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Novità discografiche:

Allevi per chitarra a cura di Roberto Fabbri a Dicembre


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Ospite francesca
Inviato

Novità: Allevi per chitarra a cura di Roberto Fabbri in vendita da Dicembre

 

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Questo progetto è nato verso al fine del 2007. Si festeggiava il 120° anniversario di fondazione della casa editrice Carisch e l’appuntamento si svolgeva nell’ambito della fiera della Musica

 

Per quell’occasione la Carisch aveva deciso di assegnare un importante riconoscimento per le vendite dei due album “Joy” e “No concept” al pianista e compositore Giovani Allevi.

 

Come autore Carisch mi venne richiesto di partecipare all’evento provando a trascrivere per chitarra alcune composizioni di Allevi, da suonare nell’ambito della premiazione.

 

Personalmente avevo già avuto modo di conoscere ed apprezzare le musiche di questo pianista compositore, ma fino a quel momento non mi ero chiesto se queste potessero essere suonate sul mio strumento e con quale risultato finale. Mi misi così al lavoro e, dopo aver ascoltato con rinnovata attenzione i cd dei due album, la mia scelta si indirizzò verso due brani: “Il Bacio” e “Panic”.

 

Il primo lo trascrissi molto velocemente sulla chitarra (purtroppo così non doveva essere per gli altri…). Questo pezzo delicato si adattava infatti perfettamente alle sei corde e ne traeva a mio avviso nuove sonorità molto accattivanti. “Panic” fu invece trascritto per quattro chitarre insieme ai componenti del quartetto Nexus (Paolo Bontempi, Leonardo Gallucci e Luigi Sini).

 

Quella Domenica c’erano, davanti al Palco delle Nazioni della Fiera di Milano, un migliaio di giovani, venuti per ascoltare la sua musica!

 

Sicuramente il “fenomeno Allevi” ha avuto il grande merito di avvicinare tanti giovani all’ascolto e allo studio di uno strumento “classico”. La freschezza e l’immediatezza dei pezzi (mai scontata), ha fatto presa sulle nuove generazioni facendole interessare ad un mondo cui hanno generalmente guardato con diffidenza se non ostilità. Anche le versioni per chitarra, eseguite in quella occasione, sono state molto apprezzate (anche dallo stesso Allevi che ne era rimasto particolarmente colpito). Devo dire poi che il calore trasmesso dal pubblico durante la nostra seppur breve esibizione, era autentico e coinvolgente. La musica di Allevi arriva infatti direttamente all’ascoltatore senza bisogno di mediazioni; è semplice nella sua complessità, articolata nella sua linearità.

 

Le trascrizioni per chitarra che ho realizzato sono riservate ai pezzi che meglio si adattavano al mio strumento. Ho cercato infatti, senza cambiare naturalmente le melodie e le armonie ma giocando con le sequenze di arpeggi o usando tecniche ed effetti chitarristici (armonici, rasgueadi etc.), di rendere i brani assolutamente “chitarristici”. In questo modo l’ascoltatore non è costretto a “riportarsi” allo strumento da cui derivano i pezzi, ma è libero di immaginare, nel momento che li ascolta o che li esegue, che siano stati scritti per essa.

 

La trascrizione deve essere, come scrisse il critico musicale Mario Bortolotto, una sorta di “transustanziazione”, intendendo con questo termine il fatto che il brano, nel momento che lo si ascolta debba sembrare scritto per lo strumento che lo suona.

 

Mi auguro che queste 6 composizioni di Allevi che già ho eseguito nei miei programmi da concerto, contribuiscano ad arricchire il panorama di repertorio chitarristico ed avvicinare sempre più giovani alla pratica di questo strumento.

 

 

 

Roma 21 ottobre 2008 Roberto Fabbri

 

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