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Inviato

Segnalo questo interessante articolo di Baricco apparso su Repubblica

 

Baricco su Repubblica

 

Cosa ne pensate?

Ospite Neuland
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La ricerca del il sistema giusto per non farci derubare dell'eredità culturale che abbiamo ricevuto e che vogliamo passare ai nostri figli mi sembra, infatti, la questione giusta. E anch'io ho dubbi, che finanziare spettacoli di qualsiasi tipo da parte della mano pubblica, che hanno poco pubblico, non può essere la soluzione. E' più importante creare un nuovo pubblico, ma non dandogli ciò che già conosce e che capisce perchè non c'è niente da capire, ma con la formazione. Mi sembra nconfutabile come punto di vista.


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Inviato
La ricerca del il sistema giusto per non farci derubare dell'eredità culturale che abbiamo ricevuto e che vogliamo passare ai nostri figli mi sembra, infatti, la questione giusta.

 

giusto

ma chi ci dice che stiamo parlando della stessa eredità? quando ad esempio nell'articolo, non si riconosce in Stockhausen e nella sua musica un Maestro?

Concordo con Baricco quando sostiene che il mercato sarebbe oggi abbastanza maturo e dinamico per fare tranquillamente da solo. Concordo soprattutto nell'uso del condizionale. Sarebbe. Ma ancora non è. Contrariamene a quello librario, cinematografico, televisivo, artistico, la Musica gioca in svantaggio. Anzi. Gli manca tutta la difesa. Soprattutto in Italia dove la diffusione di Cultura Musicale è inesistente.

Affermazione ideologica quindi quella di Baricco perchè al centro pone il sistema, non le eredità culturali. Ricalcando le orme di ciò che vorrebbe giustamente abbattere. E' questo il punto. Lo spettatore di oggi ha gli strumenti per decifrare le drammaturgie bustrofeliche di cui lo stesso Baricco si fa divulgatore (bello il libro ad esempio della scuola holden dedicato allo sviluppo delle non linearità nella recente produzione cinematografica), ma non ha la facoltà di seguire Stockhausen. In questo Sistema c'è qualcosa di molto più profondo che non vuole essere compreso, soltanto emarginato.

 

Tranquillo, Fabio. La manovra è chiara: finora le sovvenzioni del FUS sono andate a istituzioni governate da esponenti della sinistra. Il governo Berlusconi le ha tagliate perché non vuole più finanziare un'egemonia culturale che, d'altra parte, non ha mai avuto concorrenti. Fiutato l'affare, qualcuno cerca di farsi avanti per dirottare verso altre mete il FUS, tagliando fuori baroni e agenzie, direzioni artistiche e segretariati. Che ciò succeda o meno, non cambierà nulla: ci sarà solo un avvicendamento di mezze tacche nella riscossione del denaro da distribuire agli amici.

 

dralig

Ospite Neuland
Inviato
La ricerca del il sistema giusto per non farci derubare dell'eredità culturale che abbiamo ricevuto e che vogliamo passare ai nostri figli mi sembra, infatti, la questione giusta.

 

giusto

ma chi ci dice che stiamo parlando della stessa eredità? quando ad esempio nell'articolo, non si riconosce in Stockhausen e nella sua musica un Maestro?

Concordo con Baricco quando sostiene che il mercato sarebbe oggi abbastanza maturo e dinamico per fare tranquillamente da solo. Concordo soprattutto nell'uso del condizionale. Sarebbe. Ma ancora non è. Contrariamene a quello librario, cinematografico, televisivo, artistico, la Musica gioca in svantaggio. Anzi. Gli manca tutta la difesa. Soprattutto in Italia dove la diffusione di Cultura Musicale è inesistente.

Affermazione ideologica quindi quella di Baricco perchè al centro pone il sistema, non le eredità culturali. Ricalcando le orme di ciò che vorrebbe giustamente abbattere. E' questo il punto. Lo spettatore di oggi ha gli strumenti per decifrare le drammaturgie bustrofeliche di cui lo stesso Baricco si fa divulgatore (bello il libro ad esempio della scuola holden dedicato allo sviluppo delle non linearità nella recente produzione cinematografica), ma non ha la facoltà di seguire Stockhausen. In questo Sistema c'è qualcosa di molto più profondo che non vuole essere compreso, soltanto emarginato.

 

Tranquillo, Fabio. La manovra è chiara: finora le sovvenzioni del FUS sono andate a istituzioni governate da esponenti della sinistra. Il governo Berlusconi le ha tagliate perché non vuole più finanziare un'egemonia culturale che, d'altra parte, non ha mai avuto concorrenti. Fiutato l'affare, qualcuno cerca di farsi avanti per dirottare verso altre mete il FUS, tagliando fuori baroni e agenzie, direzioni artistiche e segretariati. Che ciò succeda o meno, non cambierà nulla: ci sarà solo un avvicendamento di mezze tacche nella riscossione del denaro da distribuire agli amici.

 

dralig

 

Assolutamente d'accordo con la sua analisi.

 

Desolato quindi la situazione italiana...

 

Del resto, ieri sera - capitato nel TG2 - dovevo subire la... come chiamarla: moderatrice? ... decorata con gioielli vistosissimi come un albero di natale (sponsorizzata magari da qualchè griffe italiana) a cinguettare della tragica morte di una bambina di 2 anni neanche e la sua mamma, uccisi dal padre. Bella TV, davvero. Sembra assai improbabile che ci si possano aspettare da li degli impulsi per la cultura musicale/artistica italiana.

 

Cmq, sono 15 anni che sto in Italia, e ancora mi meraviglio.

 

Neuland


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Inviato

Cmq, sono 15 anni che sto in Italia, e ancora mi meraviglio (Neuland).

 

 

Al contrario, Neuland, sono 68 anni che sto in Italia e ancora non mi meraviglo. Non mi meraviglio che si possa scrivere con l'arrogante supponenza di Baricco (e con questo rispondo al quesito di Maccari), non mi meraviglio di vedere incontaminata l'italica voglia di piangersi addosso, non mi meraviglio se gran parte del mondo ci considera in prima fila nella produzione e conservazione di opere d'arte di qualsiasi genere. Persino in epoca romana, e nel Rinascimento, c'era tra noi chi si strappava le vesti a fronte del "decadere" (?) di scienze, letteratura ed arti. E se abbiamo abolito con referendum il Ministero dello Spettacolo (quello cui accenna C.Bene) è accaduto per ansia di negazionismo e soprattutto perché (come giustamente e coraggiosamente sottolinea Dralig) il denaro confluiva soltanto verso una certa parte politica, che lo gestiva come voleva, lasciando ben poco a noi addetti ai lavori, che pure ringraziavamo Dio di essere stati giudicati degni di "sovvenzionamento"( o di usufruirne indirettamente). Non c'era bisogno, è vero questo, di ricorrere a drammaturgie bustrofediche (non bustrofeliche) ma piuttosto a persone, se non amiche, almeno non ostili. Subito dopo, un rinnovamento che non c'è stato.

I tanti anni passati a contatto con altre realtà europee mi hanno fatto capire che, tutto sommato, il vino era buono, anche se il bicchiere non accattivante.

Non vorrei che il mio atteggiamento da "defensor Patriae" fosse preso per nazionalismo, ma basta voltarsi attorno per valutare (anche nel nostro campo) gli esiti, i riconoscimenti, le attività universali.

La ragione del diffuso pensare che ti darebbe ragione (se di ragione si può parlare) è squisitamente storica:secoli da conquistati (dopo essere stati padroni del mondo) ci hanno fortificato nell'apprendimento dello scibile e delle tecniche delle arti, tanto da divenirne a nostra volta maestri.

C' era un Tizio che parlava di travi nei propri occhi e di pagliuzze negli occhi altrui: regoliamoci!

 

Carlo Carfagna

 

 

P.S.= non mi è chiaro il nesso tra l'articolo di Baricco e la TV.

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