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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Carlos Bonell - Queen Guitar Rhapsodies


Ospite francesca
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Se io (come ho in mente) decidessi di scrivere delle fantasie sui canti della mia terra, sono cosciente che li priverei innanzitutto della loro destinazione primaria (cioè l'ambito popolare), ma che toglierei - passatemi il termine - il "sound" dato dal "vecchietto" che suona la fisarmonica, la cupa cupa o il tamburello.

Questo è il mio pensiero, si dia il pane al pane, ed il vino al vino.

 

Francesco

 

Quindi Bartok era un "illuso"...

 

R. F.

 

Bartok non travisò mai i temi che impiegò, così come non lo fece Mosso nelle "Tre canzoni piemontesi" per chitarra: la nuova luce sotto la quale queste melodie popolari furono poste non era certo aliena al loro contesto originario.

 

Sei completamente fuori strada quelle musiche già nel momento che venivano messe "su carta", anche se da Bartok non erano più "originali", la moderna etnomusicologia ha scritto pagine su queston puoi andarle a leggerle.

 

Ma non sta qui il punto, il punto è nel fatto che molti compositori hanno "attinto" al popolare nelle varie epoche passate e presenti e continueranno a farlo a dispetto di tutto e di tutti.

Naturalmente i risultati qualitativi non saranno sempre gli stessi e le "Canzoni popolari lucane" di Ciccio Matera (dal cognome evinco che sia lucano ma non so) non saranno qualitativamente certo come le "Canzoni popolari rumene" di Bartok :) ognuno fa quel che può e quel che sa...

 

R. F.

 

Il concetto di originalità (desumo dal tuo intervento che tu ne stia parlando in un' accezione autoriale), non riguarda la musica popolare; l'idea di "unicum", di atto irripetibile, di creazione originale non fa parte delle strutture delle società tribali, nè, per filiazione, dei modelli di queste travasati nei nuclei sociali che potremmo anche definire popolari, se questo termine non avesse assunto troppe valenze che ne rendono spericolato l'utilizzo.

 

In questo senso, l'etnomusicologia, nel leggere la cultura popolare (ma a questo punto usiamo il sostantivo britannico "popular" e anche la sua contrazione "pop") non fa che ri-usare, ri-adattandoli, i modelli fondanti dell'antropologia novecentesca.

 

Quello che anche io non riesco a capire è come si sia finiti a parlare di Bartòk in un topic sui Queen.

 

:)

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Miglior contributo in questa discussione

Ospite Neuland
E' bellissimo coinvolgere bambini, usare la musica per veicolare messaggi di pace ecc. Ciò non toglie però nulla al risultato musicale che, confermo, è basso. Poi ok, dove ci sono i bambini è tutto magnifico, lo so bene, ci lavoro credo seriamente da 20 anni, e anche avessero suonato Giochi proibiti con le ocarine avrebbero avuto il mio applauso. Ciao

 

Ben detto, sottoscrivo pienamente.

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Sei completamente fuori strada

R. F.

 

Data la mia pressoché totale ignoranza (che spero di poter colmare nel tempo) nell' ambito dell' etnomusicologia, mi sono limitato ad esprimere un parere.

Un parere basato semplicemente ascoltando musica.

 

Temo di aver usato in maniera affatto errata il termine "contesto": userei, alla luce della Sua critica, il termine "sound", sperando che possa funzionare più efficacemente.

 

 

"Sei completamente fuori strada" non mi è piaciuta: è poco elegante e troppo diretta all'interno di una discussione come questa.

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Per chi fosse interessato allego un link in cui è possibile ascoltare le clips delle tracce contenute nel cd in questione:

 

http://cdbaby.com/cd/carlosbonell2

 

Ho apprezzato moltissimo Mercury considerandolo un artista e musicista di valore nell'ambito della musica rock; mi piaceva il suo modo di interpretare la musica ed il modo con cui la proponeva di fronte alle grandi masse. Indubbiamente un artista carismatico. Ho maturato l'idea che Mercury sarebbe stato un musicista e compositore di valore in qualsiasi epoca storica fosse vissuto.

 

Per quanto riguarda il progetto in questione, non amo particolarmente questa trasversalità musicale a tutti i costi che coinvolge più generi (classica - rock - jazz - canzone popolare) indipendentemente dalla qualità degli artisti coinvolti. Preferisco le versioni originali, hanno più pathos; anche in questo caso, ascoltando la clip n° 5 la celebre Bohemian Rhapsody preferisco di gran lunga il "Mama, just killed a man" di Freddy all'assolo del chitarrista.

 

Taltomar

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Se io (come ho in mente) decidessi di scrivere delle fantasie sui canti della mia terra, sono cosciente che li priverei innanzitutto della loro destinazione primaria (cioè l'ambito popolare), ma che toglierei - passatemi il termine - il "sound" dato dal "vecchietto" che suona la fisarmonica, la cupa cupa o il tamburello.

Questo è il mio pensiero, si dia il pane al pane, ed il vino al vino.

 

Francesco

 

Quindi Bartok era un "illuso"...

 

R. F.

 

Evidentemente no, Bartok sapeva quello che faceva, non era certo leggero come Lei nel decretare quello che valeva la pena essere utilizzato come materiale di partenza della composizione a cui si accingeva e quello che non valeva la pena...Punto primo, le melodie balcaniche sono di una bellezza e di una particolarità non indifferenti, e se Bartok ha deciso di renderle parte integrante della sua poetica un motivo ci sarà, non sono certo paragonabili alle canzoni dei Queen (con tutto il rispetto, fanno un ottimo rock, ma...).

 

Sei completamente fuori strada quelle musiche già nel momento che venivano messe "su carta", anche se da Bartok non erano più "originali", la moderna etnomusicologia ha scritto pagine su queston puoi andarle a leggerle.

 

Ma non sta qui il punto, il punto è nel fatto che molti compositori hanno "attinto" al popolare nelle varie epoche passate e presenti e continueranno a farlo a dispetto di tutto e di tutti.

Naturalmente i risultati qualitativi non saranno sempre gli stessi e le "Canzoni popolari lucane" di Ciccio Matera (dal cognome evinco che sia lucano ma non so) non saranno qualitativamente certo come le "Canzoni popolari rumene" di Bartok ognuno fa quel che può e quel che sa...

 

R. F.

 

Guardi, Fabbri, io cosa ho detto? Lei, testuali parole, Scrive: "Sei completamente fuori strada quelle musiche già nel momento che venivano messe "su carta", anche se da Bartok non erano più originali", e io cosa ho scritto, noccioline? e poi Prosegue "ognuno fa quel che può e quel che sa...", nelle Sue parole sento una vena di superiorità nei miei confronti che sinceramente non sopporto, soprattutto perchè questa è fittizia, dato che credo di non dover invidiare nulla al Suo modo di suonare e di concepire la musica, non vedo perchè Lei si arroga il diritto di decretare cose di cui non capisce nulla, e soprattutto di decretare il livello di conoscenza di persone di cui ha avuto occasione di leggere qualche scritto qui sul forum. Io ho semplicemente detto che le melodie non sono tutte uguali, ci sono delle questioni da analizzare prima di prenderle come spunto per una composizione o un orchestrazione, quante prospettive di sviluppo hanno al loro interno e soprattutto quale forma si vuole utilizzare per la composizione, perchè è ovvio che scrivere una forma di romanza con temi popolari è un conto, scrivere un allegro di sonata un'altro...Per quanto riguarda il mio cognome non è Matera (dal mio nick si evince la mia provenienza) e non credo che Lei sia la persona più adatta a decretare la mia riuscita nell'arte compositiva, a quello ci pensa il mio docente di composizione (per ora), Lei faccia quello che sa fare, e non si erga a giudice di cose di cui non sa nulla, glielo dico spassionatamente, perde la faccia davanti ai Suoi colleghi. Ah, per dirla tutta, le mie "canzoni popolari lucane" (adesso ha deciso anche di dare un nome ad una mia idea compositiva, ottimo...) sono solo un'idea, sono cosciente che non sono in grado di scriverle degnamente, e per questo non mi accingo nemmeno, ma io sto studiando perchè desidero non diventare come Lei.

D'ora in poi sarò più diretto, dato che Lei si prende delle libertà che io assolutamente non Le ho dato, e quindi di riflesso mi sento autorizzato a mia volta. Io ho 21 anni, ma sulla fronte non ho scritto "Giocondo"...

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le mie "canzoni popolari lucane" (adesso ha deciso anche di dare un nome ad una mia idea compositiva, ottimo...) sono solo un'idea, sono cosciente che non sono in grado di scriverle degnamente, e per questo non mi accingo nemmeno, ma io sto studiando perchè desidero non diventare come Lei.

 

La esorto caldamente a seguitare questo Suo progetto e mi prendo la libertà di darLe qualche consiglio, osservando quello che ci insegna la storia della musica. In tutte le epoche c'è stata una relazione più o meno intensa tra la musica popolare e la musica colta, tuttavia l'epoca in cui tale relazione fu coltivata, da parte dei musicisti colti, con la massima intensità e con entusiasmo, fu quella romantica. Il romanticismo fu il movimento artistico - non solo musicale - che valorizzò al massimo la cultura popolare. Le scuole nazionali, fondate sulla valorizzazione del patrimonio folclorico, sono una delle espressioni più forti e autentiche del romanticismo. La grande lezione del "popolarismo" - con le sue varianti, come l'esotismo, l'alhambrismo, l'orientalismo, etc. - è una lezione romantica.

 

Nel Novecento, la presa di distanza dall'eredità romantica da parte delle varie correnti musicali non ha comportato un abbandono della musica popolare, ma un diverso approccio: alla "collezione" entusiastica di canti e danze del popolo, spesso trasferita nelle sinfonie e nella musica da camera dai maestri romantici, è subentrato lo studio guidato dalle metodologie rigorose, dalle indagini condotte con criteri pressoché scientifici, e ciò ha permesso una comprensione più profonda della musica popolare. Le conoscenze acquisite da studiosi che erano anche compositori - il caso di Bartok eccelle su tutti - hanno influito direttamente sull'atto creativo: si è formata un'area nuova, in cui gli interessi dei ricercatori si identificavano con quelli dei compositori in cerca di nuove possibilità: le scale modali, i ritmi irregolari, i timbri degli strumenti primitivi, hanno offerto non soltanto nuovi materiali di studio, ma anche nuovi suggerimenti compositivi.

 

Bartok da una parte e Falla dall'altra sono i grandi modelli da studiare, ma ce ne sono tanti altri, bellissimi, in cui i materiali popolari sono trattati con grande pertinenza, cioè con mano da etnomusicologo e con destrezza da compositore. Nel repertorio moderno della chitarra, e per quanto riguarda la tradizione popolare italiana, Le suggerisco di studiare (non importa se annettendole al Suo repertorio di chitarrista o meno) le "Tre canzoni piemontesi" di Carlo Mosso e le "Due canzoni italiane" della moglie di Respighi, Elsa Olivieri Sangiacomo: rappresentano il culmine in questo genere di musica del Novecento. Se lo vorrà, ne potremo discutere anche qui, esaminando gli aspetti propriamente compositivi.

 

dralig

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Ospite Neuland
Per chi fosse interessato allego un link in cui è possibile ascoltare le clips delle tracce contenute nel cd in questione:

 

http://cdbaby.com/cd/carlosbonell2

 

(...) Preferisco le versioni originali, hanno più pathos; anche in questo caso, ascoltando la clip n° 5 la celebre Bohemian Rhapsody preferisco di gran lunga il "Mama, just killed a man" di Freddy all'assolo del chitarrista.

 

Taltomar

 

Grazie per il link. Oserei dire che "preferire la versione originale" per me non è di gran lunga sufficiente per esprimere il brivido gelido che mi è venuto sentendo quel (in questo caso fastidiosissimo) tocca appoggiato che segue alla introduzione del piano che tutti conosciamo. E' terribile, di un "kitsch as kitsch can".

 

Con questo volevo dire che non mi piace per niente; che non si tratti di musica classica mi sembra più che mai evidente.

 

Neuland

 

Aggiungo: Il progetto in se mi sembra buono: mettere insieme un'artista importante come solista con un'orchestra che nasce da intenzioni di genere sociali - e che raggiunge una notevole qualità esecutiva strumentale - è lodevolissimo. I ragazzi suonano bene, poi. Ma la musica di Queen è irriconoscibile (magari non lo dev'essere nemmeno?), e quel che rimane mi sembra poca roba. Non sarebbe stato meglio affiancare anche un cantante al chitarrista? Le melodie sono piuttosto povere senza il testo, e le armonizzazioni per chitarra sola mi ricordano troppo di quegli arrangiamenti "pop goes classic" per chitarra, che dovrebbero dare una spinta di motivazione ad allievi un pò pigri... Peccato che la qualità artistica non sia all'altezza delle intenzioni del progetto musico-sociale.

 

N.

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le mie "canzoni popolari lucane" (adesso ha deciso anche di dare un nome ad una mia idea compositiva, ottimo...) sono solo un'idea, sono cosciente che non sono in grado di scriverle degnamente, e per questo non mi accingo nemmeno, ma io sto studiando perchè desidero non diventare come Lei.

 

La esorto caldamente a seguitare questo Suo progetto e mi prendo la libertà di darLe qualche consiglio, osservando quello che ci insegna la storia della musica. In tutte le epoche c'è stata una relazione più o meno intensa tra la musica popolare e la musica colta, tuttavia l'epoca in cui tale relazione fu coltivata, da parte dei musicisti colti, con la massima intensità e con entusiasmo, fu quella romantica. Il romanticismo fu il movimento artistico - non solo musicale - che valorizzò al massimo la cultura popolare. Le scuole nazionali, fondate sulla valorizzazione del patrimonio folclorico, sono una delle espressioni più forti e autentiche del romanticismo. La grande lezione del "popolarismo" - con le sue varianti, come l'esotismo, l'alhambrismo, l'orientalismo, etc. - è una lezione romantica.

 

Nel Novecento, la presa di distanza dall'eredità romantica da parte delle varie correnti musicali non ha comportato un abbandono della musica popolare, ma un diverso approccio: alla "collezione" entusiastica di canti e danze del popolo, spesso trasferita nelle sinfonie e nella musica da camera dai maestri romantici, è subentrato lo studio guidato dalle metodologie rigorose, dalle indagini condotte con criteri pressoché scientifici, e ciò ha permesso una comprensione più profonda della musica popolare. Le conoscenze acquisite da studiosi che erano anche compositori - il caso di Bartok eccelle su tutti - hanno influito direttamente sull'atto creativo: si è formata un'area nuova, in cui gli interessi dei ricercatori si identificavano con quelli dei compositori in cerca di nuove possibilità: le scale modali, i ritmi irregolari, i timbri degli strumenti primitivi, hanno offerto non soltanto nuovi materiali di studio, ma anche nuovi suggerimenti compositivi.

 

Bartok da una parte e Falla dall'altra sono i grandi modelli da studiare, ma ce ne sono tanti altri, bellissimi, in cui i materiali popolari sono trattati con grande pertinenza, cioè con mano da etnomusicologo e con destrezza da compositore. Nel repertorio moderno della chitarra, e per quanto riguarda la tradizione popolare italiana, Le suggerisco di studiare (non importa se annettendole al Suo repertorio di chitarrista o meno) le "Tre canzoni piemontesi" di Carlo Mosso e le "Due canzoni italiane" della moglie di Respighi, Elsa Olivieri Sangiacomo: rappresentano il culmine in questo genere di musica del Novecento. Se lo vorrà, ne potremo discutere anche qui, esaminando gli aspetti propriamente compositivi.

 

dralig

 

Grazie Maestro, non mancherò di cimentarmi con questa idea; domani dò uno sguardo al da farsi con il mio Maestro di composizione, poi si vedrà, grazie della disponibilità e dei consigli, come sempre utilissimi, provvederò a procurarmi le composizioni che mi Ha proposto.

 

Cordialmente, Francesco.

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le mie "canzoni popolari lucane" (adesso ha deciso anche di dare un nome ad una mia idea compositiva, ottimo...) sono solo un'idea, sono cosciente che non sono in grado di scriverle degnamente, e per questo non mi accingo nemmeno, ma io sto studiando perchè desidero non diventare come Lei.

 

La esorto caldamente a seguitare questo Suo progetto e mi prendo la libertà di darLe qualche consiglio, osservando quello che ci insegna la storia della musica. In tutte le epoche c'è stata una relazione più o meno intensa tra la musica popolare e la musica colta, tuttavia l'epoca in cui tale relazione fu coltivata, da parte dei musicisti colti, con la massima intensità e con entusiasmo, fu quella romantica. Il romanticismo fu il movimento artistico - non solo musicale - che valorizzò al massimo la cultura popolare. Le scuole nazionali, fondate sulla valorizzazione del patrimonio folclorico, sono una delle espressioni più forti e autentiche del romanticismo..

 

 

Scuole nazionali che in parte non furono esenti da quelle esecrabili istanze ideologiche che spesso si vanno solo riconoscendo alla "scuola" di Darmstadt (mi è venuta leggendo l'ultima frase della sua recensione della dissertazioni di Olivieri)...

Ci si dovrebbe intendere su cosa sia stato il "popolare" nell'immaginario collettivo romantico e preromantico (un immaginario appunto spesso mitico, ricordiamoci della farsa dei canti di ossian) e intendere quanto di popolaresco (inteso come poco valore dato alla cultura che si pretende di rappresentare) invece non vi sia nelle pseudocolture abbeveratesi alla fonte di quelle istituzioni musicali che recano ancora nel nome tutte le istanze dei loro micidiali progetti formativi (il "conservatorio" appunto...non che i "riformatori" abbiano una buona fama :lol: )...semplificando; in mano ai compositori un qualsiasi materiale (pseudo popolare, soggetto cavato, combinatoriale ecc ecc) è sempre pre-testo per dire qualcosa che appartiene solo a lui (v.Bartok) o nel peggiore dei casi, come in alcuni nazionalismi, per celebrare qualcosa che appartiene ad un'ambigua e deleteria idea di popolo. Altra cosa è l'etnomusicologia intesa come scienza sociale, la quale indaga tanto i Kaluli di Papua (in semi estinzione), quanto la mitologia delle teste di marmo nei palazzi delle istituzioni musicali occidentali.

Riguardo poi genericamenrte il topic in oggetto, sarebbe necessario chiedersi che cosa sia il popolare oggi, all'alba del XXI°secolo, soprattutto se esiste, come e in che modo si differenzia dal già citato pop.

 

Mi sembrerebbe un po' ozioso riferire qui, in forma inevitabilmente depauperata, le relazioni tra l'estetica romantica e la cultura popolare - tema sul quale esiste una bibliografia immensa: io mi sono limitato a segnalare a un bravo studente del conservatorio l'evidenza del rilievo che la musica popolare ha assunto presso gli artisti romantici (non solo i musicisti): da lì in poi, tocca a lui, se gli interessa, avviare una ricerca che comporta, ben al di là dello spunto che può aver trovato qui, molte ore di assidua lettura in biblioteca.

 

Gli ho poi segnalato la differenza esistente tra l'approccio romantico e quello novecentesco, indicandogli, nell'ambito dei riscontri che può effettuare immediatamente, brani per chitarra in cui le melodie popolari sono oggetto di un trattamento diverso da quello ottocentesco.

 

Tutto qui. Il Suo messaggio contiene spunti che non intendo raccogliere, perché questa sede è impropria rispetto al tipo di discussione che ne deriverebbe e perché non ne vedo francamente un possibile sbocco utile. Ho dato a Francesco la mia disponibilità a sviluppare il tema in senso strettamente musicale - ove a ciò non gli bastassero le riflessioni che saprà fare da sé e con l'aiuto del suo docente di composizione: tutto qui.

 

dralig

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Se Lei rileggesse attentamente la risposta, si accorgerebbe che Si contraddice in maniera palese. Nella primo post mi Risponde così:

 

Ciccio_matera: "Se io (come ho in mente) decidessi di scrivere delle fantasie sui canti della mia terra, sono cosciente che li priverei innanzitutto della loro destinazione primaria (cioè l'ambito popolare), ma (soprattutto...aggiunto adesso...) che toglierei - passatemi il termine - il "sound" dato dal "vecchietto" che suona la fisarmonica, la cupa cupa o il tamburello."

 

R.F. "allora Bartok era un illuso"

 

Subito dopo, Risponde a Vladimir, dicendo:

 

"Sei completamente fuori strada quelle musiche già nel momento che venivano messe "su carta", anche se da Bartok non erano più "originali", la moderna etnomusicologia ha scritto pagine su questo puoi andarle a leggerle."

 

Lei dice che c'è un errore in quello che scrivo, salvo il fatto che poi Lei stesso dice la stessa cosa....Punto primo

 

Punto secondo: Eviti di dare giudizi affrettati su persone di cui Conosce poco o niente.

 

Francesco

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