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Università o Conservatorio? Mi servono opinioni.


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tra un anno o due dovrò fare una scelta. Un Università in conseguenza del mio liceo scientifico tecnologico,o il conservatorio?

Cert la scelta è mia. Ma il mio chiedere cosiglio riguarda questo.

: Si può andare avanti con bravi maestri e raggiungere una preparazione adeguata,non solo per lo strumento,ma per la composizione senza fare il conservatorio?

Al di là del valore (che non conosco) che può avere il diploma ?

Ve la dico tutta: ho paura del conservatorio,nel senso che ho paura di uscirne ,come dire,inquadrata.

Grazie, i consigli sono solo ben accetti.

Al massimo non li seguo.

Ciaoo


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Inviato

Puoi tranquillamente continuare a studiare privatamente e nel frattempo laurearti, per poi iscriverti al triennio di I livello e prendere il benedetto diploma: come dire, due piccioni con una fava. Però se decidi che la musica è veramente la tua vita, se vuoi farne un lavoro, lascia perdere l'università e studia tanto lo strumento (al conservatorio, per prenderti il pezzo di carta).

Per quanto riguarda l'uscirne inquadrata o meno: è una cosa che deciderai tu con le tue scelte, mettiti in mente che sei TU che comandi e non loro (mi vengono alla mente certe ridicole "scuole" chitarristiche italiane che creano cloni, tecnicamente preparatissimi ma incapaci anche solo di capire cosa sia una nota di musica al di fuori dello spartito).

A te la palla ora.

 

max


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Sì, a te la palla, augurandoti di avere la fortuna che ho avuto io, di incontrare cioè qualche maestro vero; se dovessimo ciascuno ripartire da zero non ci sarebbe mai una civiltà e una cultura, invece ci sono e qualcosa di questo arriva a noi. Al buon gusto, per esempio, occorre essere educati, uno non nasce già "imparato"; anche se nessun maestro può sostituirsi, come diceva Segovia, al fuoco sacro che o c'è nell'allievo o non c'è. Un maestro vero è al servizio di questo, anche correggendo con durezza se serve, ma per "salvare" questo fuoco sacro.Se c'è non si ha paura di imparare da chi può insegnare, perchè lo si riconosce veramente autorevole. Quando a Ginevra Segovia ci salutò alla fine del corso, dopo che la sua statura artistica e umana era diventata così evidente, ci disse: "Ho notato che alcune delle cose che vi ho detto non viu convincevano, ma non abbiate paura, quando sarete più vecchi capirete che avevo ragione. Comunque è quando non dico niente che bisognerebbe preoccuparsi, perchè è segno che non c'è niente da fare...". E Ghiglia, che ci diceva che quando suoniamo è la nostra festa, diceva anche che l'insegnamento non è un banco dei pegni dove si contratta, occorre che ci sia il maestro ma anche che ci sia l'allievo, se no l'insegnamento non avviene.

Certo, può capitare un conservatorio dove ci si debba difendere contro la poca voglia, il non aver nulla da dire, il dispotismo di qualche docente;ma per farlo veramente in modo efficace occorre avere un punto d'appoggio, qualcuno riconosciuto veramente autorevole a cui guardare. Senza questo difficile andare oltre il velleitarismo sterile, in musica come in tutte le cose.

Auguri,

PB

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