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Horowitz e mio padre


akaros

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Salve a tutti, ho trovato su una rivista la pubblicazione di un libro dal titolo "Horowitz e mio padre", ho cercato su internet qualche informazione e ho trovato questo:

 

http://www.unilibro.it/find_buy/Scheda/libreria/autore-salatko_alexis/sku-12382071/horowitz_e_mio_padre_.htm

 

Qualcuno lo ha letto? sapete dirmi com'è? credo abbia l'impronta di un rimanzo, forse piacevole e interessante da leggere. Credo che a breve lo acquisterò, magari fra un pò passerò di qui e vi farò sapere qualcosa...

 

bye

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La trama sembra bella e questo editore pubblica solitamente opere destinate al successo.

 

 

 

 

Butterfly

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Allora attenzione: se è un libro di un editore "di successo" potrebb'essere sospetto. Per alcuni qui, almeno per quanto riguarda certa musica di successo, sembra essere così. ;) Buona lettura, cmq.

 

Ciao,

 

Neuland

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Dipende da cosa si intende per "successo". Per alcuni significa un numeroso consenso (magari anche economico), per altri il consenso delle persone intelligenti. Fosse anche una sola. O anche di quelle che ama. ;)

 

Ci sono case editrici, anche di ridotte dimensioni imprenditoriali, che si contraddistinguono per la qualità delle opere offerte ai lettori.

Il valore di molti autori, anche prima d'oggi, si è affermato spesso in questo modo.

 

Sinceramente non conosco Salatko Alexis. Cercando informazioni in internet ho trovato solo questa intervista ascoltabile on line, in cui parla di qesto romanzo.

 

La trama del libro, ispirata peraltro a fatti veri, parrebbe concentrarsi su un tema antico e affrontato da molte opere letterarie e cinematografiche: è la vita che sceglie per noi.

 

Mi ricorda un celebre film con Shirley McLein, in cui due ballerine classiche, subito dopo il fortunato debutto, si trovano a un bivio della vita: una diventerà una celebre étoile, l'altra abbandonerà le scene mettendo su famiglia. Sogni, rimpianti, gioia e solitudine assicurati per entrambe.

 

 

 

Butterfly

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Dipende da cosa si intende per "successo". Per alcuni significa un numeroso consenso (magari anche economico), per altri il consenso delle persone intelligenti. Fosse anche una sola. O anche di quelle che ama.

 

Cara Butterfly,

 

hai ragione, il successo ha tanti lati da valutare. E' comunque la editoria letteraria che ha creato il termine "bestseller", quindi misura in vendite. La piccola casa editrice magari non avrà mai un vero bestseller nel catalogo, ma un successo, anche per loro, deve avere vendite per poter'esserene uno. La giustissima stima per un lavoro valido, amato dagli intelligenti e sensibile, ma un fallimento economico rimane comunque un insuccesso; magari non per sempre, se future generazione onorano il genio.

 

Quella tendenza di tener per buoni e di alta qualità solo lavori artistici, che non vendono e, in via di principio, ritenere meno validi quelli che hanno anche successo economico, è abbastanza diffuso nel mondo della musica, e anche in quello della chitarra. Io credo che sia meglio cercare di capire cos'è veramente che fa vendere invece di dire, come troppo spesso succede, "ha successo, ma non sa suonare" e lamentare l'ingiustizia. Aiuterebbe, forse, come si può fare ad avere un ritorno economico di lavoro artisticamente valido; è questo che dall'arte può fare una professione.

 

Scusate il terribile off-topic, ma cosa dovevo aggiungere dopo i commenti di Butterfly qui sopra? ;)

 

Neuland

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Dipende da cosa si intende per "successo". Per alcuni significa un numeroso consenso (magari anche economico), per altri il consenso delle persone intelligenti. Fosse anche una sola. O anche di quelle che ama.

 

Cara Butterfly,

 

hai ragione, il successo ha tanti lati da valutare. E' comunque la editoria letteraria che ha creato il termine "bestseller", quindi misura in vendite. La piccola casa editrice magari non avrà mai un vero bestseller nel catalogo, ma un successo, anche per loro, deve avere vendite per poter'esserene uno. La giustissima stima per un lavoro valido, amato dagli intelligenti e sensibile, ma un fallimento economico rimane comunque un insuccesso; magari non per sempre, se future generazione onorano il genio.

 

 

Mi riferivo a specifiche pubblicazioni di questa casa editrice che, approdate al pubblico con non eccessiva quantità di vendite, sono poi stati ripubblicati riscuotendo consensi di critica (e di vendita) e diventando dei bestsellers.

 

Quella tendenza di tener per buoni e di alta qualità solo lavori artistici, che non vendono e, in via di principio, ritenere meno validi quelli che hanno anche successo economico, è abbastanza diffuso nel mondo della musica, e anche in quello della chitarra. Io credo che sia meglio cercare di capire cos'è veramente che fa vendere invece di dire, come troppo spesso succede, "ha successo, ma non sa suonare" e lamentare l'ingiustizia. Aiuterebbe, forse, come si può fare ad avere un ritorno economico di lavoro artisticamente valido; è questo che dall'arte può fare una professione.

 

Scusate il terribile off-topic, ma cosa dovevo aggiungere dopo i commenti di Butterfly qui sopra? ;)

 

Neuland

 

Mai affermato niente del genere. I commenti di Butterfly erano riferiti alla tua battuta:

 

Allora attenzione: se è un libro di un editore "di successo" potrebb'essere sospetto. Per alcuni qui, almeno per quanto riguarda certa musica di successo, sembra essere così. Buona lettura, cmq.

 

Ciao,

 

Neuland

 

 

Ciao ;)

 

 

 

Butterfly

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Quella tendenza di tener per buoni e di alta qualità solo lavori artistici, che non vendono e, in via di principio, ritenere meno validi quelli che hanno anche successo economico, è abbastanza diffuso nel mondo della musica,

 

Ma perchè tutto deve essere intabellato dentro degli schemi? Non è un grafico o una statistica. Non si parla di andamento del gradimento.

 

Io credo che sia meglio cercare di capire cos'è veramente che fa vendere

 

E io credo che questa stramaledetta necessità di vendere, di piacere al pubblico e di avere successo intendendo per successo un numero X di CD venduti o di concerti fatti sia diametralmente opposta allo stesso concerto del fare arte.

 

Aiuterebbe, forse, come si può fare ad avere un ritorno economico di lavoro artisticamente valido; è questo che dall'arte può fare una professione.

 

Che tristezza, Neuland. Davvero trasformerebbe le sei corde in una specie macchinetta per fare soldi?

Pensa veramente che tutti coloro che suonano uno strumento lo facciano per finire a scimmiottare mezzo soggetto di una fuga (magari trascritta) da Maurizio Costanzo o per avere la propria faccia sull'Espresso?

 

Mi lasci dire, Neuland, che è fuori strada. E non di qualche metro.

Probabilmente non tiene conto di fattori che vanno oltre il denaro e che di questo se ne infischiano altamente.

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Qui si dovrebbe aprire un altro 3D dato che è un argomento molto interessante ma poco inerente al mio post iniziale. Che ne dite? ne parliamo?

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Quella tendenza di tener per buoni e di alta qualità solo lavori artistici, che non vendono e, in via di principio, ritenere meno validi quelli che hanno anche successo economico, è abbastanza diffuso nel mondo della musica, e anche in quello della chitarra. Io credo che sia meglio cercare di capire cos'è veramente che fa vendere invece di dire, come troppo spesso succede, "ha successo, ma non sa suonare" e lamentare l'ingiustizia. Aiuterebbe, forse, come si può fare ad avere un ritorno economico di lavoro artisticamente valido; è questo che dall'arte può fare una professione.

 

Scusate il terribile off-topic, ma cosa dovevo aggiungere dopo i commenti di Butterfly qui sopra? ;)

 

Neuland

 

Mai affermato niente del genere.

 

 

Ciao ;)

 

 

Butterfly

 

In effetti non volevo dire che lo abbia affermato: E' un mio pensiero e il tentativo di dare un motivo per la mia battuta, tutto qui.

 

Neuland ;)

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