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Mi è capitato di vedere in alcuni allievi una tremenda sicurezza e poi...al primo errorino il terrore cominciava a dilagare nella loro persona...

Io condivido il pensiero di Cristiano, però, come dice giustamente Luca P ci sono altri fattori che entrano in gioco...

 

Quello da te descritto non è il caso che io intendo. La tremenda sicurezza penso non ce l'abbia nessuno. La tremenda sicurezza penso nasca nel momento in cui pensi che "meglio di così non puoi fare" unito a una profonda superbia... e allora in quel momento sei musicalmente al capolinea. Puoi appendere lo strumento al chiodo. Se sai di poter fare ancora meglio allora sarai sicuro all 99.99999%, ma non al 100%. Ci tengo a esplicarlo in maniera matematica perché penso renda l'idea. Qull'infinitesimale percentuale di rischio sarà avvertita (ma, perché no, anche dominata).

Il carattere umano può però portare a ingrossare quella micropercentuale e, come nel caso del ragazzo tremante di inizio topic, a ingigantirla, rendendo impossibile il controllo.

 

L'essere umano penso sia di per se insicuro... e come non esserlo con l'infinità di domande senza risposta che ci accompagnano dalla nascita alla morte? Un musicista sicuro al 100% semplicemente... non è umano, al limite "crede" di esserlo. E sfido (che brutta parola) chiunque e sostenere il contrario.

 

 

E non si parla neppure di terrore. Solo di disagio. Di un improvviso abbassamento della propria fiducia e delle proprie prestazioni (in relazione al nostro massimo attuale) per cause A VOLTE sotterrate sotto anni di vita vissuta fatti di avvenimenti, incontri con persone, esperienze varie che forgiano l'animo umano con infinite sfaccettature tanto quanto un'ora di rasgueadi possa forgiare i nostri muscoli estensori.

 

 

 

Oppure perché chiaramente non si è studiato nella maniera corretta o "abbastanza".

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Il messaggio fondante dei suoi discorsi è quindi (mi corregga se non ho capito) che se alla base di un'interpretazione pubblica c'è una solida e consapevole preparazione musicale e tecnica, l'ansia e i suoi sintomi sono inconcepibili.

 

No. Io stesso, talvolta e a seconda delle circostanze mi sento più o meno in forma.

Ho detto, invece, che attraverso uno studio serio e metodico moltissimi di questi problemi vengono risolti.

 

E, come mi ha chiesto, le dico perché la sua opinione mi ha spaventato: perché penso (opinione personale, sottolineo) che un didatta debba vedere i propri allievi innanzi tutto come persone.

 

Ecco, si ricreda. Ha evidentemente frainteso.


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Il messaggio fondante dei suoi discorsi è quindi (mi corregga se non ho capito) che se alla base di un'interpretazione pubblica c'è una solida e consapevole preparazione musicale e tecnica, l'ansia e i suoi sintomi sono inconcepibili.

 

No. Io stesso, talvolta e a seconda delle circostanze mi sento più o meno in forma.

Ho detto, invece, che attraverso uno studio serio e metodico moltissimi di questi problemi vengono risolti.

 

Infatti "moltissimi" non è "tutti". E questo lei lo sapeva anche prima.

 

 

 

E, come mi ha chiesto, le dico perché la sua opinione mi ha spaventato: perché penso (opinione personale, sottolineo) che un didatta debba vedere i propri allievi innanzi tutto come persone.

 

Ecco, si ricreda. Ha evidentemente frainteso.

 

Non avevo dubbi.


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La tremenda sicurezza penso non ce l'abbia nessuno. La tremenda sicurezza penso nasca nel momento in cui pensi che "meglio di così non puoi fare" unito a una profonda superbia

 

Ma neanche per sogno.

Il suo punto di vista nasce da un concetto esclusivamente soggettivo e parte da un presupposto per il quale lo studio della musica debba obbligatoriamente portare al palcoscenico.

La sicurezza di un interprete non è un obiettivo (è forse questo che non è chiaro) ma è un mezzo per cercare di raggiungere dei risultati validi e accettabili nell'esplicazione del verbo e gesto musicale.

E, mi perdoni, sostenere che un interprete che sale sul palcoscenico davanti al pubblico senza avvertire ansia o tremori è al capolinea, Luca, mi creda, è altamente discutibile.


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Il messaggio fondante dei suoi discorsi è quindi (mi corregga se non ho capito) che se alla base di un'interpretazione pubblica c'è una solida e consapevole preparazione musicale e tecnica, l'ansia e i suoi sintomi sono inconcepibili.

 

No. Io stesso, talvolta e a seconda delle circostanze mi sento più o meno in forma.

Ho detto, invece, che attraverso uno studio serio e metodico moltissimi di questi problemi vengono risolti.

 

Infatti "moltissimi" non è "tutti". E questo lei lo sapeva anche prima.

 

 

Qui si mena il can per l'aia.


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E, mi perdoni, sostenere che un interprete che sale sul palcoscenico davanti al pubblico senza avvertire ansia o tremori è al capolinea, Luca, mi creda, è altamente discutibile.

 

Colui che ha ansia e tremori non è colui sicuro al 99,99999% ma colui che ingigantisce il problema (esattamente come ho scritto, quindi lo rilegga se non è chiaro).

 

E i motivi per cui si ingigantisce sono ancora ahimé oscuri a questo topic.

 

Edit: mi autocito per sicurezza

 

Se sai di poter fare ancora meglio allora sarai sicuro all 99.99999%, ma non al 100%. Ci tengo a esplicarlo in maniera matematica perché penso renda l'idea. Qull'infinitesimale percentuale di rischio sarà avvertita (ma, perché no, anche dominata).

Il carattere umano può però portare a ingrossare quella micropercentuale e, come nel caso del ragazzo tremante di inizio topic, a ingigantirla, rendendo impossibile il controllo.


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E i motivi per cui si ingigantisce sono ancora ahimé oscuri a questo topic.

 

A me invece sono invece chiarissimi. Ma non c'è nulla di nuovo.


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E i motivi per cui si ingigantisce sono ancora ahimé oscuri a questo topic.

 

A me invece sono invece chiarissimi. Ma non c'è nulla di nuovo.

 

Dunque, un momento fa ha sostenuto che la solida preparazione tecnico musicale abbatte MOLTISSIMI problemi e di conseguenza anche l'ansia. Le chiedo: quali sono, allora, i restanti problemi che le hanno impedito di scrivere "TUTTI" anziché "MOLTISSIMI"? Niente. A lei è tutto chiarissimo (un attimo fa si diceva pienissimo di domande, ma non divaghiamo) eppure a questa domanda non risponde. Riconosce in prima persona autocitando le sue performance che esistono situazioni che determinano una maggiore o minore lucidità. Nonostante ciò contraddice quello che io affermo (che è la stessa cosa!).

 

 

 

Ottimo.

È stato un dialogo molto costruttivo.

Ora vado a farmi un bel risotto e poi, per darle ragione, mi cimenterò per un'intera giornata su Frank Martin. Quei quattro pezzi non sono così difficili, ma vorrai mica che un improvvisa tremarella mi colga sul più bello?

 

 

Questa discussione mi insegnato quanto sia importante studiare tanto e bene (sa, prima non lo sapevo). La ringrazio del suo apporto.

 

 

Buon lavoro.

Luca.

Ospite Nicola Mazzon
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Se uno è sicuro al 100% non è detto che pecchi di presunzione, semplicemente può avere la coscienza apposto.


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A lei è tutto chiarissimo (un attimo fa si diceva pienissimo di domande, ma non divaghiamo)

 

Chiedo scusa. Ho effettivamente risposto di fretta e non ho colto il riferimento "E i motivi per cui si ingigantisce sono ancora ahimé oscuri a questo topic." Colpa del quoting.

 

Intendevo dire che a me è chiarissimo il finto "dilemma" di questo topic.

 

Ora vado a farmi un bel risotto e poi, per darle ragione, mi cimenterò per un'intera giornata su Frank Martin.

 

Non deve darmi ragione: a lei non serve e me non ha mai interessato. Non si sprechi in cose inutili e in inutili perdite di tempo.

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