Cimarron Inviato il August 22, 2008 Group: Members Topic Count: 8 Content Count: 25 Reputation: 0 Joined: 09/18/2006 Status: Offline Share Inviato il August 22, 2008 Ciao vorrei qualche informazione in più su questo liutaio...è vero che che le sue chitarre permettono di ottenere più del doppio del volume di una chitarra da concerto? pere che tale risultato sia suffragato da espermenti....certo è da capire rispetto a quale chitarra è stato fatto il confronto Link to comment Share on other sites More sharing options...
lindina Inviato il August 23, 2008 Group: Members Topic Count: 13 Content Count: 73 Reputation: 1 Joined: 03/17/2008 Status: Offline Share Inviato il August 23, 2008 Molti anni fa ho fatto più di 500 Kilometri per recarmi a Pesaro dove - nell' ambito di una fiera di strumenti musicali - veniva presentata un chitarra innovativa del liutaio Greci. Il chitarrista (Bruno Battisti D'Amario) svolse un concerto,ed il TG 2 annunciò persino al telegiornale questa grande innovazione italiana (senza ovviamente svelarne i segreti della costruzione), parlando di "volume raddoppiato paragonabile a quello del pianoforte"ecc. A me parve invece che il volume fosse assolutamente normale, e mai più vidi questo strumento (dalla forma questa sì particolare) tra le mani dei chitarristi. Se potrà essere utile alla discussone credo che in tema di "suono, volume, equilibrio" (ovvero delle peculiarità della chitarra) uno dei pionieri della chitarra Fausto Ciurlo, per l'intera vita indagò sugli aspetti fisici del suono e della sua rifrazione con conclusioni che la storica casa EKO cercò di trasformare in realtà allestendo a Recanati un futuristico laboratorio per la costruzione di innovativi strumenti musicali (chitarre) che - in piccola parte - furono commercializzate con il nome di Chitarre Giuliani". Già negli anni '40, '50 tuttavia i liutai cercarono ognuno le migliori soluzioni per lo strumento che - con i limiti dei sistemi di amplificazione di allora - di certo rendeva poco soprattuto in termini di volume sonoro. Una curiosità riguarda il celebre Hauser che percorse un'altra strada, ovvero partendo dal concetto di "sala" che avrebbe poi ospitato la chitarra, produsse alcuni strumenti dotandoli di un cono in rame/alluminio/duralluminio/ che amplificavano la risonanza degli stessi con risultati suggestivi. Con ciò si ingannava la pretesa della "quantità" appagando comunque l'ascolto. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Paolo Rinaldi Inviato il September 15, 2008 Group: Members Topic Count: 3 Content Count: 31 Reputation: 0 Joined: 08/26/2008 Status: Offline Share Inviato il September 15, 2008 Molti anni fa ho fatto più di 500 Kilometri per recarmi a Pesaro dove - nell' ambito di una fiera di strumenti musicali - veniva presentata un chitarra innovativa del liutaio Greci. Il chitarrista (Bruno Battisti D'Amario) svolse un concerto,ed il TG 2 annunciò persino al telegiornale questa grande innovazione italiana (senza ovviamente svelarne i segreti della costruzione), parlando di "volume raddoppiato paragonabile a quello del pianoforte"ecc. A me parve invece che il volume fosse assolutamente normale, e mai più vidi questo strumento (dalla forma questa sì particolare) tra le mani dei chitarristi. Se potrà essere utile alla discussone credo che in tema di "suono, volume, equilibrio" (ovvero delle peculiarità della chitarra) uno dei pionieri della chitarra Fausto Ciurlo, per l'intera vita indagò sugli aspetti fisici del suono e della sua rifrazione con conclusioni che la storica casa EKO cercò di trasformare in realtà allestendo a Recanati un futuristico laboratorio per la costruzione di innovativi strumenti musicali (chitarre) che - in piccola parte - furono commercializzate con il nome di Chitarre Giuliani". Già negli anni '40, '50 tuttavia i liutai cercarono ognuno le migliori soluzioni per lo strumento che - con i limiti dei sistemi di amplificazione di allora - di certo rendeva poco soprattuto in termini di volume sonoro. Una curiosità riguarda il celebre Hauser che percorse un'altra strada, ovvero partendo dal concetto di "sala" che avrebbe poi ospitato la chitarra, produsse alcuni strumenti dotandoli di un cono in rame/alluminio/duralluminio/ che amplificavano la risonanza degli stessi con risultati suggestivi. Con ciò si ingannava la pretesa della "quantità" appagando comunque l'ascolto. quello che riporti si riferisce al "tornavoz" che non fu un'invenzione di Hauser, ma che adottò a suo tempo anche Torres, anche questo espediente andò ben presto in disuso dopo una stagione in cui molti liutai famosi si dedicarono allo sviluppo di questo espediente. come bene dici anche le chitarre di Greci non sembra abbiano avuto un gran successo, dato che non se ne vedono nelle sale da concerto. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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