Gianmattia Loretti Inviato il September 19, 2007 Group: Membri Topic Count: 18 Content Count: 66 Reputation: 0 Joined: 05/22/2007 Status: Offline Device: Windows Share Inviato il September 19, 2007 Riprendo una domanda fatta in un posto sbagliato: come si fa a scrivere una diteggiatura adatta ad un pezzo o un passaggio difficile? Quando si può passare sopra quello che c'è scritto dalla casa editrice? grazie a chi mi risponderà Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Angelo Gilardino Inviato il September 19, 2007 Group: Authors Topic Count: 89 Content Count: 2,241 Reputation: 99 Joined: 11/24/2005 Status: Offline Device: Macintosh Share Inviato il September 19, 2007 Riprendo una domanda fatta in un posto sbagliato: come si fa a scrivere una diteggiatura adatta ad un pezzo o un passaggio difficile? Quando si può passare sopra quello che c'è scritto dalla casa editrice? grazie a chi mi risponderà La diteggiatura è la realizzazione manuale di una serie di scelte interpretative che la precedono. Prima si decide come suonare (fraseggio, intensità, colori, espressione, articolazioni: legato, staccato, sforzato, portato, etc.) un determinato pezzo. Quando si ha ben chiaro in mente come lo si vuol suonare, si procede a diteggiarlo, e la diteggiatura è precisamente l'atto concreto con il quale l'idea interpretativa si rivela in suono. Poiché la chitarra è uno strumento che offre un numero molto alto di opzioni, la diteggiatura è soprattutto una serie di scelte da operare tra tante possibilità: la più vicina all'idea, quella che meglio la realizza, è quella giusta. Le diteggiature già pronte manifestano (o almeno dovrebbero) il pensiero interpretativo dell'esecutore che le ha scritte. Prenderne conoscenza è spesso un aiuto, ancora più spesso un modo sicuro per fuorviarsi, ma in ogni caso il leggerle e l'adottarle senza avere compreso il nesso esistente tra l'idea musicale e la cifra, è del tutto inutile. Nel caso di interpreti già formati, le diteggiature altrui sono di ben poco interesse. Nel caso di studenti, possono funzionare anche come chiavi per far comprendere la forma delle frasi. dralig Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest Neuland Inviato il September 19, 2007 Share Inviato il September 19, 2007 Lautenwerk, senza la "e" finale. Visto che di solito sono io quello che sbaglia l'ortografia italiana mi permetto di precisare quella non del tutto coretta del tedesco. Spero che non me ne vogliate... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
akaros Inviato il September 19, 2007 Group: Membri Topic Count: 29 Content Count: 657 Reputation: 0 Joined: 04/21/2006 Status: Offline Device: Android Share Inviato il September 19, 2007 Scusami neuland ma non capisco chi ha scritto quella parola prima di te... hai sbagliato thread per caso? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Angelo Gilardino Inviato il September 19, 2007 Group: Authors Topic Count: 89 Content Count: 2,241 Reputation: 99 Joined: 11/24/2005 Status: Offline Device: Macintosh Share Inviato il September 19, 2007 Lautenwerk, senza la "e" finale. Visto che di solito sono io quello che sbaglia l'ortografia italiana mi permetto di precisare quella non del tutto coretta del tedesco. Spero che non me ne vogliate... Al contrario, grazie! Citare a memoria parole in una lingua che non si conosce è pericoloso... dralig Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Nocturnal Inviato il September 20, 2007 Group: Membri Topic Count: 2 Content Count: 18 Reputation: 0 Joined: 04/28/2006 Status: Offline Share Inviato il September 20, 2007 Dicono gli Inglesi '' A gentleman's quotation is always slightly wrong'' (spero lo sia anche questa altrimenti sarei come il Cretese bugiardo).... Nocturnal Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest gippo Inviato il September 20, 2007 Share Inviato il September 20, 2007 Se aveste la possibilità di vedere i miei studi di Sor.. Mentre preparavo il quinto, ho partecipato ad una master con due maestri (Podera ed Oltremari), che divergevano sulla durata (e sulla necessità o meno di fare durare) un suono..Nello studio otto, proprio nel passaggio centrale , che per fortuna data la difficoltà si impara a memoria...Perchè il passaggio non si legge più: completamente coperto da segni e soprasegni e soprasegni ancora. Fantastico! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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