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Vorrei chiedere ai maestri del forum il loro parere su una questione che tutti i chitarristi hanno dovuto affrontare per
suonare la trascrizione dell'Asturias di Segovia.

Mi riferisco alla parte coi rasgueados, in particolare all'accordo di Do7. In realtà esso è scritto con il La# anziché il Sib,
quindi presumo che Albeniz volesse intenderlo come una sorta di dominante secondaria della dominante, tanto più
che risolve salendo al Si (appunto, la dominante). Inoltre Albeniz, nell'originale per pianoforte, pone questo La# nel
basso, proprio come se fosse una settima semi diminuita (ma per essere una settima semi diminuita e quindi una
vera dominante secondaria ci vorrebbe comunque il anche il Do#). Quindi il La# è una nota fondamentale
dell'accordo.

La tecnica in questo punto risulta decisamente faticosa perché per suonare tutte le note scritte da Segovia e
posizionare correttamente la mano occorrerebbe interrompere il ritmo che, mi pare, sia forse l'elemento portante di
questa sezione.

Segovia risolveva il problema semplicemente, appunto, interrompendo il ritmo. Molti chitarristi tolgono il La#,
soluzione che non mi sembra ottimale per i motivi suddetti. Altri ancora tolgono il quarto dito dal mi sul 12° tasto e
suonano un do sulla prima corda. La melodia dell'originale di Albeniz viene però evidentemente a perdere in
drammaticità, sostituendo un salto di quarta con un intervallo di seconda minore. Inoltre nessuna delle soluzioni
proposte lascia il La# al basso, cosa che fanno altre trascrizioni stravolgendo però la melodia.

La domanda è, quindi, voi come fareste?


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A me piace la soluzione suggerita da Alirio Diaz che porta l'accordo in prima posizione e abbassando di una ottava il mi acuto, suonando, dal basso verso l'alto: la diesis primo tasto quinta corda con 1, mi quarta corda con 3, sol terza corda vuota, do seconda corda con 2, mi prima corda a vuoto. Non sono sicuro se suona anche il mi basso come rinforzo, ma nel contesto secondo me ci sta, io glielo metto.

Una decina d'anni fa John Williams mi scrisse su un pezzo di carta la sua soluzione, se ritrovo il pezzo di carta la riporterò.


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Ringrazio per la risposta.

 

Per caso qualcuno fra gli utenti del forum possiede la trascrizione di Tarrega? Sono curioso di vederla...

Ospite gasgas
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Veramente Tarrega ha trascritto Asturias?


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Veramente Tarrega ha trascritto Asturias?

 

No. La prima trascrizione pubblicata di "Asturias" (chiamiamola così) fu di Severino Garcia Fortea, un chitarrista dilettante (di professione medico) allievo di Tarrega. Segovia elaborò la propria trascrizione a partire da quella di Garcia Fortea.

 

dralig


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Ringrazio per la risposta.

 

Per caso qualcuno fra gli utenti del forum possiede la trascrizione di Tarrega? Sono curioso di vederla...

 

L'unica trascrizione di "Asturias" che, divergendo da quella di Segovia, non la fa rimpiangere, anzi la supera, è quella di Stanley Yates. Il chitarrista anglo-americano ha trascritto tutti i lavori di Albéniz eseguibili con la chitarra, eccettuati alcun brani da "Iberia" recentemente trascritti da Javier Riba e da Carles Trepat.

 

dralig


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Veramente Tarrega ha trascritto Asturias?

 

No. La prima trascrizione pubblicata di "Asturias" (chiamiamola così) fu di Severino Garcia Fortea, un chitarrista

dilettante (di professione medico) allievo di Tarrega. Segovia elaborò la propria trascrizione a partire da quella di

Garcia Fortea.

 

dralig

 

"Several items of the Albéniz's piano repertory were arranged for guitar during the composer's lifetime. The first

guitarist to do so was probably Francisco Tárrega (1852-1909), a fellow Catalan and an almost exact contemporary

of Albéniz. Tárrega's most illustrious student Miguel Llobet also made guitar arrangements of Albéniz's piano music"

 

Dal sito di Yates.


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Veramente Tarrega ha trascritto Asturias?

 

No. La prima trascrizione pubblicata di "Asturias" (chiamiamola così) fu di Severino Garcia Fortea, un chitarrista

dilettante (di professione medico) allievo di Tarrega. Segovia elaborò la propria trascrizione a partire da quella di

Garcia Fortea.

 

dralig

 

"Several items of the Albéniz's piano repertory were arranged for guitar during the composer's lifetime. The first

guitarist to do so was probably Francisco Tárrega (1852-1909), a fellow Catalan and an almost exact contemporary

of Albéniz. Tárrega's most illustrious student Miguel Llobet also made guitar arrangements of Albéniz's piano music"

 

Dal sito di Yates.

 

Non "probably", but "certainly": se altri chitarristi avessero trascritto brani di Albéniz prima di Tarrega, oggi certamente lo sapremmo. E non lo ignorerebbe Yates, che ha rastrellato tutto ciò che esisteva nel campo Albéniz-chitarra, prima di dare alle stampe il suo volume di trascrizioni.

 

Per l'esattezza, Tarrega trascrisse: Pavana (1893-1896); Granada (1900); Cadiz (Serenata espanola) (1905); Sevilla (senza datazione certa); Torre bermeja (idem). Una versione per due chitarre di "Granada" è del 1894; senza data, una versione per due chitarre di "Oriental". In sostanza, dunque, Tarrega trascrisse per chitarra sola non più di cinque pezzi di Albéniz.

 

Alle sue trascrizioni, si aggiunsero quelle di Llobet (magistrali) e quelle di Garcia Fortea (non così indecenti come le descrisse Segovia, che però non mancò di farne buon uso).

 

Le decine di trascrizioni pubblicate successivamente non sono altro che rimasticature delle trascrizioni della linea Tarrega-Llobet-Segovia. Il quale si arrabbiava molto nel vedere edizioni di brani di Albéniz copiate - in sostanza - dai suoi dischi. Ricordo una sua sfuriata quando l'editrice Union Musical Espanola pubblicò una trascrizione di "Asturias" fatta da un certo Maravilla...

 

Yates ha dato una sterzata, offrendo un Albéniz senza debiti con la santissima trinità spagnola. Ha lavorato con grande acume e anche con fantasia. Il suo Albéniz è decisamente il migliore "sulla piazza". Ma gli insaziabili chitarristi si stanno spostando addirittura sui brani di "Iberia": Javier Riba, Carles Trepat...

 

dralig


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Una cosa che non mi torna, Angelo, è la trascrizione della "copla". Sembra qui come se Segovia non avesse volutamente seguire l'originale pianistoico o comunque aggiustasse le ottave in modo da ristringerne l'ampiezza. Mi piacerebbe, per pura curiosità, conoscere la soluzione di Yates, anche se ormai affezionato alla mia (inedita, naturalmente), simile a quella per violino che feci pubblicare a R. Bonucci (Bèrben).

Riscaldava il pubblico medio quando (magari in bis) veniva eseguita prima con uno strumento e poi con l'altro.


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Una cosa che non mi torna, Angelo, è la trascrizione della "copla". Sembra qui come se Segovia non avesse volutamente seguire l'originale pianistoico o comunque aggiustasse le ottave in modo da ristringerne l'ampiezza. Mi piacerebbe, per pura curiosità, conoscere la soluzione di Yates, anche se ormai affezionato alla mia (inedita, naturalmente), simile a quella per violino che feci pubblicare a R. Bonucci (Bèrben).

Riscaldava il pubblico medio quando (magari in bis) veniva eseguita prima con uno strumento e poi con l'altro.

 

Un file pdf con la trascrizione di Yates è a tua disposizione. Dimmi come te lo devo inviare.

Vedrai com'è ingegnosa.

 

dralig

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