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Scale minori


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perché sono preferite, nello studio e - credo - all'esame, le scale minori melodiche?

c'è una regola in proposito o si tratta di mera prassi?

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E' utilissimo e formativo lavorare sia sulle scale minori melodiche che armoniche. Che poi all'esame ministeriale siano preferite solo quelle melodiche poco deve interessare.

Il percorso di studi deve essere effettuato per un miglioramento personale non per andare incontro al momento dell'esame: se ci si dovesse limitare (in cinque - diconsi cinque - anni) al repertorio elencato nell'esame di compimento inferiore la preparazione tecnica e musicale in senso lato sarebbe alquanto limitata in vista del compimento medio.

 

Il programma d'esame deve essere una parte del repertorio di lavoro quotidiano e non deve impedire in alcun modo la lettura d'altro, inclusi esercizi di tecnica di base (dico, non si penserà di lavorare per 5 anni ad una dozzina di pagine di scale diatoniche e ad un centinaio di arpeggi, vero?) e avanzata.

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E' utilissimo e formativo lavorare sia sulle scale minori melodiche che armoniche. Che poi all'esame ministeriale siano preferite solo quelle melodiche poco deve interessare.

Il percorso di studi deve essere effettuato per un miglioramento personale non per andare incontro al momento dell'esame: se ci si dovesse limitare (in cinque - diconsi cinque - anni) al repertorio elencato nell'esame di compimento inferiore la preparazione tecnica e musicale in senso lato sarebbe alquanto limitata in vista del compimento medio.

 

Il programma d'esame deve essere una parte del repertorio di lavoro quotidiano e non deve impedire in alcun modo la lettura d'altro, inclusi esercizi di tecnica di base (dico, non si penserà di lavorare per 5 anni ad una dozzina di pagine di scale diatoniche e ad un centinaio di arpeggi, vero?) e avanzata.

 

In effetti, Cristiano, io stavo pensando più all'aspetto musicale che non a quello tecnico-strumentale.

In altre parole, se ho ben capito alcune mie recenti letture (da mero studente-principiante), le alterazioni in VI e/o VII, in quanto non appartenenti all'armatura di chiave, sono eventuali. Sicché mi pareva più costruttivo familiarizzare con la minore naturale e non con la armonica e la melodica.

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Guest Nicola Mazzon

Non ha molto senso secondo me studiare su una scala minore naturale...è la scala maggiore, solo che parti dal sesto grado...il lavoro mentale per eseguirla è pari a zero...

La scala minore melodica è la più efficace, è diversa nella discesa dalla salita, e sopratutto nella chitarra si vanno a modificare anche gli schemi sulla tastiera, nella scala maggiore sono fissi.

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Non ha molto senso secondo me studiare su una scala minore naturale...è la scala maggiore, solo che parti dal sesto grado...il lavoro mentale per eseguirla è pari a zero...

La scala minore melodica è la più efficace, è diversa nella discesa dalla salita, e sopratutto nella chitarra si vanno a modificare anche gli schemi sulla tastiera, nella scala maggiore sono fissi.

 

Da un punto di vista strumentale, forse, può non avere senso, come dici; ma almeno per l'orecchio le differenze sono notevoli. Del resto, armonicamente, una minore naturale è diversa dalla relativa maggiore.

 

Insomma, io sto cercando di capire se c'è qualcosa di più, che non la semplice differenza di tastiera (per così dire), per preferire una minore melodica alla sua naturale.

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Non ha molto senso secondo me studiare su una scala minore naturale...è la scala maggiore, solo che parti dal sesto grado...il lavoro mentale per eseguirla è pari a zero...

La scala minore melodica è la più efficace, è diversa nella discesa dalla salita, e sopratutto nella chitarra si vanno a modificare anche gli schemi sulla tastiera, nella scala maggiore sono fissi.

 

Da un punto di vista strumentale, forse, può non avere senso, come dici; ma almeno per l'orecchio le differenze sono notevoli. Del resto, armonicamente, una minore naturale è diversa dalla relativa maggiore.

 

Insomma, io sto cercando di capire se c'è qualcosa di più, che non la semplice differenza di tastiera (per così dire), per preferire una minore melodica alla sua naturale.

 

La differenza tra la scala minore naturale e la scala minore melodica (e ovviamente tra qualunque altro tipo di scala) è puramente musicale e, nella pratica dello strumentista, comporta soltanto differenze nelle diteggiature: suonare una scala minore melodica o naturale di uguale estensione non è né più facile né più difficile, richiede solo diteggiature diverse, ed è bene impararle tutte. Anzi, è bene imparare anche le principali scale modali.

 

Le differenze musicali tra scala naturale e le sue modificazioni (armonica, melodica, napoletana, etc.) sono originate dalle diverse "espressioni" delle scale: quella naturale potè sembrare un po' debole agli autori classici per la mancanza di sensibile, e fu così che il settimo grado venne alzato di un semitono per creare la spinta verso la tonica. Nacque così la scala armonica, che però risultava ostica ai cantanti per via dell'intervallo di seconda eccedente tra sesto e settimo grado, e fu così che si decise di alzare di un semitono anche il sesto grado, e ne venne la scala melodica, facile da cantare e senza intervallo "arabo". Ma queste alterazioni servivano solo nei movimenti ascendenti verso la tonica, e non avevano motivo di sussistere nel percorso discendente, nel quale venne dunque ristabilita la scala minore naturale. Il tutto detto in forma molto semplificata e un po' fabulistica, ma sostanzialmente vera. I napoletani poi, piagnoni e sentimentali, che lacrimavano non solo se abbandonati dall'amata, ma anche per la perdita di un materasso, abbassarono anche il secondo grado.

 

dralig

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... I napoletani poi, piagnoni e sentimentali, che lacrimavano non solo se abbandonati dall'amata, ma anche per la perdita di un materasso, abbassarono anche il secondo grado.

 

dralig

 

Allora preferisco le napoletane :D

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Direi grazie al M° Gilardino per la resa del suo racconto.

Non c'è ironia nelle mie parole, anzi. Leggendo il post mi sembrava di sentire la Sensibile che va alla Tonica, i cantanti stizziti e i napoletani con il materasso...

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Direi grazie al M° Gilardino per la resa del suo racconto.

Non c'è ironia nelle mie parole, anzi. Leggendo il post mi sembrava di sentire la Sensibile che va alla Tonica, i cantanti stizziti e i napoletani con il materasso...

 

Siamo tutti felicemente innamorati degli interventi magistrali del maestro Gilardino, tanto che ringraziarlo ogni volta mi parebbe fuori luogo...

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non ho capito molto bene la domanda...

comunque inviterei tutti a considerare la dualità minore/maggiore innanzitutto in quanto modalità

come dice il de la Motte il modo minore andrebbe poi inteso "non come scala...ma piuttosto come una riserva di nove suoni...messa a disposizione di ogni composizione che si voglia impostare in minore"

 

La mia domanda iniziale si appuntava sul perché le scale minori sono considerate prevalentemente nella modificazione melodica, anche - per per fare un esempio - in sede d'esame (oppure, si pensi alle scale di Segovia).

Mi chiedevo il perché di questo "abbandono" della minore naturale, la quale - a mio avviso - meriterebbe un trattamento privilegiato perché le sue varianti (armonica, melodica...) sono di carattere soggettivo. Mentre solo la naturale ha dignità strutturale.

 

PS: perché riserva di 9 suoni?

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