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Interpretazione particolare della 'Julia Florida' di Barrios


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Su Youtube è anche disponibile un video di questo brano interpretato da David Russel. Ultimamente sto cercando di affinare l'ascolto anche di altri interpreti, meno "precisi" ma che forse utilizzano strumenti con maggiori sfumature timbriche. Correggetemi se sbaglio troppo.

 

 

 

Butterfly

 

Non sono gli strumenti che creano le sfumature timbriche, ma i chitarristi.

Da quel punto di vista, Russell lo trovo un po "statico"...ma sono gusti!

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Su Youtube è anche disponibile un video di questo brano interpretato da David Russel. Ultimamente sto cercando di affinare l'ascolto anche di altri interpreti, meno "precisi" ma che forse utilizzano strumenti con maggiori sfumature timbriche. Correggetemi se sbaglio troppo.

 

 

 

Butterfly

 

Non sono gli strumenti che creano le sfumature timbriche, ma i chitarristi.

Da quel punto di vista, Russell lo trovo un po "statico"...ma sono gusti!

 

Concordo. Ma facevo riferimento alla sua Damman stratificata di nomex.

 

 

 

Butterfly


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Non sono gli strumenti che creano le sfumature timbriche, ma i chitarristi.

Da quel punto di vista, Russell lo trovo un po "statico"...ma sono gusti!

Ciao Andres.

Devo dire che concordo solo parzialmente con ciò che dici.

Al di là del fatto che ogni chitarrista sceglie il proprio strumento soprattutto seguendo i suoi gusti, non di rado questi vengono anche influenzati, mi riferisco in special modo agli studenti, dalla chitarra con cui suonano.

 

E' chiaro che in generale tutto ciò che è la componente timbrica dell'interpretazione è il frutto di un mix tra strumento e strumentista, ma è pur vero che vi sono chitarre che hanno una variabilità e una modulabilità di colori le cui caratteristiche possono essere anche abissalmente differenti.

 

Tra l'altro proprio le Damman in nomex sono conosciute per la loro grande potenza più che per la varietà di sfumature timbriche ed anche ascoltando più Damman, ho potuto notare come spesso quelle di potenza un po' più contenuta (se non erro ne ho ascoltata una in mano al bravissimo Adriano Del Sal) abbiano poi una ricchezza di colori superiore.

 

LM


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Ciao Andres.

Devo dire che concordo solo parzialmente con ciò che dici.

Al di là del fatto che ogni chitarrista sceglie il proprio strumento soprattutto seguendo i suoi gusti, non di rado questi vengono anche influenzati, mi riferisco in special modo agli studenti, dalla chitarra con cui suonano.

 

E' chiaro che in generale tutto ciò che è la componente timbrica dell'interpretazione è il frutto di un mix tra strumento e strumentista, ma è pur vero che vi sono chitarre che hanno una variabilità e una modulabilità di colori le cui caratteristiche possono essere anche abissalmente differenti.

 

Tra l'altro proprio le Damman in nomex sono conosciute per la loro grande potenza più che per la varietà di sfumature timbriche ed anche ascoltando più Damman, ho potuto notare come spesso quelle di potenza un po' più contenuta (se non erro ne ho ascoltata una in mano al bravissimo Adriano Del Sal) abbiano poi una ricchezza di colori superiore.

 

LM

 

E' innegabile che il chitarrista viene influenzato dal proprio strumento, in quanto è da esso che deve attingere timbri e sonorità, come un pittore dalla sua tavolozza di colori.

 

Ma bisogna considerare che anche le chitarre da 50 euro sono dotate di una (seppur minima!) varietà timbrica, in quanto essa è il paradigma del nostro strumento (differentemente da altri cordofoni).

 

Naturalmente esistono strumenti più o meno ricchi di colori, ma qui interviene il senso critico del chitarrista, il quale sceglie la chitarra che piu si conforma al suo gusto musicale e alla sua estetica (per questo, secondo me, le sfumature timbriche dipendono in gran parte dall'esecutore).

 

Sinceramente non mi piacciono le chitarre che suonano come pianoforti... ;)

 

Andrea


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Naturalmente per "chitarre come pianoforti" intendo stumenti che sacrificano la ricchezza timbrica per una maggiore sonorità.


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Inviato

Non sono gli strumenti che creano le sfumature timbriche, ma i chitarristi.

Da quel punto di vista, Russell lo trovo un po "statico"...ma sono gusti!

Ciao Andres.

Devo dire che concordo solo parzialmente con ciò che dici.

Al di là del fatto che ogni chitarrista sceglie il proprio strumento soprattutto seguendo i suoi gusti, non di rado questi vengono anche influenzati, mi riferisco in special modo agli studenti, dalla chitarra con cui suonano.

 

E' chiaro che in generale tutto ciò che è la componente timbrica dell'interpretazione è il frutto di un mix tra strumento e strumentista, ma è pur vero che vi sono chitarre che hanno una variabilità e una modulabilità di colori le cui caratteristiche possono essere anche abissalmente differenti.

 

Tra l'altro proprio le Damman in nomex sono conosciute per la loro grande potenza più che per la varietà di sfumature timbriche ed anche ascoltando più Damman, ho potuto notare come spesso quelle di potenza un po' più contenuta (se non erro ne ho ascoltata una in mano al bravissimo Adriano Del Sal) abbiano poi una ricchezza di colori superiore.

 

LM

 

Sono del tutto d'accordo con Lucio per quanto riguarda il giudizio sulla timbrica, tanto più che ad ascoltare i suoi dischi quello che mi colpisce di più, a parte il valore indiscutibile dell'interpretazione, è proprio la meravigliosa qualità timbrica degli strumenti che usa (mi riferisco ad esempio al disco con i Capricci op.20 di Legnani, ma anche a quelli con gli studi di Giuliani o alla recente miscellanea LM&friends) e del modo in cui li usa.

 

A titolo del tutto personale aggiungo che anch'io ho grosse perplessità sulle Damman, pur non avendone mai provata personalmente una. Ho sentito Barrueco dal vivo con quella chitarra è non mi è sembrato niente male, ma in disco, non so perché, quello strumento lo trovo deludente. Due soli esempi: ancora Barrueco in EMI, e poi World Dances di Andrea Vettoretti. Anche qui non entro nel merito dell'interpretazione - non è la sede - ma mi riferisco esclusivamente al timbro, che a mio giudizio risulta legnoso e poco sfumato nonostante la bravura di chi suona. Che ne pensate?

 

Infine, tornando al topic, trovo molto bella l'interpretazione di Julia Florida fatta da Russell (non posso accedere al video su Youtube, ma se è lo stesso che ho visto io altrove, si tratta di una registrazione fatta per una Tv spagnola). Quello che non mi torna è che Russell ridisegna a modo suo la forma del brano con alcuni tagli e ritornelli sistemati in un modo che non coincide né con l'edizione Schott curata da Raymond Burley né con l'edizione critica Mel Bay curata da Richard Stover.

Qualcuno ha notizie in merito?

 

Ciao a tutti

 

Homburg


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Infine, tornando al topic, trovo molto bella l'interpretazione di Julia Florida fatta da Russell (non posso accedere al video su Youtube, ma se è lo stesso che ho visto io altrove, si tratta di una registrazione fatta per una Tv spagnola). Quello che non mi torna è che Russell ridisegna a modo suo la forma del brano con alcuni tagli e ritornelli sistemati in un modo che non coincide né con l'edizione Schott curata da Raymond Burley né con l'edizione critica Mel Bay curata da Richard Stover.

Qualcuno ha notizie in merito?

 

Ciao a tutti

 

Homburg

 

Fino a che i curatori delle "edizioni critiche" dichiarano di aver lavorato sui manoscritti originali, senza però rivelarne l'ubicazione, e men che meno offrendone una riproduzione in facsimile, non può esistere alcuna certezza riguardo a quello che effettivamente Barrios ha scritto.

Ciascuno si accredita di unì'attendibilità che non è controllabile, quindi domattina Lei può (pura ipotesi) preparare il Suo Barrios e stamparlo, annettendosi il crisma dell'autenticità, e non sarà, dal punto di vista dei Suoi lettori, in una situazione diversa da quella dei curatori delle edizioni già in circolazione.

 

dralig


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Infine, tornando al topic, trovo molto bella l'interpretazione di Julia Florida fatta da Russell (non posso accedere al video su Youtube, ma se è lo stesso che ho visto io altrove, si tratta di una registrazione fatta per una Tv spagnola). Quello che non mi torna è che Russell ridisegna a modo suo la forma del brano con alcuni tagli e ritornelli sistemati in un modo che non coincide né con l'edizione Schott curata da Raymond Burley né con l'edizione critica Mel Bay curata da Richard Stover.

Qualcuno ha notizie in merito?

 

Ciao a tutti

 

Homburg

 

Fino a che i curatori delle "edizioni critiche" dichiarano di aver lavorato sui manoscritti originali, senza però rivelarne l'ubicazione, e men che meno offrendone una riproduzione in facsimile, non può esistere alcuna certezza riguardo a quello che effettivamente Barrios ha scritto.

Ciascuno si accredita di unì'attendibilità che non è controllabile, quindi domattina Lei può (pura ipotesi) preparare il Suo Barrios e stamparlo, annettendosi il crisma dell'autenticità, e non sarà, dal punto di vista dei Suoi lettori, in una situazione diversa da quella dei curatori delle edizioni già in circolazione.

 

dralig

 

Salve Maestro, sono disponibili i manoscritti per farne un'edizione corretta?


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Salve Maestro, sono disponibili i manoscritti per farne un'edizione corretta?

 

E chi lo sa? Le edizioni esistenti si accreditano d'aver attinto a manoscritti autografi, però non ne dichiarano la locazione, l'accessibilità, niente: devono essere credute sulla parola dei loro curatori. Altro che edizioni critiche!

 

dralig


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Fino a che i curatori delle "edizioni critiche" dichiarano di aver lavorato sui manoscritti originali, senza però rivelarne l'ubicazione, e men che meno offrendone una riproduzione in facsimile, non può esistere alcuna certezza riguardo a quello che effettivamente Barrios ha scritto.

Ciascuno si accredita di unì'attendibilità che non è controllabile, quindi domattina Lei può (pura ipotesi) preparare il Suo Barrios e stamparlo, annettendosi il crisma dell'autenticità, e non sarà, dal punto di vista dei Suoi lettori, in una situazione diversa da quella dei curatori delle edizioni già in circolazione.

 

dralig

 

In effetti non ho mai capito perché l'edizione 2003 di Stover, in due volumi, pur comparando tra loro le varie fonti che dichiara, e riportando in appendice le varianti, rimane poi nel vago quanto all'ubicazione e all'accessibilità delle fonti stesse, di cui omette i facsimili.

 

Ammetto che parlare di edizione critica, in queste condizioni, è improprio, anche se in altre edizioni la comparazione tra le fonti manca del tutto e quindi, almeno in apparenza, dovrebbero ritenersi ancor meno critiche e meno affidabili di questa.

 

Non saprei dire, non conoscendo direttamente gli attori della vicenda, se la cosa sia da attribuirsi a trascuratezza dell'autore o, ad esempio, a scarsa disponibilità dell'editore per un progetto editoriale che - immagino - coi facsimili, avrebbe avuto altri costi e altri obiettivi di mercato. Mi piacerebbe conoscere la sue opinioni al riguardo, maestro Gilardino.

 

Per quanto riguarda l'argomento di partenza del 3D, ribadisco la mia perplessità per il fatto che l'esecuzione di Russell non coincide con nessuna delle edizioni che ho potuto vedere. Se ne sarà fatta una tutta sua, o magari avrà scoperto anche lui un manoscritto di cui non sapremo mai l'ubicazione?

 

H.

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