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Segnalo l'uscita, sul magazine chitarraedintorni.eu, di un mio lungo articolo sulla musica per chitarra di Gilberto Cappelli.

Non si tratta di un saggio analitico, ma piuttosto del racconto, scritto negli anni e a diverse riprese - da qui la lunghezza - sulla mia, ormai più che ventennale, collaborazione con il compositore.

 

Conosco Gilberto Cappelli dai primi tempi in cui studiavo la chitarra: addirittura, il mio primo concerto pubblico lo feci partecipando ad una serata nella quale si presentava anche lui come pianista. Era il 1971, io avevo quattordici anni e lui quattro di più.

Non ricordo esattamente quando cominciai a chiedergli di scrivere per chitarra: direi attorno alla fine degli anni settanta. Le mie motivazioni sono state inizialmente abbastanza casuali. Io non conoscevo direttamente la sua musica ma sapevo che lui era diventato un compositore affermato - aveva lasciato la carriera pianistica per dedicarsi alla composizione - ed inoltre ci conoscevamo e frequentavamo da tempo: semplicemente, mi sarebbe piaciuto avere qualcosa di suo da suonare. Poi, dal 1982, me lo ritrovai come collega al Conservatorio di Cesena, le occasioni di rapporto aumentarono e le mie richieste di un pezzo si fecero più pressanti; ma Gilberto continuò per anni ad oppormi cortesissimi quanto fermi rifiuti. Forse l’immagine tradizionale dello strumento non gli diceva molto, forse non sapeva se io, da giovane chitarrista non particolarmente addentro alla musica contemporanea, sarei stato in grado di rendere giustizia alla sua musica; e poi erano per lui anni di passaggio, in cui stava cercando una nuova strada espressiva, e per questo esteriormente tutta la sua produzione sembrava subire una battuta d’arresto.

Nel frattempo io cominciai ad occuparmi sempre più di musica contemporanea, incisi il primo disco per la Edi - Pan interamente dedicato a pezzi scritti per me e dei quali curai anche la pubblicazione, conobbi tanti compositori anche importanti: ma con Cappelli ancora nulla da fare!

 

 

Un giorno, però, gli feci vedere un breve ed intenso pezzo che Adriano Guarnieri mi aveva appena scritto per un concerto in memoria di Armando Gentilucci (“ Per Armando”, appunto, poi pubblicato da Ricordi): ho l’impressione che da quel momento l’idea di scrivere qualcosa per chitarra abbia cominciato ad apparirgli più concreta. Infatti, alcuni mesi dopo ebbi una visita a sorpresa (tra l’altro quel giorno era il mio compleanno, ed io stavo ancora dormendo!): ecco arrivare Gilberto col manoscritto di “Memoria”, frutto di mesi di silenzioso lavoro: da lì è iniziata una lunga storia di collaborazione, tuttora in pieno svolgimento.

 

Continua a leggere: > http://www.chitarraedintorni.eu/cappelli_1_dintorni.htm

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