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Come si costruisce un repertorio


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Salve a tutti.

Vorrei chiedervi come fare per costruirsi un repertorio, che sia vasto almeno il minimo indispensabile per dare concerti. Io ci provo, ma non riesco mai a terminare lo studio di un brano; cioè mi spiego meglio...Finisco il brano, mi riesce, lo suono per cinque, sei giorni, poi passo ad un altro brano. Quando ritorno sul precedente, non sono più in grado di farlo tutto senza fermarmi. Come fare allora? Un metodo per costruirsi un repertorio c'è o è individuale? Secondo quesito: Quanto tempo studiare un brano da inserire in repertorio, o meglio, fino a quando bisogna studiare un brano? Ringrazio in anticipo chi vorrà rispondere. Intanto porgo cordiali saluti

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Salve a tutti.

 

Vorrei chiedervi come fare per costruirsi un repertorio, che sia vasto almeno il minimo indispensabile per dare concerti. Io ci provo, ma non riesco mai a terminare lo studio di un brano; cioè mi spiego meglio...Finisco il brano, mi riesce, lo suono per cinque, sei giorni, poi passo ad un altro brano. Quando ritorno sul precedente, non sono più in grado di farlo tutto senza fermarmi. Come fare allora? Un metodo per costruirsi un repertorio c'è o è individuale? Secondo quesito: Quanto tempo studiare un brano da inserire in repertorio, o meglio, fino a quando bisogna studiare un brano? Ringrazio in anticipo chi vorrà rispondere. Intanto porgo cordiali saluti

 

Imparare un brano vuol dire studiarlo analiticamente e questo garantisce un fissaggio alla memoria musicale. Se la mente ha assorbito un pezzo indipendentemente dalla pratica digitale, non lo dimentica più, e lo trattiene anche se il brano non viene materialmente eseguito per mesi. In caso di lungo accantonamento, alcuni dettagli possono svanire, ma è questione di un breve ripasso e tutto torna come prima. Se il pezzo già studiato si dissolve in pochi giorni, vuol dire che la mente non l'ha assorbito, e che è stato imparato solo gestualmente, cioè abituando le dita a ripetere i movimenti necessari a suonarlo senza però impossessarsi delle note indipendentemente dallo strumento. Questo modo di studiare è disastroso, non solo perché chi lo pratica sottoscrive un abbonamento sicuro ai vuoti di memoria in caso di esecuzioni pubbliche, ma anche perché è terribilmente dispendioso di tempo e di fatica: obbliga infatti a ripetere, non già per mettere a punto l'interpretazione, ma per fissare con la memoria periferica quello che la mente, istupidita e passiva, non fa.

 

dralig

 

dralig

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lo temevo...infatti era quello che pensavo, ma che intende Lei per studio analitico, non certamente imparare le note a memoria, ma come può un'analisi rendere alla memoria un tale servigio?...Adesso però pensandoci avviene lo stesso nello studio delle Opere letterarie, ad esempio ricordo bene il Coro dell'Atto III dell'Adelchi, anche se non lo tocco da un anno (ahimè lo dovrò toccare per superare gli esami :?)

Spero che le mie competenze con lo studio in conservatorio possano migliorare in questo senso.

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