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Composizioni per la storia


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Il giudizio storico sul valore delle composizioni - e delle opere letterarie e di arte - si forma attraverso processi lenti, le cui conclusioni - mai definitive - raramente coincidono con quelle manifestate dai contemporanei. In altre parole, ci vuole tempo e, nel tempo, si forma una visione prospettica alla quale concorrono l'apporto degli interpreti, quello degli studiosi (storici, analisti, biografi) e, naturalmente, i gusti degli ascoltatori.

 

Ai posteri l'ardua sentenza insomma :)

Ma non ci sono esempi di musicisti compositori famosi anche mentre erano in vita?

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Ai posteri l'ardua sentenza insomma :)

Ma non ci sono esempi di musicisti compositori famosi anche mentre erano in vita?

 

Ovviamente si, ma non è tanto la graduatoria a essere in discussione quanto l'eventuale qualità e bontà delle opere scritte, soprattutto in base al contesto storico e al loro apporto significativo in merito alla "scrittura". Non vorrei fare nomi o elenchi ma è indubbio che brani (i primi due che mi vengono in mente) come il Nocturnal di Britten, le Sonate di Henze (Royal Winter Music) sono opere degne di stare al fianco di altri lavori importanti in generale e anche soprattutto nel contesto storico in cui furono scritte, oggi sarebbe già diverso (in parte).

 

Forse il problema della chitarra è distinguere - nel marasma delle composizioni esistenti - le vere opere dalle pur ottime "esercitazioni" scolastiche che..spesso possono assurgere a ruolo di capolavori (per alcuni) ma che forse, avrebbero avuto anche maggior senso in altri contesti storici.

Anche Ligeti ha usato il "contrappunto" ma forse.. ha cercato di far tesoro della storia e della sapienza dei suoi predecessori e, giustamente non ha riscritto una fuga alla maniera di Bach, pur essendone (senza alcun dubbio) in grado, semplicemente perché forse era difficile dire altro in merito?..

Non saprei rispondere.. è l'eterno problema immagino di chi si occupa di scrivere.. 

Piuttosto bisognerebbe capire se la musica per chitarra ha una "autostrada " autonoma da quella generale della Musica oppure aspira a percorrere gli stessi obiettivi (pur nelle svariate direzioni)..

che sia questo il problema della sua "estromissione" dalla vita musicale generale?..non la qualità degli interpreti (anche se si misura anch'essa con il repertorio prima di tutto) ma forse la qualità/quantità di musica?..

questo mi interessa e preoccupa di più dell'originale domanda del post.. e soprattutto della direzione della "chitarra" nel prossimo futuro..

insomma, iniziamo a far suonare la chitarra negli stessi contesti dove esiste la Musica.. e forse risolveremo in automatico o vinceranno i campioni della "nuova" chitarra" con le loro trascrizioni e sconfinamenti nei molteplici genere che creano ancor più confusione sulla stessa immagine della chitarra classica acquisita con fatica in questi anni. A volte ho la sensazione che la chitarra (la sua musica) era più avanti ai tempi di Bream che..oggi (nel repertorio) e nella chiarezza della direzione artistica

quindi la vedo dura anche per i..posteri..

 

m

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Ovviamente si, ma non è tanto la graduatoria a essere in discussione quanto l'eventuale qualità e bontà delle opere scritte, soprattutto in base al contesto storico e al loro apporto significativo in merito alla "scrittura". Non vorrei fare nomi o elenchi ma è indubbio che brani (i primi due che mi vengono in mente) come il Nocturnal di Britten, le Sonate di Henze (Royal Winter Music) sono opere degne di stare al fianco di altri lavori importanti in generale e anche soprattutto nel contesto storico in cui furono scritte, oggi sarebbe già diverso (in parte).

 

Forse il problema della chitarra è distinguere - nel marasma delle composizioni esistenti - le vere opere dalle pur ottime "esercitazioni" scolastiche che..spesso possono assurgere a ruolo di capolavori (per alcuni) ma che forse, avrebbero avuto anche maggior senso in altri contesti storici.

Anche Ligeti ha usato il "contrappunto" ma forse.. ha cercato di far tesoro della storia e della sapienza dei suoi predecessori e, giustamente non ha riscritto una fuga alla maniera di Bach, pur essendone (senza alcun dubbio) in grado, semplicemente perché forse era difficile dire altro in merito?..

Non saprei rispondere.. è l'eterno problema immagino di chi si occupa di scrivere.. 

Piuttosto bisognerebbe capire se la musica per chitarra ha una "autostrada " autonoma da quella generale della Musica oppure aspira a percorrere gli stessi obiettivi (pur nelle svariate direzioni)..

che sia questo il problema della sua "estromissione" dalla vita musicale generale?..non la qualità degli interpreti (anche se si misura anch'essa con il repertorio prima di tutto) ma forse la qualità/quantità di musica?..

questo mi interessa e preoccupa di più dell'originale domanda del post.. e soprattutto della direzione della "chitarra" nel prossimo futuro..

insomma, iniziamo a far suonare la chitarra negli stessi contesti dove esiste la Musica.. e forse risolveremo in automatico o vinceranno i campioni della "nuova" chitarra" con le loro trascrizioni e sconfinamenti nei molteplici genere che creano ancor più confusione sulla stessa immagine della chitarra classica acquisita con fatica in questi anni. A volte ho la sensazione che la chitarra (la sua musica) era più avanti ai tempi di Bream che..oggi (nel repertorio) e nella chiarezza della direzione artistica

quindi la vedo dura anche per i..posteri..

 

m

 

Caro Marcello, se le cose stanno come dici tu - e non ho motivo di contraddirti – cioè, se esiste un repertorio (dei quale tu citi due campioni) seriamente candidato alla sopravvivenza nella posterità, allora la tua domanda riguardo al futuro della chitarra non ha motivo di essere posta: infatti, a garantire "il futuro" di qualsiasi strumento può essere soltanto il suo repertorio (anche il liuto, pur desueto nella pratica per più di due secoli, ha avuto un futuro nel secolo XX, grazie alla musica di Francesco da Milano e di John Dowland). La domanda può essere riformulata – secondo me più propriamente – riguardo al futuro, non della chitarra, ma dei chitarristi. E, se permetti, la mia risposta è: affare loro.

 

AG

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A me non sembra una domanda così sciocca sapete? Cioè... sul vissuto storico del repertorio oggi riusciamo a identificare musiche buone, meno buone e capolavori

Forse con uno sforzo potremmo trovare già adesso ciò che è buono e cià che non lo è

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A me non sembra una domanda così sciocca sapete? Cioè... sul vissuto storico del repertorio oggi riusciamo a identificare musiche buone, meno buone e capolavori

Forse con uno sforzo potremmo trovare già adesso ciò che è buono e cià che non lo è

 

Con quali strumenti, scusi? Un diplomato in chitarra, che ha imparato quattro regolette di armonia in un corso biennale con i bassi numerati e poi - miracolo! - senza numeri, con quali criteri analizza una composizione? Fermo restando il suo diritto costituzionale di dire che gli piace o che non gli piace, che cos'altro può responsabilmente aggiungere? Come può giudicare un romanzo o una poesia uno che ha solo imparato a leggere (fino a un certo punto), e non anche a scrivere? Se i chitarristi, ad esempio, fossero in grado, non dico di formulare giudizi di valore, ma anche solo di distinguere le pagine scritte da un compositore che sa il suo mestiere da quelle di un chitarrista che, da un giorno all'altro, si scopre compositore, non vedremmo, nei programmi dei concerti e dei dischi, ricorrere brani "scritti" da analfabeti per analfabeti: eppure, il "repertorio" della chitarra ne è pieno, i cataloghi degli editori pure. 

 

dralig

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Quali sono secondo voi le composizioni per chitarra che entreranno nella storia della musica come è accaduto per i notturni di Chopin o gli Studi di Liszt?

il nocturnal op.70 di Britten

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del Nocturnal di Britten ne ricordo una interpretazione del M° D'Amario a Udine,davvero indimenticabile.

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il nocturnal op.70 di Britten

 

il nocturnal op.70 di Britten

Qusto lo dovevo dire prima,non c'e bisogno di queste classifiche,troppi chitarristi ancora si lamentano del repertorio.Quando uno incomincia a studiare la chitarra sa quali sono i compositori che hanno scritto per lo strumento.Gli studi musicologici di Heck,Jeffrey,Chiesa,Torta,Riboni ecc.sembra che siano stati vani.Giuliani ha suonato sue composizioni nello stesso concerto in cui venivano eseguite composizioni orchestrali di Beethoven,con l'apprezzamento del genio di Boon.Specialmente Giuliani e Carulli hanno inserito la chitarra in varie formazioni cameristiche,con composizioni di pregevole fattura .La pittura non ha questi problemi;se uno visita gli Uffizi,i quadri dello Starnina sono a pochi metri da quelli di Leonardo.

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troppi chitarristi ancora si lamentano del repertorio.

 

Si lamentano perché suonano sempre la stessa roba o perché proprio non hanno idea di che cosa sia, un repertorio?

Leggo dell'ennesimo concerto del VIP di turno che suona le Variazioni Op.9 di Sor, le solite pagine di Albéniz trascritte per chitarra e il resto del programma con musica che si può ben immaginare. Scommetto una cena che il bis verterà su ammiccamenti pop.

Insomma, un programma che si poteva definire "già sentito" 30 anni fa.

 

La maggior parte dei giovani interpreti sembra (dalla mia esperienza) rifiutare questo approccio ammuffito, trito e ritrito.

Non dico di nutrire speranze (sono un ottimista ma sono anche realista) ma il numero di giovanissimi della mia generazione che a 17-18 anni interpretava Maderna, Petrassi, Gilardino, Walton, Badings ecc. è decisamente inferiore a quello di oggi.

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Si lamentano perché suonano sempre la stessa roba o perché proprio non hanno idea di che cosa sia, un repertorio?

Leggo dell'ennesimo concerto del VIP di turno che suona le Variazioni Op.9 di Sor, le solite pagine di Albéniz trascritte per chitarra e il resto del programma con musica che si può ben immaginare. Scommetto una cena che il bis verterà su ammiccamenti pop.

Insomma, un programma che si poteva definire "già sentito" 30 anni fa.

 

 

Grazie per averlo detto perché pensavo di essere scemo io a credere che fosse un programma noiosissimo!!!!

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