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Mordenti e trilli sulle Suites di Bach


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Cari Amici, vedo che l'argomento abbellimenti stimola molte riflessioni.

Devo dire che anch'io mi sono interrogato ultimamente sull'efficacia degli abbellimenti nella musica di Bach sulla chitarra e fino ad oggi ho seguito il buon senso strumentale a cui si appella Angelo Gilardino. Ultimamente ho sentito l'esecuzione di Paul Galbraith e allora mi sono documentato un po' di piu' sull'argomento. Devo dire che la quantità di trattati o precettistica/normativa dell'epoca barocca sull'argomento non è solo in buon numero, ma vasta. Ho capito da questo alcune cose. Ogni autore ha la sua linea, ovviamente personalizzazione di tendenze che hanno a che fare con l'area culturale in cui il compositore opera (Francia, Italia ecc.) Non c'è una regola assoluta, mai, e spesso all'interno dello stesso autore si danno casi interpretabili in modi diversi (vedi Scarlatti) perché resta ferma la precedenza della prassi sulla teoria. Terzo, e decisivo fatto, è impossibile sulla base della ricostruzione filologica riappropriarsi a pieno della cultura musicale che genera gli abbellimenti, perché è una koiné che si è persa con il classicismo. Cio' non toglie che si possa frammentariamente riprendere quello spirito e allora i trattati diventano essenziali, ma soprattutto entrare nell'estetica barocca, nel modo di intendere per esempio il ritmo armonico, le strutture melodiche ecc. da' la possibilità di riavvicinarci a quello stile. Per Bach, che tra tutti è alla fine il piu' semplice - fanno paura invece i francesi - ho capito che essendo una sintesi della cultura barocca va analizato in relazione allo stile della composizione. Per esempio il preludio della 995 parte I è in stile francese quindi: abbellire - idem l'allemanda ecc. In questo caso è utile verificare i due manoscritti, uno dei quali - quello in intavolatura - presenta l'aggiunta continua di abbellimenti - e spesso lo stesso segno indica cosa diverse a seconda della situazione.Un'esecuzione senza abbellimente sicuramente non ha niente a che fare con quella musica. Puo' essere una scelta interpretativa che ha bisogno pero' di una forte idea musicale alla base. Comunque peggio di tutto è per me sentire l'abbellimento alla Carulli su Bach. Meglio niente in questo caso.

Non penso che sul liuto - ma non lo so, lo chiedo a qualcuno che lo suona di voi - sia possibile realizzare abbellimenti su due corde. E' infatti una pratica che si è concretizzata sullo strumento a corde semplici, appunto op. 1 di Giuliani parte III se non sbaglio (quella che non fanno studiare).

Infine un consiglio bibliografico che mi ha guidato in questa selva oscura, una bella antologia molto utile:

 

Nunziata Bonaccorsi

 

L'Ornamentazione

Ovvero l'arte di abbellire in Musica

I principi della buona esecuzione. Stile e interpretazione tra '500 e '700. Avvertimenti e regole, teoria e pratica.

 

Armelin Editore

 

Un saluto a tutti

Luigi

 

 

Caro Luigi

ottimo libro,

e concordo con quel che dici,

in proposito

volevo far notare , che spesso per noi chitarristi si pone anche un'altro problema di "imitazione" strumentale (conscio o inconscio),

mi riferisco quando ascoltiamo le versioni ad esempio delle suites di Bach, ad approcci che emulano in qualche modo le modalità esecutive del violino, del clavicembalo e.. altro..

da qui anche la scelta conscia, inconscia a volte di vari interpreti nell' avvicinarsi in qualche modo ad una tipologia esecutiva propria di quello strumento, certo, spesso è già implicito nella versione originale da cui proviene la suites,

ma una cosa che mi affascina da anni è il tessuto "interno" della musica di Bach (e che ho tentato di realizzare in una mia, come dire, chiamare trascrizione non è corretto ma, realizzazione o meglio "rappresentazione" esplicita della polifonia e del tessuto armonico che mi ha portato a scrivere circa trecento pagine di "supporto" alle suddette suites..) in cui si evidenzia la scrittura di Bach in riferimento particolare al suo contrappunto armonico, da qui la scelta degli abbellimente diventa un fatto "simpatico e curioso" che mette in evidenza ancor più i punti d'appoggio dove potrebbero, dovrebbero, capitare (essendo in vista il ritmo armonico, le note reali e tutto ciò che è secondario nel tessuto musicale..) mi spiego, capisco che senza partitura può non essere molto chiaro, ma voglio dire in ultima analisi che forse, prima degli abbellimenti viene l'individuazione di una corretta articolazione interna del tessuto bachiano (chiaro che tu e altri danno per scontato questo passaggio ma non sempre è cosi.. concordi?) a cui eventualmente ornare con dovuta perizia, certo, anche se, sono convinto che c'è un grosso margine di libertà, pur sempre.. nello stile e quindi, per finire, noi chitarristi alla fine, o sappiamo "suonare" l'organo, il clavicembalo, il violino.. oppure... (è una battuta, ovvio, ma non guasterebbe, senza per questo giustificare che la chitarra non è l'organo perchè.. Bach è.. Bach prima di tutto e poi veniamo noi con il nostro strumento..

 

chiudo,

voglio dire che io credo molto ad un pensiero superiore sulla musica che poi cerchiamo di incanalare negli eventuali "limiti " dello strumento, altrimenti forse (è un mio pensiero) si potrebbe correre anche il rischio di quei chitarristi-compositori (di cui si parla in un altro post) che scrivono con la chitarra in mano e non riescono a fuggire da quelle formule digitali...e fare un abbellimento alla Carulli come dici giustamente in Bach..

non trovi?

 

marcello

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Esiste pubblicata negli States una versione dell'opera per liuto di Bach trascritta da Sharon Isbin con l'ausilio e la supervisione di Rosalyn Tureck, grande pianista e grande interprete di Bach. La Tureck illustra secondo le sue conoscenze come andrebbero interpretati gli abbellimenti con la chitarra. mooolto interessante

Sandro

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Ospite Attademo

Caro Marcello, concordo pienamente, non so se tu hai scritto quello che hai scritto spinto da qualche lacuna del mio discorso, ma in tal caso il tuo rispecchia pienamente il mio non-detto. Come disse Hegel al compleanno di Holderlin, "il pensiero è quello che conta",

Ciao

Luigi

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Sandro Bettazzi ha detto:

Esiste pubblicata negli States una versione dell'opera per liuto di Bach trascritta da Sharon Isbin con l'ausilio e la supervisione di Rosalyn Tureck, grande pianista e grande interprete di Bach. La Tureck illustra secondo le sue conoscenze come andrebbero interpretati gli abbellimenti con la chitarra. mooolto interessante

Sandro

 

Però la Isbin è una delle chitarriste che esegue gli abbellimenti proprio "à la Carulli"....

 

Andrea

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