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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Omaggio a Leo Brouwer - Conservatorio Respighi Latina


Ospite francesca
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Non bisogna fare confusione: i testi di Bizzi non hanno a che vedere direttamente con la chitarra, Iervolino, ma con la Musica, la sua analisi e la costruzione; ben lo sa Marcello.

Costituiscono un bagaglio basilare e supplementare nello stesso tempo, in quanto l'assunto principale non è "quale" sia una forma compositiva ma "come" essa sia possibile.

Seguii persnalmente il lavoro di Giancarlo che caldeggiai alla Bèrben; uscì con una bellissima copertina a colori che rappresentava una fuga al compiuter (eravamo nel 1990) e fu adottato da insigni (ma veramente tali) docenti di composizione.

Bizzi era un grande amico, professore a "Santa Cecilia", penalizzato da enormi difficoltà visive, ma persona di un'amabile piacevolezza e con grande amore per il mondo dei suoni.

La sua "macchina", basilare nel testo, era stata per la prima volta pubblicata e spiegata a Parigi nel libro "  Le miroir invisible des sons", qui ricordato da Marcello in versione italiana.

"Il canone e la fuga" ne sono la degna emanazione.

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La "macchina" infernale la definirei quella creata da Bizzi. Essa è estremamente efficace, perfetta e, se vogliamo, divertente soprattutto per chi ama lavorare con i processi matematici applicati alla costruzione musicale. Probabilmente geniale l'intuizione del compositore. Gran bel testo così come quello consigliato da Marcello.

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Non bisogna fare confusione: i testi di Bizzi non hanno a che vedere direttamente con la chitarra, Iervolino, ma con la Musica, la sua analisi e la costruzione; ben lo sa Marcello.

Costituiscono un bagaglio basilare e supplementare nello stesso tempo, in quanto l'assunto principale non è "quale" sia una forma compositiva ma "come" essa sia possibile.

Seguii persnalmente il lavoro di Giancarlo che caldeggiai alla Bèrben; uscì con una bellissima copertina a colori che rappresentava una fuga al compiuter (eravamo nel 1990) e fu adottato da insigni (ma veramente tali) docenti di composizione.

Bizzi era un grande amico, professore a "Santa Cecilia", penalizzato da enormi difficoltà visive, ma persona di un'amabile piacevolezza e con grande amore per il mondo dei suoni.

La sua "macchina", basilare nel testo, era stata per la prima volta pubblicata e spiegata a Parigi nel libro "  Le miroir invisible des sons", qui ricordato da Marcello in versione italiana.

"Il canone e la fuga" ne sono la degna emanazione.

Bene vorrà dire che questo libro(quando lo acquistero) mi aiuterà a capire ancor di più ciò che faccio tutti i giorni,e ringrazio nuovamente chi me lo ha dato da notare e chi mi sta informando di tali preziose notizie,grazie di nuovo a Carfagna e MArcello. Avendo altre informazioni per costruire la musica , mi sarà utilissimo grazie. 

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