Angelo Gilardino Inviato il February 17, 2011 Group: Authors Topic Count: 89 Content Count: 2,241 Reputation: 99 Joined: 11/24/2005 Status: Offline Device: Macintosh Share Inviato il February 17, 2011 Rovistando nella ricca biblioteca di musiche per chitarra generosamente messa on line da Vincenzo Pocci trovo due pagine che mi obbligano a fermarmi. Il titolo del brano (Verso ignoti lidi) è kitsch, ma la musica no, per niente. Apprendo che il pezzo, pubblicato nel 1912 da "Il Plettro", era stato premiato in un concorso internazionale di composizione svoltosi nello stesso anno. Il titolo era in realtà - mi spiegherà Pocci - il motto adoperato dal compositore: gli ignoti lidi erano i giudizi della commissione, che doveva essere onesta e competente, e che lo premiò.I dizionari di Prat e di Terzi, pubblicati rispettivamente nel 1934 e nel 1937, citano De Martino, ma non dicono quasi nulla di lui. Era chitarrista e compositore napoletano, e diede alle stampe solo due pezzi: la Barcarola premiara e un'altra composizione, una Serenata. Le ho lette, e devo dire che è raro trovare, nel dozziname della musica italiana per chitarra dell'epoca, pezzi di questa caratura. Chiunque fosse, il De Martino aveva ottime nozioni di armonia e sapeva scrivere correttamente - dal punto di vista compositivo - un brano per chitarra. Inoltre, la sua scrittura non è affatto banale - si può paragonare direttamente ai brani coevi della "Suite populaire brésilienne" di Villa-Lobos. Suonava e componeva per una chitarra eptacorde con la settima corda in re tesa sulla tastiera, e dalle sue diteggiature, oggi impaticabiili, si nota che faceva ampio uso del pollice della mano sinistra sulla settima corda.Pubblicherò la Barcarola su "Seicorde", e farò avere ai chitarristi che me li chiederanno i file pdf dei due pezzi pronti per il leggio (regalo, non vendita).La De Rogatis non era senza antecedenti. Questi napoletani.dralig Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Raffaele Iervolino Inviato il February 17, 2011 Group: Membri Topic Count: 71 Content Count: 558 Reputation: 36 Joined: 01/28/2008 Status: Offline Device: Windows Share Inviato il February 17, 2011 Rovistando nella ricca biblioteca di musiche per chitarra generosamente messa on line da Vincenzo Pocci trovo due pagine che mi obbligano a fermarmi. Il titolo del brano (Verso ignoti lidi) è kitsch, ma la musica no, per niente. Apprendo che il pezzo, pubblicato nel 1912 da "Il Plettro", era stato premiato in un concorso internazionale di composizione svoltosi nello stesso anno. Il titolo era in realtà - mi spiegherà Pocci - il motto adoperato dal compositore: gli ignoti lidi erano i giudizi della commissione, che doveva essere onesta e competente, e che lo premiò. I dizionari di Prat e di Terzi, pubblicati rispettivamente nel 1934 e nel 1937, citano De Martino, ma non dicono quasi nulla di lui. Era chitarrista e compositore napoletano, e diede alle stampe solo due pezzi: la Barcarola premiara e un'altra composizione, una Serenata. Le ho lette, e devo dire che è raro trovare, nel dozziname della musica italiana per chitarra dell'epoca, pezzi di questa caratura. Chiunque fosse, il De Martino aveva ottime nozioni di armonia e sapeva scrivere correttamente - dal punto di vista compositivo - un brano per chitarra. Inoltre, la sua scrittura non è affatto banale - si può paragonare direttamente ai brani coevi della "Suite populaire brésilienne" di Villa-Lobos. Suonava e componeva per una chitarra eptacorde con la settima corda in re tesa sulla tastiera, e dalle sue diteggiature, oggi impaticabiili, si nota che faceva ampio uso del pollice della mano sinistra sulla settima corda. Pubblicherò la Barcarola su "Seicorde", e farò avere ai chitarristi che me li chiederanno i file pdf dei due pezzi pronti per il leggio (regalo, non vendita). La De Rogatis non era senza antecedenti. Questi napoletani. dralig Io mi prenoto ,grazie Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
mistake89 Inviato il February 17, 2011 Group: Membri Topic Count: 22 Content Count: 201 Reputation: 1 Joined: 08/18/2008 Status: Offline Device: Android Share Inviato il February 17, 2011 Anche a me farebbe piacere leggerli Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest Alessio Olivieri Inviato il February 17, 2011 Share Inviato il February 17, 2011 Maestro ma quel era il nome di De Martino? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Rossano Evangelisti Inviato il February 17, 2011 Group: Membri Topic Count: 16 Content Count: 106 Reputation: 37 Joined: 07/12/2008 Status: Offline Device: Android Share Inviato il February 17, 2011 approfitterei volentieri anch'io, grazie Maestro... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Angelo Gilardino Inviato il February 17, 2011 Group: Authors Topic Count: 89 Content Count: 2,241 Reputation: 99 Joined: 11/24/2005 Status: Offline Device: Macintosh Author Share Inviato il February 17, 2011 Maestro ma quel era il nome di De Martino? Umberto. dralig Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Raffaele Iervolino Inviato il February 17, 2011 Group: Membri Topic Count: 71 Content Count: 558 Reputation: 36 Joined: 01/28/2008 Status: Offline Device: Windows Share Inviato il February 17, 2011 Rovistando nella ricca biblioteca di musiche per chitarra generosamente messa on line da Vincenzo Pocci trovo due pagine che mi obbligano a fermarmi. Il titolo del brano (Verso ignoti lidi) è kitsch, ma la musica no, per niente. Apprendo che il pezzo, pubblicato nel 1912 da "Il Plettro", era stato premiato in un concorso internazionale di composizione svoltosi nello stesso anno. Il titolo era in realtà - mi spiegherà Pocci - il motto adoperato dal compositore: gli ignoti lidi erano i giudizi della commissione, che doveva essere onesta e competente, e che lo premiò. I dizionari di Prat e di Terzi, pubblicati rispettivamente nel 1934 e nel 1937, citano De Martino, ma non dicono quasi nulla di lui. Era chitarrista e compositore napoletano, e diede alle stampe solo due pezzi: la Barcarola premiara e un'altra composizione, una Serenata. Le ho lette, e devo dire che è raro trovare, nel dozziname della musica italiana per chitarra dell'epoca, pezzi di questa caratura. Chiunque fosse, il De Martino aveva ottime nozioni di armonia e sapeva scrivere correttamente - dal punto di vista compositivo - un brano per chitarra. Inoltre, la sua scrittura non è affatto banale - si può paragonare direttamente ai brani coevi della "Suite populaire brésilienne" di Villa-Lobos. Suonava e componeva per una chitarra eptacorde con la settima corda in re tesa sulla tastiera, e dalle sue diteggiature, oggi impaticabiili, si nota che faceva ampio uso del pollice della mano sinistra sulla settima corda. Pubblicherò la Barcarola su "Seicorde", e farò avere ai chitarristi che me li chiederanno i file pdf dei due pezzi pronti per il leggio (regalo, non vendita). La De Rogatis non era senza antecedenti. Questi napoletani. dralig Mi auguro nel periodo della De Rogatis,si scavi a fondo , perchè non posso immaginare che nei primi anni del secolo scorso,non ci sia altro che oblio nel mondo musicale chitarristico napoletano.La De Rogatis e questo De Martino, dovevano essere spinti da qualcosa. Forse solo personalità propria?O c'era anche un ambiente o addirittura una scuola(o quantomeno una cerchia di musicisti che nello stesso momento componevano perchè era un periodo per la chitarra produttivo)?Mah ...chissa?!? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Angelo Gilardino Inviato il February 17, 2011 Group: Authors Topic Count: 89 Content Count: 2,241 Reputation: 99 Joined: 11/24/2005 Status: Offline Device: Macintosh Author Share Inviato il February 17, 2011 Mi auguro nel periodo della De Rogatis,si scavi a fondo , perchè non posso immaginare che nei primi anni del secolo scorso,non ci sia altro che oblio nel mondo musicale chitarristico napoletano.La De Rogatis e questo De Martino, dovevano essere spinti da qualcosa. Forse solo personalità propria?O c'era anche un ambiente o addirittura una scuola(o quantomeno una cerchia di musicisti che nello stesso momento componevano perchè era un periodo per la chitarra produttivo)?Mah ...chissa?!? Ti giuro che se io fossi nato a Napoli, a quest'ora non ci sarebbe più, all'ombra del Vesuvio, una sola pagina di musica per chitarra, in nessuna biblioteca o archivio o fondo di magazzino, senza le mie impronte digitali. dralig Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Raffaele Iervolino Inviato il February 17, 2011 Group: Membri Topic Count: 71 Content Count: 558 Reputation: 36 Joined: 01/28/2008 Status: Offline Device: Windows Share Inviato il February 17, 2011 Mi auguro nel periodo della De Rogatis,si scavi a fondo , perchè non posso immaginare che nei primi anni del secolo scorso,non ci sia altro che oblio nel mondo musicale chitarristico napoletano.La De Rogatis e questo De Martino, dovevano essere spinti da qualcosa. Forse solo personalità propria?O c'era anche un ambiente o addirittura una scuola(o quantomeno una cerchia di musicisti che nello stesso momento componevano perchè era un periodo per la chitarra produttivo)?Mah ...chissa?!? Ti giuro che se io fossi nato a Napoli, a quest'ora non ci sarebbe più, all'ombra del Vesuvio, una sola pagina di musica per chitarra, in nessuna biblioteca o archivio o fondo di magazzino, senza le mie impronte digitali. dralig Quando studiavo Didattica della musica al Conservatorio di Napoli, il docente di storia mi mandò a cercare nella biblioteca un brano per chitarra (di un autore che purtroppo non ricordo il nome,e me ne scuso)appunto di Napoli, ma del secolo scorso. Beh ,io ci provai, ma dopo 4 tentativi in giorni diversi di trovarla aperta,nel5 giorno mi anticipai 2 ore prima dell'apertura e aspettai il responsabile. Neanche mi voleva far entrare dopo che lo pregai per mezz'ora,per fortuna passò il direttore del Conservatorio e dopo tutte le mie spiegazioni e le mie insistenze, mi firmò un permesso speciale per entrare in biblioteca. Quando entrai mi fu difficile cercare il brano perchè avevo costantemente il fiato sul collo del bibliotecario,non mi lasciò un secondo da solo e ogni qualvolta toccavo,anzi sfioravo un libro,mi dava delle occhiate che neanche Mefistofele ha mai dato. Quando tiravo un libro dagli scaffali, non perdeva tempo a dirmi stia attento, giri la pagina con moderazione,e tante altre cose ossessionanti. C'è l'ho ancora oggi nelle orecchie. Però una cosa non è riuscito a farla ,non mi ha cancellato il ricordo che ho di quello posto che per me era il "Paradiso" del libro. Si respirava musica anche se non si sentiva nulla era magico e fantastico allo stesso tempo. Si Angelo tu mi tenti,ma io ho paura di fare queste cose ………. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Angelo Gilardino Inviato il February 18, 2011 Group: Authors Topic Count: 89 Content Count: 2,241 Reputation: 99 Joined: 11/24/2005 Status: Offline Device: Macintosh Author Share Inviato il February 18, 2011 Mi auguro nel periodo della De Rogatis,si scavi a fondo , perchè non posso immaginare che nei primi anni del secolo scorso,non ci sia altro che oblio nel mondo musicale chitarristico napoletano.La De Rogatis e questo De Martino, dovevano essere spinti da qualcosa. Forse solo personalità propria?O c'era anche un ambiente o addirittura una scuola(o quantomeno una cerchia di musicisti che nello stesso momento componevano perchè era un periodo per la chitarra produttivo)?Mah ...chissa?!? Ti giuro che se io fossi nato a Napoli, a quest'ora non ci sarebbe più, all'ombra del Vesuvio, una sola pagina di musica per chitarra, in nessuna biblioteca o archivio o fondo di magazzino, senza le mie impronte digitali. dralig Quando studiavo Didattica della musica al Conservatorio di Napoli, il docente di storia mi mandò a cercare nella biblioteca un brano per chitarra (di un autore che purtroppo non ricordo il nome,e me ne scuso)appunto di Napoli, ma del secolo scorso. Beh ,io ci provai, ma dopo 4 tentativi in giorni diversi di trovarla aperta,nel5 giorno mi anticipai 2 ore prima dell'apertura e aspettai il responsabile. Neanche mi voleva far entrare dopo che lo pregai per mezz'ora,per fortuna passò il direttore del Conservatorio e dopo tutte le mie spiegazioni e le mie insistenze, mi firmò un permesso speciale per entrare in biblioteca. Quando entrai mi fu difficile cercare il brano perchè avevo costantemente il fiato sul collo del bibliotecario,non mi lasciò un secondo da solo e ogni qualvolta toccavo,anzi sfioravo un libro,mi dava delle occhiate che neanche Mefistofele ha mai dato. Quando tiravo un libro dagli scaffali, non perdeva tempo a dirmi stia attento, giri la pagina con moderazione,e tante altre cose ossessionanti. C'è l'ho ancora oggi nelle orecchie. Però una cosa non è riuscito a farla ,non mi ha cancellato il ricordo che ho di quello posto che per me era il "Paradiso" del libro. Si respirava musica anche se non si sentiva nulla era magico e fantastico allo stesso tempo. Si Angelo tu mi tenti,ma io ho paura di fare queste cose ………. Io invece avrei paura di non farle, queste cose. dralig Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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