Gian Paolo Lopresti Inviato 21 Febbraio 2013 Group: Membri Topic Count: 5 Content Count: 6 Reputation: 0 Joined: 20/04/2012 Status: Offline Inviato 21 Febbraio 2013 Interpretazione da "G. P. Lopresti – M. Riva: Volver – Work for two guitars" http://www.youtube.com/watch?v=Q7K14d-3-k0 Questo lavoro è un viaggio, sulle corde di due chitarre classiche, nell’affascinante mondo del Tango argentino. La chitarra è uno degli strumenti presenti ai primordi di questa danza. Già dotata di un suono evocativo ed arcaico, assume, per questo suo legame con gli albori, un connotato nostalgico e di metafora del ricordo. Il percorso si dipana attraverso un considerevole numero di anni, nei quali le caratteristiche stilistiche del genere hanno subíto molteplici evoluzioni, mentre, parallelamente, veniva stravolto anche il suo ruolo sociale, passando dall’essere danza degli ultimi nei malfamati locali del porto di Buonos Aires a danza della classe dirigente argentina a musica d’arte con Astor Piazzolla. La prima fermata è alle origini della danza porteña con la più celebre composizione di Àngel Gregorio Villoldo, “El Choclo”, del 1903, uno dei primi tanghi ad arrivare in Europa. A seguire, il periodo d’oro del Tango argentino, dagli anni ’20 agli anni ’50: bandoneonisti, pianisti, violinisti delle più importanti formazioni di Buens Aires, quali J. C. Sanders, J. De Caro, P. Laurenz, A. Troilo e, soprattutto, Carlos Gardel, cantante, attore, compositore, mitologico personaggio dalla vita avventurosa. Quindi, un compositore “colto”, Alberto Ginastera, che con “Canción al àrbol del olvido”, trasfigura gli elementi tradizionali del genere popolare in una elegante e colta sintesi rappresentativa. Dell’etnomusicologo, pianista e compositore Ariel Ramírez, è presente la dolce e romantica Zamba, “Alfonsina y el mar”. E, infine, non si poteva fare a meno d’incontrare la figura leggendaria, genio del ‘900, che ha stravolto per sempre i connotati alla danza porteña. Di Astor Piazzolla sono presenti, in questo lavoro: “La muerte del Ángel” (1962) e “Vuelvo al Sur” (1988). Il lavoro di arrangiamento, concepito in modo libero e autentico, lascia, tutto sommato, ben riconoscibile il profilo melodico, le funzioni armoniche e l’impianto strutturale dei brani presentati. L’originalità delle elaborazioni ha nella ricerca idiomaticamente funzionale all’estetica e alla scrittura chitarristica una prospettiva privilegiata. Gian Paolo Lopresti
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