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Certo Alfredo ricordo ed ho riletto con piacere, sollecitato dal tuo post, l'articolo che si trova n.63 del Fronimo, dal titolo  "Alcune note sull'interpretazione della Sonata III di Ponce" .

L'analisi scritta da Carlo è complementare all'articolo scritto dal M° Gilardino.

Faccio notare che quello scritto era intitolato "Alcune note sull'interpretazione" - quindi non mirava a uno studio analitico del testo, ma soltanto a una serie di considerazioni di indole formale che, a parere dell'autore, avrebbero dovuto costituire i fondamenti di una lettura non di pura decifrazione. Si trattava, in sosrtanza, della scrittura di una parte di una lezione sulla Sonata Terza. 

dralig

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ritornando alla domanda iniziale ,I compositori sono tantissimi ,abbiamo quelli importanti conosciuti già citati e molti sconosciuti .Non penso che ci saranno rivoluzioni nel campo tecnico chitarristico , ma piu' che altro mi aspetto due categorie di  compositori  : la prima resterà nel tracciato già percorso ,la seconda che io considero futura troverà la nuova via compositiva tramite la  tecnologia del computer che avanza inesorabilmente .  saluti prof    

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"Nuova via compositiva tramite la tecnologia del computer che avanza inesorabilmente":

 

Quindi il futuro compositore sarà un 'tecnico' e la musica stessa, una volta prodotta dalla tecnologia del compiuter, altro sarà se non creazione tecnologica, avulsa dal contesto in cui si richiede una personale proposizione creativa. 

Di conseguenza la figura del "creatore di musica", essendo divenuta obsoleta, sparirà in quanto non solo insufficiente ma anche non necessaria.

E tutto questo "inesorabilmente".

Bella prospettiva!

 

E l'interprete, che ne sarà di lui?

Potrà ancora farsi un (tecnologico) frullato di banane articolando il terzo e quarto dito?

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Io amo la prima categoria da me citata ,perché le piu' belle pagine scritte e interpretate fanno parte del genio creativo e  artistico dell'animo umano ,però a malincuore  temo che la tecnologia avrà il sopravento .   saluti prof 

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Io amo la prima categoria da me citata ,perché le piu' belle pagine scritte e interpretate fanno parte del genio creativo e  artistico dell'animo umano ,però a malincuore  temo che la tecnologia avrà il sopravento .   saluti prof 

 

Noi, speriamo che ce la caviamo.

 

Ricambio i saluti.

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caro graf io ho 70 anni , e non ho mai digerito la troppa tecnologia ... se potessi tornerei agli anni 50e 60  . saluti prof

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Faccio notare che quello scritto era intitolato "Alcune note sull'interpretazione" - quindi non mirava a uno studio analitico del testo, ma soltanto a una serie di considerazioni di indole formale che, a parere dell'autore, avrebbero dovuto costituire i fondamenti di una lettura non di pura decifrazione. Si trattava, in sosrtanza, della scrittura di una parte di una lezione sulla Sonata Terza. 

dralig

...la mia personale curiosità raddoppia e rilancia :)

 

penso sarebbe una gran cosa, con il consenso degli autori, pubblicare le due "analisi" sul forum...

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caro graf io ho 70 anni , e non ho mai digerito la troppa tecnologia ... se potessi tornerei agli anni 50e 60  . saluti prof

 

Pur avendo due o tre annetti in più, io ho sempre apprezzato la tecnica come elemento fondante dell'umano progredire, e la tecnologia - etimologicamente - dovrebbe essere il "discorso ( o la conoscenza)" di essa e del suo impiego.

Oggi purtroppo la si intende invece come qualciosa che prevarica le umane vicende, ciò che non voglio piegarmi ad accettare.

Non dimenticando che la sua natura  è di umana creazione, penso sia meglio secernere il grano dal loglio e quindi accetto quel "troppa" come significativo.

Per quanto riguarda il ritorno ai bei tempi, beh, quello è un'altra cosa: chi dice che l'età che si ha sia quella che ci si sente, mente per la gola, anche perché nella maggior parte dei casi l'asserto viene da persone mature ma aitanti e con  trascurabike coscienza del passato.

Salutoni.

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Io non tornerei indietro volentieri. Scrivere la musica a mano non era più facile e più veloce dello scriverla con un programma di notazione musicale computerizzata. Il lavorio della correzione è infinitamente agevolato dal computer: cancellare non significa procurare abrasioni a un foglio di carta fino a bucarlo; inoltre, è possibile in un batter d'occhio  accumulare e confrontare un numero illimitato di versioni dello stesso pezzo - intero o diviso in parti - riservandosi di scegliere, di mescolare, di modificare all'infinito: operazioni che, con la scrittura manuale, erano dispendiosissime di tempo e di fatica. Inoltre - per chi preferisca, come me, scrivere senza ausilio di strumenti - la possibilità di controllare in playback che quello che si è scritto corrisponda effettivamente a quel che si aveva in mente è di grandissimo aiuto - e non c'è  pianoforte o chitarra che potesse permettere tale verifica in modo altrettanto preciso qual è quello che offre il computer. Infine, e non minimamente, è possibile - imparando l'arte della notazione musicale -consegnare agli editori le proprie opere pronte per la stampa, risparmiando il logorante traffico della correzione delle bozze cartacee e i relativi, interminabili contenziosi con gli incisori. 

 

I vantaggi della tecnologia sono enormi, ma finiscono qui. Finale e Sibelius servono al compositore come Word e Pages servono allo scrittore. Scrive più agevolmente e corregge più facilmente, ma non scrive meglio: la qualità letteraria dei suoi romanzi e il word processor che adopera non hanno nulla che vedere. 

 

dralig

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caro dralig io non volevo dire che il compositore futuro si servirà del computer per agevolare il lavoro autoprodotto dalla propria vena artistica come fa Lei , questo fa parte della prima categoria " da me sopra citata " ma la seconda categoria futura fatta da abili tecnici , come intesa da graf    , non di musicisti.    saluti prof  

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