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Andrea De Vitis

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Tutti i contenuti di Andrea De Vitis

  1. Jie Lie mi annoia... Secondo me Fisk nei brani di Paganini è geniale (forse perchè i brani di questo compositore sono particolarmente congeniali alla sua natura...)! Nella sua interpretazione ci sono sia passaggi folli e "impossibili", sia momenti lirici e appassionati.
  2. Si tratta di un interprete molto attento alle sfumature timbriche e ai colori. A volte le sue interpretazioni sono particolarmente originali e coraggiose (ad es. Decameron Negro) ma sempre molto intense!
  3. ...mi sento di sconsigliare le variazioni op 169 di Beethoven-Carulli...si tratta di una trascrizione fatta da Carulli, in cui la parte per la chitarra era originariamente destinata al violoncello...e a mio parere la sostituzione non "funziona" molto bene! invece ti propongo il Concertino en la menor di Salvador Bacarisse...gradevole! anche se non proprio ottocentesco...
  4. ma non ci sono solo loro...molti fanno il proprio lavoro dignitosamente e senza "vendersi"... E suoniamo invece di leggere le riviste!
  5. Probabilmente non vedo tutto così nero... Ho sentito dire ad una celebre pianista 80enne (di cui non voglio fare il nome) testuali parole: "Nessuno ha mai suonato Bach cosi bene come lo suonò Segovia". E voleva dire che nessun altro strumentista interpretò Bach in quel modo. Ora, prescindendo dall'aneddoto e dalla personalità di Segovia (ormai le sue interpretazioni di Bach risultano obsolete, anche se sempre emozionanti), quello che volevo esprimere è che i mezzi (il nostro splendido strumento e il repertorio vasto, proiettato specialmente nel presente) ci sono...è compito dell'interprete mostrare a tutti che non siamo "musicisti di serie B" (perchè dovremmo esserlo...). E quando facciamo bene il nostro lavoro, gli altri se ne accorgono...e hanno paura...soprattutto i pianisti! Poi se alcuni preferiscono ancora parlare di Asturias, i musicisti di serie B saranno loro, e non di certo tutta la categoria... Andrea
  6. Butterfly ha scritto: ...Quello che mi chiedo è se veramente c'è bisogno di qualcuno che faccia nascere una nuova "corrente di pensiero" o rompere tutti gli schemi del passato... (molti lo hanno fatto e continuano a farlo). Un conto è evitare il ristagnare di atteggiamenti musicali di maniera, un altro conto è ricadere nel solito (e ingiustificato) vittimismo chitarristico...
  7. Francesco Diodovich ha scritto: Mi sembra assurdo, visto che il repertorio per il nostro strumento è in evidente espansione e l'interesse dei compositori moderni e contemporanei verso la chitarra si è manifestato e si manifesta in maniera crescente... Secondo il mio punto di vista sono superflue le "innovazioni" di cui si parla (non capisco in che ambito...si potrebbe aggiungere una seconda buca alla chitarra...?? o un sesto dito ai chitarristi...??? ) e invece in alcuni casi sarebbe necessario fare una maggiore attenzione al repertorio da suonare in concerto, mettendo in secondo piano (senza abbandonarle!) mode e tendenze del passato (certi spagnolismi di maniera...) e proiettando davvero la chitarra nella sua reale essenza moderna. ...e naturalmente non guasterebbe un maggior interesse per la musica colta da parte della società...ma i chitarristi devono abbandonare il loro "vittimismo"...se l'interesse per i concerti non è estremo, è solo colpa nostra! Cerchiamo di rimediare presto...il repertorio è vasto! Andrea
  8. Dopo aver trascritto e diteggiato la bellissima Fantasia X di Simone Molinaro sorge un problema in vista dell'esecuzione: infatti in genere (soprattutto in composizioni rinascimentali inglesi) si preferisce fissare un capotasto mobile sul 3° tasto in modo da ottenere l'accordatura in Sol del liuto tenore (naturalmente dopo aver abbassato di un semitono la terza corda). Quello che mi chiedo è se questa considerazione valga anche per la realtà rinascimentale italiana; inoltre mi domando per quale motivo alcuni esecutori montano il capotasto al 2° tasto; infine, considerando che l'escursione melodica della Fantasia è abbastanza ampia (raggiunge il Si sulla prima corda) mi chiedo se è veramente necessario montare il capotasto (il quale d'altro canto aumenta la potenza sonora dello strumento e facilita peraltro l'esecuzione). Grazie. Andrea
  9. grazie a tutti i Maestri che hanno risposto alla mia richiesta! Un'ultima domanda: mi hanno parlato di una versione per orchestra (trascritta dallo stesso de Falla in un secondo momento) dell'Homenaje... Sapete chi l'ha eseguito e dove posso trovare questa versione? Sarebbe molto interessante, per capire a quali strumenti De Falla destina alcuni passaggi e dunque, nell'esecuzione chitarristica, effettuare scelte timbriche ben mirate... Grazie!
  10. Grazie, M° , per la sua chiarezza e per le informazioni interessanti che ci rivela! Era uno dei miei studi preferiti (insieme all'11 e al 6) di HVL e l'ho sempre suonato ignorando tale errore... Per quanto riguarda la Sonata di Castelnuovo Tedesco, che è parte del mio programma di diploma, che edizione mi consiglia? Finora ho studiato l'edizione Schott (a cura di Segovia). Il mio insegnante mi faceva notare che la diteggiatura che Segovia affida all'edizione Schott non è quella che effettivamente seguiva in concerto. Inoltre mi pare di aver capito che la sua opinione in merito alle edizioni di Segovia è piuttosto negativa. Vorrei sapere perchè, e quale "versione" della Sonata mi consiglia di seguire. Grazie. Andrea
  11. L'omaggio a Debussy di De Falla (richiesto da M. Llobet), con la sua musicalità essenziale e impressionista, mi ha affascinato per molto tempo (questa composizione è stata compresa nel mio esame di 8o anno). Sono curioso di conoscere aneddoti, pareri e informazioni sulla struttura del brano. Grazie Andrea
  12. Sandro Bettazzi ha detto: Però la Isbin è una delle chitarriste che esegue gli abbellimenti proprio "à la Carulli".... Andrea
  13. Ascoltando le innumerevoli incisioni della Suite 996(che inserisco nel mio programma di diploma) ho notato, nelle esecuzioni di vari chitarristi, modi molto diversi di intendere i mordenti (semplici) che abbelliscono la scrittura nell'originale per liuto. Molti noti esecutori (Isbin, Williams...) vi sostituiscono mordenti doppi; inoltre inseriscono trilli alla fine di numerose cadenze. Vorrei sapere dunque se, nella prassi esecutiva barocca, l'esecuzione del mordente semplice non corrisponde a quella odierna (in tal modo sarebbero storicamente fondate le interpolazioni dei chitarristi citati); oppure se la scrittura (sull'originale x liuto) di Bach sia incompleta e dunque è necessario "integrarla" con abbellimenti, attraverso uno studio di altre composizioni barocche; oppure se, infine, è preferibile un'esecuzione "letterale" (solo mordenti semplici). Grazie a tutti! Andrea
  14. Cristiano Porqueddu ha scritto:[ Dralig ha scritto : E' stato dimostrato da studi neurologici che la differenti contestualizzazioni di un determinato passaggio (ad esempio, una scala) creano situazioni nelle quali il cervello non trasferisce le nozioni apprese in contesti diversi. Dunque, se in un pezzo c'è una scala in la maggiore, l'averla studiata separatamente non serve a nulla: mutando il contesto, si riparte da zero. Dopo il secondo- terzo anno, fare le scale serve soltanto a coloro che hanno problemi di tecnica (per aggravarli) e per guardare la televisione, occupazione priva di significato, che ben si accoppia al far le scale. Scrive Robert Schumann: certi virtuosi si addestrano a suonare le scale ogni giorno, fino alla più tarda età. E' come se i poeti, alzandosi dal letto, recitassero ogni mattina l'alfabeto.
  15. Benvenuto!! Sei di Praga! che bella città...com'è l'ambiente musicale lì? Andrea
  16. Fabio ha scritto: ...purtroppo no... ma rimedio subito!!
  17. Cristiano Porqueddu ha scritto: no no! non è quello il mio scopo...sono contrario agli inutili eccessi virtuosistici che vanno a discapito dell'espressività! ringrazio sia il M° Gilardino sia il M° Porqueddu per i consigli... appena mi sorge un altra questione (magari piu interessante di questa) non esiterò a rivolgermi a voi per un prezioso consiglio... Grazie! Andrea
  18. ps: x Harry... Forse il M° Porqueddu voleva dire che, se in occasione del concerto sei rimasto impressionato (solo) dalla tecnica, non hai colto tutto il resto...
  19. Cristiano Porqueddu ha scritto: purtroppo no! perchè me lo chiede? per il programma di tecnica? Grazie della risposta molto acuta! il mio problema è che ho sempre sottovalutato un po il fattore "tecnica", poichè sicuramente mi interessa di piu l'interpretazione, il timbro e il fraseggio... ma ora ho capito che queste cose sono inscindibili dalla tecnica, la quale, se viene a mancare, pregiudica tutto il resto. Quindi ho fatto un bel programmino di tecnica (che oltre agli esercizi, comprende anche i 2 studi da concerto di Barrios) x sviluppare l'aspetto "fisico" del suonare, in vista del diploma (prossimo giugno o settembre!). Sicuramente sono d'accordo nell'evitare di portare a tutti i costi gli esercizi a velocità folli ed inutili e di rimanere a velocità controllate e sicure per approfondire i movimenti, la naturalezza e la rilassatezza delle mani e del corpo...ma (collegandomi a quello che sosteneva Harry) è anche vero che, per eseguire (per esempio) il Colibrì con il metronomo a 152 (velocità puramente esemplificativa) sarebbe necessario (in teoria) aver studiato alla stessa velocità tutte le figurazioni che vi sono presenti (dunque gli alternati, gli arpeggi, la scala cromatica e i legati...)! quasi mi sto pentendo di aver dato inizio a questo discorso senza fine...ma la profondità delle vostre risposte mi consola! Grazie... Andrea
  20. grazie! Un'idea del colibrì la ho, infatti mi sono riferito impropriamente a quel brano solamente per fare un esempio. La questione che mi interessa maggiormente non è tanto interpretativa, quanto meramente tecnica (dunque poco interessante...) : a prescindere dai brani da eseguire, volevo sapere se, negli esercizi di pura tecnica (alternati, arpeggi, scale, legati) esiste una velocità che puo essere considerata "decente" per un decimo anno. Ammetto che in questi termini la questione risulta un po insulsa... Aspetto Vostri pareri. Grazie! Andrea
  21. ...e neppure autovelox... La questione è : arrivare alla mia velocità massima su tutti gli esercizi (cosa che ora non mi interessa molto) oppure assestarmi ad una velocità buona (funzionale al risultato!!)? E, in questo secondo caso, quale potrebbe essere una buona velocità per tali "esercizi tecnici"?? ad esempio per la scala cromatica...o per il colibrì (la mia velocità "sicura" su questo ultimo brano è 132...certamente voglio innalzarla...ma fino a quanto??) Grazie Andrea
  22. In vista del diploma mi accingo ad innalzare le mie capacità tecniche, per non avere problemi con i brani che ho scelto di eseguire. Ho raggiunto una posizione che mi permette di mantenere abbastanza rilassata la mano destra e dritta la schiena. Nel mio programma giornaliero ci sono: -alternati (im, ia, ma, imam) a quartine; -arpeggi (pima, pami, paim, piam, pmia, pmai); -scala cromatica; -scale semplici in velocità; -legati (ascendenti, discendenti e composti); -studio n°21 di Leo Brouwer (per i legati); -El colibrì di Sagreras e altri studi "tecnici" di Villa Lobos e A.Barrios. Secondo voi, per la preparazione al diploma, quali sono le velocità da raggiungere in questi "esercizi"? Ringrazio anticipatamente tutti coloro che risponderanno! Andrea
  23. Mi scusi, non sono stato chiaro: mi riferivo alla variazione timbrica che si rende necessaria in presenza di ritornelli... Mi spiego meglio : variazione melodica= ornamentale; per variazione contrappuntistica e armonica intendo il procedimento che si realizza rispettivamente nella ciaccona e passacaglia. per il resto ho solo descritto le Variazioni op 9 di Sor! In ogni caso mi scuso per l'ambiguità del mio suggerimento. Andrea
  24. ...e poi non dimenticare che (oltre alle variazioni armoniche, melodiche contrappuntistiche e ritmiche) esiste un tipo di variazione particolarmente congeniale al nostro strumento (...e all'orchestra...) : la variazione timbrica!!
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