Butterfly Inviato il October 8, 2007 Group: Members Topic Count: 227 Content Count: 1,196 Reputation: 0 Joined: 01/31/2006 Status: Offline Inviato il October 8, 2007 Come potrebbe suonare questa chitarra? A quali scelte progettuali corrisponde una tavola armonica costruita in questo modo? Cliccare sull'immagine per ingrandirla. E' tratta dal sito www.almaguitar.com Butterfly
Waller Inviato il October 9, 2007 Group: Members Topic Count: 41 Content Count: 470 Reputation: 0 Joined: 11/17/2006 Status: Offline Inviato il October 9, 2007 Come potrebbe suonare questa chitarra? A quali scelte progettuali corrisponde una tavola armonica costruita in questo modo? Cliccare sull'immagine per ingrandirla. E' tratta dal sito www.almaguitar.com Butterfly Questa chitarra non la riesco a comprendere, probabilmente non comprenderei neanche il costruttore
Guest Nicola Mazzon Inviato il October 9, 2007 Inviato il October 9, 2007 Non c'è nulla di strano, il fatto che non ha la buca al centro ma ha un foro sulla parte superiore della tavola non vuol dire che non suoni, anzi. La mia garrone è simile a questo modello (ponticello quasi uguale), ha la buca divisa in due proprio in corrispondenza del foro di questa chitarra e posso dire che i risultati (potenza di suono) sono molto buoni.
Butterfly Inviato il October 9, 2007 Group: Members Topic Count: 227 Content Count: 1,196 Reputation: 0 Joined: 01/31/2006 Status: Offline Author Inviato il October 9, 2007 Non c'è nulla di strano, il fatto che non ha la buca al centro ma ha un foro sulla parte superiore della tavola non vuol dire che non suoni, anzi.La mia garrone è simile a questo modello (ponticello quasi uguale), ha la buca divisa in due proprio in corrispondenza del foro di questa chitarra e posso dire che i risultati (potenza di suono) sono molto buoni. La posizione classica della buca mi pare corrisponda anche a una precisa posizione della mano destra, che si allontana o si avvicina ad essa per ottenere effetti sonori diversi. Con una apertura della tavola armonica strutturata in questo modo, cosa cambia nel modo di suonare del musicista? Mi sono posta la stessa domanda anche per la chitarra che spesso usava Abel Carlevaro. Butterfly
Angelo Gilardino Inviato il October 9, 2007 Group: Members Topic Count: 87 Content Count: 2,241 Reputation: 100 Joined: 11/24/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato il October 9, 2007 Non c'è nulla di strano, il fatto che non ha la buca al centro ma ha un foro sulla parte superiore della tavola non vuol dire che non suoni, anzi.La mia garrone è simile a questo modello (ponticello quasi uguale), ha la buca divisa in due proprio in corrispondenza del foro di questa chitarra e posso dire che i risultati (potenza di suono) sono molto buoni. La posizione classica della buca mi pare corrisponda anche a una precisa posizione della mano destra, che si allontana o si avvicina ad essa per ottenere effetti sonori diversi. Con una apertura della tavola armonica strutturata in questo modo, cosa cambia nel modo di suonare del musicista? Mi sono posta la stessa domanda anche per la chitarra che spesso usava Abel Carlevaro. Butterfly Nel modo di suonare non cambia niente, salvo qualche aggiustamento mentale di poco conto. L'idea che ha guidato alcuni costruttori alla sostituzione della bocca tradizionale con due bocche spostate verso le fasce superiori è teoricamente fondata: la tavola concorre alla formazione del suono (intensità, durata e modi di vibrazione, cioè timbro) nella misura in cui vibra, e trattandosi di una sospensione elastica, è ovvio che al suo centro - cioè più lontano dai punti di ancoraggio ai bordi perimetrali - la vibrazione sia più ampia. In questo senso, è indubbio che la bocca sottragga una porzione di tavola potenzialmente utile alla vibrazione. Spostando la bocca (semplice o doppia, o sostituita dalle effe) verso i bordi, dove la tavola tende a irrigidirsi e a vibrare poco, si aggiunge superficie vibrante, e non si perde nulla, perché le bocche vicino ai bordi prendono il posto di parti della tavola non utili alla formazione del suono. Fin qui, tutto bene - gli esperimenti confermano un incremento di intensità del suono. Nascono però dei problemi - finora misteriosi - di armonici che scompaiono o che aumentano a dismisura e, in certi casi, di note (il do sulla prima corda) che non fanno nemmeno in tempo a farsi udire, e già sono sparite. dralig
Guest Nicola Mazzon Inviato il October 9, 2007 Inviato il October 9, 2007 E' vero, maestro, le note acute tendono a sparare subito per poi spegnersi rapidamente.... Un liutaio di mestre mi ha detto che questo è dovuto proprio alla posizione dei fori vicino alle estemità della tavola dove, ipotizza lui, data la maggior rigidità della tavola, vanno a "lavorare" le frequenze relative alle note più acute. Io non ci metterei la mano sul fuoco per sostenere questo...ha trovato lei (anche se non dimostrato scientificamente) delle spiegazioni a questo?
Angelo Gilardino Inviato il October 10, 2007 Group: Members Topic Count: 87 Content Count: 2,241 Reputation: 100 Joined: 11/24/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato il October 10, 2007 E' vero, maestro, le note acute tendono a sparare subito per poi spegnersi rapidamente....Un liutaio di mestre mi ha detto che questo è dovuto proprio alla posizione dei fori vicino alle estemità della tavola dove, ipotizza lui, data la maggior rigidità della tavola, vanno a "lavorare" le frequenze relative alle note più acute. Io non ci metterei la mano sul fuoco per sostenere questo...ha trovato lei (anche se non dimostrato scientificamente) delle spiegazioni a questo? Non ho trovato finora spiegazioni convincenti né, tanto meno, dimostrazioni scientifiche del fenomeno. Si tratta di vere e proprie elisioni, non di armonici, ma di fondamentali, che vengono di colpo "mangiate" dallo strumento che le ha appena emesse. dralig
Ermanno Brignolo Inviato il October 10, 2007 Group: Members Topic Count: 29 Content Count: 417 Reputation: 78 Joined: 01/08/2007 Status: Offline Device: Macintosh Inviato il October 10, 2007 Cercherò di essere breve... La meccanica dei corpi vibranti, o meccanica delle vibrazioni, come viene chiamata nei corsi di laurea, può essere utile al fine di avvicinarsi alla soluzione del problema comprendendo a fondo il meccanismo che si genera in un piano armonico. Partendo dall'ipotesi di una tavola priva di buche e catenature ed ancorata ai bordi, si nota che questa, sottoposta ad una certa perturbazione esterna esterna (spostamento, velocità e accelerazione iniziali) tenderà a vibrare con una precisa forma (detta modo di vibrare) e con una ben definita frequenza. La forma viene chiamata "modo di vibrare", mentre la frequenza è detta frequenza naturale, o pulsazione naturale, o frequenza di risonanza. Modo e frequenza dipendono SOLTANTO dalla massa, dalla rigidezza elastica e dal coefficiente di smorzamento (assimilabile agli attriti interni ed esterni) del corpo vibrante, E DA NIENTE ALTRO. Se si immagina che la tavola sia composta di tanti (infiniti) punti materiali di dimenzioni minime (infinitesimi), si ottiene un sistema formato da infiniti corpuscoli vibranti ognuno con le proprie caratteristiche e quindi con il proprio modo di vibrare. L'integrale di questi elementi infinitesimi (ossia, nel calcolo differenziale, la somma di infiniti termini di dimensioni infinitesime) estesa a tutta la tavola, da un'idea di quali siano i modi di vibrare della tavola stessa. Ho detti I modi di vibrare, perché ragionando in presenza di N corpi vibranti si avranno N modi propri di vibrazione. L'integrale esteso a tutta la superficie è il cosiddetto "integrale di convoluzione" che unisce tutti gli elementi infinitesimi. E' inoltre da considerare che la tavola, in corrispondenza dei vincoli, ha delle rigidezze e degli smorzamenti fortemente diversi dai parametri nel centro, così come moltissimo cambieranno i parametri in presenza di una catena (rigidezza locale superiore, discontinuità, introduzione di linee nodali, varizione di quelle esistenti, modifica dei precedenti modi) o del bordo di un foro (idem come sopra). Per poter sviluppare a fondo il problema, dunque, occorrono tonnellate di carta e inchiostro per sviluppare i calcoli (che tipicamente sono matrici di dimensioni ragguardevoli, trasformate di Fourier, sviluppi in serie... tutti lambiccamenti matematici piuttosto onerosi), oppure ricorrere all'analisi ad elementi finiti (F.E.M.) mediante appositi software. Con questi sistemi, si osserva che anche solo spostando di pochi gradi l'inclinazione di una stessa catena, i modi e le frequenze proprie cambiano notevolmente... come pure le linee nodali. Potrebbe quindi essere utile effettuare un'analisi modale su diverse tavole (diverse per buche, catenature e materiale) e comparare i risultati per poter definire una teoria operativa e comprendere a fondo che cosa comporti spostare una buca o scegliere una catenatura piuttosto che un'altra. Per chi fosse interessato, io ho a disposizione i primi risultati di un mio lavoro di test proprio per applicare queste tecnologie allo sviluppo di uno strumento utile ai costruttori. EB
Magic Guitar Inviato il October 10, 2007 Group: Members Topic Count: 1 Content Count: 89 Reputation: 0 Joined: 02/13/2007 Status: Offline Device: Windows Inviato il October 10, 2007 Ammazza Ermanno.... non potevi essere più chiaro! Bravo magic guitar
Guest Nicola Mazzon Inviato il October 10, 2007 Inviato il October 10, 2007 Questo sistema che hai progettato tiene conto anche delle caratteristiche del legno o è un calcolo fatto su di un materiale "ideale"?
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