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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?


Ospite gasgas
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Ospite gasgas

Da anni nel mio ambiente ci si pone questa domanda: è lecito per un dipendente "statale" (docente di conservatorio magari in ruolo, di SMOM, di scuola materna preaccademica, di Accademia post materna, di Istituto nautico o alberghiero etc.) intrattanere rapporti didattici "annuali" - o comunque continuativi e comunque "pubblici", esentasse e a fini di lucro- con allievi di ogni tipo e disponibilità? Magari pubblicizzando i propri corsi (oggi li fanno tutti) senza le dovute autorizzazioni e, soprattutto, al difuori degli Enti a ciò preposti!

L'evasione è totale, il 'docente' sconosciuto. la legge calpestata, il denaro carpito a poveri illusi; è l'arte di arrangiarsi.... ma forse sbaglio: vale ancora la norma o dobbiamo prendercela solo con quei diseredati che vendono i fazzoletti di carta agli incroci stradali e non lasciano scontrini?

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Da anni nel mio ambiente ci si pone questa domanda: è lecito per un dipendente "statale" (docente di conservatorio magari in ruolo, di SMOM, di scuola materna preaccademica, di Accademia post materna, di Istituto nautico o alberghiero etc.) intrattanere rapporti didattici "annuali" - o comunque continuativi e comunque "pubblici", esentasse e a fini di lucro- con allievi di ogni tipo e disponibilità?

 

Tutti gli allievi che frequentano corsi presso la Scuola Civica di Musica non pagano nemmeno un euro per seguire i Musicare Guitar Courses da 5 edizioni. Alcuni colleghi mi dicono che non è una prassi comune anzi, è piuttosto rara. Nel corso della carriera di studi ho vissuto situazioni nelle quali docenti non solo sponsorizzavano ma obbligavano alla frequenza di corsi extra (sulla cui utilità preferisco stendere un piumone pietoso) la cui quota, vi assicuro, non era ciò che si definisce "accessibile". Costringere un allievo iscritto ad un corso pubblico a frequentare corsi o altre lezioni a pagamento è, dal mio modo di vedere, un comportamento bieco al solo scopo di strizzare le tasche delle famiglie che invece vorrebbero intravedere una opportunità diversa dalle solite.

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Ospite gasgas

L'osservazione non riguarda la tua Scuola Civica (che avrebbero a mio avviso bisogno di un contributo da parte di chi usufruisce di un servizio, non altro perché avrà spese da sostenere) ma gli enti statali e assimilati e, soprattutto, i docenti che usufruiscono di doppie entrate di lavoro continuativo ( entrate misere magari ma quasi sempre non tassate).

La domanda è un altra: se esiste una legge, va rispettata; o no?

Anch'io insegno in una scuola non statale ma gli studenti pagano (poco), io pago le tasse e l'ente mi paga i contributi previdenziali.

Un docente di conservatorio di oggi si da da fare per avere ore soprannumerarie o contratti ad personam, con la scusa dei corsi accademici, dei seminari e degli "scambi" tra docenti. Arte di arrangiarsi, quindi, e di professione musicale vera e propria non si parla più (scambi a parte derivanti dall'ufficio, naturalmente).

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Ho seguito questo argomento perché mi incuriosiva, visto che fino a poco fa ero "titolare" anch'io, ma sembra che anche gli assidui del forum non abbiano voglia di pronunciarsi.

Nei conservatori c'era chi organizzava rapporti che si avvalevano di posizioni prevalenti per arrotondare il parco stipendio, chi percepiva denaro organizzando corsi in casa per gli studenti iscritti e addirittura chi teneva lezioni private perché residente altrove.

Oggi (salvo per quest'ultima cosa) le cose sono precipitate, e credo che così abbia da essere, visto lo scarso interesse generale e magari la tanta polvere ammucchiata sotto i tappeti. Il post di Gasgas andava intitolato "l'arte di arrangiarsi"!

Almeno, un poco, d'arte si sarebbe conferito, o no?____________

 

E' mio dovere comunque non generalizzare, almeno per essere caritatevole.

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  • 3 settimane dopo...

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E'di oggi la notizia di come un primario dell'ospedale di Pieve di Cadore si sia avvalso dell'istituzione come di uno studio privato.

Lungi da me l'essere parruccone o - quel che è peggio - un giustizialista moraleggiante.

Pure, devo far notare l'affinità tra quanto affermavo nel mio ultimo intervento in merito e quest'ultimo caso riveloto dalla stampa.

Diabolicamente, poi, osserverò che il silenzio generale accusa un pò tutti.

O no?

 

P.S.= Absit iniuria verbis.

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un giustizialista moraleggiante.

 

[OT]

Cioè, uno che pretende che la legge venga rispettata è un 'giustizialista' e chi - assurdo, con i tempi che corrono! Lo riconosco! - ha una morale è un essere 'moraleggiante'?

Meglio essere, che so, un po' criminaloidi?

Non ho mai giustificato questi termini, forgiati peraltro da condannati in via definitiva, e non ne ho mai compreso il significato in una discussione seria. Un po' come quando si elencano problemi reali (pensionati con 400 EUR di pensione che non possono comprare il pane e la frutta dopo il 15 del mese) e si viene accusati di 'demagogia'.

Ovvero, il problema esiste, è reale è tremendamente vivo e sotto il naso di tutti ma non se ne può parlare.

 

Chiedo scusa per l'off-topic.

[/OT]

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Caro Cristiano,

"giustizialista" è pressoché un neologismo entrato nel linguaggio quotidiano.

Chi è giustizialista non si cura del diritto in quanto tale se non per applicarlo prevalentemente nel senso di accanimento accusatorio o, quel che è peggio, inquisitorio.

Così come il moralista (al di là di quelli personali) censura i comportamenti altrui anche stavolta con una punta di accanimento spesso bigotto.

Fa eccezione naturalmente il riferimento filosofico, per cui moralista è colui che si occupa della pratica filosofica derivante dall'analisi dei costumi (mores).

Non ho appieno compreso il senso della sua risposta, ma comunque credo di averne intuito le ragioni.

La ringrazio comunque della disponibilità al dialogo (unico tra molti) su una materia - di morale, per l'appunto -

che mi sembra rivestire un qualche interesse, non tanto per i "diversamente giovani" quanto per chi avrà ( e a buon diritto ) voglia e tempo di ritagliarsi ;na carriera; anche dialogando del più e del meno.

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