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recentemente ho ascoltato in un concerto questi tre brani del noscro Carlo Mosso, mi sono piaciuti particolarmente il II e III movimento...mi piacerebbe avere più informazioni possibili su questo autorte ed in particolare sulle Canzoni piemontesi, ma non sono riuscita, conto nell'immensa sapienza del maestro Gilardino, a proposito lo ha conosciuto?????


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mi sembra che il M° Gilardino le ha anche incise queste canzoni pemontesi


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recentemente ho ascoltato in un concerto questi tre brani del noscro Carlo Mosso, mi sono piaciuti particolarmente il II e III movimento...mi piacerebbe avere più informazioni possibili su questo autorte ed in particolare sulle Canzoni piemontesi, ma non sono riuscita, conto nell'immensa sapienza del maestro Gilardino, a proposito lo ha conosciuto?????

 

 

Si, l'ho conosciuto, anzi ne approfitto per una aprire piccola parentesi di carattere personale. Quando, nel 1981, decisi di chiudere la mia carriera concertistica, essendo quella la fonte primaria di sostentamento, avevo deciso che, da allora in poi, la musica sarebbe diventata la mia occupazione elettiva - mi sarei dedicato alla composizione - ma non più il mio lavoro. Infatti, a 40 anni, non avevo mai cercato un'occupazione come insegnante e avevo soltanto, nell'insegnamento, incarichi onorari e non remunerativi. Ero quindi in procinto di entrare nel giornalismo - non mi mancavano le possibilità di lavoro nel settore -, quando mi telefonò Carlo Mosso, allora direttore del Conservatorio di Alessandria, e mi domandò se rispondesse al vero la notizia che mi ero ritirato dai concerti. Gliela confermai, e lui mi rispose che avrebbe voluto avermi nel suo conservatorio come docente. Non era nei miei piani ma, tuttavia, accolsi il suo invito di presentare le carte, anzi fu lui ad aiutarmi nella burocrazia, dove certamente mi sarei perso. Nell'autunno, avevo ottenuto la nomina e, invece di andare a lavorare per un quotidiano, incominciai la mia carriera ufficiale di docente: in vita mia, ho inoltrato una sola domanda - quella che lui compilò per me, facendomela firmare - e, ricevuta la nomina, rimasi nello stesso conservatorio fino a quando, due anni fa, decisi di chiudere anche la carriera di docente e di tenere soltanto qualche masterclass.

 

 

Mosso era un musicista di grande cultura e di estrema raffinatezza. Conosceva a fondo la musica di tutte le epoche, con predilezione per gli autori antichi, da Perotinus a Frescobaldi, e aveva anche una notevole cultura letteraria.

 

Scrisse le "Tre Canzoni Piemontesi" per un moto di reazione nei riguardi della "Suite Piemontese" di Duarte, che lui giudicava orrenda, e per dimostrare come vanno trattate le melodie popolari. Invece dell'"orripilante travestimento" che ne aveva fatto il compositore inglese, lui, Mosso, creò sfondi ritmico-armonici e contrappuntistici, attenendosi alla natura diatonico-modale delle melodie. Io diedi poi un assetto chitarristico alle sue realizzazioni.

 

Se vuole, può ascoltare in CD un'ottima esecuzione dei brani in questione da parte di Gianluca Barbero (Map records).

 

dralig


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grazie tante!

non sapevo della suite piemontese di Duarte, comunque, a giudicare dalla suite inglese credevo che ci sapesse fare con le melodie popolari..

in cosa consite il difetto della suite piemontese di Duarte????

grazio ancora


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grazie tante!

non sapevo della suite piemontese di Duarte, comunque, a giudicare dalla suite inglese credevo che ci sapesse fare con le melodie popolari..

in cosa consite il difetto della suite piemontese di Duarte????

grazio ancora

 

E' difetto se si esamina la composizione dal punto di vista di un compositore come Mosso. Duarte non si è preoccupato di studiare a fondo il carattere delle melodie, le ha semplicemente considerate come materiali, e ha creato intorno ad esse un contesto armonico o contrappuntistico cromatico che tende non a commentarle per quello che intrinsecamente sono, bensì per presentarle in una luce aliena. Ci riesce. Mosso, musicologo oltre che compositore, considera un atteggiamento di questo genere alla stregua di una profanazione, di una scorciatoia volgare e facilona, e tratta invece le melodie inserendole in uno sfondo armonico e contrappuntistico diatonico-modale che evoca non soltanto l'origine di queste canzoni, ma anche il mondo sonoriale che costituì il loro ambiente primario: ne "I tre Prinsi" c'è una sezione intermedia che evoca le improvvisazioni dei suonatori di ghironda, i campanacci delle mucche ne "La Pastora e il lupo" sono evocati con accordi modali duri e primitivi ottenuti sui bassi, mentre in "Verdolin verdolineto" è chiarissima l'evocazione dello scacciapensieri.

 

dralig

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