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Se il movimento è ben preparato, eseguito economicamente e perfettamente controllato, non importa a quale sequenza si applica

 

scusa dralig non ho ben capito ... mi stai dicendo che magari anche col solo indice-medio se ben allenati posso eseguire tutte le scale che voglio, magari anche in terzine, senza per forza andare col i-m-a?

 

grazie :)

 

Non vorrei creare confusione. Primo, occorre muovere le dita nel modo più economico e più efficace. Il movimento è fondamentalmente sempre lo stesso, a qualunque sequenza di note lo si applichi (scale, arpeggi, note ribattute, note simultanee) e quale che sia la sua fase terminale (libera o appoggiata). Detto ciò, è ovvio che ciascun esecutore abbia delle formule che gli riescono bene (cioè più spontaneamente e quindi anche più rapidamente) e altre che gli riescono meno bene: c'è chi suona "meglio" la successione p-i-m-a e chi suona meglio la successione p-a-m-i, etc.

 

Le scale a coppie di dita (im, mi, ia, ai, ma, am) danno luogo a risultati diversi a seconda dell'esecutore, e così pure quelle a tre dita (ami, ima, mia, mai). Ciascuno ha le sue combinazioni preferite. Io, ai miei tempi, adoperavo la formula pim, e mi andava benissimo...

 

dralig


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Inviato

ho capito benissimo ... davvero grazie a tutti :D

 

mi applicherò :twisted:


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ciao per velocizzare le mano destra per gli arpeggi ti consiglio i 120 arpeggi di mauro giuliani in questa opera si da poca importanza alla mano sinistra e si creano tutte le possibili combinazioni della mano destra su soli due accordi e sono fatti appositamente per creare velocita'per la mano destra .Giuliani aveva pensato questo metodo appositamente per il tuo scopo.


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Inviato
mentre per quanto riguarda le scale o esercizi specifici su corda singola che non siano apreggi?

 

.....

 

Ci si deve occupare della preparazione, dell'esecuzione e del controllo dei movimenti, non tanto della loro applicazione a sequenze di note comunque disposte (scale, arpeggi, etc.). Se il movimento è ben preparato, eseguito economicamente e perfettamente controllato, non importa a quale sequenza si applica. Le tecniche che prescrivono sostanziali differenziazioni di movimento nelle varie applicazioni sono mal fondate.

dralig

 

Potrebbe gentilmente farmi capire meglio l'ultima frase? La tecnica del movimento in sè prevale sull'applicazione specifica perchè predispone ad affrontare qualunque tipo di sequenza... vuol dire questo?

I famosi 120 arpeggi di Giuliani come si collocano in questo processo?

Grazie!

 

 

 

Butterfly


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Inviato
mentre per quanto riguarda le scale o esercizi specifici su corda singola che non siano apreggi?

 

.....

 

Ci si deve occupare della preparazione, dell'esecuzione e del controllo dei movimenti, non tanto della loro applicazione a sequenze di note comunque disposte (scale, arpeggi, etc.). Se il movimento è ben preparato, eseguito economicamente e perfettamente controllato, non importa a quale sequenza si applica. Le tecniche che prescrivono sostanziali differenziazioni di movimento nelle varie applicazioni sono mal fondate.

dralig

 

Potrebbe gentilmente farmi capire meglio l'ultima frase? La tecnica del movimento in sè prevale sull'applicazione specifica perchè predispone ad affrontare qualunque tipo di sequenza... vuol dire questo?

I famosi 120 arpeggi di Giuliani come si collocano in questo processo?

Grazie!

 

 

 

Butterfly

 

Si. Che si suonino note singole, scale, arpeggi, accordi, tremoli, finanche rasgueados, il movimento delle dita della m.d. fondamentalmente è sempre lo stesso e varia soltanto nel modo di applicarsi alle corde. La radice è costante, le terminazioni diverse. Quando leggo discussioni riguardanti il fatidico tremolo - croce e delizia dei chitarristi - mi domando perché se ne debba discutere specificamente, come se si trattasse di una tecnica a sé.

 

dralig


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penso che i 120 arpeggi di giuliani sia un'opera universale per la tecnica della chitarra ,nessun condizionamento armonico ne' interpetrativo ,ma esercizi di pura tecnica ,cio' significa che la tecnica e' un ausilio indispesabile per tutto il resto ,manco a dirlo e' l'opera 1 di giuliani come se volesse dirci che prima di suonare il resto .......


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Inviato
penso che i 120 arpeggi di giuliani sia un'opera universale per la tecnica della chitarra ,nessun condizionamento armonico ne' interpetrativo ,ma esercizi di pura tecnica ,cio' significa che la tecnica e' un ausilio indispesabile per tutto il resto ,manco a dirlo e' l'opera 1 di giuliani come se volesse dirci che prima di suonare il resto .......

 

Scusa Liccardo, io ne ho studiato solo una ventina, da sola, ma ricordo a suo tempo di aver invece letto che si poteva sfruttare lo studio di quest'opera (analogamente alle scale) aggiungendo anche effetti di "piano" o "forte", oltre a diteggiature alternative. Insomma che si potevano movimentare un po' per non renderne meramente meccanica l'esecuzione. Ho capito male?

 

 

Butterfly


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Butterfly credo che ciò che dici non sia applicabile solamente agli arpeggi di Giuliani ma a tutto ,o almeno quasi ,''il materiale'' su cui si voglia attuare una ricerca tecnica.A mio parere è propio questo il lavoro che si dovrebbe fare.Cioè voglio dire:l'affrontare gli arpeggi di Giuliani come se fossero un ''varco doganale'' con l'ardente speranza che prima o poi si arrivi alla fine non credo che possa portare a nulla di costruttivo.La cosa importante ,a mio avviso, è andare a ricercare la pulizia ''fisica'' del suono l'autonomia di ogni singolo dito sia della mano destra che di quella sinistra e la sua corrispettiva padronanza sulle corde.

Credo quindi che il ''materiale'' sia solo un elemento su cui debba ''ricadere'' praticamente la ricerca da noi attuata.


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Grazie Manu!

 

 

 

 

Butterfly


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