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Inviato

Un libro comprato da mesi, letto distrattamente senza entusiasmi e a cui mi ero ripromesso di dedicare un po' di attenzione in un momento meno agitato della mia vita.

Ora che mi sono preso il tempo giusto posso dire che Presagios è un'opera letteralmente folgorante a patto che e nel momento in cui ci si predisponga alla giusta attenzione nel capire la estrema raffinatezza stilistica dei versi di Salinas unita a quelle perle, intuizioni, Presagios appunto che sono momenti folgoranti di visioni che, pur sotto i nostri occhi, solo il ”poeta” sembra riuscire a mettere a fuoco con tanta lucidità (visionarietà?).

 

Un esempio (lo riporto nella traduzione italiana, l'originale potrà essere facilmente reperito in rete da chi lo vorrà):

 

La luna stava per casa

e nessuno lo sapeva.

Dalla finestra era entrata,

però già era stata accesa

la lampada

e lei viene trascurata,

umilissima, in un angolo.

Disse il padre:

«Presto cambierà la luna,

che mi fa male la gamba».

La bambina stava zitta,

presa in nostalgia romantiche

di castelli con la luna

da figurine tedesche.

E mamma, che non aveva

né ideali o reumatismi,

disse: «Ora andiamo a letto.

Spegneremo la lampada».

Non appena se ne andarono,

i fiori che stavano lì

sul tavolo

si videro dipinta l'anima

di luna e di ombra di luna

sulla bianca pace del muro.

 

Ne scrivo qui nel forum di chitarra perché la biografia del poeta (nello specifico la frequentazione con la cultura parigina da un lato e il legame fortissimo con le tradizioni e il folklore spagnolo dall'altro) nei momenti in cui la si riesce a cogliere e leggere dai versi dà vita ad uno stato d'animo e ad una serie di collegamenti, riferimenti e idee che nella musica collego a e colgo in De Falla, in parte, ma in misura forse maggiore in José e nella sua sonata per chitarra.

Nella sonata, e nei presagios si ha (mi sembra) l'impressione di camminare sempre e costantemente su due binari separati, due piani di lettura che riescono allo stesso tempo ad essere ben distinti e complementari l'uno all'altro: il folklore, ma in queste due opere mi sentire di chiamarlo letteralmente “la terra” e il sublime.

Chi non dovesse avere le capacità o l'apertura per coglierli entrambi contemporaneamente si sentirà privato anche del piano di lettura che più gli risulterà immediato ed evidente. Questo mi pare, e questo è il motivo della mia fascinazione.

Mi scuso se nello scrivere ho generalizzato senza riportare esempi e musicali e poetici ma il tempo è tornato ad essere tiranno e l'argomento mi sembra troppo interessante per non rifletterci a dovere ancora per qualche tempo.

 

 

Ho scelto di pubblicare nella sezione off-topic perché di questo, mi sembra, si tratti. Ma non me ne vogliano i moderatori nel caso avessi sbagliato a collocarlo.

 

Concludo con quella che mi sembra una dichiarazione di intenti, un tentavo riuscito di descrivere la poetica di questo volumetto da parte dell'autore:

 

[...] Nulla mi mette limiti al di fuori:

né sentiero che involgi e non alture

che all'anima sia dolce superare.

La vita è arresa agli alveari interiori

e libera da assurde legature

può infine in sé i suoi orizzonti creare.

 

 

Buona giornata a tutti.

Giacomo Palazzesi

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