Andrea Mutti Inviato 14 Marzo 2006 Group: Membri Topic Count: 5 Content Count: 24 Reputation: 0 Joined: 15/02/2006 Status: Offline Device: Windows Inviato 14 Marzo 2006 Recentemente ho riascoltato alcuni CD contenenti registrazioni di brani per chitarra sola di Carulli, Sor e Giuliani. Gli interpreti sono tutti piuttosto noti e apprezzati. Invariabilmente in queste esecuzioni viene fatto un uso piuttosto abbondante di variazioni agogiche marcate, rubato, "anticipo" dei bassi. Devo ammettere che tutto questo armamentario, nei brani in questione, mi disturba un po'. Si tratta di un mio limite di ascoltatore/esecutore dilettante, o piuttosto l'utilizzo di tali stilemi esecutivi (propri della prassi tardoromantica o sbaglio?) davvero male si sposa con il repertorio classico? Sono scelte interpretative esteticamente fondate o si tratta di meri vezzi? am
Harry Inviato 14 Marzo 2006 Group: Membri Topic Count: 24 Content Count: 62 Reputation: 5 Joined: 22/11/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 14 Marzo 2006 Sono d'accordo con te! Che sia un modo per non annoiarsi suonando sempre la stessa roba?
Frédéric Zigante Inviato 15 Marzo 2006 Group: Membri Topic Count: 4 Content Count: 171 Reputation: 2 Joined: 04/01/2006 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 15 Marzo 2006 Recentemente ho riascoltato alcuni CD contenenti registrazioni di brani per chitarra sola di Carulli, Sor e Giuliani. Gli interpreti sono tutti piuttosto noti e apprezzati. Invariabilmente in queste esecuzioni viene fatto un uso piuttosto abbondante di variazioni agogiche marcate, rubato, "anticipo" dei bassi. Devo ammettere che tutto questo armamentario, nei brani in questione, mi disturba un po'. Si tratta di un mio limite di ascoltatore/esecutore dilettante, o piuttosto l'utilizzo di tali stilemi esecutivi (propri della prassi tardoromantica o sbaglio?) davvero male si sposa con il repertorio classico? Sono scelte interpretative esteticamente fondate o si tratta di meri vezzi? am E' molto difficile risponderti non avendo alcuna idea di quali interpretazioni "vezzose" ti hanno creato questa sensazione di disturbo. In linea molto generale posso dirti che Carulli, Gliuliani e Sor quando desideravano una variazione agogica avevano a disposizione tutti i mezzi grafici per scriverla e diverse volte lo fecero. Per esempio gli "ad libitum " del rondeau della Fantasia op. 30 di Sor oppure o i "slargandosi" seguiti da un "a tempo" usati frequentemente da Giuliani. Tuttavia vi eravo pure delle prassi esecutive molto diffuse che certo non necessitavano di una precisa notazione in quanto patrimonio di tutti all'epoca in cui si compose il brano. Diverso è il caso dei Potpourri o delle opere derivate da materiale preesistente: suonare una Rossiniana di Giuliani senza conoscere i realtivi passi d'opera di Rossini candida automaticamente l'interprete al fallimento perchè il testo del chitarrista non contiene tutte le informazioni necessarie per cogliere lo spirito (se non la lettera) voluto da Rossini. Non è un 'omissione di Giuliani : dava piuttosto per scontato che tutti conoscessero i passi in questione e non si poneva certo il problema che di lì a pochi anni molti di questi melodrammi sarebbero usciti completamente fuori dal repertorio corrente. Tutte le tecniche interpretative che menzioni sono sempre esistite: ma l'uso che se ne fa può dare risultati, in quanto a buon gusto e naturalezza, molto diversi. Oggi c'è una gran confusione sull'argomento e sono pochi gli interpreti che vanno oltre allo sforzo di abbracciare uno strumento antico. Capita anche di vedere suonare una chitarra del primo ottocento con le tecniche che furono usate molti anni dopo da Tarrega e Llobet. Le cosidette "tecniche del senno di poi". Ciao
Andrea Mutti Inviato 15 Marzo 2006 Group: Membri Topic Count: 5 Content Count: 24 Reputation: 0 Joined: 15/02/2006 Status: Offline Device: Windows Autore Inviato 15 Marzo 2006 Grazie Maestro per la disponibilità e la chiarissima spiegazione. In effetti i miei dubbi sono nati nel momento in cui ho raffrontato alcune esecuzioni con quanto scritto in partitura. Ad esempio, nella Grande Ouverture op.61 di Giuliani, non avendo trovato alcuna indicazione scritta a fronte di repentine variazioni agogiche da parte dell'interprete, mi sono chiesto se queste potevano avere una qualche giustificazione musicale (anche in rapporto con la prassi esecutiva dell'epoca) o se non si trattasse di scelte assolutamente personali dell'esecutore (che, ad esempio, nella stessa registrazione ignora molte indicazioni dinamiche...). Situazioni analoghe (ma differenti interpreti) ho riscontrato anche nelle Variazioni op.47 sempre di Giuliani, nelle Sonate op.21 di Carulli, in vari studi di Sor ecc... am
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