 Group: Ammministratori Topic Count: 865 Content Count: 3653 Reputation: 227 Joined: 14/11/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 19 Settembre 2007 Il pianoforte non chiede alle mani due funzioni diverse, ma due funzioni identiche, entrambe primarie. La differenza sta solo nella ripartizione dei registri, ed è cosa ben diversa dalla differenza esistente tra la funzione della mano destra e della mano sinistra di chi suona uno strumento a corda. Non ho mai avuto che fare con un chitarrista mancino pentito della propria scelta di rimanere tale - pur nella consapevolezza degli svantaggi di tipo mercantile causati dal fatto che l'acquisto di una chitarra costruita ad hoc è praticamente a fondo perduto. Ho avuto invece diversi casi di mancini forzati destrimani che hanno pagato - e pagano - con un superlavoro il problema del loro assestamento in una funzione per loro innaturale. Esistono anche casi di mancini forzati destrimani che non si rendono conto del loro problema. dralig Poveri violinisti mancini, sono tutti affetti da tremende turbe psichiche e non lo sanno! Eccellente argomentazione. Le ricordo, Vasaloppet, che inviare risposte su questo Forum non è elemento basilare di ricette mediche e per questo motivo, se proprio non ha nulla da dire, può astenersi dal premere il tasto 'Invia'. Se si ha da dare un parere, un'opinione o si desidera far conoscere il proprio punto di vista sul mondo musicale legato alla chitarra questa piattaforma è un luogo virtuale ideale. Persino la battuta trova spazio, in una argomentazione seria, ma da qui ad accodare un messaggio come questo ad un thread di oltre 50 risposte e con quasi 800 visualizzazioni mi sembra davvero fuori luogo.
stefano.ghirlanda Inviato 19 Settembre 2007 Group: Membri Topic Count: 0 Content Count: 6 Reputation: 0 Joined: 25/06/2007 Status: Offline Inviato 19 Settembre 2007 Per quanto poi uno scienziato possa “capire” (ma questa è una mia opinione personale) restano “cose” che solo l’artista conosce, senza nemmeno riuscire a spiegarle. Non è stato appurato infatti nessun chimico-biologica che differenzi con certezza l'organismo di un artista da quello di un altro essere umano per nulla versato alla creatività. ...è necessario sottolineare che neanche la biochimica di uno scienziato è differente da quella dell'artista...semmai queste esperienze di vita (dello scienziato e dell'artista) condividono aspetti particolari che differiscono, questi si ipotizza anche biologicamente, dalle esperienze "ordinarie" scienziati e artisti condividono, per fini differenti, i medesimi tratti della creatività e dell'intuizione straordinaria...ciò che è stato ipotizzato è l'esistenza di una particolare relazione nel rapporto tra stimolazione (storia e contesto dell'individuo) e attività neurofisiologica nel pensiero cosciente e creativo...questo particolare incontro ha ripercussioni sull'attività biochimica (nei microtubuli di hameroff dei neuroni cerebrali) quindi nella particolare consapevolezza del pensiero, intuitivo e creativo, necessaria tanto alla scoperta dello scienziato quanto dell'esperienza estetica... l'ipotesi, affascinante quanto divulgativamente ben documentata, è quella di Roger Penrose...non mi sono mai informato bene riguardo le peer reviews internazionali... per completezza, aggiungo che a livello di ricerca internazionale l'ipotesi di hameroff/penrose sul ruolo dei microtubuli nell'esperienza cosciente è considerata come minimo fantasiosa. wikipedia in genere non è il massimo per queste cose ma in questo caso riassume bene l'opinione corrente: "Roger Penrose, a mathematician and Stuart Hameroff, an anesthesiologist developed a speculative theory linking microtubules to consciousness. Their theory, known as Orch-OR (orchestrated objective reduction), states that consciousness is a result of quantum computing in the brain, based on tubulin molecules in microtubules as qubits. There have been no empirical tests of the theory and it is regarded with skepticism in the scientific community." (voce "microtubules" dell'edizione in lingua inglese) ciò detto, il tuo pensiero centrale rimane perfettamente valido, essendo assodato che un ambiente ricco di stimoli può avere un forte impatto sull'orgranizzazione cerebrale e le capacità cognitive (google scholar) non è poi completamente corretto dire che la ricerca non ha evidenziato nessuna relazione tra creatività e strutture cerebrali. nonostante non sappiamo esattamente come funziona la creatività (o qualsiasi altra funzione cerebrale un minimo complessa), la questione non è del tutto estranea alla ricerca, come si può leggere in questo articolo stefano
Butterfly Inviato 19 Settembre 2007 Group: Membri Topic Count: 227 Content Count: 1196 Reputation: 0 Joined: 31/01/2006 Status: Offline Inviato 19 Settembre 2007 Sì, il campo di ricerca è affascinante e sicuramente destinato a nuove scoperte, ma di fatto quella che per molti può definirsi "la scintilla di Dio" resta indimostrabile da un punto di vista strettamente scientifico. non credo che, per molti altri, ci sia bisogno di un dio, per constatare ugualmente l'indimostrabilità scientifica delle proprio operare... E' solo un modo di dire! non è poi completamente corretto dire che la ricerca non ha evidenziato nessuna relazione tra creatività e strutture cerebrali. nonostante non sappiamo esattamente come funziona la creatività (o qualsiasi altra funzione cerebrale un minimo complessa), la questione non è del tutto estranea alla ricerca, come si può leggere in questo articolo La letteratura è molto ampia (anche nel piu' recente campo delle neuroscienze cognitive) e fino a che questi studi svolgono la funzione di chiarire certi meccanismi neurofisiologici, niente da eccepire. Quello che non condivido (e non per motivi religiosi) è la pretesa di spiegare (e incasellare, controllare, decidere, magari ricreare) quell'unicità intellettuale di cui ogni essere umano è portatore. Detto così, apre un off topic anche pericoloso e non vorrei aprire discussioni senza soluzione. Riallacciandosi al "problema" dei mancini, ho espresso questo pensiero a titolo d'esempio, per sottolineare come possa essere difficile affidarsi a una norma univoca nel consigliare o forzare l'impostazione di una persona all'orientamento destrimane o meno, proprio perchè (e lo ha esemplificato bene il M.° Gilardino) può accadere che qualcuno si trovi bene, qualcun altro male e magari nessuno dei due si renda conto, a livello coscente, del perchè. Tuttavia, mi pare che nella maggior parte dei casi, forzare il naturale orientamento di un individuo possa, se non danneggiarlo, privarlo magari di qualche abilità "speciale" che si sarebbe manifestata con migliori esiti se lasciato libero di seguire la sua impostazione mancina. Al di là delle logiche di mercato, perchè allora i liutai non dovrebbero provare a sperimentare maggiormente tecniche costruttive per realizzare strumenti che valorizzino questo particolare orientamento delle funzioni manuali, al pari del piu' diffuso? Ma anche questo è un argomento un po' off topic rispetto al quesito originario. Butterfly
Angelo Gilardino Inviato 19 Settembre 2007 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 19 Settembre 2007 Al di là delle logiche di mercato, perchè allora i liutai non dovrebbero provare a sperimentare maggiormente tecniche costruttive per realizzare strumenti che valorizzino questo particolare orientamento delle funzioni manuali, al pari del piu' diffuso? Ma anche questo è un argomento un po' off topic rispetto al quesito originario. Butterfly I liutai sono dispostissimi a costruire chitarre per mancini. Ben quattro allievi miei, mancini, suonano ottime chitarre di liuteria italiana fatte per loro. dralig
Butterfly Inviato 19 Settembre 2007 Group: Membri Topic Count: 227 Content Count: 1196 Reputation: 0 Joined: 31/01/2006 Status: Offline Inviato 19 Settembre 2007 Sì, ma perchè un mancino che decide di suonare restando tale, deve farsi costruire una chitarra ad hoc? Perchè non poter provare fra tanti modelli, senza impegno, o magari acquistare anche uno strumento di fabbrica con le caratteristiche di incatenatura che gli occorrono? Non solo la logica di mercato va sempre contro le "minoranze" ma mi chiedo se esista una "storia della chitarra" per mancini. Ci sono stati famosi musicisti-chitarristi mancini? Butterfly
stefano.ghirlanda Inviato 21 Settembre 2007 Group: Membri Topic Count: 0 Content Count: 6 Reputation: 0 Joined: 25/06/2007 Status: Offline Inviato 21 Settembre 2007 ... per completezza, aggiungo che a livello di ricerca internazionale l'ipotesi di hameroff/penrose sul ruolo dei microtubuli nell'esperienza cosciente è considerata come minimo fantasiosa. wikipedia in genere non è il massimo per queste cose ma in questo caso riassume bene l'opinione corrente: "Roger Penrose, a mathematician and Stuart Hameroff, an anesthesiologist developed a speculative theory linking microtubules to consciousness. Their theory, known as Orch-OR (orchestrated objective reduction), states that consciousness is a result of quantum computing in the brain, based on tubulin molecules in microtubules as qubits. There have been no empirical tests of the theory and it is regarded with skepticism in the scientific community." (voce "microtubules" dell'edizione in lingua inglese) infatti, dicevo di non conoscere peer reviews internazionali...wikipedia a parte, conosci articoli scientifici dove si confuta o si discute l'ipotesi di Penrose?...sarei molto curioso di leggerli... si può leggere: Gaps in Penrose's toilings di Rick Grush e Patricia Churchland che però è "un po' tecnico" la parte V, verso la fine, è la più agevole e sostanzialmente vuole evidenziare che 1) non ci sono prove a favore del fatto che i microtubuli siano la sede della coscienza, anzi ci sono alcune prove del contrario, e 2) un certo numero di fatti noti sui microtubuli rendomo molto improbabile che gli stessi possano essere la sede dei fenomeni quantistici ipotizzati da Penrose e Hameroff (se anche questi fenomeni esistessero, che è comunque da dimostrare). per il resto: la parte I è un'introduzione al problema, leggibile. la parte II è un riassunto in "filosofese moderno" dell'argomento di penrose, accurata ma un po' pedante e si tende a perdere un po' il filo. la parte III evidenzia alcuni errori logici del ragionamento di Penrose, tra cui la presunta dimostrazione del fatto che la competenza matematica umana non può esser catturata da nessun algoritmo (che è invalidata dalla semplice constatazione che i matematici sbagliano!), la parte IV confuta un esempio di Penrose (credo l'unico) volto a dimostrare che i processi "non algoritmici" da lui ipotizzati esistono in realtà. non è poi completamente corretto dire che la ricerca non ha evidenziato nessuna relazione tra creatività e strutture cerebrali. nonostante non sappiamo esattamente come funziona la creatività (o qualsiasi altra funzione cerebrale un minimo complessa), la questione non è del tutto estranea alla ricerca, come si può leggere in questo articolo stefano non ho mai sostenuto una cosa del genere...anzi...sostengo e continuo a sostenere il contrario...cioè che è un campo attivissimo della ricerca qui rispondeva a butterfly, ma non era chiaro, mi scuso. stefano
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