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Che Sor abbia speso il suo tempo di formazione in un monastero lo si potrebbe anche intuire dall'uso delle pause nella sua musica per chitarra.
L'assenza del suono è una delle caratteristiche più interessanti e peculiari della sua scrittura, che anche in questo caso non ha riscontri con quella degli altri chitarristi-compositori.

Mi sembra però che gli interpreti facciano una certa fatica a coglierla..i silenzi vengono spesso soffocati da accordi che estendono ben oltre l'indicazione del compositore la loro durata...non so, magari qualcuno ci potrebbe fare una bella masterclass...


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Che Sor abbia speso il suo tempo di formazione in un monastero lo si potrebbe anche intuire dall'uso delle pause nella sua musica per chitarra.

 

L'assenza del suono è una delle caratteristiche più interessanti e peculiari della sua scrittura, che anche in questo caso non ha riscontri con quella degli altri chitarristi-compositori.

 

Mi sembra però che gli interpreti facciano una certa fatica a coglierla..i silenzi vengono spesso soffocati da accordi che estendono ben oltre l'indicazione del compositore la loro durata...non so, magari qualcuno ci potrebbe fare una bella masterclass...

 

L'articolazione delle parti, specialmente il basso (suono-pausa), è una delle risorse funzionali dell'armonia: le durate inerziali, non controllate, non solo possono guastare l'armonia, ma anche impoverire il fraseggio. Ciò premesso, dobbiamo considerare che le chitarre adoperate da Sor erano molto meno generose nella tenuta dei suoni, e che era sicuramente più facile controllare la pulizia armonica con gli strumenti di allora che con quelli di oggi.

 

dralig


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Che Sor abbia speso il suo tempo di formazione in un monastero lo si potrebbe anche intuire dall'uso delle pause nella sua musica per chitarra.

 

L'assenza del suono è una delle caratteristiche più interessanti e peculiari della sua scrittura, che anche in questo caso non ha riscontri con quella degli altri chitarristi-compositori.

 

 

è una bella osservazione...

 

Bella e molto interessante. Il contesto nel quale viene nasce un'opera è sempre importante per capirne meglio alcune sfumature, anche quando si tratta di una evenienza casuale.

Non sapevo e mi ha stupito, ad esempio, leggere su una targa affissa nel cortile dell'Accademia Chigiana che Vivaldi compose a Siena parte delle Quattro stagioni (non ricordo esattamente il testo dell'iscrizione).

Se così fosse, non sarebbe difficile immaginare la sua musica nell'aria sonora in cui svettano i cipressi delle dolci colline senesi.

A volte i silenzi e i respiri della musica sono altrettanto significativi che le note della melodia.

 

 

Butterfly


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Io ho un CD di Gould che suona la Sonata K 331 di Mozart...

Nel famoso primo movimento, il Tema non lo espone perfettamente legato e scorrevole, ma con una lentezza esasperante e tra un inciso e l'altro mette un momento (seppur brevissimo) di silenzio, un "apostrofo".

Riesce benissimo nel suo intento: l'ascoltatore, anche con Mozart, sente il bisogno di reagire.


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Eh, è un'incisione che fece arrabbiare un sacco di gente...critici, pianisti...

 

:)


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Tutta invidia, tutta invidia...

 

Una bestia che suonava come Gould, non poteva non essere criticato dai critici (purtroppo pontentissimi)...


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Sono convinto che Glenn Gould fosse un genio.

La sua intelligenza si riscontra anche nel suo repertorio: Bach, Beethoven, Mozart, Mendelsson, Wagner, Berg, Schonberg, Webern, Hindemith...

 

Tecnicamente era il più forte (basta sentire la velocità con cui suonava le Sonate di Beethoven), e non averbbe avuto problemi a suonare le Sonate di Boulez... D'altronde, era un musicista...


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Concordo!

 

Quelle di Boulez... no!


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è una bella osservazione...

 

 

A volte, per fortuna, è anche bello poter ascoltare i silenzi di Sor.

 

Il miglior Sor l'ho sentito da Starobin.

Ho un paio di cd veramente interessanti...sarà anche merito della Hauser che usa, ma è una lettura del catalano veramente inusuale...e a suo mertito bisogna anche dire che si prodiga nei "piccoli pezzi", così frequentemente snobbati e che invece, nel caso di Sor, sono dei veri capolavori.

 

già...purtroppo è un modo di concepire la lettura superficiale difffuso non solo tra i chitarristi...oltre Sor, penso ad oggi, la chitarra, indipendentemente dalla notazione dei silenzi, delle pause, richiede una gestione del tutto particolare delle risonanze che non ha eguali con gli altri strumenti...una gestione che si riflette in differenti strategie di scrittura...

 

Ascoltando le tue composizioni si capisce che è questo un aspetto molto importante per la tua poetica.


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L'articolazione delle parti, specialmente il basso (suono-pausa), è una delle risorse funzionali dell'armonia: le durate inerziali, non controllate, non solo possono guastare l'armonia, ma anche impoverire il fraseggio. Ciò premesso, dobbiamo considerare che le chitarre adoperate da Sor erano molto meno generose nella tenuta dei suoni, e che era sicuramente più facile controllare la pulizia armonica con gli strumenti di allora che con quelli di oggi.

 

dralig

 

Acuta osservazione.

Un motivo in più per mettere sotto gli interpreti.

 

:)

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