Gianmattia Loretti Inviato il June 16, 2008 Group: Members Topic Count: 17 Content Count: 66 Reputation: 0 Joined: 05/22/2007 Status: Offline Device: Windows Share Inviato il June 16, 2008 Ho sentito spesso chitarristi che su Giuliani ( rossiniane variazioni ecc) nelle esibizioni dal vivo ma anche su compact aggiungono note alla melodia....come si impara a fare queste ""modifiche""? bisogna conoscere la composizione?Ciao e grazie a chi mi risponderàGianMattia Link to comment Share on other sites More sharing options...
RobPanzelli Inviato il June 16, 2008 Group: Members Topic Count: 22 Content Count: 81 Reputation: 0 Joined: 11/22/2005 Status: Offline Share Inviato il June 16, 2008 Ma dici modifiche sul pezzo originale? Link to comment Share on other sites More sharing options...
Angelo Barricelli Inviato il June 16, 2008 Group: Members Topic Count: 1 Content Count: 55 Reputation: 0 Joined: 11/28/2005 Status: Offline Share Inviato il June 16, 2008 in che senso aggiungono note? Link to comment Share on other sites More sharing options...
Eugenio_Silva Inviato il June 17, 2008 Group: Members Topic Count: 2 Content Count: 19 Reputation: 0 Joined: 03/22/2006 Status: Offline Share Inviato il June 17, 2008 Ciao forse intendi la prassi che portava e porta ad arricchire le "cadenze" presenti all'interno di brani di ampio respiro melodico, prassi utilizzata in fin dei conti anche dagli interpreti vocali delle opere originali a cui Giuliani si è ispirato talmente bene da lasciare lo stesso spazio agli interpreti chitarristici (vedi rossiniane). Comunque è una cosa frequente ma nei musicisti di un certo spessore, io l'ho sentito fare e credo che serva più che una preparazione in composizione (alla fine sono dei frammenti di scala tonali o cromatici, ma molto impiantati nella cadenza normalmente semplice V-I) una grande preparazione tecnica ed un perfetto senso dell'orientamento per non deturpare la melodia origniaria. La reputo una cosa molto complessa, almeno per me (difatti non l'ho mai fatto!), ma piacevole e coerente con la tipologia delle composizioni se fatta ad un certo livello. Spero di essere stato d'aiuto o quanto meno di aver interpretato bene la tua domanda. A presto Eugenio Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest Neuland Inviato il June 17, 2008 Share Inviato il June 17, 2008 La musica strumentale solista - e in parte anche quella da camera - era da sempre oggetto di "interpretazione" libera da parte degli musicisti. Suonare solo ed eseclusivamente quello che il compositore ha scritto su carte è una prassi svilluppatasi relativamente tardi; fino alla prima metà dell'800 l'interprete - che di solito era anche il compositore del brano - poteva e doveva intervenire sul brano interpretato, ma non senza regole e "maniere" ben descritte, conosciute ed insegnate dai vari Giuliani, Beethoven, Mozart, Bach ecc. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Claudio Maccari Inviato il June 18, 2008 Group: Members Topic Count: 2 Content Count: 25 Reputation: 1 Joined: 01/11/2006 Status: Offline Device: Macintosh Share Inviato il June 18, 2008 Ho sentito spesso chitarristi che su Giuliani ( rossiniane variazioni ecc) nelle esibizioni dal vivo ma anche su compact aggiungono note alla melodia....come si impara a fare queste ""modifiche""? bisogna conoscere la composizione? GianMattia Nel periodo cui tu ti riferisci, l'arte dell'abbellire, dell'ornamentare, del variare, dei "changements", è una necessità. Puoi trovare spunti nella seconda parte del "Traité complet de l'art du chant" di Manuel Garcia (figlio) del 1847, o nel "Trattato di arte e fisiologia del canto" di Enrico delle Sedie del 1876. Puoi altresì imparare a variare leggendo la musica dei maestri del passato o da chi attualmente ha conoscenze specifiche nel campo. Se hai la pazienza di fare un lungo lavoro e di scartabellare molti e molti pezzi per trovare qualcosa di interessante ti consiglierei di cercare le trascrizioni e le variazioni e i pot-pourris per vari strumenti di musiche operistiche, a cominciare dalle Gems di Moscheles. Per un lavoro molto più rapido guarda i sette concerti di Mozart, specie i tempi lenti, trascritti per pianoforte solo da Hummel (si trovano nella biblioteca del conservatorio di Milano). Guarda anche - ci vogliono pochi minuti - il Souvenir de Paganini di Chopin, che varia il Carnevale di Venezia. La conoscenza della composizione è sempre auspicabile. Cordialmente Claudio Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest Neuland Inviato il June 18, 2008 Share Inviato il June 18, 2008 Ai consigli di qui sopra aggiungerei (augurandomi che si sappia il tedesco...): C. Ph. E. Bach Versuch über die wahre Art das Clavier zu spielen (1753/62) C. Czerny theoretisch-practische Pianoforte-Schule ... Op. 500 J. J. Engel Über die musikalische Malerei (1780, Berlin 1802) Joh. Mattheson Der Vollkommene Capellmeister ... (1739) L. Mozart Gründliche Violinschule ... (1787) J. J. Quantz Versuch einer Anweisung die Flöte traversiere zu spielen ... (1752) Chr. Fr. D. Schubart Ideen zu einer Ästhetik der Tonkunst (1806) L. Spohr: Violinschule (Wien, 1832) D. G. Türk Klavierschule ... (1789) Questi testi sono metodi per strumento - a parte Mattheson, Engel e Schubart - e contengono, capitoli sulla improvisazione, sui abbellimenti, le caratteristiche delle tonalità e quant'altro è utile sapere per la prassi d'esecuzione. Non so se ci sono mai stati fatti traduzioni in italiano... Saluti da Neuland Link to comment Share on other sites More sharing options...
Piero Bonaguri Inviato il June 19, 2008 Group: Members Topic Count: 35 Content Count: 476 Reputation: 8 Joined: 11/21/2005 Status: Offline Share Inviato il June 19, 2008 Sicuramente del primo sì, mi pare da Curci. Però credo che non ci siano i pezzetti musicali allegati alla edizione originale. Ho sentito una conferenza in cui si raccontava che Beethoven accettò un allievo di pianoforte (Czerny?) solo a patto che questi si procurasse il volume di C. Ph. E. Bach. Il titolo dell'edizione italiana è "Saggio di metodo per la tastiera" . Il Quantz dovrebbe essere stato pubblicato in italiano da Rugginenti. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Cristiano Porqueddu Inviato il July 8, 2008 Group: Admin Topic Count: 865 Content Count: 3,652 Reputation: 227 Joined: 11/14/2005 Status: Offline Device: Windows Share Inviato il July 8, 2008 Ho sentito spesso chitarristi che su Giuliani ( rossiniane variazioni ecc) nelle esibizioni dal vivo ma anche su compact aggiungono note alla melodia....come si impara a fare queste ""modifiche""? bisogna conoscere la composizione? GianMattia Nel periodo cui tu ti riferisci, l'arte dell'abbellire, dell'ornamentare, del variare, dei "changements", è una necessità. Puoi trovare spunti nella seconda parte del "Traité complet de l'art du chant" di Manuel Garcia (figlio) del 1847, o nel "Trattato di arte e fisiologia del canto" di Enrico delle Sedie del 1876. Puoi altresì imparare a variare leggendo la musica dei maestri del passato o da chi attualmente ha conoscenze specifiche nel campo. Se hai la pazienza di fare un lungo lavoro e di scartabellare molti e molti pezzi per trovare qualcosa di interessante ti consiglierei di cercare le trascrizioni e le variazioni e i pot-pourris per vari strumenti di musiche operistiche, a cominciare dalle Gems di Moscheles. Per un lavoro molto più rapido guarda i sette concerti di Mozart, specie i tempi lenti, trascritti per pianoforte solo da Hummel (si trovano nella biblioteca del conservatorio di Milano). Guarda anche - ci vogliono pochi minuti - il Souvenir de Paganini di Chopin, che varia il Carnevale di Venezia. La conoscenza della composizione è sempre auspicabile. Cordialmente Claudio Claudio, i corsi sull'800 che tenete in Accademia includono anche l'obiettivo di perfezionare la visone e l'uso di questa pratica? Link to comment Share on other sites More sharing options...
Claudio Maccari Inviato il July 8, 2008 Group: Members Topic Count: 2 Content Count: 25 Reputation: 1 Joined: 01/11/2006 Status: Offline Device: Macintosh Share Inviato il July 8, 2008 Ho sentito spesso chitarristi che su Giuliani ( rossiniane variazioni ecc) nelle esibizioni dal vivo ma anche su compact aggiungono note alla melodia....come si impara a fare queste ""modifiche""? bisogna conoscere la composizione? GianMattia Nel periodo cui tu ti riferisci, l'arte dell'abbellire, dell'ornamentare, del variare, dei "changements", è una necessità. Puoi trovare spunti nella seconda parte del "Traité complet de l'art du chant" di Manuel Garcia (figlio) del 1847, o nel "Trattato di arte e fisiologia del canto" di Enrico delle Sedie del 1876. Puoi altresì imparare a variare leggendo la musica dei maestri del passato o da chi attualmente ha conoscenze specifiche nel campo. Se hai la pazienza di fare un lungo lavoro e di scartabellare molti e molti pezzi per trovare qualcosa di interessante ti consiglierei di cercare le trascrizioni e le variazioni e i pot-pourris per vari strumenti di musiche operistiche, a cominciare dalle Gems di Moscheles. Per un lavoro molto più rapido guarda i sette concerti di Mozart, specie i tempi lenti, trascritti per pianoforte solo da Hummel (si trovano nella biblioteca del conservatorio di Milano). Guarda anche - ci vogliono pochi minuti - il Souvenir de Paganini di Chopin, che varia il Carnevale di Venezia. La conoscenza della composizione è sempre auspicabile. Cordialmente Claudio Claudio, i corsi sull'800 che tenete in Accademia includono anche l'obiettivo di perfezionare la visone e l'uso di questa pratica? Certamente! Questi i contenuti del Biennio di II livello presso l'Accademia Internazionale della Musica di Milano: * Analisi, finalizzata all’esecuzione, degli elementi stilistici e interpretativi del periodo classico e romantico * Approfondimento delle tecniche strumentali * Studio delle tipologie e criteri di scelta delle montature di corde in budello per chitarra * Conoscenza dei principali trattati e metodi vocali e strumentali * Conoscenza dei principali trattati e metodi per chitarra * Pratica di ornamentazione e improvvisazione * Sviluppo della pratica d’esecuzione a memoria * Studio ed esecuzione in concerto di pezzi per chitarra e orchestra e in ensemble da camera * Studio approfondito dell’evoluzione storica e costruttiva dello strumento * Esame-concerto di fine corso da solista, in ensemble e da solista con orchestra Questo il sito dell'Accademia: Maggiori info sul nostro sito. Ciao, Claudio Link to comment Share on other sites More sharing options...
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