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Un pochino pesante come risposta. PotreI obiettare che c'è in giro un sacco di gente che invece è completamente alfabetizzata  ma perde il suo tempo a scrivere musica, ma non lo faccio.

 

A me non pare una risposta pesante, pare una una risposta circostanziata rispetto alla sua distinzione di valore tra compositori che usano carta e matita e compositori che usano un software di videoscrittura. 

Personalmente non ritengo che sia una distinzione accettabile, e che possa dare un senso, o toglierlo, alla capacità effettiva di scrivere qualcosa di buono.

Sono invece d'accordo sulla sua ulteriore considerazione, e non mi sembra ci sia nulla di pesante nel rilevarlo. Alla fine sono dati di fatto.

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A me non pare una risposta pesante, pare una una risposta circostanziata rispetto alla sua distinzione di valore tra compositori che usano carta e matita e compositori che usano un software di videoscrittura. 

Personalmente non ritengo che sia una distinzione accettabile, e che possa dare un senso, o toglierlo, alla capacità effettiva di scrivere qualcosa di buono.

Sono invece d'accordo sulla sua ulteriore considerazione, e non mi sembra ci sia nulla di pesante nel rilevarlo. Alla fine sono dati di fatto.

 

Se non è pesante usare parole come "analfabeta", allora cosa è "pesante"?

A.Franco mi è sempre sembrata persona competente e ragionevole ma, diciamolo pure, stavolta ha preso una cantonata, sia pure semantica.

Nell'ultimo suo messaggio mi fa dire cose che non ho mai sostenuto, fatto più che sorvolabile se finalizzato al volersi togliere dall'imbarazzo.

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Non ricordo di aver espresso giudizi sulle scelte di chi, all'uso dei programmi di notazione musicale computerizzata, preferisce seguitare nell'uso della carta e della penna. Ho solo detto che il loro lavoro è più faticoso e complicato di quello di chi adopera Finale o Sibelius. E questo nessuno lo può contestare: è nell'evidenza dei fatti. Lo è nel caso delle musiche per strumento solo, e lo è, in misura assai maggiore, per le partiture d'orchestra. Non soltanto non giudico la categoria degli amanuensi ma, per quanto personalmente mi riguarda, ai suoi esponenti devo soltanto essere grato: sono tra i più assidui committenti del mio lavoro di editor, proprio perché i programmi di notazione li so usare, e mi pagano benissimo. Quindi, lunga vita alla loro categoria.

 

Che il talento non c'entri nulla con i sistemi di notazione adottati è decisione del Padre Nostro. Mi sembra tra le più chiaramente e apertamente rivelate. Mentre spesso la Sua Volontà si manifesta in modo oscuro, e arduo da comprendere per le povere creature che siamo, la Sua irregolare largizione del talento ai compositore di musica è lampante, così come lo è, al riguardo, la Sua totale negazione: bastano pochi istanti spesi nella lettura di una sola pagina per constatare se vi risplenda la luce dei doni celestiali e la sapienza di chi li ha ben spesi, o se vi regni il deserto. A questa evidenza, non c'è scampo. Come scriveva Vincent al fratello Theo, "noi possiamo parlare solo con i nostri quadri".

 

dralig

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Facciamo un po' il punto e una sorta di "riassunto" allo stato attuale.

Forse ci stiamo preoccupando di come incartare la confezione del pacco-regalo, se con carta colorata, fiocchi, ghirlande e/o accessori vari..ma il punto resta la "sorpresa" nel pacco: la musica, appunto.
Penso ognuno (e ci mancherebbe) sia libero di usare la mitica "Olivetti lettera 22", il pennarello 2.0 (come dice un simpatico compositore odierno che scrive musica) e/o i più sofisticati sistemi di scrittura a.. patto di non perdere di vista, come alcuni chitarristi fanno quando descrivono le loro custodie, corde, colore dello strumento e.. che alla fine conta cosa e come si suona/scrive.

 

Tutto è nato dalla battuta scherzosa del: "al diavolo il pianoforte"..e ognuno ha le sue sacrosante idee al riguardo e le proprie esperienze. Resta il fatto che scrivere musica appunto si intenda riferito ai contenuti e qui, resta anche indubbio che entrambi i sistemi hanno pregi e difetti con cui convivere, e che alla fine quello migliore resta la testa del musicista, come essa si è formata nelle proprie esperienze.

 

Riprendiamo il viaggio...?

 

Come si spiega il lavoro immenso di orchestrazione di un compositore come Mahler con i suoi mille colori orchestrali e senza.. computer? probabilmente, appunto il suo Finale, Sibelius, o pennarello 2.0 , matita ecc.. era nella sua testa..ma ancor di più come si perviene a quella esperienza..? forse anche vivendo realmente in quel "mondo sonoro". Oggi, con tutte le "librerie sonore" software  e le possibilità di emulazione simpatiche che si possono ottenere nel sentire ad esempio una simulazione di orchestrazione converrete con me (immagino) che ascoltare e avere la possibilità di sentire dal vivo il risultato sonoro è leggermente diverso?..anche io uso Sibelius per preparare le parti agli esecutori ma poi "passo" in classe di musica da camera e ascolto le prove e la concertazione diretta con il peso sonoro reale..e per quanto possa farmi una idea il più possibile approssimativa con i miei giocattoli sentire 4 corni dal vivo e su Sibelius è una cosa leggermente diversa..e qui si torna al punto di partenza: noi stessi e le nostre capacità innanzi tutto..poi ognuno sceglie se andare a piedi, in bicicletta o in treno..alla fine appunto bastano due battute immagino..per svelare l'arcano.

 

m

 

p.s. sarebbe più interessante forse parlare di tecniche compositive allo stato attuale con il gentile contributo di chi appunto esercita tali arti magiche, personalmente ammiro chi è in grado di restituire una pagina altamente e graficamente corretta sotto tutti i punti di vista ma sarei "anche" felicissimo di scrivere con una penna  d'oca se..riuscissi a fare (magari !) solo il 3% di come lo faceva...Mozart..chiedo troppo? (sic)

 

buona giornata, vado a finire i compiti, variazioni per orchestra, prima con la  "caccia al tesoro" nella mia testa, idee e colori strumentali, poi appuntati su un quaderno al volo con matita 7.0 e poi in bella copia sul mio mac ma solo perché sono mancino e ho una pessima scrittura a ..mano, per teorie poco piacevoli educative in cui ai tempi delle mie scuole elementari mi costrinsero a scrivere con la "destra"!!...era poco "estetico" vedermi con la "mano storta" giustificarono.!

 

con simpatia

m

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Ho letto con interesse ed attenzione. In questa "Weltanschauung" della Chitarra Classica ho giustamente ancora un infinito da imparare!  Quando evidenzio ai miei allievi di Composizione come W. A. Mozart alla prima battuta del solenne Lacrimosa dal Requiem, osando temerariamente, in lungimirante sapienza armonica (con subdola riproposta, a breve seguire, di costruzione simile, ma in formula rigorosamente scolastica), abbia affidato alla Viola un Sol quale voce grave, al secondo violino un Do diesis, mentre liberava il primo violino in successivi Do naturale e Si bemolle, evidenziando accordi incompleti di nona eccedente e nona minore ( in un esoterico Chick Corea, ma da rogo per i propri tempi), scorgo il genio preparato del "mestierante" Compositore.....e piango il privilegio di qualche "Credo".

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Ospite gasgas

Ho letto con interesse ed attenzione. In questa "Weltanschauung" della Chitarra Classica ho giustamente ancora un infinito da imparare!  Quando evidenzio ai miei allievi di Composizione come W. A. Mozart alla prima battuta del solenne Lacrimosa dal Requiem, osando temerariamente, in lungimirante sapienza armonica (con subdola riproposta, a breve seguire, di costruzione simile, ma in formula rigorosamente scolastica), abbia affidato alla Viola un Sol quale voce grave, al secondo violino un Do diesis, mentre liberava il primo violino in successivi Do naturale e Si bemolle, evidenziando accordi incompleti di nona eccedente e nona minore ( in un esoterico Chick Corea, ma da rogo per i propri tempi), scorgo il genio preparato del "mestierante" Compositore.....e piango il privilegio di qualche "Credo".

Si, Maestro,  molto interessante. Ma rientrando in tema Lei come la pensa?

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Rileggo il mio post e non mi pare si dimostri affatto "fuori tema".  Al contrario ritengo evidenzi, ed al contempo suggerisca, più risposte coerenti.

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Come si spiega il lavoro immenso di orchestrazione di un compositore come Mahler con i suoi mille colori orchestrali e senza.. computer? probabilmente, appunto il suo Finale, Sibelius, o pennarello 2.0 , matita ecc.. era nella sua testa..ma ancor di più come si perviene a quella esperienza..? forse anche vivendo realmente in quel "mondo sonoro". Oggi, con tutte le "librerie sonore" software  e le possibilità di emulazione simpatiche che si possono ottenere nel sentire ad esempio una simulazione di orchestrazione converrete con me (immagino) che ascoltare e avere la possibilità di sentire dal vivo il risultato sonoro è leggermente diverso?..anche io uso Sibelius per preparare le parti agli esecutori ma poi "passo" in classe di musica da camera e ascolto le prove e la concertazione diretta con il peso sonoro reale..e per quanto possa farmi una idea il più possibile approssimativa con i miei giocattoli sentire 4 corni dal vivo e su Sibelius è una cosa leggermente diversa..e qui si torna al punto di partenza: noi stessi e le nostre capacità innanzi tutto..poi ognuno sceglie se andare a piedi, in bicicletta o in treno..alla fine appunto bastano due battute immagino..per svelare l'arcano.

 

 

L'indispensabile e insostituibile testa, al cui interno sono custoditi i segreti di ogni arte, trova nel computer - o, per chi lo preferisce, nel pianoforte - solo degli specchi, non delle appendici esterne funzionanti a mo' di cervello. Apple non ha ancora comperato il brevetto di Domeneddio. Inutile constatare il fatto che la qualità media delle composizioni scritte da quando esistono Finale e Sibelius - nel campo, per esempio, della musica per chitarra, sotto i nostri quotidiani sguardi - non è affatto migliorata; anzi, si potrebbe affermare che, da questo punto di vista, l'avvento dei programmi di notazione musicale ha contribuito a far crescere il cumulo dell'immondezzaio. Potremmo, my dear Marcello, concludere che il computer e i relativi programmi di notazione sono utilissimi soltanto a coloro che, per comporre qualunque brano per qualunque organico, ne potrebbero fare disinvoltamente a meno? Io credo di si. Ma, se stai per comporre una partitura per orchestra, a lavori conclusi mi saprai dire quanto tempo hai risparmiato nella preparazione delle parti - e quanti rischi di lapsus calami hai scongiurato - servendoti di Sibelius invece che della tua opera di amanuense. E con quanta tranquillità avrai mandato al direttore tali parti, serenamente sicuro del fatto che Sibelius è letteralmente incapace di scrivere nella parte di oboe un bequadro che in partitura è invece un diesis: cosa della quale la tua (nostra) mano, fallace e impudica, è capacissima, senza che con ciò risulti sminuita la qualità del tuo pensiero musicale. Addirittura, se il tuo puntiglio ti spinge alle soglie dell'acribia, ti sarai potuto permettere di ascoltare, con Sibelius, ogni singola parte, alla ricerca di ogni minimo accroc. E ti sarai così guadagnato, in vista delle prove d'orchestra, i sonni più tranquilli. Non sarai diventato un compositore di maggior caratura, ma un compositore che, in vista di una prima con noleggio delle parti, a una tazza di camomilla ricorre solo se la camomilla gli piace, non perché deve calmarsi i nervi. Ciao.

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Ritengo che l'utilizzo di software per la scrittura musicale apporti vantaggi considerevoli, evidenti ed indiscutibili. Al contempo, per naturale implicazione, rende disuete manualità talora preziose, che un "saggio mestierante" vedrà bene "altrimenti" di mantenere debitamente "elastiche". 

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Ritengo che l'utilizzo di software per la scrittura musicale apporti vantaggi considerevoli, evidenti ed indiscutibili. Al contempo, per naturale implicazione, rende disuete manualità talora preziose, che un "saggio mestierante" vedrà bene "altrimenti" di mantenere debitamente "elastiche". 

E' indubbio che  una posizione salomonica come  questa resti sempre la più saggia

.

Nell'  animata discussione intercorsa è stato possibile riscontrare episodi di intolleranza, contraddizione, pindarismo e soprattuto di personalismo. Questi sono graditi quando si attagliano all' episodicità probante, ma diventano poco interessanti quando (magari involontariamente) includono  affermazioni  trancianti o apodittiche.

 

Ho riscontrato che si è perduto per strada sia il tema proposto che il suo sviluppo secondario ( dialogo della scrittura) già dibattuto tempo fa.

 

Non occorre avventuraisi in contenuti apologetici che contengono come  prova della verità il proprio pensiero (e mai l'altrui).

Ritengo invece lecito esprimere il proprio parere, o addirittura il proprio costume perché di costume si tratta, senza doversi preoccupare di eventuali contestazioni che, insorgendo, fanno capire il desiderio di originare zuffe ideoloiche.

Ciò  mi ricorda quei tizi che, ascoltando musica sono soliti, prima di esprimere un giudizio, informarsi di che cosa si tratta e quale ne   sia l'autore e l'esecutore.

 

Mario Castelnuovo Tedesco intratteneva la sua corrispondenza su carta azzurra e, fino alla fine, si è rifiutato di usare la penna biro, se non per appuntare qualche nota; Victor Hugo  scriveva soltanto  su fogli di color rosa; Stravinski evidenziava le parti usando i colori rosso e verde.

Non credo si possa loro obiettare qualcosa.

 

 

Scrivere 'a mano' non significa candidarsi al nastro d'argento ma nello stesso tempo possiamo creare sublimità o boiate avvalendoci del compiuter.

 

Ad abundantiam, lo stupefacente aggeggio (che anch' io trovo indispensabile) diviene pressoché inutilizzabile per gli autori della musica contemoranea e d'avanguardia,  rappresentata da  segni, tratti e simboli personali inventati al momento dal compositore stesso.

 

Dal mio punto di vista, sarebbe d'uopo ricondurre questa discussione sul binario giusto, anche se come si è svolta  mi ha interessato e - lo dico a costo di crearmi qualche ulteriore avversario- mi ha decisamente coinvolto più delle varie concioni che, con il pretesto di fare informazione- sono in gran parte unificabili  sotto l'unico titolo di "guardate quanto sono bravo io" (o il mio amico, naturalmente).

Sperando che qualcuno ci creda veramente.

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