debonis86 Inviato 3 Aprile 2009 Group: Membri Topic Count: 22 Content Count: 178 Reputation: 0 Joined: 15/02/2006 Status: Offline Autore Inviato 3 Aprile 2009 non ho capito molto bene la domanda...comunque inviterei tutti a considerare la dualità minore/maggiore innanzitutto in quanto modalità come dice il de la Motte il modo minore andrebbe poi inteso "non come scala...ma piuttosto come una riserva di nove suoni...messa a disposizione di ogni composizione che si voglia impostare in minore" La mia domanda iniziale si appuntava sul perché le scale minori sono considerate prevalentemente nella modificazione melodica, anche - per per fare un esempio - in sede d'esame (oppure, si pensi alle scale di Segovia). Mi chiedevo il perché di questo "abbandono" della minore naturale, la quale - a mio avviso - meriterebbe un trattamento privilegiato perché le sue varianti (armonica, melodica...) sono di carattere soggettivo. Mentre solo la naturale ha dignità strutturale. PS: perché riserva di 9 suoni? ah no...certo..ho capito...semplicemente perchè la melodica contempla la naturale quando discende...si semplifica i 9 suoni...devi pensarli come una riserva... ok sul fatto che ciò che varia nel modo minore è solo il secondo tetracordo (sia naturale, armonica, melodica)? quindi il modo di la minore è: la si do re mi fa fa# sol sol# (la) nelle sue possibili combinazioni contempla tutte le alterazioni del modo naturale, armonico, melodico Dunque, riassumo per vedere se ho capito: è preferita la melodica perché quando discende è naturale, quindi la melodica è "di fatto" melodica+naturale.
Angelo Gilardino Inviato 3 Aprile 2009 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 3 Aprile 2009 non ho capito molto bene la domanda...comunque inviterei tutti a considerare la dualità minore/maggiore innanzitutto in quanto modalità come dice il de la Motte il modo minore andrebbe poi inteso "non come scala...ma piuttosto come una riserva di nove suoni...messa a disposizione di ogni composizione che si voglia impostare in minore" La mia domanda iniziale si appuntava sul perché le scale minori sono considerate prevalentemente nella modificazione melodica, anche - per per fare un esempio - in sede d'esame (oppure, si pensi alle scale di Segovia). Mi chiedevo il perché di questo "abbandono" della minore naturale, la quale - a mio avviso - meriterebbe un trattamento privilegiato perché le sue varianti (armonica, melodica...) sono di carattere soggettivo. Mentre solo la naturale ha dignità strutturale. PS: perché riserva di 9 suoni? ah no...certo..ho capito...semplicemente perchè la melodica contempla la naturale quando discende...si semplifica i 9 suoni...devi pensarli come una riserva... ok sul fatto che ciò che varia nel modo minore è solo il secondo tetracordo (sia naturale, armonica, melodica)? quindi il modo di la minore è: la si do re mi fa fa# sol sol# (la) nelle sue possibili combinazioni contempla tutte le alterazioni del modo naturale, armonico, melodico Dunque, riassumo per vedere se ho capito: è preferita la melodica perché quando discende è naturale, quindi la melodica è "di fatto" melodica+naturale. Qualcuno la chiamava scala minore mista. dralig
TommasoSabella Inviato 5 Aprile 2009 Group: Membri Topic Count: 3 Content Count: 11 Reputation: 0 Joined: 05/09/2008 Status: Offline Inviato 5 Aprile 2009 Parlando con un amico jazzista la relazione modo minore-maggiore mi è stata posta con un altro punto di vista. Provo ad esporlo: tra la scala minore e scala maggiore la differenza sostanziale e' la III (Caratteristica). La scala minore può essere vista come una scala maggiore ma con la III minore. Quello che ne risulta è la scala minore melodica detta "bachiana", in cui il moto ascendente è uguale a quello discendente. Le varianti (minore naturale e minore armonica) danno come risultante una scala cromatica sul secondo tetracordo (penso fosse questo il senso della "riserva"). Spero di essere stato abbastanza chiaro. Cosa ne pensate?
debonis86 Inviato 5 Aprile 2009 Group: Membri Topic Count: 22 Content Count: 178 Reputation: 0 Joined: 15/02/2006 Status: Offline Autore Inviato 5 Aprile 2009 Parlando con un amico jazzista la relazione modo minore-maggiore mi è stata posta con un altro punto di vista. Provo ad esporlo:tra la scala minore e scala maggiore la differenza sostanziale e' la III (Caratteristica). La scala minore può essere vista come una scala maggiore ma con la III minore. Quello che ne risulta è la scala minore melodica detta "bachiana", in cui il moto ascendente è uguale a quello discendente. Le varianti (minore naturale e minore armonica) danno come risultante una scala cromatica sul secondo tetracordo (penso fosse questo il senso della "riserva"). Spero di essere stato abbastanza chiaro. Cosa ne pensate? forse hai invertito "melodica" con "naturale". O sbaglio?
TommasoSabella Inviato 6 Aprile 2009 Group: Membri Topic Count: 3 Content Count: 11 Reputation: 0 Joined: 05/09/2008 Status: Offline Inviato 6 Aprile 2009 Ciao, in effetti un errore c'è. Quando parlo di varianti mi riferisco alla scala minore naturale ed a quella melodica (Esempio in La min: la-si-do-re-mi-fa-fa#-sol-sol#-la).
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