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Che metodo utilizzate per insegnare?


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Volevo chiedere a chi già lo fa da tempo, quale metodo usate per insegnare la chitarra?

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Volevo chiedere a chi già lo fa da tempo, quale metodo usate per insegnare la chitarra?

 

la musica..!

è la cosa più importante

i metodi sono tutti... incompleti...

c'è ne vogliono mille e uno allo stesso momento...

 

 

m

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Sandrino, ovviamente scherzavo con un fondo di grande verità però..

i metodi sono tanti, dipende da tante cose e da che tipo di approccio in rapporto anche all'età...

di solito non ne basta uno solo,

si usano in parallello vari testi ognuno rispondenti a determinate caratteristiche, da quelle puramente tecniche a raccolte di studi che personalmente prediligo, nel senso che appena possibile cerco di mettere l'allievo sulla musica... piccole cose ma musicali e poi... inizia il viaggio...

 

ve ne sono tanti se partiamo da.. zero... dal Guitar Gradus di R.Chiesa,

alle storiche lezioni di Sagreras (che non amo particolarmente, senza discutere il valore che hanno avuto e che probabilmente hanno ma io non amo usarlo...per una questione "formale" di musica...preferisco gli studi di Carulli o di Sor op.44 per far entrare l'allievo nel vivo musicale, Sagreras lo sento poco "classico"...per le mie orecchie..)

poi vi sono tutta una miriade di testi, da quello di L. Biscaldi, alle Lezioni di chitarra di Corbu-Mantovani che uso in parallelo e..insomma, molto dipende dalla propria esperienza sul campo e dal"tipo" di allievo,

spesso uso libri diversi in base a chi ho di fronte..per capirci..

ma l'obiettivo finale è sempre quello: tecnica meccanica e tecnica musicale possibilmente fuse insieme...

 

 

marcello

 

p.s cmq se cerchi nel forum vi sono state già diverse risposte al riguardo...

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  • 6 mesi dopo...

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Io non uso nessun metodo io insegno a creare metodi !!!!!!!!!!

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Sandrino, ovviamente scherzavo con un fondo di grande verità però..

i metodi sono tanti, dipende da tante cose e da che tipo di approccio in rapporto anche all'età...

di solito non ne basta uno solo,

si usano in parallello vari testi ognuno rispondenti a determinate caratteristiche, da quelle puramente tecniche a raccolte di studi che personalmente prediligo, nel senso che appena possibile cerco di mettere l'allievo sulla musica... piccole cose ma musicali e poi... inizia il viaggio...

 

ve ne sono tanti se partiamo da.. zero... dal Guitar Gradus di R.Chiesa,

alle storiche lezioni di Sagreras (che non amo particolarmente, senza discutere il valore che hanno avuto e che probabilmente hanno ma io non amo usarlo...per una questione "formale" di musica...preferisco gli studi di Carulli o di Sor op.44 per far entrare l'allievo nel vivo musicale, Sagreras lo sento poco "classico"...per le mie orecchie..)

poi vi sono tutta una miriade di testi, da quello di L. Biscaldi, alle Lezioni di chitarra di Corbu-Mantovani che uso in parallelo e..insomma, molto dipende dalla propria esperienza sul campo e dal"tipo" di allievo,

spesso uso libri diversi in base a chi ho di fronte..per capirci..

ma l'obiettivo finale è sempre quello: tecnica meccanica e tecnica musicale possibilmente fuse insieme...

 

 

marcello

 

p.s cmq se cerchi nel forum vi sono state già diverse risposte al riguardo...

 

Quoto! Io aggiungerei anche "Guitar Master" di Roberto Fabbri. Non l'ho ancora mai utilizzato, però sfogliandolo velocemente mi è sembrato valido. Il Guitar Gradus comunque fino adesso, secondo la mia personalissima esperienza, è il migliore che abbia mai utilizzato.

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Sandrino, ovviamente scherzavo con un fondo di grande verità però..

i metodi sono tanti, dipende da tante cose e da che tipo di approccio in rapporto anche all'età...

di solito non ne basta uno solo,

si usano in parallello vari testi ognuno rispondenti a determinate caratteristiche, da quelle puramente tecniche a raccolte di studi che personalmente prediligo, nel senso che appena possibile cerco di mettere l'allievo sulla musica... piccole cose ma musicali e poi... inizia il viaggio...

 

ve ne sono tanti se partiamo da.. zero... dal Guitar Gradus di R.Chiesa,

alle storiche lezioni di Sagreras (che non amo particolarmente, senza discutere il valore che hanno avuto e che probabilmente hanno ma io non amo usarlo...per una questione "formale" di musica...preferisco gli studi di Carulli o di Sor op.44 per far entrare l'allievo nel vivo musicale, Sagreras lo sento poco "classico"...per le mie orecchie..)

poi vi sono tutta una miriade di testi, da quello di L. Biscaldi, alle Lezioni di chitarra di Corbu-Mantovani che uso in parallelo e..insomma, molto dipende dalla propria esperienza sul campo e dal"tipo" di allievo,

spesso uso libri diversi in base a chi ho di fronte..per capirci..

ma l'obiettivo finale è sempre quello: tecnica meccanica e tecnica musicale possibilmente fuse insieme...

 

 

marcello

 

p.s cmq se cerchi nel forum vi sono state già diverse risposte al riguardo...

 

Quoto! Io aggiungerei anche "Guitar Master" di Roberto Fabbri. Non l'ho ancora mai utilizzato, però sfogliandolo velocemente mi è sembrato valido. Il Guitar Gradus comunque fino adesso, secondo la mia personalissima esperienza, è il migliore che abbia mai utilizzato.

 

A me piacciono i testi, come dire "neutri", senza troppi condizionamenti per quanto riguarda gli esercizi di impostazione...

una volta raggiunto almeno il livello di eseguire delle semplici scale a una ottava (due)... (max alla terza/quarta lez..) entro subito nel merito della "musica"... con semplici studi di Carulli Sor...selezionati con cura in base alle caratteristiche di ogni allievo, ma ciò che mi preme da subito è... entrare nella.... musica...

per questo non amo libri come il Sagreras.. perchè per me anche un arpeggio devev avere un "senso" armonico" e "formale", per la tecnica preferisco che l'allievo prenda coscienza dei movimenti "puri" applicando i movimenti a mani separate e sulle corde a vuoto..

 

ad esempio di solito applico la lettura ritmica del brano con le corde a vuoto della mano destra

e la lettura melodica (solfeggio) con lo studio della mano sinistra, poi a seconda della struttura del brano mi .. comporto...

creo una sorta di scheda con le varie problematiche specifiche dello studio del momento ed eventualmente con un corredo di esercizi adeguati, in modo che l'allievo inizia a fare "analisi" senza..accorgersene ed entrare nel "metodo" di studio evitando di scoprire che suona mille note ma non sa cosa sta succedendo al di sotto "delle dita"...

ad esempio appena imparata una scala lo "obbligo" a... eseguirle rompendo gli schemi digitali e anche con un solo dito per... verificare se "sa" realmente suonare una scala e non solo una sequenza digitale...(sempre in agguato mnemonico) e giustificando che tanto la studierà in futuro "musicalmente"...

poi arriva Bach un bel giorno e si scopre che non si riesce a "memorizzare"...:)

..sbagliare un respiro è (dovrebbe essere) più grave che sbagliare una nota... per me :) ..

 

con simpatia musicale

m

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  • 2 settimane dopo...

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ciao per apprendere la tecnica dello strumento va bene qualsiasi metodo con un prontuario di esercizi su legature ,arpeggi scale etc.poi ti consiglio di iniziari a differenziare lo stile dei vari compositori e chitarrsisti ,purtroppo la chitarra classica risente ancora della metodologia di segovia ossia del chitarrista al servizo della chitarra e della musica ,ma cio' non permette di captare le differenze che potevano esserci tra un sor e un giuliani e il loro modo di approcciarsi allo stumento.Oggi questo esiste nella chitarra elettrica ed facile differenziare lo stile di satriani da quello di steve vai e di preferire uno dei due.Cio succedeva anche all'epoca ,e i chitarristi che volevano imitarli si servivano dei loro metodi e studi.Quindi inizia ad assaporare lo stile dei vari chitarristi e avederne le differenze e quando ad esempio preferirai giuliani studiati il suo metodo e fatti un'antologia di studi.

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per questo non amo libri come il Sagreras.. perchè per me anche un arpeggio deve avere un "senso" armonico" e "formale", per la tecnica preferisco che l'allievo prenda coscienza dei movimenti "puri" applicando i movimenti a mani separate e sulle corde a vuoto..

 

Interessante, Marcello. Puoi spiegare meglio, per favore, che cosa intendi per movimenti "puri"?

Non ho capito bene l'osservazione sul Sagreras, ho studiato da sola Le prime lezioni per chitarra e sinceramente mi sono state utili.

 

...sbagliare un respiro è (dovrebbe essere) più grave che sbagliare una nota... per me :) ...

 

Questo è un errore che faccio spesso, soprattutto è il dubbio piu' frequente che ho quando suono qualcosa e condivido la tua valutazione di "gravità" ... :roll: A volte penso che saper "suonare" i silenzi sia piu' difficile che saper suonare le note ;)

 

Da che cosa potrebbe dipendere, in modo particolare? Lacune nel solfeggio, incapacità di materializzare i "respiri" (che pure sono ben evidenti nello spartito), scarso coordinamento "occhio-mano"?

Mi rendo conto di non riuscire ancora a leggere bene l'insieme di un pezzo, cioè se lo faccio prima di suonarlo, non riesco a mantenere fino in fondo la corretta comprensione del ritmo e dell'andamento del brano (spero di essere chiara) e suonandolo, invece, impiego ancora troppo tempo ad arrivare alla giusta interpretazione del senso compiuto dello spartito e devo ripeterlo molte volte prima di saper suonare tutto per bene (pause, note stoppate, agogica, dinamica ecc.).

Spero che la cosa sia migliorabile...o sono troppo ansiosa io a impuntarmi su un approccio di partenza sempre un po' teorico in tutte le cose che studio?

 

 

 

 

Butterfly

 

 

P.S.: una domanda da far inorridire chi sa la risposta: si studia prima l'armonia o l'analisi musicale? :oops:

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per questo non amo libri come il Sagreras.. perchè per me anche un arpeggio deve avere un "senso" armonico" e "formale", per la tecnica preferisco che l'allievo prenda coscienza dei movimenti "puri" applicando i movimenti a mani separate e sulle corde a vuoto..

 

Interessante, Marcello. Puoi spiegare meglio, per favore, che cosa intendi per movimenti "puri"?

Non ho capito bene l'osservazione sul Sagreras, ho studiato da sola Le prime lezioni per chitarra e sinceramente mi sono state utili.

 

...sbagliare un respiro è (dovrebbe essere) più grave che sbagliare una nota... per me :) ...

 

Questo è un errore che faccio spesso, soprattutto è il dubbio piu' frequente che ho quando suono qualcosa e condivido la tua valutazione di "gravità" ... :roll: A volte penso che saper "suonare" i silenzi sia piu' difficile che saper suonare le note ;)

 

Da che cosa potrebbe dipendere, in modo particolare? Lacune nel solfeggio, incapacità di materializzare i "respiri" (che pure sono ben evidenti nello spartito), scarso coordinamento "occhio-mano"?

Mi rendo conto di non riuscire ancora a leggere bene l'insieme di un pezzo, cioè se lo faccio prima di suonarlo, non riesco a mantenere fino in fondo la corretta comprensione del ritmo e dell'andamento del brano (spero di essere chiara) e suonandolo, invece, impiego ancora troppo tempo ad arrivare alla giusta interpretazione del senso compiuto dello spartito e devo ripeterlo molte volte prima di saper suonare tutto per bene (pause, note stoppate, agogica, dinamica ecc.).

Spero che la cosa sia migliorabile...o sono troppo ansiosa io a impuntarmi su un approccio di partenza sempre un po' teorico in tutte le cose che studio?

 

 

 

 

Butterfly

 

 

P.S.: una domanda da far inorridire chi sa la risposta: si studia prima l'armonia o l'analisi musicale? :oops:

 

Dunque, vediamo, ho visto solo adesso le tue domande Butterfly, provo a risponderti. In pratica, per movimenti "puri" mi riferisco a tutti quei modelli/esercizi di pura tecnica meccanica, come potrebbero essere frammenti di scale, arpeggi ecc, cioè analizzati nella componente puramente "digitale" e non connessa a "momenti" espressivi, non condizionati da determinate esigenze di tipo musicale, per intenderci, il solo movimento delle dita per acquisire i "principi" tecnici.

 

Mentre riguardo il Sagreras, la mia era una considerazione del tutto personale che non vuole minimanente sminuire il suo "valore" ma che non amo particolarmente perchè all'inizio preferisco "formare" i piccoli allievi su caratteristiche formali più pronunciate, nel senso come gli studi op.44 o 60 di Sor, Carulli, Diabelli, di cui mi servo per impostare un lavoro di tipo "musicale" e per fare questo seguo (parto) da una visione "classica" senza troppe interferenze "leggere" cosa che non mi piace molto nelle lezioni di Sagreras, diciamo che dal punto di vista "compositivo" non è un libro (libri) che mi piace molto,mi hanno fatto iniziare anche a me con quello ma sono anni che non lo utilizzo più... avrei difficoltà a far capire un periodo classico di 16 o 32 battute ad un allievo con aspetti formali, cadenze e alte cose che invece mi intrigano negli studi di Sor o simili, e poi mi piace la chitarra "classica" non ..sudamericana :) ma ripeto gusto personale.

 

Per la seconda domanda, semplicemente penso che la musica sia molto presente tra una nota..e.. la successiva :) e spesso suoniamo anticipando non ritardando, cosa che non guasta mai al.. respiro, ma qui la mia era una innocente provocazione perchè è facile riconoscere una nota sbagliata ma non sempre un respiro sbagliato, perchè ovviamente comporta una capacità musicale di fraseggiare la musica..

 

per quanto riguarda da cosa dipende io penso che è dovuto al non cantare "internamente" abbastanza e prendere coscienza che il respiro è fondamentale, mentre abbassare i tasti è sicuramente più facile.. è la punteggiatura della musica, fondamentale perchè si comprenda il brano nei suoi minimi particolari, è un processo graduale che si compirà con le varie conoscenze che all'inizio degli studi sono troppo separate, analisi, armonia, solfeggio e altre cose simili ma che andrebbero gradatamente e sapientemente inserite da.. "subito" in modo adeguato agli studi che si compiono.. pazienta :) vedrai che la "luce"..arriverà..

 

ma guarda per l'ultima domanda, analisi non credo che sia solo quella armonica, ma già una semplice melodia del guitar gradus (per fare u esempio) può essere un pretesto per inserirla in un contesto melodico e quindi una scala, una tonalità, vedere quale note sono ricorrenti, più importanti, caratteristiche e.. questo che intendo, non bisogna aspettare il diploma di composizione ma iniziare dalle corde a vuoto per scoprire che sono accordate per..quarte... cosa che molti chitarristi a volte non sanno!

può sembrare strano ma...

 

la musica inizia da.. subito, la tecnica è "solo" il mezzo per manifestarla..

 

 

con simpatia

 

m

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Grazie Marcello, sto iniziando a studiare alcune cose di teoria e facendolo bene, ora che non lo faccio più da sola, mi accorgo che al di là della passione per la chitarra, scopro cose sempre più interessanti proprio sulla musica in sè.

Mi predispongo fiduciosa a ricevere i miei "raggi" (ma non come Gilberto Govi ;) )* però ho sempre un po' di timore: questa cosa del "cantare internamente" è più difficile di quel che mi aspettavo, cioè pensavo di riuscire ad assimilare teoria e tecnica in maniera perfettamente parallela, invece a volte mi sembra di riuscire a capire bene solo una cosa alla volta, i collegamenti mi vengono solo dopo un po'...

 

spesso suoniamo anticipando non ritardando, cosa che non guasta mai al.. respiro

....esattamente quel che mi capita... :oops:

 

Butterfly

 

* "Ero in Piazza Banchi che mi prendevo due raggi..." (= di sole). Una genovesata, scusate :D

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